Aldo Grasso ForumTV

Il prof. Aldo Grasso (1948) è ordinario di “Storia della radio e della televisione” preso l’Univ. catt. di Milano.  E’ editorialista nonchè critico televisivo del Corriere della Sera dal 1990. Nel suo forum “Televisioni” (corriere.it) ospita i commenti dei lettori e dei visionari. Anch’io vi scrivo con regolarità e talvolta il prof. commenta. 

Televisioni

 
 

Sanremo tra rendita e utopia (21/2/24) Secondo il nostro prof. quest’anno i giornalisti accreditati a Sanremo sono stati più di 1.300, un esercito. Per Banca Ifis il Festival, il cui costo è di 20 mln, porta a Sanremo 41.000 persone. 30 artisti in gara (un rimborso a ciascuno di 53mila) formano uno staff di circa 210 persone ma tutto continua a svolgersi in un ex cinema (1,5 mln di affitto) dove nel retropalco non ci si muove nemmeno.
I divi (500mila a Travolta) alloggiano in Costa Azzurra perchè gli alberghi sono vecchi, nelle strade sconnesse ci sono solo ingorghi, davanti ai ristoranti sul porticciolo c’è puzza di fogna, il lungomare è affollato da ratti che corrono.
Sanremo è la metafora dell’Italietta che non intende crescere, trasformarsi, adeguarsi al moderno. Una rendita parassitaria che dal 1951 nessuno riesce a scalfire: in una settimana nell’intera provincia e compreso tutto l’indotto il guadagno netto sarebbe superiore ai 100 milioni di euro. Abbiamo sconfitto il latifondo ma abbandonare l’Ariston per una location più agevole appare oggi impossibile.
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
Per aver scritto, anni fa, dell’inadeguatezza dell’Ariston a trasmettere il Festival mi vedo citato con astio dal padrone del cinema che ha appena scritto un libro su suo “gioiello”.

La tv del Cammino (20/2/24) Al Grande Fratello, ad Amici, a Temptation Island, a Uomini e Donne, a X Factor, il “percorso” è continuamente evocato un pò da tutti. Il termine è diventato insignificante a causa della ripetizione ossessiva.
Sarebbe ora di sostituirlo con Cammino: così ci sarebbero quelli che indicano il cammino, chi si mette in cammino, poi cammin facendo qualcuno si allontana dal retto cammino…insomma pura poesia, nel mezzo del cammin tutti ci siamo ritrovati in una selva oscura.
Come Dante si rese conto che stava vivendo un momento di smarrimento e confusione interiore, anche in tv c’è chi ha intenzione di impegnarsi e mettersi in cammino per affinare il talento, innamorarsi, riconciliarsi, chiedere perdono.
Un lungo tortuoso cammino per allontanarsi dalla condizione di Invisibile.
Con l’aiuto di preziose guide che prendono il posto di Virgilio e Beatrice si attraverserà inferno, purgatorio e paradiso, in un cammino dove la crescita personale e spirituale si conclude con la presa di coscienza che in un qualsiasi supermercato la commessa magari ti ri-conosce. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Spesso il percorso diventa percorzo, nella neolingua della tv.

Dopo 5 anni l’inatteso per Amadeus è una benedizione (13/2/24)Nel 2020 (24 cantanti in gara con tanti vecchi) ci fu a Sanremo la lite Bugo-Morgan. Uscì Amadeus sbigottito ed era senza parole, dovette intervenire Fiorello.  In un lustro e dopo Blanco che distrusse le rose, la lezione dell’imprevisto è stata appresa. Quando, come quest’anno (30 cantanti ma solo 2 vecchi) arriva una polemica per il ballo del Qua Qua, Amadeus si mostra entusiasta perchè ha capito che sono questi incidenti a creare audience senza doverli inventare a tavolino. La stessa cosa avviene alla De Filippi: quando nelle sue trasmissioni la polemica e il battibecco alzano i decibel, MDF silenziosa appare in versione zen perché è felice che stia succedendo qualcosa di cui parleranno social e giornali. La tv è semplice, basta accendere un cerino vicino alla benzina e far finta di niente. LA RISPOSTA ALDO GRASSO Come se niente fosse

Il Fiorello stand up non c’è più (11/2/24) Caro professore, Fiorello nell’ultima serata del Festival in un monologo per riempire l’attesa dei voti è stato costretto a ricorrere al suo vecchio repertorio. Davanti alla figlia ha rispolverato un suo vecchio temino sulla differenza tra l’educazione da lui ricevuta dal padre e quella dei giovani d’oggi. Una ulteriore riprova che alle spalle non ha più autori di testi. Sembra confidare nel coreografo Luca Tommassini, nel musicista Cremonesi  e nella sua inventiva di animatore nei villaggi. A me dispiace perchè in altri tempi (quando imitava La Russa e Cocciante) mi ha fatto molto divertire e oggi preferisce cantare, ballare, travestirsi e presentare cantanti (anche a Viva Rai2). Qualche battuta gli serve solo per finire sui social.

Il gruppettaro Crozza e Sinner (8/2/24) La comicità “politica” di Maurizio Crozza (1959)  (e dei suoi autori, tra i quali Andrea Zalone compagno della Littizzetto) andrebbe studiata a fondo. Non parlo della “genovesità” della Superba, l’intesa di un gruppo trasversale che va da Grillo a Crozza passando per Paoli Fossati e De Andrè, ma faccio osservare come egli sia da sempre un comico gruppettaro. Si prenda l’imitazione che ha cominciato di Jannick Sinner. Già ridicolizzare uno dei pochi che ci dà lustro all’estero è xxx, metterebbe alla berlina Renzo Piano? Siccome è di San Candido in val Pusteria lo fa parlar male in italiano, cosa di cui nessuno si è mai accorto. Anzi, per la verità il tennista parla bene italiano e inglese, francese e tedesco, noi italiani oltre i dialetti che parliamo?  Poi l’imitazione si concentra sulla residenza a Montecarlo. Argomento scivoloso perchè allude ai soldi ai quali Crozza e tutti quelli che sono andati a Discovery sono sensibili. Sull’argomento comunque si è espresso l’economista Nicola Rossi (Perchè Sinner fa benissimo a “votare coi piedi” a Montecarlo), ma ecco il punto: Rossi è un noto riformista, Crozza è un gruppettaro proveniente dagli anni settanta. Non è il solo in tv, Curzi ci regalò il tribuno Santoro (Servire il popolo), poi Lerner e Paolo Liguori (Lotta continua) sino a Zoro.

I filo conduttori (genn 24)A proposito del “Le domande che non finiscono mai sono segno di impreparazione” ancora peggiore è il caso del conduttore che vorrebbe essere “il filo rosso che lega il discorso”. Cioè Floris (diMartedì), il quale pone la domanda ma poi dopo tre secondi di risposta vorrebbe  riassumere la risposta passando la palla ad un altro interlocutore. In conclusione il conduttore nell’intera trasmissione parla il 70% e i suoi interlocutori il 30. Lo stesso fa Gruber la quale ricevuta una risposta potrebbe limitarsi a chiedere ad un altro ospite: -Lei su questo cosa dice?-. No, troppo facile, invece il suo schema è: riassunto della risposta precedente + altra domanda ad altro ospite + e adesso che ci sono…vorrei chiederle anche.

Bonan in versione Ente Provinciale Turismo (30/1/24)
Anche questa seconda edizione di Calciomercato nelle località sciistiche (dopo il mare estivo) a me non convince e tento di spiegarmi con il massimo rispetto per tutti. Occorre ormai “Salvare il soldato Di Marzio” ovvero il motivo-pretesto della trasmissione, Gianluca Di Marzio, costretto oltre che a scovar notizie a illustrarle con sforzo fisico muovendosi di notte su gatti delle nevi, stalle, piste. Bonan al caldo in studio dirige il tutto e agli amici ospiti concede il permesso di dire una frase di tanto in tanto; lo stile “Zoro” di Propaganda affiora quando il gruppo si riprende a tavola mentre gusta le specialità locali e confonde il filmino di una vacanza per informazione turistica. Il calciomercato è un genere particolare che nasce dai desideri dei tifosi, Bonan non vi sta inserendo come egli crede cultura (dopo le gag di Massimo Ugolini) ma autocompiacimento. Anche le sue sigle canore (con il sodale chitarrista) da semplice hobby ormai sembrano aspirare addirittura alla musica d’autore con orchestra esibita. Di questo passo vorrà cantare al premio Tenco. Insomma, pare un “volevamo stupirvi con effetti speciali” per infiocchettare un format giornalistico diffuso ma solfureo. Le bombe di Mosca erano avanspettacolo, Di Marzio con un lavoro di anni sta cercando di fare il giornalista, ma nessuno può pensare di innestare i telegiornali dentro “Turisti per caso” o “Linea blu”.

IL REALITY DENTRO AFFARI TUOI (gen. 24) Finanche un telequiz si assoggetta alla logica del “reality”, quel genere televisivo basato su situazioni di vita reale, con all’interno circostanze di sceneggiate. Nel programma di Amadeus hanno da un pò di tempo inserito una noiosissima tiritera. Ad un certo punto il concorrente, senza neppure bisogno di essere imbeccato, comincia a raccontare i fatti (desideri) suoi dilungandosi su disgrazie figli nonni e vicende familiari. L’unico motivo di questo appesantimento è il tentativo degli autori di suscitare l’empatia del pubblico con il concorrente, non richiedendo questo gioco nessuna abilità se non la buona sorte. Gli autori inoltre hanno anche imposto che, nel momento in cui il giocatore rifiuti un’offerta in danaro del “ dottore”, pronunci assegno in mano la formula di rito: “mi dispiace, è una somma importante, e farebbe comodo a tutti, ma…preferisco andare avanti”. Pensate se nei casinò ogni puntata fosse preceduta da tale formula. Insomma, anche in un gioco-roulette, il politically correct non ci deve mancare.

L’INCANTESIMO DI C’E’ POSTA PER TE (gen 24) Sabato ho voluto vedere per la prima volta un’intera trasmissione, una delle diverse agenzie dei Desideri di cui si occupa MDF per nove mesi all’anno.
Trovo interessante il casting sociale (sabato era molto meridionale), che restituisce le coordinate dei tempi che stiamo vivendo.
Famiglie spaccate o innamorati divisi o figli riconoscenti portano senza pudore il loro privato in tv convinti che la semplice esibizione possa sanare o curare il passato e un vissuto doloroso. La cosa significativa resta pertanto l’illusione che la tv sia un filtro magico o una stregoneria che trasformi la realtà delle famiglie o degli amori. Purtroppo “C’è posta” è uno specchio e pertanto gli stupidi o i malamente escono da quello studio esattamente come sono entrati.

ORA CHE LA STORIA E’ DIVENTATA LA TV (gen. 24) Un esercizio didattico è guardarsi su Ray play “La storia” e subito dopo su Canale 5 “Uomini e donne”. Ovvero comparare come eravamo e cosa siamo diventati noi italiani. Lo sceneggiatore Francesco Piccolo ha detto: “Portare Elsa Morante in tv è raccontare lo scandalo degli ultimi che subiscono la storia”. Quegli ultimi che nel 1940 avevano il problema di un giaciglio e di un pezzo di pane oggi che lavoro fanno se hanno la possibilità di recarsi a Roma per le registrazioni con Maria presumo almeno 8 giorni al mese? Queste partite iva, ereditiere, ricchi di famiglia, mantenuti, lavori autonomi, iniziano un “percorso” (Maria è la maestrina dei percorsi) per cercare l’Amore senza limiti di tempo (qualcuno è lì da 7 anni) e così, beati loro, praticano social, alberghi, ristoranti e tv. Dalla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti a piacenti giovani e vecchi che senza pudore inseguono l’Amore in tv giurando di averlo perso fuori.

TRATTO DA UNA STORIA VERA (11/1/24) Il grande regista francese Eric Rohmer, quello de “Il raggio verde”, nei suoi film creava dei dialoghi meravigliosi e spontanei, frutto di ore e ore trascorse con giovani per assimilare il loro linguaggio.
In tv i reality e i dating show (trasmissioni che organizzano incontri) hanno pensato che invece di scrivere finzioni è più facile reclutare dei soggetti adatti e riprenderli mentre interagiscono tra di loro.
Il cinema oggi sembra correre ai ripari rispetto alle tv inventando film più o meno “tratti da storie vere”, mentre per la letteratura, si pensi a Jorge Luis Borges, i racconti trattano spesso di cose e personaggi immaginari ma trattati ed esposti come se fossero reali.
Però, come disse Walter Siti, la forma è un contenuto a tutti gli effetti e i contenuti bisogna meritarseli…
In questa corsa a sbarazzarsi della forma la tv non ha eguali, il reality in fondo nacque con i quiz di Mike e arriva sino a Scotti e Amadeus.
Insomma, sono venuti meno gli autori, bastano tecnici di montaggio e di intercettazioni per mettere in scena esibizionisti, narcisisti e bugiardi cronici, gli studi televisivi hanno spalancato loro le porte. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Lei non vede il bicchiere mezzo vuoto, lo vede frantumato.

IL CALCIO PARLATO IN TV: “IMPORTANTE” (19/12/23) L’audio del calcio televisivo, come ha già spiegato il prof. Grasso, è un campionario di frasi fatte e luoghi comuni.
Il covercianese è un linguaggio pseudospecialistico (ogni settore intende costruire il suo linguaggio per iniziati), per cui in tv chi parla di calcio utilizza, per darsi arie, quel piccolo vocabolario insieme a tutto il vecchio repertorio di luoghi comuni che si ripetono da sempre.
Un solo esempio per capirci.
Sia gli interventi dei bordocampisti (in altri sport usano dei microfoni) che quelli degli allenatori e giocatori alla fine del primo tempo o della partita sono un rosario di frasi fatte.
Non è un caso quindi che l’aggettivo più usato da chi parla di calcio (la cosa meno importante che c’è) in tv sia “importante” mentre il verbo è “lavorare”.
“Non dobbiamo più parlare ma solo lavorare”. Magari! LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Lavorare per un gioco!

