Il ritornello infantile del “non c’è alternativa all’alleanza con i 5stelle”

Lo stato del centrosinistra è tale da rendere di cattivo gusto qualsiasi ironia.
L’esito prevedibile non sarà solo un trionfo del centrodestra in Basilicata, a tutto vantaggio del governo, ma saranno soprattutto altri lunghi mesi di accuse e insulti reciproci nel centrosinistra, che difficilmente porranno le migliori basi per la grande campagna delle europee. Sarebbe ora, pertanto, che i promotori di questa brillante strategia e i numerosi opinionisti che li hanno incoraggiati in tal senso si assumessero le proprie responsabilità. Non possono continuare a cavarsela con il ritornello infantile secondo cui non ci sarebbero alternative all’alleanza con il Movimento 5 stelle, frase passe-partout con cui ritengono di chiudere ogni discussione e mettersi al riparo da qualunque critica.

È dal 2019 che i fautori di tale strategia sono alla guida del Pd. Se questi sono i risultati, con chi se la vogliono prendere? Hanno fatto tutto loro: sostenuto Nicola Zingaretti e richiamato in servizio Enrico Letta, voluto l’alleanza con Conte e votato la fiducia al governo di Mario Draghi, e quando le due cose sono entrate in conflitto, com’era inevitabile, sono rimasti prigionieri delle loro idiosincrasie, riuscendo a rompere tanto con i populisti quanto con i liberaldemocratici. Di nuovo: di chi dovrebbe essere la responsabilità? Sarà mica colpa mia? Hanno straperso le politiche, eppure sono riusciti a restare al potere nel Pd convincendo i loro sostenitori che era sempre colpa di Renzi, nel 2023 come nel 2019. Ma certo sarà difficile fare un po’ di chiarezza finché tutti quanti, lì dentro, compresa la cosiddetta minoranza interna, continueranno a negare l’evidenza e a sostenere che sul roseo orizzonte del Campo largo ci sia solo un po’ di nebbia, che annuncia il sole.