TITOLI E DOPPIAGGIO ALL’ITALIANA (21/11/23) Ho rivisto in tv “La parola ai giurati”, il primo film di Sidney Lumet del 1957.
Il titolo originale era “12 angry men” (12 uomini arrabbiati).
Nessuno è mai riuscito a capire finora perchè i distributori italiani abbiano il vizio di stravolgere i titoli neppure quando non ce ne sarebbe bisogno.
Il doppiaggio è un’altra nostra peculiarità tricolore come la pizza e la voce di Pino Insegno.
L’altra sera guardando al cinema un film appena uscito ho capito chi fosse l’assassino perchè il killer prima silente ad un certo punto ha deciso di parlare attraverso un distorsore e ho riconosciuto subito la voce del doppiatore.
In “Desperate housewives” o in Beautiful (come in tutte le serie tv) appena sentivi la voce di un doppiatore famoso (c’erano tutti) capivi che il personaggio sarebbe durato a lungo e che se aveva un incidente non moriva. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Quando si dice una lettura auricolare. Complimenti.

ROGGERO MARIANELLA e GLI XG (17/11/23) Campionato inglese. Il telecronista (unico) Nicola Roggero, mentre sta entrando in campo una riserva, ci ricorda che la madre è olandese e questo forse spiega perchè lui da bambino amava l’ex interista Bergkamp. Ecco, il grande Roggero ama raccontare amabilmente storielle, con frequenti citazioni di film, modi di dire, proverbi, nessuno immaginerebbe che sia soprattutto un esperto di atletica leggera. Lui da anni da solo rende la telecronaca amabile e simpatica.
Massimo Marianella, altro bravissimo telecronista Sky, ama invece di tanto in tanto raccontare le dichiarazioni riportate sulla stampa anglosassone durante la settimana.
Al contrario di questi due campioni (e di pochi altri), le doppie voci delle telecronache ormai sono tutte dedite ai numeri e alle statistiche dei “precedenti”. Delle squadre e poi dei giocatori.
Quante volte il giocatore Tizio ha giocato contro la squadra Z, quante volte ha vinto, quante reti ha segnato? Ormai di gran moda gli xG (Expected Goal: ad ogni tiro è associato una probabilità di successo).
Interessano a qualcuno? Le tv sanno con precisione quanti sono questi qualcuno? Superano le centinaia?
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Lo scriviamo da anni, senza rassegnazione però.

MICHIELIN L’ERRORE IN TV Vorrei chiedere al prof. un parere sull’incredibile errore di cui è stata protagonista Francesca Michielin a X Factor. Ha chiesto a Colapesce e Di Martino come è stato lavorare con Ivan Graziani, che è scomparso nel 1997. Ma allora in queste mega produzioni una presentatrice dice quello che vuole, non ci sono più autori di testi come finora pensavamo? Come è possibile un errore del genere in tv?
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Francesca Michielin è simpatica ma non mi sembra abbia grandi doti da presentatrice

IO, MILANI E GABER (7/11/23) Il regista Milani nel 2023 racconta Gaber facendo parlare Morandi, Mogol, Fossati, Jovanotti, Fazio, per finire a Bersani e Capanna.
L’unico che ne può parlare a ragion veduta è Michele Serra, perchè da anni racconta la realtà italiana con ironia e divertimento. Ne potrebbero parlare Baricco, Francesco Merlo, Bartezzaghi, Aldo Grasso, perchè non ci sono più Eco, Scola e Berselli.
Gaber col teatro-canzone ha inventato un genere che ha rivoluzionato lo spettacolo italiano, si è ritagliato una forma artistica che non a caso è stata un unico. Dopo di lui più nessuno.
La sua è la storia di un cantante che dopo aver conosciuto la tv e i cantautori diventa un intellettuale il cui scopo di tutta una vita (breve) diventa quello di far saltare in aria le ideologie.
Gaber è stato un dinamitardo, che ha messo le bombe (con Sandro Luporini, non dimentichiamo mai il suo sodale) sotto i cantautori alla Fossati, la politica di sinistra ipocrita e da Ztl (oggi alla riscoperta dell’identità!), la borghesia consumista, il dirittismo (pensiamo cosa avrebbero detto oggi della politica woke).
Era uno che riteneva fosse un lavoro persino la monogamia, e quindi se tutte queste cose che ho elencato in ordine sparso non vengono considerate, non si può capire la “persona” Gaber, e ci si limita all’artista.
Non si può capire per esempio come abbia fatto ad accettare che la moglie si presentasse con Forza Italia, per testimoniare che nella sua relazione esistevano rispetto e reciproca autonomia. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Io amo il primo Gaber, mi commuovo ogni volta che sento Le strade di notte.

MORGAN E GLI INGREDIENTI (27/10/23) Ma è possibile che una tv privata come Sky abbia bisogno di usare ancora l’ ingrediente Morgan a X Factor? Castoldi ha 50 anni ed è uno che comparve con i Bluvertigo in un Sanremo del 2000.
Si dà molte arie, se la tira da decenni, è come quei maghi che se conoscessero il nostro futuro potrebbero provvedere innanzitutto al proprio.
Lui e Sgarbi, le cui vicende anche giudiziarie ci perseguitano da troppi anni ormai, sono ingredienti indispensabili a far spettacolo in tv? Basta cambiare programma, è evidente, ma chiedo per un cugino
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO A X Factor fanno più ascolti le liti fra i giurati che le prestazioni fra cantanti.

I TG REGIONALI (3/10/23) La musica dell’informazione regionale Rai ricorda sempre quella degli Squallor. Una massa di raccomandati, che nascondono qualche lodevole eccezione, si ritrova a barcamenarsi tra politici locali e un mestiere vissuto come impiego pubblico.
Anche su questo forum di tanto in tanto se ne parla. Ricordo Ade48 e Stefania S.
Mi chiedo se un privato o Mentana abbia mai pensato a come riempire in tv questo spazio regionale giornaliero lasciato marcire sia dalla Rai che dalle tv locali.
La copertura nazionale è solo una questione tecnica o ha costi eccessivi? In realtà per esempio La 7 (o Discovery) potrebbe appoggiarsi su una tv locale per ogni regione ma curando in prima persona 15 minuti al giorno di notiziario regionale fatto con professionalità. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO I tg regionali sono nati come feudi dei partiti, più di quelli nazionali. Difficile drizzare i legni storti

I 2 ALDO GRASSO (29/9/23) Da anni leggiamo ogni giorno compresa la domenica gli articoli del professore, il quale, come se non bastasse, ci fa dono di condurre questo forum col tempo adattatosi come le piante rampicanti intorno a lui e al suo equilibrio.
Poi c’è l’editoria, tutti i suoi libri, lezioni, enciclopedie, dove l’analisi storica si intreccia con la divulgazione. Infine di tanto in tanto c’è un altro professore, occorre scovarlo per caso qua e là, magari a distanza di tempo, e quindi può sfuggire, o restare nascosto.
Prima dell’estate, a maggio, Andrea Minuz, che insegna storia del cinema alla Sapienza, ha pubblicato sul Foglio “Che brutto tempo che fa alla Rai”.
Ha esordito così: per avere un punto di vista non intossicato bisogna sentire cosa ne pensa Aldo Grasso, principe della critica televisiva.
E’ superfluo dire che è imperdibile, ma solo perchè ci sono due prof. Grasso: uno è specialista dei cento metri; e l’altro della maratona. LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Grazie. Elogi immeritati

L’AMICHETTISMO, IL CLIENTELISMO DEL III SECOLO (20/9/23) Caro prof., prima o poi l’amichettismo (A.) sarà analizzato e sviscerato quanto il narcisismo o il populismo. Intanto noi che guardiamo la tv lo conosciamo bene. La Rai dei due agenti (nemici o amici?) Caschetto e Presta, i programmi della De Filippi (che lo apprese dal marito) oppure “Propaganda live” o il calcio dei procuratori, sono esempi di questo fenomeno politico ed antropologico. L’ A. ha preso il posto del clientelismo e della lottizzazione, perchè se favorisco Pino Insegno è una cosa ma se favorisco l’amico Pino o un congiunto un’altra. Appare come un sentimento spesso spontaneo, naturale, impastato con empatia e gentilezza.
In tv il conduttore si relaziona con i suoi amichetti che ha attorno da anni e riceve altri amici, magari in ciabatte come zia Mara.
L’A. è definibile dunque come recinto di relazioni chiuse a difesa di interessi pratici; difesa apodittica dell’amico “a prescindere” dal contesto, o dalla politica (la Berlinguer assunta da Piersilvio sennò non si capisce) e infatti i democristiani tra loro si chiamavano “amici” ; non appartiene solo al generone romano ma a qualsiasi città o paese italiano.
Ad un estremo stanno massoneria e mafie, fu Falcone a spiegare come l’amicizia e l’onore siano stati stravolti; all’altro sta l’ideologia, che ha fatto diventare la politica una religione. In mezzo si snoda un lungo percorso che solo l’A. può spiegare e illuminare.
Nei circoli chiusi è assente ogni vera libertà, perchè tutti sono nel dominio del conformismo.
A tutti noi non resta che sventolare la nostra bandiera bianca: amicus Plato, sed magis amica veritas LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
L’amichettismo è una forma di deliziosa complicità mafiosetta.

LUCIO BATTISTI PER SEMPRE MA SENZA 18 ANNI (14/9/23) Due trasmissioni, una su Canale 5 e ieri sera su Rai 1, hanno ricordato Lucio Battisti scomparso a soli 55 anni. Il sodalizio con Mogol è durato dal 1965 al 1980, 15 anni. Se è morto nel 1998, vuol dire che 18 anni di lavoro li ha fatti senza Mogol. I 5 album bianchi con Panella sono usciti dal 1988 al 1994. Nel 1982 aveva scritto con la moglie Grazia Letizia Veronese “E già”.
La televisione italiana, ricordandolo, sta facendo da decenni, una operazione singolare.
Immaginiamo, per capirci, se di Picasso si rievocassero il periodo blu, poi quello rosa, poi quello africano, e non una sola parola venisse dedicata al periodo cubista.
Oppure immaginiamo un ricordo di Marcello Mastroianni dove si citassero solo i film fatti con Fellini, e non si dicesse nulla sugli altri film. Ma che giornalismo è?
Certo, uno può ben avere il diritto di pensare che il vero grande Battisti è quello che ha lavorato con Mogol, ma omettere di ricordare che poi ha scritto 5 album con Panella è la negazione di qualsiasi deontologia professionale.
Dilettanti in malafede. Roba da sovietici che sui dissidenti facevano calare il silenzio. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Una vergogna. Ne scrivo oggi per la rubrica di domani.

CASCHETTO BOLOGNESE E PRESTA COSENTINO (11/9/23) Caro prof. non riuscivo a capire da tanti anni perchè Bersani venisse ricevuto come se fosse Olof Palme ogni 15 giorni da Giovanni Floris su La7.
Oggi finalmente lo ha spiegato sul web Carmelo Caruso. Perchè lo vuole l’agente Caschetto. che lo ha conosciuto quando lavorava alla regione. Scrive Caruso: Per Aldo Grasso, sovrano della critica televisiva, editorialista del Corriere della Sera, “da dieci anni queste due figure (Caschetto e Presta) hanno ucciso la linea editoriale delle reti e l’hanno sostituita con la loro linea personale”.
Uno si aspetterebbe dunque che Benigni fosse assistito dal compagno Caschetto, invece è il cocco del cosentino Presta. La politica italiana si capisce meglio se uno prende in esame gli assistiti dell’uno e dell’altro. Presta di fatto controlla le due grandi reti generaliste (Rai1 e Canale 5); l’altro, Caschetto, La 7 e Discovery e le minori della Rai, Rai 2 e Rai 3.
LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Temo che sia così

LA PRO LOCO CALCIOMERCATO (17/7/23) Negli anni Bonan mandava in giro Massimo Ugolini e così lidi e ristoranti ricavavano pubblicità (in cambio di cosa?), quest’anno l’intera baracca è diventata itinerante con sindaci e assessori in prima fila per vantare le bellezze del luogo. La domanda è la solita: per dare 10 “a noi non risulta” di Di Marzio che bisogno c’è di mettere su una intera baracca?
Il marketing di Sky sceso a livello delle tv locali è una notizia, ancora non pongono il conduttore tra due scosciate ragazze ma non si sa se nel cambio Faina sia meglio.
Il povero Di Marzio, già impegnato h24, è costretto a scarpinare come un cronista qualsiasi e ora anche ad inventarsi come Alberto Angela o Licia Colò.
Qualcuno dirà: e allora il festival di Sanremo? Ma proprio qui volevo arrivare: Bonan è un cantante confidenziale, che ancora non ha deciso se vuole partecipare a Sanremo oppure presentarlo.
Gli segnalo, da spettatore, che il suono del pianista che strimpella in sottofondo da casa non si sente, e che da anni anche la debole voce delle sue sigle iniziali andrebbe mixata meglio con la musica, lo pretenda dallo studio di registrazione. LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Ci leggono

Il Pier Silvio liberato (10/7/23) Prima l’intervento su Repubblica per spiegare la sua attitudine alla fatica che è cosa diversa dal culturismo, poi il discorso di apertura di Pier Silvio Berlusconi durante la presentazione dei palinsesti Mediaset 2023/2024.
La visibilità del PSB liberato dalla presenza ingombrante del padre cosa significa?
E’ ancora presto per dirlo ma vorrei fare un paragone con un altro erede rimasto invece invisibile, Giovanni Ferrero.
Dal Piemonte agli Usa, dopo una ristrutturazione aziendale la gestione di Giovanni si è discostata dalle strategie del padre.
Chewing-gum, caramelle, snack alla frutta, cereali, barrette vitaminiche e sempre biscotti di ogni gusto.
Una nuova Ferrero di Giovanni abbastanza diversa dalla «casa del cioccolato» di papà Michele.
Senza una sola intervista o una comparsata televisiva. Un grande, e non è l’unico imprenditore italiano che lavora senza bisogno di parlare alla politica o all’opinione pubblica LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Sa, noi piemontesi…

Loro e la Diva Barbara. Idea per un film di Sorrentino? (4/7/23)«Per voi amiche mie, per voi amici miei che mi seguite sempre, da sempre e per sempre, ci vediamo, ovviamente, a settembre». Potrebbe finire così un nuovo film di Paolo Sorrentino.
Festival del cinema di Venezia, una vita fa. Barbara d’Urso (1957), minuta sconosciuta starlet, un incrocio di sangue lucano e calabrese, si concede ai fotografi. Chi avrebbe immaginato che in versione giunonica, la Elisabeth Taylor dei poracci, sarebbe diventata il volto storico di Mediaset col suo caffeuccio, quella del Grande Fratello, delle domeniche pomeriggio (invitando tutti i leader di partito), di La pupa e il secchione e Mattino Cinque?
Da Colpo grosso (1987) allo stile ultrapop di Barbara scollata e illuminata (preferisco migliorarmi con le luci anziché con la chirurgia plastica), la tv che piaceva a Berlusconi ha portato risultati d’ascolto e grandi introiti pubblicitari.
Spezzettando quella intervista (2018) intima e familiare di Barbara al leader di Forza Italia, la sceneggiatura indaga come abbia fatto quella piccola stellina di Venezia a impadronirsi di Canale 5, alternando tv del dolore e gringe, reality e politica, sino a cadere solo con la scomparsa del Grande Capo. Simul stabunt, simul cadent.
La d’Urso e zia Mara (non la De Filippi che si è inventata da sola) per me (grazie al prof. Grasso) spiegano bene la televisione e la politica italiana. LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO La morte del Capo ha provocato un piccolo terremoto

Il Fiorello senza Solari (10/6/23) Caro Prof., un solo argomento ci divide, Fiorello, che io non trovo più divertente quanto Lei. Prendiamo la protesta dei condomini di via Asiago. In effetti a pensarci bene che bisogno artistico c’è di occupare qualche strada pubblica con il glass box? Giusto per consentire al più sopravvalutato coreografo televisivo, Luca Tommassini, le sue performance in strada? E dunque poter sottolineare ogni giorno che ai poveri ballerini fa molto freddo, fa molto caldo, o che piove. Poi, gli ospiti. Uno sterminato elenco dei soliti noti. Il problema di Fiore sono i contenuti, del gruppo storico di autori che gli consentì la luce dopo il buio di Costanzo sono rimasti solo Federico Taddia, Francesco Bozzi e Montebelli. La sua squadra vincente era così composta: Giampiero Solari, supervisore teatrale e coach (il suo George Martin, il quinto Beatle); Francesco Bozzi, costume e società, Riccardo Cassini, politica e attualità, Alberto Di Risio, attualità, Claudio Fasulo, scaletta e tempi televisivi, Pierluigi Montebelli, costume e società, Federico Taddia, attualità e twitter. LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Rigiro la domanda: Soleri senza Fiorello?

Insegno contro Grasso ma chiese scusa (1/6/23)
Caro prof. ma è vero, come scrive sul Giornale Luigi Mascheroni, che “nel 2017, su Radio24, Pino Insegno si lanciò in una furiosa invettiva proprio contro Aldo Grasso per via di una stroncatura che però il critico televisivo non aveva mai scritto (Insegno si era confuso, e poi chiese scusa, e sembrava di essere in un film di Neri Parenti)”. LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO E’ vero

CHE SIANO VIETATI I DRONI, ELICOTTERI PER TUTTI (27/4/23) Caro prof., dopo la battaglia per un solo telecronista nel calcio, Le propongo la battaglia per vietare i droni nelle fiction finanziate con le Film Commission regionali. Siamo tutti per  la valorizzazione di luoghi e paesaggi, Aosta, Bari, Matera fa lo stesso, ma s’imponga per contratto l’uso di elicotteri come fa Sorrentino nell’incipit di “E’ stata la mano di Dio”. Perchè Luca Lucini per il film “Io e mio fratello” deve riprendere con i droni Altomonte ed altri luoghi calabresi mentre Andrea Di Stefano per “L’ultima notte di Amore” può usare l’elicottero?  Vogliamo fare i pezzenti per una giornata di riprese con l’elicottero? Facciamo la reclame alla ditta che lo fornisce e finiamola qui.

IL FANFAZIO E NANNI MORETTI (23/4/23) Chiede il prof., tu Nanni Moretti che ci vai a fare in tv se ti fa schifo promuovere il film?
Sicuro, ma in quell’intervista c’è il solito Fazio che parla troppo e non imposta un dialogo, come tutti i dialoghi composto da accordi e disaccordi.
Fazio infatti (è il suo grande limite) non pone domande come deve saper fare un buon intervistatore, ma mescola privato e pubblico e si presenta come ammiratore, fan, dell’intervistato.
Per cui non chiede ma si spende in elogi continui, si presenta come testimonial della bontà del prodotto.
Insomma non ha ancora capito che una intervista è una intervista, non è uno spot pubblicitario gratis.
Non comprende che lo pagano non per fare il portavoce dei fan club di Moretti (o di qualsiasi divo) ma di tutti gli spettatori, anche quelli che non sopportano Nanni il regista o quelli che non sanno chi sia.LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
FanFazio per sempre.

RENZI CALENDA E I COPISTI DELL’UMANITA’ (22/4/23) Caro prof., accostare Renzi e Calenda alla farsa del gioviale Bouvard e del segaligno Pécuchet di Flaubert è stato suggestivo, però quando i due copisti cercano l’amore le cose gli vanno ancora peggio, mentre i nostri due politici almeno nel privato sembrano appagati.
Cosa ne dice di guardare a Firenze e Roma che i due sembrano spesso rappresentare bene?
Il contesto di provenienza volenti o nolenti ci condiziona, Beppe Grillo non si spiega senza Genova, la Meloni senza la Garbatella, il milanese Salvini è una trottola.
In ogni caso avrebbero incuriosito Flaubert perchè sono tutti eroi del fallimento perenne (basta saper aspettare) e fanno i copisti perchè è l’unica cosa che possono fare. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
Le voilà!

IN RAI “IO MAMMETA E TU” (4/4/23) Caro prof., chi avrebbe mai immaginato che le tv locali potessero tracimare così nei network nazionali?
La tv in ciabatte (Domenica In). Mara Vernier ;“E’ una vita che mi fai diventare matta”
Jerry Calà: “Abbiamo la fortuna di avere due compagni come Nicola e Bettina che sono intelligenti”
Mara Venier : Sono pezzi di vita che non si dimenticano” .
La puntata prosegue con Mara che ha accolto il figlio di Jerry e poi gli amici Christian De Sica, Ezio Greggio e Massimo Boldi.
Elisabetta Ferracini, figlia di Mara Venier, arriva in studio per abbracciare Jerry Calà: “Per me Jerry è famiglia, ci hai fatto spaventare”.
“Tu gli hai fatto da papà”, ha chiosato Mara.
La cosa più imbarazzante nella televisione di oggi non sono le trasmissioni alla Carosone (Io, mammeta e tu)? LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
Ma la colpa è al vertice di questi programmi, il salotto tv come quello di casa.

10 RAGAZZE (I) PER ME (30/3/23) Per tutti quelli che hanno inventato in tv l’acqua calda e si vantano pure per gli ascolti, la mia idea per una trasmissione pomeridiana “acchiappascolti” in Rai o su la 7. Si tratta di mettere in una classe 10 ragazzi e 10 ragazze, che ogni giorno ascoltano brevi lezioni di danza, canto, recitazione, e vengono intervistati per mettere in luce le proprie competenze (se ci sono) o per farsi conoscere. Una volta a settimana la sfilata al mare, con ragazze e ragazzi in costume da bagno. E’ ricompreso un dietro le quinte (reality) per spiare i filarini che nascono tra gli allievi. Successo assicurato,se il casting è fatto bene.

IN ASCENSORE CON QUELLI CHE STAVANO DALLA NOSTRA PARTE (29/3/23) La scena più emozionante in un ascensore per me sta in un film del 2014 dei fratelli Joe e Antony Russo (per vederla: Elevator Fight scene- Captain America The Winter Soldier (2014), dura 4 minuti). La ricordo perchè l’ascensore sociale si è bloccato, come acutamente ha spiegato il Prof., e come Captain America anche noi abbiamo scoperto che ciò è avvenuto per opera di quelli che ritenevamo colleghi ed amici.

BATTISTI IN VERSIONE MOGOL & FRIENDS (8/3/23) Giorgio Verdelli è un grande esperto musicale che nel 2020 ha realizzato un documentario di 108 minuti su Lucio Battisti (Io, tu, noi, Lucio) ora su Netflix.
La genialità di Battisti va ancora, ed è scomparso nel 1998, spiegata, non basta lodarlo (è unico, straordinario…), ed il problema per chi si cimenta nell’opera è ben riconoscibile.
Mentre Tornatore aveva a disposizione una lunga intervista col suo amico Morricone, mentre Martone aveva tutte le interviste televisive di Troisi e, per la prima volta de visu la testimonianza dell’unica sceneggiatrice che ha lavorato con lui, Anna Pavignano, di Battisti ci sono le canzoni e il “Sostiene Mogol”.
Verdelli usa il format televisivo, mischia la chiacchiera da talk affollato del ricordo con le vecchie bruttissime apparizioni televisive (il duetto con Mina resta l’unico gioiello) e foto e filmati familiari. C’è un solo unico momento cinematografico, le facce di vari ospiti mentre ciascuno ascolta “Io vivrò senza te”.
Battisti aspetta il suo Tornatore, ma come si fa a riempire l’assenza? E’ la stessa situazione di chi si è cimentato con il desiderio di J.D. Salinger di rimanere lontano dalla vita pubblica, isolandosi nella sua casa tra i boschi del New Hampshire e smettendo di pubblicare a partire dall’anno 1965.
Che motivazioni aveva il fatto che avesse smesso di scrivere?
Infine, che genere di uomo era Salinger?
LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Per comprendere Battisti bisognerebbe eliminare ogni intervento di Mogol

LA TV DI COSTANZO ERA APOLITICA? (28/2/23) Ho letto una dichiarazione di Pippo Baudo: la tv di Costanzo era apolitica. Davvero? A me è rimasta in testa una trasmissione che nessuno rivedrà mai, un “Uno contro tutti” che Costanzo officiò quando, forse era il 1988, Veltroni lanciò la campagna contro gli spot che interrompevano i film.
Berlusconi non era ancora sceso in politica ma già studiava le mobilitazioni per manipolare l’opinione pubblica.
In platea, precettati, tutti i divi, da Sandro e Raimondo a Bonolis e Sgarbi, poi tutti i nani e ballerine di Canale 5. Tutti in modo indegno a spernacchiare e sbeffeggiare il malcapitato sottosegretario Vincenzo Vita, intellettuale mite ed esperto.
Su Costanzo, oltre alle solite immagini con Falcone e il santone Santoro, oppure mentre faceva finta di suonare il sassofono, sarebbe utile rivedere le occasioni in cui si è proposto di usare la tv per finalità diciamo “private”. Per esempio non gli riuscì la campagna a favore della Franzoni nel caso Cogne, perchè non è che fosse, come stanno raccontando, un re Mida. Lo stesso Fiorello il successo vero lo ebbe lontano da lui. LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Era molto politica

Superflui, vani (16/2/23)Come le interviste ai calciatori tra il primo e secondo tempo.

Come i monologhi di Sanremo.

Come il cronista che enumera tutti gli incontri finora disputati tra loro dalle due squadre, con risultati e marcatori, durante la partita Frosinone- Ternana

Come tanti dei 1700 giornalisti Rai (13 mila dipendenti, 541 milioni di debiti certificati), cioè la somma di tutte le redazioni del Corriere della Sera, più Repubblica, più il Messaggero, più la Stampa, più il Sole 24 Ore, più il Mattino, più il Giornale, Libero, il Tempo, il Foglio, la Verità, il Fatto, il Riformista, il Dubbio, la Notizia e la Ragione.

SERGIO LEONE (NON E’ DA) DIBATTITO COLTO Caro prof., conosciamo le sue passioni (Adoro i film di John Ford, specie i western, l’unica epopea moderna che abbiamo saputo creare).
Perciò quando su questo forum scrisse che Sergio Leone non le piace (lo ama Tarantino che appunto odia i film di Ford), non fui sorpreso, perché Leone dagli spaghetti-western in poi non è mai stato amato nè dagli intellettuali nè dalla critica italiana, almeno sino a Kezich.
Ora invece Lei ne ha definito le qualità: “Leone…gioca, ricama, cerca di destare sorpresa e meraviglia, attraverso una diversa percezione dello spazio e del tempo. La sua originalità e grandezza consiste nell’aver portato al limite massimo tutti gli stilemi del genere, facendoli letteralmente esplodere, spingendo l’epica nei territori del manierismo: al «classicismo» di John Ford succede il «barocco» di Sergio Leone”. Bene così, perchè Leone insomma piace a chi non ama il western da cineclub.
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO La colpa di Leone è di aver dato la stura agli spaghetti-western, la sua trilogia, però, è degna di attenzione.

QUALCHE OPINIONISTA NUOVO A DAZN (19/1/23) Caro prof., ora è possibile fare un confronto tra gli opinionisti calcistici di Dazn e quelli di Sky.
A me pare che Dazn abbia fatto scelte interessanti e voluto (e dato) una maggiore libertà di opinione.
Sky vuole solo diplomatici in grado di coprire gli abbonati tra le varie regioni (i toscani, i napoletani, i romani, i milanesi). Dazn, che non a caso non ha arruolato un sottuttoio come Adani, ha pescato per esempio Marco Parolo, il quale non solo ha un bel linguaggio sciolto ma si espone, nel senso che non ha i soliti amici da omaggiare (verso il suo ex allenatore Inzaghi non ha avuto nessun riguardo).
Purtroppo il destino ci ha privato troppo presto degli unici due fuoriclasse anche del calcio televisivo, Paolo Rossi e Vialli, che hanno raggiunto in cielo Sandro Viola e Brera, Vianello e Pigna. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Era Beppe Viola. Sandro Viola era un giornalista di Repubblica che odiava la tv.

Per quale ragione un fisico dovrebbe capire di politica? (18/1/23) Carlo Rovelli ( ma nomi ne potremmo fare tantissimi, a cominciare da Picasso, passare per Asor Rosa e Cacciari, per scendere giù giù sino a cantanti, attori, presentatori, registi, scrittori) dimostra qualcosa che dimentichiamo spesso. Tu puoi essere uno specialista mirabile ed ingegnoso ma la politica è un’altra cosa e si corre il rischio di prendere lucciole per lanterne. Le analisi geopolitiche di tanti “geni” impastandosi con ideologie e l’opinionismo contingente lasciano il tempo che trovano. Uno che lo aveva capito era il regista francese Eric Rohmer il quale diceva: è incredibile quanti sentieri si possono scoprire all’interno del piccolo campo che ci si è assegnato. Faceva piccoli film (ma capolavori) ed evitava in tv o sui giornali di sproloquiare sui destini del mondo o della sua Francia. Rispetto a un Godard è passato per un disinteressato qualunquista ma secondo me era un saggio. LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Era molto saggio

E IL BIZZOTTO NON LO CONSIDERIAMO? (15/12/22) Caro prof, però ( chiedo perdono) Lei non sta considerando la prima voce Bizzotto, che dopo anni di carriera dignitosa deve chiedere la parola e leggere i quaderni di appunti che si è portato per non sfigurare con Adani.
Ah, e deve stare pure a sentire che Messi dribbla anche i cammelli del deserto ed elargisce amore a tutti quanti con la palla tra i piedi.
di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Bizzotto era un onesto impiegato della telecronaca. Adani gli ha dato una scarica adrenalinica.

GIALAPPA’S GRAZIE (5/12/22) La presenza della Gialappa’s da Fazio e di Pioli da Caressa mi ha indotto a fermarmi su Fazio. I tre Gialappi hanno fatto un solo film e poi non gliene hanno fatto fare altri. Finanche Panariello ne ha fatti due .Hanno lanciato tanti comici televisivi ancora in circolazione e ora loro commentano il mondiale su Twitch. Spero che tutti quelli a cui hanno costruito una carriera almeno ogni Natale si ricordino di loro, ma non ne sono sicuro LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Che rammarico, ieri sera ho riso molto.

POLITICA E PERSONAGGI TV (21/11/22) Mike Bongiorno ricordava che lasciò la Rai perché la politica non ammetteva che potesse lavorare di continuo ogni anno.
Dal 1981 ad oggi è cambiato tutto e si è capovolto il rapporto, oggi i Vespa, De Filippi, Gruber, Fazio, Ricci, Signorini, Conti, finanche Amadeus, sono inamovibili e dettano loro le condizioni.
Anche quando, come nel caso del Costanzo Show e di Zelig, vengono cancellati dai palinsesti perché pensiamo che abbiano fatto il loro tempo, poi trovano il modo di tornare. Oppure, come Chiambretti, vengono utilizzati come tappabuchi.
Come nel calcio, oggi comandano i procuratori e i direttori? Per esempio, Diego Bianchi deve tutto a Salerno, ma Diaco, e tutti quelli del mattino, da chi vengono spinti? E a Mediaset tutto passa per Pier Silvio?
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Mike lasciò la Rai perchè Berlusconi gli offriva molto di più.

THE CROWN 5 DI PETER MORGAN (15/11/22) Il giudizio del prof è (come sempre) perfetto, “la contiguità opacizza il mito creato nelle prime stagioni e provoca inevitabilmente un effetto parodico”. Ma dopo tanti film, libri, articoli sulla royal family, questo, forse, è il punto più alto.
Parliamo degli attori sosia. Sicuro, Dominic West è troppo bello per interpretare Carlo, così come Olivia Williams nei panni di Camilla. La paffutella Imelda Staunton (ma anche Olivia Colman) non sono state all’altezza della regale Claire Foy, in compenso Jonathan Price (Filippo) e la Debicki (Diana) sono scelte azzeccate.
Piuttosto chiedo se solo io ancora una volta abbia apprezzato la “libertà” dell’autore londinese Peter Morgan (1963). Non fa sconti a nessuno, non è reticente sui personaggi (li descrive tutti in maniera tridimensionale) e prova evidente simpatia per gli “irregolari” Carlo, Margareth e Filippo.
Nella nona puntata il dialogo post divorzio tra Carlo e Diana è, da un punto di vista teatrale, magistrale, così come lo sono tutte le sue amate metafore. Per esempio la caccia ai fagiani di re Giorgio alternata all’orribile massacro dei Romanoff. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Bello anche il capitolo sulla BBC, almeno per i miei interessi.

L’ALTERNATIVA ALLA GRUBER NASCE DAL RIPUDIO DELLO SPIEGONE (26/10/22) Marco Damilano per tanti anni a Propaganda è stato costretto in piedi sul palco, alla maniera della stand-up comedy. Diego Bianchi lo ha sostituito con la Schianchi rinnovando l’errore del giornalista monologhista. Lo “spiegone” politico (che già di suo è autodichiarazione caricaturale) doveva avere un altro format, un’intervista o un commento su immagini e grafica. La tv più che parlare deve mostrare.
Il Damilano liberato ha capito che rifarsi a Biagi e Barbato (cioè fare in tv un editoriale o un corsivo) è come voler recuperare le cabine telefoniche. Non gli manca la preparazione e la bonomia, gli servivano solo altri tempi e mezzi, magari potrebbe asciugare ancor di più l’eloquio.
Visto che deve concorrere con il totem Gruber intorno al quale balla il travaglio casting, è facile prevedere che potrà ritagliarsi un suo pubblico, ma ora tutto dipende dagli umori dei nuovi padroni della Rai.
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Damilano ora può contare su un apparato molto più attrattivo. Lo spiegone è il commento dei poveri (di mezzi).

LA TV DEI GIORNALI CRESCE (24/10/22) (frascop) I grandi giornali ormai hanno la loro tv e quindi commentano schierando le grandi firme, dunque è prevedibile che nelle tv manderanno le seconde linee. Diminuiranno di conseguenza i presenzialisti sulla Rai, Mediaset e La7? Sono curioso.
Tralasciando, perché saremmo di parte, i mirabili commenti del prof. Grasso da anni precursore “in presenza”, vorrei fare un esempio recente: i 45 minuti sul Corriere Tv con Daniele Manca, Maria Serena Natale e Renato Mazzoncini, ad di A2A, a proposito delle bollette, è stata una trasmissione che non trovi da nessuna parte. Lo spettatore piano piano farà le sue scelte e userà più il pc che la televisione. LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Speriamo che sia così

FORSE ABBIAMO CANCELLATO PROPRIO LA DISCUSSIONE? (19/10/22) Caro prof., ma è proprio vero che le discussioni politiche avvengono più nei talk show che in Parlamento?
O magari dobbiamo ormai prendere atto che ci siamo liberati delle discussioni?
Discutere ha senso se c’è uno “scambio” reciproco, quando più voci esprimono punti di vista diversi sullo stesso oggetto, che viene così illuminato da angolazioni diverse.
La parabola dei sei ciechi che toccavano un elefante e nessuno si rendeva conto di star toccando un animale, spiega bene cosa sia oggi la discussione: ognuno afferma, ovvero ognuno si tiene la sua convinzione e la realtà resta sconosciuta a tutti.
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Diciamo che la tv ha esasperato lo scambio di opinioni, elevandolo a scontro.

APPRESSO A RENZO ARBORE SEMPRE (13/10/22)Renzo Arbore è tornato in Tv, su Rai 5 in seconda serata, e di questi tempi è un evento. Si rivolge a quelli che amano la buona musica, che possono dunque avere qualsiasi età. Arbore è la Rai come dovrebbe essere, l’ esatto contrario delle trasmissioni in ciabatte. Con la musica ha cominciato e con la musica continua, avendo consegnato Alto gradimento e Indietro tutta al nostro immaginario più spensierato. Quando sembrava possibile vivere e convivere in pace scoprendo per esempio un Lucio Battisti. Con l’Orchestra Italiana si è pure inventato il mezzo per girare il mondo per più di 30 anni. Renzo Arbore ha la leggerezza calviniana ma innanzitutto ha fatto delle sue passioni un lavoro, come tentano di fare molti ma riuscendoci in pochissimi
di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Da lui Mara Venier non ha imparato nulla

Maurizio fratelli di Crozza e di Grillo (ott. 22)Crozza, genovese, è il modello tipico di una sinistra dei miliardari alla Beppe Grillo. Con le sue parodie vuol far ridere ma purtroppo ci tiene anche a farci la morale, lui che appartiene ai Buoni, ai rivoluzionari della parte giusta della Storia. Ora, a uno con il suo conto in banca  le bollette  che aumentano danno sui nervi e per far finire la guerra è disposto a tutto. Anche a passare per pacifista.  Crozza parla così: “Per carità, lo dico da mesi. Massima solidarietà al popolo ucraino, massima solidarietà. Con Zelensky sarei un po’ più tiepido. E’ chiarissimo che da un lato c’è Putin l’invasore; però dall’altro c’è un invasato”. In buona sostanza Crozza sembra stare a metà tra il sostegno incondizionato all’Ucraina e la critica a quest’ultima. Poi aggiunge: “Abbiamo l’invasore, l’invasato. E non dimentichiamoci dell’imbalsamato infoiato (Joe Biden ). Dice che rischiamo un Armageddon. Ma stai zitto, era meglio quando scoreggiava. Che si rischia l’Armageddon posso dirlo io che non conto niente, ma tu sei il presidente degli Stati Uniti. Non devi dirlo, devi evitarlo”. Mettiamola così, in un ipotetico gioco della torre, la sinistra di Crozza e Travaglio butterebbe prima sotto Biden, non Putin. Ecco il test per capire bene la sinistra di Santoro e compagnia televisiva.

De Girolamo (13/10/22) Quella che unisce la tv alla politica è una strada percorsa a doppio senso, nel mondo. La Nunzia è stata deputata per due legislature, inoltre, dal 28 aprile 2013 al 27 gennaio 2014 è stata Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali nel governo Letta. Sposata col pugliese Francesco Boccia, politico democrat, già ministro per gli affari regionali e le autonomie nel governo Conte II. Adottata da Formigli a Piazza pulita, compare in veste di opinionista, oppure di intervistatrice se l’intervistato acconsente (come Conte, ben lieto di farsi intervistare della moglie del suo sodale e corregionale nel pd). Il forumista Pincapalla acutamente ha notato che prima di aprir bocca sai già cosa vuol dire. Un altro fenomeno politico  (sulla scia di Irene Pivetti e Luxuria) approdato in tv forse perché (la butto lì) come cantava Tenco,  “mi sono innamorato di te perché non avevo niente da fare, il giorno volevo qualcuno da incontrare”.

PL DIACO IL BANALMENTE (di frascop) Caro prof. risale ormai al 2010 il suo definitivo ritratto del Banalmente. Dopo quella data PLD è stato autore e sodale di Maurizio Costanzo in tv e alla radio, opinionista fisso a Domenica in con la Cuccarini, Onorevole Dj su Rtl 102.5, concorrente dell’Isola dei famosi. Nel 2019 è approdato su Rai1 (Io e te) poi nel 2021 è sbarcato su Rai 2 in seconda serata con Ti sento.
Dal 12 settembre 2022 conduce nella fascia pomeridiana di Rai 2 il nuovo programma Bellamà, per il quale percepisce, secondo Carmelo Caruso, 1.560 euro a puntata. A questi vanno aggiunti ventimila euro iniziali per ideare il “primo talent di parola della tv italiana”. Il totale fa 274.280. Il parametro medio, in quella fascia, in Rai, è di 800 euro a puntata, a Damilano gli danno 1000 euro a puntata. I programmi di Diaco andrebbero catalogati da Francesco Piccolo per ricavare il Vocabolario Definitivo del “Banale” (in francese “banal”, significa “appartenente al signore” o anche “comune al villaggio”). Ciò che egli dice ma anche “come” lo dice, la voce, la postura, il dress code, rientrano in un solo aggettivo, “banale”, cioè insignificante, mediocre, ordinario, piatto, scialbo, superficiale. Le sue domande possono essere definite con una serie di sinonimi: insulse, mediocri, convenzionali, insipide, grigie, squallide, ricolme di quisquilie, inezie, stupidaggini, bagattelle, pensierini, sciocchezzuole. Non vorrei allargarmi, ma scientificamente sarebbe possibile per ogni trasmissione calcolare esattamente l’importo monetario riconosciutogli per ogni bazzecola (cosa di poco conto, bagattella) che dice e raccoglie. E calcolare l’effetto moltiplicativo di ogni sua bazzecola nel dialogo con l’interlocutore. Un unico esempio: Diaco: “Carolina, i ricordi, quanto ti attraversano, ti piace tuffarti nel passato o sei ancorata nel presente? (puntata del 23/9/22).

LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Definitivo e attuale

4 HOTEL ARROGANCE Flipper ha già detto tutto e bene su “4 Hotel” di Bruno Barbieri. Resto sempre in paziente attesa di qualcuno che sappia dare una lezione (a parole) a questo egocentrico maleducato che si esibisce in pretese assurde ed è sempre alla ricerca del pelo nell’uovo.
La tv dei Brumotti e degli agenti provocatori è sempre la stessa (da quello che nel 1995 tampinava il silenzioso Cuccia sino a casa), è una messa in prova della pazienza del prossimo.
In hotel dove moltissimi di noi non potranno mai metter piede, davanti a spettacoli mozzafiato e lusso sfrenato, si cerca un pretesto per pro-vocare. L’unica cosa da non consentire tra le regole dell’hôtellerie è lo sporco, ma le puerili bizze degli ospiti hanno a che fare con l’arroganza. Un trattato sull’altezzosità insolente, che disprezza gli altri, considerandosi superiore. (8/9/22) LA RISPOSTA ALDO GRASSO Perfettamente d’accordo

I DOPPIATORI E IL TENGO FAMIGLIA (21/7/22) In Italia neppure una semplice discussione sulla utilità del doppiaggio si può fare (di tanto in tanto anche su questo forum) in quanto non esiste la categoria dei doppiatori ma vi sono le 5 famiglie: Acerbo,Izzo, Ward, Amendola, Rinaldi. La situazione assomiglia alle concessioni balneari e ai tassisti, cioè a vecchie rendite di posizione difese da opinionisti in perfetta buona fede ma anche da altri in maniera strumentale.
Ad ogni modo è chiaro che difendere i doppiatori dicendo che i sottotitoli sono faticosi da leggere ricorda molto la tesi di chi si oppone, ancora, alla digitalizzazione: ma i vecchietti come fanno? Quello che avviene fuori del Belpaese a noi semplicemente non importa. Vuoi mettere sentire Pino Insegno che per rendere la voce cavernosa di Jamie Foxx (in Django Unchained) si deve fumare prima un intero pacchetto di sigarette ?
Senza parlare della neolingua detta “doppiaggese” o dei titoli tradotti da pazzi furiosi. “Eternal Sunshine of the Spotless Mind diventato “Se mi lasci, ti cancello” non lo dimenticherò mai
di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
Doppiatori balneari. Definitivo.

PUNTURE DI SPILLO AL CORPACCIONE (13/7/22) Caro prof., se non l’ha notato glielo dico io, Bonan a Calciomercato segue le sue osservazioni e si adegua. Dopo aver introdotto un tabellone per dimostrarLe che si occupa di tutte le squadre, fa comparire da Dimaro il simpatico Ugolini, poi dopo pochi minuti scherza che lo deve mandar via per non pagargli lo straordinario. La Rai è ormai un corpaccione fuori controllo e neppure Draghi al posto di Fuortes riuscirebbe a governarla. 1700 giornalisti e 8 testate, 13mila dipendenti che costano un miliardo l’anno, un contenzioso incessante che costa una fortuna. Tutti hanno il loro partito (ditore) di riferimento, i manager, i conduttori, i funzionari, i sindacati, i fornitori, gli agenti, le multinazionali, le società di produzione private, gli studi legali. Tutti approfittano dell’inefficienza produttiva di un’azienda che produce Sanremo e Lundini. Negli ultimi tredici anni i ricavi si sono ridotti di oltre 702 milioni di euro. Mentre la critica televisiva ha un suo statuto scientifico, noi forumisti ci soffermiamo sui talk mentre sono l’intrattenimento di zia Mara, la fiction di Montalbano e don Matteo, il cinema, a far girare la moneta nella ruota della fortuna di chi vi è entrato. Però io amo la televisione, oggi Better Call Saul 6 (parte seconda) lo conferma. di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Non è vietato parlare di zia Mara, senza unirsi al coro dei fans. Per esempio.

LA CATEGORIA DI GRUBER E TRAVAGLIO (6/7/22) In tv sono andati in ferie il sorrisetto/ghigno di Travaglio e l’aria di maestrina (sottuttoio) della Gruber. Tali particolari manifestano la comune appartenenza ad una categoria che in Italia vanta illustri esponenti (uno per tutti, Fanfani). Voler essere i “primi della classe” è una sindrome competitiva (a scuola, ai bambini che manifestano questa attitudine non importa quanto e cosa imparano, ma che voto prendono) ed è notorio come essi non accettino mai un confronto con i pari, convinti come sono di essere speciali e circondati soltanto da nullità. In classe dunque manifestano ostilità verso chi ha buoni voti mentre prendono in simpatia e frequentano solo gli asinelli, ai quali non fanno mancare consigli e suggerimenti. Da adulti se non capiscono che la loro superbia nasce dall’invidia continueranno a rattristarsi solo del bene altrui. (di frascop)

LE SFUMATURE (28/6/22) Non guardavo da mesi la Gruber perchè non mi piacciono gli inviti che fa. Ieri sera per caso ho ascoltato Floris che (ecco cosa può interessare al Prof.) spiegava il successo del suo programma con le sfumature che gli spettatori vogliono cogliere. Non è importante –diceva – il confronto (bianco-nero) “si-vax contro no-vax” (o pacifisti/guerrafondai) ma la tv che fa cogliere le sfumature, pur sapendo sulla guerra chi è l’aggressore e chi l’aggredito. Subito dopo il prof. Montanari è intervenuto, l’unica cosa (colpa mia) che ho capito bene è che la sinistra non c’è più, però alla fine si è dichiarato d’accordissimo con Floris sulle sfumature. C’era anche Caracciolo, e anche lui ha condiviso l’assunto: la situazione è complessa.
Prof, Lei che nel suo lavoro sulla comunicazione non fa altro che occuparsi di sfumature, potrebbe chiarirmi meglio la questione? (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
Roland Barthes sosteneva che la sfumatura è l’ultimo stadio del colore che non può essere nominato. Diceva: la sfumatura è l’Intrattabile. Dalla Gruber e in genere nei talk vige solo il Trattabile. Lascino perdere, non sono persone da sfumature ma da stonature.

MARA PROVOLERI IN ARTE LA ZIA MARA Caro prof., mi piacerebbe una definizione delle sue di un personaggio televisivo che ha superato i 70, con una inimmaginabile carriera di 40 anni di cui 13 Domenica in ( per le quali è diventata, così è se vi pare, la signora della Domenica). La “zia Mara”, nota per le interviste core a core e i suoi sfoghi, a parte l’antipatia per l’attrice mancata che recita nel fare la conduttrice parlando da veneziana romanizzata, a me pare la contraddizione fatta persona. Una con le lacrime facili capace di passare da Jerry Calà a Renzo Arbore sino ai giorni nostri in cui celebra il matrimonio di Alberto Matano, non so se sia zuppa o pan bagnato. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Per me Mara Venier è l’enigma Renzo Arbore. Non voglio indagare oltre. (13/6/22)

LA RAI IL PCI E BENIAMINO PLACIDO (7/6/22) Ha scritto Carmelo Caruso: “Si stima che su 11.536 dipendenti Rai almeno il 60 per cento (6.921) siano del bacino Pd. I manager sono invece 67 e 10 le direzioni di genere. Si ritiene che almeno 9 di quei direttori facciano riferimento al Pd e che si dividano in “veltroniani”, “bettiniani”, “riformisti”, “nazareniani, “orlandiani”, “franceschiniani””. So che al Prof. queste questioni di governance interessano meno dei programmi ma vorrei cogliere l’occasione per ricordare Beniamino Placido (di tanto in tanto va fatto).
Nei primi anni ottanta parlò ad un convegno sulla Rai organizzato dal Pci. Alla fine dell’intervento concluse così: “Non sono qui per dirvi cosa dovete fare della Rai, vi dico solo, vi prego: nominate gente preparata e di spessore”. Erano i tempi in cui alla Rai arrivavano in quota comunista i Biscardi.(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Aldo Biscardi, Sandro Curzi, Michele Santoro…

BERLINGUER, TOFFANIN E LE INTERISTE DI CHI NON ASCOLTA (6/6/22) In una intervista televisiva occorre creare empatia per cui chi fa la domanda dovrebbe saper ascoltare la risposta, interagendo e creando quell’effetto che rende possibile la relazione. La Berlinguer legge le domande per cui mentre l’ospite risponde lei è impegnata nella lettura della successiva; la Toffanin (Verissimo) ha una scaletta dove non vi sono domande ma esclamazioni ”hai sofferto molto per la perdita di tua madre!”; Fazio non intende mai mettere in difficoltà il suo ospite per cui evita tutte le domande che un amico devoto non farebbe; Floris vuol cucire il gioco a centrocampo, essere il Brozovic del talk, per cui tutti devono dare palla a lui e lui la smista ad altri. Alla fine del talk lui ha parlato 60 minuti e ogni ospite 30 secondi. Formigli pure lui fa Brozovic ma spesso la vecchia scuola Santoro riemerge e deve per forza dire la sua. C’era il covid e lui essendo buono ospitava ristoratori cinesi.

IL GOVERNO OMBRA DEGLI SCIENZIATI NEI SIMPSON Prima durante la pandemia e ora con l’Ucraina le tv hanno insediato “il governo ombra degli scienziati” che avrebbe dovuto chiarire le idee a noi poveri ignoranti di scienza o di geopolitica (disciplina ancora di incerto spessore). Dan Kahan, psicologo forense a Yale, si è chiesto se le persone intelligenti sono un pericolo per la democrazia. Anche in un episodio dei Simpson, il famoso cartoon americano, ci si è posti la stessa domanda. Era l’episodio “Utopia delle utopie” della decima stagione. Nella cittadina di Springfield grazie ad un cavillo dello statuto cittadino il sindaco viene sostituito da un gruppo di persone intelligenti, tra le quali Lisa Simpson. I super-intelligenti, tutti preparati e competenti, sono convinti di poter trasformare Springfield in un’utopia, eppure falliscono: prima iniziano a litigare tra loro, facendo a gara tra chi ha il quoziente intellettivo più alto, poi emanano una serie di norme e regolamenti alquanto bizzarri che non vengono compresi.  I cittadini di Springfield finiscono così col ribellarsi e pongono termine alla brevissima era del “governo intelligente”, che viene bacchettato anche da Stephen Hawking, guest star dell’episodio. Noi italiani siamo messi bene, prima abbiamo conosciuto la vecchia classe dirigente, corrotta ed inaffidabile; poi l’abbiamo sostituita con persone senza nè arte nè parte; ora ci tocca l’arroganza delle persone intelligenti (cit. “Il nemico più mostruoso che sta di fronte a noi è la guerra. La guerra è mostruosa”). (24/5/22)

I VOTI A CASACCIO DI FABIO CARESSA Così come Fabio Fazio è l’esatto contrario di David Letterman, ogni discorso sul calcio è il contrario della oggettività. Vorrei segnalare Fabio Caressa, che pure vive di calcio, il quale sui social si trastulla a confrontare due calciatori attribuendo loro dei voti. Pur con tutte le minuziose premesse e spiegazioni che egli avanza, l’operazione è cervellotica non solo perchè del tutto discrezionale (Totti e Del Piero finiscono in parità perchè come fa a dispiacere due amici?), ma soprattutto perchè arbitraria (a Higuain, nel confronto con Cavani, dà 10 al colpo di testa e al fisico quando tutti sanno che ha segnato poco di testa e ben presto ha messo su la pancia). Insomma, voglio dire che anche le pagelle calcistiche, così come quelle scolastiche, dimostrano il valore degli esaminatori piuttosto che quello degli esaminati. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Scusi, ma perchè segue Caressa?

MARIA DE FILIPPI E LA SUA FORTUNATA META’, MAURIZIO In questi anni uno sguardo a Maria mi capita di darlo pertanto mi sono accorto che nella coppia c’è “uno che ha sempre fatto un solo tipo di tv” (cit. Grasso) e una che sarà sanguinaria, la Gran Maestra di Cerimonia, Maria Vinco Facile, ma è intelligente. Serissima anche se maneggia stupidi e stupidaggini, la sua astuzia sta nel gioco uno perde e uno vince, nello schema “Beautiful” del 2 contro 1 applicato a giovani e vecchi, uomini e donne, padri e figli. Lei è convinta: «Il racconto davanti a un altro essere umano, mediato da una telecamera o no, è sempre vero anche se più controllato di quando siamo soli con noi stessi». Per me è invece sempre falso.
Costanzo è una sorta di Gastone. Uno che si trova a firmare con Maccari e Scola “Una giornata particolare”, uno che deve mettere le parole ad una musica di Morricone e pensando a “E se domani” sforna con De Chiara “Se telefonando” cos’è, se non un fortunello? La moglie ha invece il cervello, sa cosa vuole il pubblico e glielo dà. Fortunello e l’astuta sono due lavoratori instancabili e magari odiano le ferie. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Una coppia di potere

IL PROF. SPIEGATO DA ROHMER (21/4/22) “Io mi sono specializzato in un settore, ho scelto una strada, che a volte si restringe, a volte si allarga, e cerco di percorrerla fino in fondo, senza vagabondare di qua e di là: è incredibile quanti sentieri si possono scoprire all’interno del piccolo campo che ci si è assegnato”. (Eric Rohmer, 1920-2010, regista francese) di frascop ALDO GRASSO Grazie, che onore!

DOMANDA AL PROF SULLA NARRAZIONE DOMINANTE IN TV (13/4/22)
Caro prof., da storico della tv che cosa dirà ai posteri su questo inizio del 2022? Quale “narrazione” le risulta “dominante” nelle tv? Autorevoli intellettuali della Commissione DuPre si stanno infatti muovendo contro la narrazione dominante. Ma, di grazia, qual è? LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Intanto abolirei la parola narrazione, comincia  a darmi fastidio. Poi abolirei la Commissione Du Pre per manifesta incapacità intellettuale. Poi comincerei a scrivere di un anno in cui in tv invitavano il prof. Orsini perchè era uno studioso di chiara fama.

NATI IL 10 APRILE MA ANCHE (12/4/22) Caro prof, Le faccio con ritardo i miei auguri. “ I nati il 10 aprile hanno una personalità abbagliante e sono persone a cui piace fare cose coraggiose e audaci. La loro vita tende ad essere una corsa sulle montagne russe, ma nonostante corrano rischi considerevoli sia professionalmente che personalmente, non sono né sciocchi né spericolati. Sono indubbiamente eroi ed eroine d’azione, ma astuti”. Lo prenda come un gioco perché anche mia madre era Ariete essendo nata lo stesso giorno.
PS Complimenti per il Suo meraviglioso “Paese del Però”. Eravamo già il “Paese del ma anche” (Veltroni docet). Esempio di giornata: Giuseppe Conte: “il M5s ha una visione complessiva distante da quella di Le Pen, ma siamo anche noi molto sensibili a dei temi che sono stati posti anche dalla Le Pen, per esempio sulla perdita di potere d’acquisto dei francesi”.
In versione godereccia siamo il Paese del “ E perché no? “ (per i giramondo, Why not?) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO La prendo come un gioco e la ringrazio.

LA DIFFERENZA TRA GIORNALISTI E MODERATORI (30/4/22) Caro prof., osservando con angoscia alcuni talk sembra assodato che considerino il giornalismo come una pubblica piazza dove fai dibattere due persone, una sostiene che piove e l’altra che c’è il sole. Dopo aver acceso la lite i moderatori si pavoneggiano e sul petto espongono onorificenze tipo Pulitzer, di democrazia pluralismo e par condicio. Se fossero giornalisti non dovrebbero lasciar lo studio e farci vedere se fuori piove o c’è il sole? Certo, è molto più faticoso ed impegnativo, ma vestire i panni oggi di un Jader Jacobelli  è l’ennesimo lascito del populismo. Il sentimento populista ha una natura emotiva, non razionale, anzi tende a valorizzare proprio l’irrazionalità  delle scelte politiche. Poi è un sentimento sociale che nega la modernità, perché rappresenta l’ideologia attraverso cui la globalizzazione s’impone. Ecco perchè si è tornati, con la pandemia e ora la guerra, addirittura alla “Tribuna politica” anni sessanta

E C’E’ CHI SPIEGA AI POSTERI IL SUCCESSO DI AMADEUS (8/3/22) Sapevo che un giorno Bergoglio sarebbe diventato papa ma non immaginavo di arrivare a leggere spiegazioni del successo di Amadeus. Presentare Sanremo da Filogamo ad oggi è una nomina politica come quelle per le aziende pubbliche. Di tutti i 39 conduttori solo 4, Bongiorno, Baudo, Conti e Amadeus, meritano l’aggiornamento della fenomenologia dell’uomo medio(cre): inodori, incolori, insapori. Nessuno di loro raggiunge quantomeno la simpatia di un Gerry Scotti, eppure. La mia tesi è la seguente: i 4 sono la cartina di tornasole del dato immodificabile, le mani della politica sulla Rai. Certo, dietro Amadeus c’è Lucio Presta ma l’occasione della vita l’ha avuta con l’imprevedibile covid che nel 2022 ha sommato i giovani agli spettatori anziani (nei primi 2 anni lo sponsor Fiorello fu decisivo). Senza covid il volenteroso passista non avrebbe avuto quella spinta per fare il record dopo un faticoso sali e scendi durato 20 anni. Arrivò nel 1999 ma solo nel 2017 gli diedero il pre-serale di Rai1 con “I soliti ignoti”, che, insieme con Reazione a catena (2017), gli ha regalato un buon successo di pubblico. La “vita da mediano” di Amadeus è simile a quella di Carlo Conti per cui i due hanno dimostrato una sola cosa, quella di sapersi districare nella ragnatela politica della Rai. Cattelan che lasciò Sky per puntare a Sanremo non ha capito che per arrivare a Sanremo non devi saper far nulla di nulla se non il “bravo presentatore”. Una volta Paolo Conte parlò di “amministrazione dei propri limiti. Dei limiti si deve avere coscienza”. Per presentare Sanremo prima di amministrare i limiti bisogna esibirli, anche senza saperlo. Come a Miss Italia, non vince la più bella, ma la bellezza tranquilla, quella che è la meno divisiva. E lo decretano i politici. Il pubblico seguirà, come l’intendenza di Napoleone. Tanti giornalisti scrivono solo dopo aver conosciuto il risultato e adesso inventano, “però, come cura i dettagli lui”… “non stanca mai”. Ma uno che si mette in prima fila la moglie e il figlio che format ha inventato, che creativo è, suvvia?

LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO La rilettura della storia d’Italia attraverso Sanremo può offrire ottimi spunti.

UOMINI E DONNE LA VITA IN BOTTIGLIA (4/3/22) Chi guarda per un certo periodo la trasmissione come se fosse una serie tv, può capire la trama principale. La riassumo così: ci sono persone, che nel loro piccolo mondo vivono, corteggiano, s’innamorano, si lasciano, si rimbeccano senza essere influenzati dal mondo esterno. Fuori fa freddo, c’è la pandemia, la crisi, l’economia, l’Ucraina, i delinquenti, dentro ci sono uomini e donne di tutte le età belli agghindati che sono impegnati a vivere. E’ una vita in bottiglia. “Stasera uscite?” “Allora, com’è andata l’uscita?” “Ora vediamo l’esterna”. Che non passi per moralista perché io se non fossi sbagliato vorrei di mio essere come questi signori, di cui nessuno sa che lavoro fanno e di cosa si occupano. So che sono pagati, spesati per trasferte e consumi e poi ci sono i proventi vari derivanti dalla popolarità. Per me vivono meglio di tutti gli spettatori che in tv guardiamo i talk, le maratone, le inchieste. Magari a 91 anni tutti noi diventassimo come Alessandro che partecipa alla trasmissione, che si potrebbe voler di più? La De Filippi è perfetta nella parte della maestrina di questo asilo con la differenza che, se i bambini bisticciano, una maestra vera sclera, mentre lei in silenzio si gode lo spettacolo. Insomma, ora arrivo in questi tempi angoscianti ad ammirare quelli che invece di vedere la tv, la fanno mantenendosi ben lontani dalla realtà. Anche noi come Madame Bovary siamo insoddisfatti della nostra vita, mettendola sempre in paragone con le vicende amorose e i personaggi che la tv ti propone? LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO La terza età in versione televisiva

INTERRUZIONI. IL TEMPO EFFETTIVO PER IL CALCIO (22/2/22) Dal momento che molti (spero) ci riconosciamo da anni nel suo appello perché le telecronache abbiano qualche silenzio, Le chiedo di ragionare sulle regole del gioco. Non ritiene anche Lei che (dopo il Var) il tempo effettivo sia il solo strumento in grado di eliminare tutti questi giocatori che si buttano a terra toccandosi il capo o lamentandosi per il dolore?
L’unico mezzo per rimediare al calcio continuamente interrotto per perder tempo. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Forse sì, ma già i minuti di recupero spesso sono un’altra partita.

PAOLO CONTE SPIEGA QUESTO FORUM (21/2/22)

E’ che la gente poi ci prende confidenza/ sì, ma di noi si può fare senza (Fuga all’inglese)

È tutto un complesso di cose/  che fa sì che io mi fermi qui (Bartali)

(intervista di Paolo Sorrentino) Mi sembra che sia un mondo, quello di oggi, che non la riguarda. Forse perché, alla fin fine, tutto quel che ci riguarda ha a che fare solo con la nostra infanzia e la nostra gioventù? (Paolo Conte): «Sì, guardi, esteticamente parlando, io sono un antistoricista. Gli storicisti pretendono che con l’avanzare del tempo l’arte migliori. La tecnologia, sì, ma l’arte no».

CONIETTURA CHE SI FA DEL CERVELLO D’UNO SIGNORE (18/2/22)
Una volta l’eterno “dottor Sottile” Giuliano Amato parlando del libro di Antonio Funiciello “Il leader e i suoi consiglieri” sottolineò che la vita del consigliere si regge su un filo sottile legato da un lato alla passione per l’anonimato e dall’altro al gusto di far passare le proprie idee attraverso gli altri. Usando le parole di Machiavelli, “la prima coniettura che si fa del cervello d’uno signore è vedere li uomini che lui ha d’intorno”. Ora siccome Travaglio ambisce ad essere il consigliere riconosciuto di Conte, toccherà agli storici futuri accertare se avesse idee e se fossero in grado di trasferirsi nel cervello dell’ex avvocato del popolo.

SEMPRE AL TELEFONO DURANTE LO SPOGLIO (1/2/2022) Vista in tv. La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati guarda il telefono mentre Fico le passa le schede. Infine appena Mattarella ha raggiunto il quorum e partono gli applausi lei non applaude, compulsa il cellulare. Ma perché continuano a dire che la politica non rappresenta il paese reale? Non l’hanno eletta perché il paese reale non ha ormai nessun contatto con la realtà (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
La politica è lo specchio fedele del paese reale. Come si dice, abbiamo la classe politica che possiamo permetterci.

TRATTATO SULL’AUTOSTIMA:LUCIA ANNUNZIATA (25/1/22) Ma perchè l’Annunziata ha diritto a una trasmissione? ha chiesto il Prof. Aggiungo, e in quale paese del mondo esiste in una tv pubblica una giornalista che non domanda mai qualcosa per sapere ma solo per ricevere conferme alle sue tesi? Non importa chi sia l’intervistato, può essere un mediocre politico italiano o un grande intellettuale o uno statista mondiale, l’Annunziata è solita far così: Adesso io le dico una cosa, mi dica se è d’accordo con me. Nelle trasmissioni poi in cui è intervistata poco prima di rispondere guarda con aria supponente l’interlocutore e la mimica facciale esprime il “Ma tu lo sai chi sono io nel giornalismo internazionale?” L’Annunziata, a mio parere, la può descrivere bene solo uno psicanalista ma di quelli mitici. A parte Freud, direi John Broadus Watson, uno psicologo statunitense che si è specializzato nel settore del comportamentismo. Ma soprattutto il canadese Albert Bandura per le ricerche sull’apprendimento dei comportamenti aggressivi e la teoria dell’autoefficenza. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Userò, prima o poi, questa sua osservazione per una recensione, se lei permette.

GIOVANNI ALE’ FLORIS SI ISPIRA A EUGENIO FASCETTI (24/1/22) Sono in grado di rivelare che il format Floris, vale a dire “il caos organizzato”(secondo hagakure), si ispira a Eugenio Fascetti, allenatore del Varese negli anni ottanta, il quale si propose di “creare il casino organizzato” (cercate su Google “Fascetti”).
(di frascop) LA RISPOSTA ALDO GRASSO Come no, conosco bene il metodo Fascetti

LA TV DEGLI INIZI E POI DELLE TRAGEDIE (19/1/22) La tv dei Mario Riva e Mike Bongiorno ora ci sembra più bella perché la tv degli inizi, come ha sempre spiegato il Professore, sistemava il televisore al centro del salotto e una comunità condivideva prima le immagini e poi le parole di commento. In seguito questa funzione di riunione di una comunità la tv l’ha svolta soltanto in occasione di grandi avvenimenti sportivi e in occasione di tragedie. Si pensi all’incidente di Vermicino del 10 giugno 1981 e a tutti i terremoti. Adesso la pandemia ha consentito al vituperato mezzo televisivo (utilizzato ormai con vari strumenti portabili) di riacquistare centralità. Ne hanno subito approfittato politici e virologi, telegiornali e talk, perché in ogni tragedia c’è chi piange e chi invece ride. Le disgrazie infatti per le tv sono una rendita perpetua. Anche quando finiscono restano le commemorazioni, gli anniversari, le ricostruzioni e le sensazionali scoperte. Così accanto ai cold cases di Simonetta Cesaroni e Denise Pipitone avremo la tv della pandemia, dove pm e appassionati di crime fiction frequenteranno il Circolo Pickwick del Covid. E’ già cominciata con la perizia del professore Crisanti depositata alla Procura di Bergamo che indaga sulla prima fase pandemica. La magistratura italiana ha sempre l’ultima parola su tutto ma la tv provvede al Quarto Grado. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO È così, non c’è altro da aggiungere. È uno stallo da cui è difficile uscire.

POPOLARITA’ TELEVISIVA (Treccani, aggiornamento mio) (18/1/22) s. f. [dal lat. popularĭtas –atis «simpatia popolare» (in quanto si ricerchi, se si goda lo conferma la fascia di reddito Irpef), da popularis «popolare». 1. Il fatto di godere il favore o il consenso del popolo, della gente in genere, in seguito a ripetute apparizioni o citazioni in tv: la pdi un calciatoredi un’attricedi un uomo politicola grande pdel ciclismola pdelle canzoni napoletanepdi una trasmissione televisivala sua pcomincia a declinarecercare affannosamente la p.; acquistareperdere p.; desiderioambizione di popolarità. Non è necessaria la p. televisiva per diventare ricco ma solo per sbarcare il lunario. “E’ diventato popolare suo malgrado” (p. conseguente ad eventi negativi). “Chi ricerca la p. pur svolgendo un lavoro ben remunerato è forse un narcisista o un avido. L’ingegno e il talento la disdegnano” (Anonimo). LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Perfetto

MUCCINO & BARBARA PETRONIO: TAYLOR SHERIDAN, DA STUDIARE (12/1/22) Alle 21,30 per sfuggire a Giordano e Travaglio nella stessa fascia oraria (concorrenza?) mi sono gustato la fine della IV stagione di Yellowstone, una serie di Taylor Sheridan (1970) con Kevin Kostner. Potrei attraverso questo forum fare un invito a Gabriele Muccino (1967) ? Potrebbe incaricare Barbara Petronio (1973), sua produttrice creativa, prima di girare “A casa tutti bene 2”, di studiarsi (non guardare, qualcosa in più) il film “I misteri di Wind River” e le stagioni di Yellowstone del coetaneo Sheridan per capire la differenza tra un fotoromanzo e una serie tv? Come Troisi e Benigni, saluto con la faccia sotto i piedi di Muccino e Petronio. di frascop LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Proviamo a dirglielo

GIANRICO CAROFIGLIO E LA POPOLARITA’ TELEVISIVA (10/1/22) Ci fu un lungo periodo in cui il Pci inventò la categoria dell’”indipendente di sinistra” (un nome fra tutti, Stefano Rodotà), che veniva portato in parlamento per meriti acquisiti nella professione. Il barese Carofiglio, ex onorevole in quota “partito dei giudici”, adesso in televisione di quella stagione sembra l’ultimo soldato giapponese che non si arrese. Oggi fa lo scrittore (come la mamma) avendo accumulato milioni di copie vendute con i casi dell’avvocato Guerrieri e del maresciallo Fenoglio ed altra abbondante narrativa. Non gli manca il garbo anche se è cintura nera di karate, si è dedicato alle “parole”, manomesse o precise o civili, magari per accreditarsi come maître à penser. In politica vorrebbe coniugare gentilezza con coraggio. Domanda: ma perchè non sa rinunciare alla popolarità televisiva? Un vizietto, forse non ha ancora capito, lui che ha improntato la sua politica alla verità, che ogni linguaggio è finzione (cit. prof. Grasso) di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Gli piace apparire, e molto.

NON CI SONO PIU’ I FATTI DI UNA VOLTA (21/12/21) Il Grande Fratello ieri sera ha continuato a raccontare una storia che appassiona gli spettatori. La narro secondo quanto ho capito io ma non sono infallibile. Gli autori hanno fatto un contratto oneroso ad un trio, l’attore Alex, sua moglie ed un’amica, Soleil. I tre devono recitare le tentazioni del “triangolo” e quindi il capocomico & compagnia han recitato come sanno. Lui in certi frangenti sembrava facesse l’Otello, in altri il ragionier Filini di Fantozzi. Non vedo che male c’è, è lavoro teatrale in tv. Il triangolo continua poi a tracimare in altre trasmissioni e in futuro i tre protagonisti saranno “noti” come quelli del triangolo (hanno fatto l’amore gli amanti?). Finanche la povera Toffanin, costretta per contrappasso ad ospitare i coniugi a “Verissimo” (che ironia Pier Silvio), ha visibilmente dimostrato di non credere alla verità della storia, che ha la stessa probabilità di esser vera quanto lo sono gli scherzi di Scherzi a parte, gli idilli di Uomini e Donne e le liti di Forum. Fior di intellettuali si interrogano ancora sul virtuale che ha soppiantato il vero, tutte le fiction vengono introdotte da “tratto da una storia vera”, mi chiedo perché mai i giudici condannino ancora geniali truffatori e autori di plagi solo perchè lavorano magari senza uno straccio di contratto. La tv è in prevalenza pura finzione, per me anche i Floris, Fazio e Ranucci sono finti quanto Signorini. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Ogni linguaggio è finzione.

DOMANDE SU PRESSING E TIKI TAKA (16/12/21) 1) Che tipo di contratto hanno fatto per Pressing (domenica sera), condotto su Mediaset da Callegari e Bertini, a Mario Sconcerti, inquadrato e costretto ad ascoltare in silenzio per la maggior parte del tempo Tacchinardi, Ferri, Trevisani che ascoltano il logorroico Sandro Sabatini?
2) I compensi elargiti ai numerosi ospiti di Chiambretti (Tiki taka) sono differenziati oppure uguali? Se sono differenziati magari si spiega perché Cruciani parli più di tutti e gli altri facciano a gara per parlare dopo di lui
3) Come mai gli ascolti di Chiambretti sono così bassi nonostante l’irruzione ogni dieci minuti di belle ragazze e così alti visto l’accavallarsi delle voci che non permette di sentire chi dice cosa?
4) L’effetto caciara di Chiambretti e l’effetto Sabatini & Friends di Pressing sono scelte editoriali vincenti? Credo di sì, dal momento che si ripetono negli anni. Oppure non sono vincenti ma chissenefrega?
di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO C’è bisogno di una risposta? È già contenuta nelle sue domande.

REPORT/PRIMA LA SENTENZA E POI L’INDAGINE (15/12/21) Riunione di redazione di Report. Prende la parola Ranucci: Allora, prenderemo di mira Tizio e Caio. Di Tizio si occupa X che lo odia quanto me e Caio lo affidiamo a Y che lo segue da tanti anni.
Tra la Gabanelli e Sigfrido Ranucci passa la stessa differenza che passa tra un pm e De Magistris. I pm italiani, l’ha spiegato Di Pietro, sono di due tipi. C’è chi parte dalla notizia di reato e cerca il colpevole e chi viceversa parte da un nome e lo indaga per trovare eventuali condotte illecite.
A Report versione Ranucci, se tu conosci bene l’argomento che tratta capisci che è tutto pressapochismo e sentito dire. Se non lo conosci, allora ti portano nel loro mondo dove affastellando cose creano l’effetto “è tutto un magna magna”. Ogni inchiesta nasce su impulso di un Pollicino (accusatore o parte lesa) che lascia delle mollichine. Le mollichine Report le fa assurgere a prove provate per cui ogni inchiesta è preparata sulla base del colpevole che si intende sbattere in prima pagina. (di frascop ) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Senza dimenticare che Sigfrido Ranucci è vicedirettore di Rai3; le sue responsabilità dovrebbero essere ancora maggiori.

RICCHI E POVERI A PROPAGANDA LIVE (13/12/21)Di Propaganda guardo solo in differita i magnifici monologhi di Aprea/Torre, però l’altra sera ho visto Luisa Merloni leggere una cosa penosa che avrebbe dovuto far ridere sull’avarizia dei ricchi o sul masochismo dei poveri, non ho ben capito. Si discuteva sul contributo di solidarietà di quelli che al mese guadagnano 4000 euro netti al mese, che sono il 2,4 % dei contribuenti. Sono, per capirci, Makkox, Zoro, Damilano, Angelini e tutti quelli che fanno Propaganda. Nel nostro paese chi sono i ricchi e chi sono i poveri? Il 43% degli italiani (11 milioni di famiglie) paga il 91,46% dell’Irpef (dati 2019), l’altro 57% degli italiani  (circa 14.535.000 famiglie) paga il resto dell’Irpef totale e attesta di vivere in media con meno di 10mila euro lordi l’anno. È un dato credibile? In Italia nel gioco regolare o irregolare si spendono 125 miliardi all’anno. Perché l’evasione di massa non è un tema che appassiona politici, intellettuali, comici, trasgressivi di qualsiasi colore?

CARESSA, DI CANIO, BUCCIANTINI, LEZIONE SUL POPULISMO AL CLUB (9/12/21) A me Fabio Caressa piace, almeno ride, non come la sua spalla Bergomi che è il malinconico Pierrot del calcio (l’esatto contrario dell’avvocato Prisco). Caressa è un personaggio vanitoso, è cognato di Giorgio Gori e la vicinanza affettiva si vede non solo per le continue lodi (meritate) all’Atalanta ma anche per alcune cose che dice. Domenica scorsa al club ha raccontato di essere andato ad un convegno e quindi di aver capito “chi sono gli stakeholders del calcio, i tifosi”. In realtà sono gli azionisti, i clienti, i dipendenti, i fornitori, la comunità con cui una organizzazione (per es. Sky) interagisce. Ma Caressa da orecchiante sempliciotto si è convinto che sono solo i tifosi e quindi ha concluso: sapete che vi dico? In Italia c’è poco rispetto per i tifosi. Alludeva alla Lega che se voleva rispettare i tifosi non avrebbe dovuto assegnare i diritti a Dazn e alla sua connessione zoppicante. Sui “tifosi” sono intervenuti poi Di Canio e Bucciantini (cioè le due ideologie contrapposte del ‘900) parlando bene del populismo e così Caressa, che aveva esordito dicendo che il fenomeno è ormai in declino grazie a Dio, ha fatto retromarcia dicendo che i due lo avevano convinto: lui è populista perché i tifosi sono gli unici a pagare nel mondo del calcio mentre le società fanno solo i propri interessi (forse si riferiva alle plusvalenze, non so). Spero che Gori (che io stimo molto) gli faccia capire che Sky per esempio se amasse i tifosi eliminerebbe il doppio telecronista e i bordocampisti. Nelle paninoteche i giovani ormai guardano la partite con musica di sottofondo.

di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Perfetto.

IN TV SI VA PER CERCAR L’AMORE, ANCHE (2/12/61)

In tv si va per cantare, dibattere, ballare, applaudire, e anche per cercare l’amore. I giornali non ci informano però su tutto questo. Per esempio, per partecipare ad un casting della Bruganelli-Bonolis, per fare la claque, a chi ci si deve rivolgere, quanti soldi danno? A “Uomini e donne” c’è un napoletano che sembra sia lì in cerca di amor da dieci anni. Che lavoro fa o faceva, è in aspettativa, part-time, gli pagano solo le spese vive o è a forfait? Una coppia l’altro giorno spiegava di aver passato insieme 10 giorni in alberghi, ha pagato tutto la produzione? (scherzo) Sono notizie che mancano, ci vorrebbe una pubblicistica che così come informa sui concorsi (nella scuola, nell’esercito, all’Inps) dicesse come fare per apparire in tv pagati/spesati. Tutti ci siamo chiesti invano come hanno fatto Varriale o Marzullo a trovarsi un posto, ma, suvvia, a cercare l’amore su Canale 5 come si arriva, conviene a chi ha una pizzeria o fa l’impiegato alle Poste?
(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Marzullo si sa, Ciriaco De Mita.

GALLI DELLA LOGGIA “COMPARIRE IN TV” (29/11/21) “Potrebbero insomma i partiti (che sono gusci vuoti) e il sistema politico italiani sopravvivere all’assenza dai teleschermi per un mese? Ecco a che serve la Rai: a certificare che i partiti ci sono. A trasmettere ogni giorno il messaggio: cari italiani la politica è questa e questi sono i suoi protagonisti” (Ernesto Galli della Loggia).
La tesi è quindi: io politico (o sigla) esisto perché compaio in tv.
In sintesi, a me pare, c’è un nuovo mestiere (il personaggio televisivo) che comprende giornalisti, scienziati, intellettuali, politici, nullafacenti, idioti, nani, ballerine…In tv, e non solo nei talk, si officia “il dibattito politico italiano, abitualmente inconcludente, apodittico e rissoso”. La mia opinione è che i professionisti seri perdono credibilità in proporzione alle loro apparizioni televisive, gli altri inetti acquistano popolarità che fornisce reddito. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Queste cose le scriviamo da almeno vent’anni. Senza nulla togliere.

I MIEI AFORISMI PREFERITI DEL PROF. GRASSO (10/11/21)

Il moralizzatore, invece, fa sfoggio di sé, della sua natura di mozzorecchi. Il suo travaglio è che scrive con il ghigno

C’è una frase di Gianroberto che mi ha sempre ispirato: “Un giorno la casalinga di Voghera voterà dal televisore, da casa, per il prossimo Presidente della Repubblica”. Ecco, quel giorno forse non è poi così lontano (18/10/2019)

E’ vero che le brutte notizie non migliorano comunicandole bene, ma comunicare incertezza è peggio ancora (5 apr 2020)

Non ci resta che l’ironia, unico segno di salute oggi in circolazione. Significa colpirsi, prima che ci colpisca il panico (1 marzo 2020)

Errore? Nella strategia del “pressapochismo organizzato” (come lo chiama la grande Franca Valeri)  il dilettantismo e le bufale sono una virtù. Purtroppo, fa più danni un incompetente di un millantatore, anche se le due cose scientemente coincidono (11 nov 2018)

La democrazia da strada  chiama uguaglianza l’atto di piallare tutto quello che è diverso, quello che sporge, fosse anche una testa. Così basta montarsi  un po’ la testa, come ha fatto Giggino, per essere subito decapitati (24 nov 2019)

Non c’è nulla di immutabile tranne l’esigenza di cambiare, suggeriva l’antica sapienza greca. Giusto. Ma non basta credere in una grande idea, bisogna essere anche credibili (21 giu 2020)

Essere coerenti non è obbligatorio, anzi, ma ammettere i propri sbagli prima di farne dei nuovi non sarebbe meglio? (5 giu 2016)

Conte stesso è uno stereotipo, è Ferrer, è una frase fatta di questa stagione politica, è inerzia. Morto il comunismo è nato il luogocomunismo, il carattere nazionale svenduto al pensiero immobile  del luogo comune (5 maggio 2019)

Quello che unisce bersaniani e grillini va ben oltre la politica. E’ quel “non solo” buttato lì ad allargare l’orizzonte…Un rebus che nasconde un desiderio oppure il suo rovescio (1 ago 2021)

La giustizia è un treno in perenne ritardo; in orario c’è solo il rapido della giustizia sommaria (23 sett 2019) (da Padiglione Italia, Solferino, 2021)

Con affetto. (di frascop) LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO: Grazie, ricambio

Le rivelazioni dell’inchiesta televisiva (17/11/21)L’inchiesta televisiva (per es. Report post Gabanelli) mentre la guardi ad un certo punto capisci quale sia la tesi che intende affermare, su imbeccata di qualcuno. Questi di solito è la parte lesa nella vicenda oppure la pubblica accusa. Se poi attacca il politico Tizio lo fa perché a monte ha stabilito che Tizio è il cattivo mentre Caio è il buono. Insomma, invece di portare nuova documentazione su una vicenda, l’inchiesta segue le tracce di una delle tesi in campo, per cui capisci che essa nasce su impulso di Caio che vuole attaccare Tizio. Ma questo è il meno. La cosa più grave è che se sul tema trattato raccogli  il parere  di chi lo conosce bene per lavoro, ti confermerà che le famose rivelazioni sono sensazionali per chi non conosce l’argomento.

Verdone, sii sincero, con  la maschera non fai più ridere (16/11/21)Verdone fu invitato una volta in una cittadina per ricevere un premio. Passò una giornata intera con gli organizzatori e quando ripartì mi dissero compiaciuti che la persona coincideva con il personaggio. Anche vedendolo su Netflix fa tenerezza ma anche rabbia il suo voler continuare questa recita quotidiana. Adesso ha costruito una serie dove aggiunge il personaggio “Carlo Verdone” a tutti i personaggi di una filmografia cominciata nel 1980 con “Un sacco bello”. Solo che da qualche anno i suoi personaggi non fanno più ridere ma mettono solo tristezza. E’ una opinione, ci mancherebbe. Tanto varrebbe allora che almeno in una serie tv si mostrasse per quello che è e che gli amici intimi raccontano. Solo che neppure a 70 anni è pronto ad esser sincero, perché i conti con Roma e con se stesso non intende ancora farli. Totti non voleva togliersi la divisa ma aveva 40 anni, Carlo a 70  qualche sassolino nella scarpa dovrebbe averlo. Furio Zoccano (Bianco rosso e Verdone) faceva ridere, Carlo no, che provi con la sincerità, hai visto mai.

40 ANNI DI “MISTERI” COSTANZO (12/11/21) Interessa poco parlare di Maurizio Costanzo, che però molto più di Vespa, Baudo, Bongiorno ecc… “inquieta” la fenomenologia televisiva, non fosse per il fatto che nella sua megalomania ha anche tentato una carriera giornalistica, dovendo ben presto rinunciarvi. C’è un limite a tutto. E però dopo essere stato salvato una prima volta da Pansa adesso lo ha recuperato pure Pier Silvio. Pensavamo che il tempo del MCShow fosse finito e che gli spazi residuali glieli potesse fornire solo la Rai e di notte, come un Marzullo qualsiasi. Ci siamo detti, se Pier Silvio lo ha accantonato vuol dire che il pubblico non c’è più. E invece no, lo hanno fatto tornare. Non è Restaurazione, per me è un altro frutto dell’avvento del bipopulismo. Costanzo da sempre invita fenomeni da baraccone, mostri che in ben 40 anni sono tracimati e finiti in politica. Si pensi alla figuraccia della jena Giarrusso al parlamento europeo, uno che quando appare nelle nostre tv sembra si mangi il mondo (finanche Formigli lo ha invitato). Si merita una bella passerella sul MCShow con i suoi simili. Se vivessero ancora Elio Petri e Ugo Pirro quella vicenda del fallito (grazie a Dio) attentato ai suoi danni forse ispirerebbe loro un film, “Indagine su un presentatore al di sopra di ogni sospetto”. In realtà il cinema non ha trattato neppure un altro presentatore, Tortora con Pandico ‘o pazzo, Misteri.
(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Costanzo gode della protezione della moglie, almeno a Mediaset.

VERISSIMO, IL PEGGIO HA UN ELENCO (4/11/21) Ci sarebbe un metodo infallibile per rinnovare la tv italiana ma anche la società. Basterebbe non far comparire in tv alcune persone. Ma chi? Per andare sul sicuro tutte quelle che intervista Silvia Toffanin, conosciuta come la “moglie” (di Pier Silvio Berlusconi) nel suo rotocalco Verissimo, sin dal 2006. Ex ballerina di Gerry Scotti, la Toffanin in un intervista rilasciata al Fatto Quotidiano ha speso queste parole: “Al 99,9 % se non avessi incontrato Pier Silvio non sarei qui a fare televisione“. Sincera davvero. Ora, lei come presentatrice è dolcissima, peccato che debba incontrare il peggio LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Sicuro che il peggio si annidi a “Verissimo”?

REDDITO DI DEFILIPPANZA (27/10/21) L’ipocrisia (che poi è la sua prigione) di Maria De Filippi consiste nell’affermare la balla che nelle sue trasmissioni ci siano “sentimenti” e “percorsi”. La telecamera accesa corrompe, non documenta (come faceva Nanny Loi con Specchio segreto). Realizza i più finti reality mai visti, infatti si occupa da molti anni di beghe familiari (C’è posta per te), di sesso (Temptation e Uomini e Donne) e di sogni giovanili (Amici). Accanto a San Remo abbiamo Santa Maria di nani, cantanti e ballerini. Il mio non è un giudizio negativo, l’offerta televisiva risponde ad una domanda che esiste da sempre (analizzata bene dai film di Risi nel settanta). Piuttosto si discute il “come” viene declinata, con quali modi, stile, linguaggio. “Amici” è un’ agenzia di tv e case discografiche, mentre nelle altre due trasmissioni l’agenzia di collocamento MDF assume bulli e pupe senza nessun secchione. Per questi “travet televisivi” cercare l’anima gemella e/o avere avventure è il pretesto per ottenere popolarità e di conseguenza reddito. Il sesso come mezzo per far soldi è dunque il sistema di valori che accomuna volgarotti, furbastri, montati, faccendieri, il cui unico scopo è diventare “quello della tv”. Insomma un reddito di DeFilippanza perché in Italia anche in tv si parte precari e poi con sanatoria si viene assunti (come la Cipollari, da claque a conduttrice).
di frascop
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
La De Filippi è un’industria, il reddito al posto del cuore.

CAMPIONATI MINORI MODELLO TALE E QUALE (26/10/21) Capito su Rai Sport che trasmetteva la partita Feralpi Salò- Padova. Il modello Sky importato sino ai campionati minori diventa caricatura. L’Adani dei poveri lo interpreta l’ ex tecnico Mario Somma, anche lui, come tutti, in versione venerabile maestro. Non mancano le interviste e il bordocampista ma le riprese richiederebbero un binocolo. Sapevo che la politica ha abbassato la Rai al livello delle mediocri TV locali ma come per tutte le industrie pubbliche è indecente lo spreco. Siamo dalle parti di nobili decaduti che vivono di vecchi ricordi e su quelli che pagano il canone (di frascop) LA RISPOSTA ALDO GRASSO E pensare che un tempo la Rai aveva un suo consolidato modello di telecronaca…

I TALK APPRECCHIANO LA POLITICA (20-10-21)
In Italia si governa sempre contro qualcuno e mai per risolvere problemi.
In 75 anni di repubblica, abbiamo avuto 66 governi e 29 presidenti del Consiglio.
I talk apparecchiano le tavole delle stagioni politiche (Vespa, Santoro, Floris, Gruber) e quelli attuali hanno assunto i tratti distintivi della Seconda Repubblica: il leaderismo, la presenza di due coalizioni, lo strapotere della televisione. La politica ha appreso dalla tv l’uso dello storytelling e definisce i programmi sulla base dell’audience.
Ormai sono 30 anni, ben prima delle elezioni del 2018, che il paese del boom economico ha cominciato ad andare indietro come su un piano inclinato. Un sistema politico in crisi invece di cambiare i timonieri, si è liberato del timone, per cui l’uomo della strada è diventato sia personaggio politico che televisivo. L’antipolitica è stata infatti un gioco di prestigio, la falsa contrapposizione tra una politica corrotta e una società civile pura. Politici e loro elettori si annusano e scelgono. Il dibattito tra il ministro Padoan e la sottosegretaria Castelli che sa solo replicare “Questo lo dice lei!”, è la summa dei talk televisivi: l’hegeliana “notte nera dove le vacche sono nere”, per cui 1 vale 1. Persone e Personaggi, fatti ed opinioni, verità e falsità si mischiano in un frullatore acceso da uno chef pre-scelto dalla politica.
Disse alla Costituente Piero Calamandrei: «La democrazia, per funzionare, deve avere un governo stabile: questo è il problema fondamentale della democrazia». Il talk italiano ci restituisce l’instabilità del litigio, non alterna neppure i conduttori, la sua mission è mandare a letto lo spettatore più incerto ed insicuro di prima.

I TELECRONISTI ORMAI SONO TUTTOLOGI (18/10/21) Il telecronista di Dazn, Giorgio Basile, sabato commentando la partita Cosenza-Frosinone ha sponsorizzato il candidato del centro destra al ballottaggio comunale cosentino. Sarebbe meritevole per aver promesso la copertura dello stadio. Era naturale che i telecronisti dopo averci voluto insegnare il covercianese si sarebbero spinti oltre, arrivando ad indicarci per chi votare. Se le opinioni di Adani & Bergomi violano la par-condicio simpatizzando per certi allenatori e osteggiando altri, perchè non simpatizzare per un candidato che vuol migliorare uno stadio? Il telecronista è il lavoro più bello del mondo, ha scritto Basile sul suo profilo. E ci credo, se trova una tv che glielo fa fare così. Il calcio non lo stanno rovinando solo i procuratori.
(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Trovarne uno che si metta in discussione! Impossibile.

IL NOSTRO DE LA BRUYERE (13/10/21) Caro prof., col tempo ho compreso la sua ammirazione per i grandi investigatori dell’animo umano che io ho conosciuto grazie a Giovanni Macchia. Anche Lei come Jean de La Bruyère (1645-1696) “non disdegna né la massima, né il ritratto, né l’impressione, né l’osservazione delle immagini artificiali e transitorie e mette tutto insieme senza curarsi del disegno generale”.
Se dovesse una volta soltanto occuparsi del disegno, non crede che la politica italiana potrebbe essere riassunta così ?
“Per qualcuno l’ arroganza prende il posto della grandezza; la disumanità quello della fermezza; e la furberia quello dello spirito.” di frascop
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
Non si potrebbe dire meglio.

PERSONAGGI ATTRAVERSO LE FRASI ZEN (6/10/21) BERSANI Se ami qualcuno lascialo andare. Se torna vuol dire che non l’ha voluto nessuno;
Non piangere sul latte macchiato
CACCIARI Qualunque cosa accada, qualcuno troverà il modo di prenderla troppo sul serio
CONTE Se non riesci a convincerli, prova a confonderli
DRAGHI Non essere insostituibile. Se non puoi essere sostituito, non puoi essere promosso
FLORIS (Giovanni) Parlare è una capacità di molti, ascoltare è una virtù di pochi. Non capire niente è una dote di tanti
FRECCERO Tutti sembrano normali fino a quando non li conosci
RAGGI Certe persone sono come le nuvole. Quando spariscono diventa una bella giornata
RENZI Alla fine della giornata la vita dovrebbe chiederci: Sei sicuro di voler salvare le modifiche?
SALVINI Se capisci le cose sono così come sono. Se non capisci le cose sono così come sono.
SANTORI (Sardine) Non rinunciare mai ai tuoi sogni…Dormi!

COME FLORIS TRATTA UN NOBEL (6/10/21) Incredibile che Floris ci presenti il premio Nobel Giorgio Parisi e lo accantoni subito per intervistare Letta. Siccome per noi italiani i Nobel non sembra che siano un fatto ordinario era forse straordinaria l’elezione di Letta a Siena? Lascio sconsolato il programma e a mezzanotte vedo che ora sta intervistando Parisi. “Complimenti professore e ora una piccola pausa”.Si chiama gerarchia delle notizie (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Sì, proprio così.

DALLA TV DI BERNABEI A QUESTO FORUM (29/9/21) La tv della maggioranza silenziosa, che dava a tutti lo stesso menu (per capirci l’Italia di Bernabei) è finita con la fine del monopolio e la nascita delle Tv locali che aprirono la strada alla Fininvest di Berlusconi alla fine degli anni Settanta. Vent’anni dopo i computer hanno cominciato a dare a ciascuno di noi la possibilità di parlare allo schermo.
La tv dei divi (Mario Riva, Mike Bongiorno) si è trasformata nella tv di oggi, dei Signorini e delle Tina Cipollari. L’atomizzazione della tv, la fine della maggioranza silenziosa e della coesione sociale, l’affermarsi di ogni minoranza urlante, l’intero mondo digitale che noi stessi occupiamo rinchiusi in piccole tribù dove ci si ritrova su temi di interesse (la tv o i libri, il cinema o la squadra del cuore…) ci fanno capire che mentre noi parliamo della tv ci sembra di farlo da fuori ma in realtà siamo dentro la tv.
Ciascuno di noi è il vecchio spettatore in poltrona che oggi oltre al telecomando ha la penna in mano. Tutti abbiamo bisogno estremo di prendere la parola e di interagire. In questo forum (per molti di noi l’unico social che frequentiamo) è evidente che l’età media dei partecipanti sia alta, lo dimostra il rimpianto per la tv dei divi e la qualità, lo sdegno per un servizio pubblico preda dei partiti, il sostanziale rispetto per le opinioni altrui anche quando non sono condivise.
Ma l’educazione in questo nostro canale non è frutto del caso, piuttosto è il prodotto della cultura e saggezza del prof. Grasso e di tanto in tanto fa bene dirselo. Non perché noi siamo i migliori e gli altri i peggiori, giusto per capire ciò che ci unisce e gustarci il dono offertoci ogni giorno di poter interloquire con un grande maestro. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO L’impressione che si ha ripercorrendo le attuali fasi di mutazione del sistema mediale e televisivo è che un modello non sostituisca quello precedente, ma vi si affianchi. In altri termini, è ovvio che la televisione generalista, con la sua funzione di sincronizzare una comunità molto vasta, di raccoglierla attorno a una comune piazza, non cesserà questo compito. Contemporaneamente, tramite le piattaforme digitali e il web, Netflix e YouTube, si stanno affermando usi più personali. A un tempo comune si affianca una molteplicità di tempi articolati e complessi. E, anche in questo processo, la televisione – tecnologia, come forma culturale, come medium – gioca e giocherà un ruolo fondamentale.

SCHERZI A PARTE E LA TV ILLUSIONISTA (24/9/21) Se una industria ti vende cioccolato e poi si scopre che è un surrogato, povera industria. Ha detto il falso. E allora perché “Scherzi a parte” mostra da decenni scherzi in cui un molto presunto vip viene pagato (se non lo pagano è pubblicità occulta) per interpretare la parte della vittima? Basterebbe una scritta iniziale “ Tutto quello che vedrete potrebbe essere successo per davvero oppure esser frutto della fantasia degli autori”. Perché a Forum ci sono attori che recitano un copione? Perchè magari i veri litiganti non vogliono comparire in tv. Perché alle Isole e ai Grandi Fratelli, ad Amici e a Temptation, a X Factor e a Masterchef, i partecipanti vengono messi sotto contratto per recitare una parte sotto il controllo degli autori con le improvvisazioni a soggetto che il cinema include? Intendiamoci, non c’è niente di male, la tv, per diminuire i costi e dare al pubblico quello che vuole, fa l’illusionista. Ma detto questo, perché questo segreto di Pulcinella che si trascina da decenni sulla base dell’assunto “cane non mangia cane”? Perché si difende la tv che produce questi “teatrini” prendendo in giro gli spettatori creduloni? “Scherzi a parte” anni fa arrivò finanche a far pubblicità occulta a Formigoni (si buttò in una piscina da un elicottero!), per dire, adesso magari si limita a Mastrota. Volete fare la candid camera? Fatela, ma per il profitto non potete girare un’intero scherzo in mezzora.
(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSOE Forum, allora? C’è di mezzo persino la Giustizia.

LUNEDI’ IN TV “Io li conoscevo bene”, su Rai1, parlava di grandi autori comici della tv, Enrico Vaime, nel ricordo di un invecchiato di colpo Fazio; e Dino Verde, ricordato da Costanzo il quale parlava con rimpianto della televisione di una volta. Ne parlava con trasporto tale che uno si chiede come possa tollerare la tv della consorte.
Ogni pomeriggio la televisione contemporanea, tipo Uomini e Donne, è fatta da autori che fanno scalette e non devono scrivere nulla. Una umanità, quella messa in mostra da Maria DF, che è il vero segno del chiunquismo (tutti possono fare tutto) , ma declinato in maniera volgare. Al confronto le ragazzine di Boncompagni avevano stile e con l’occhio di oggi, candore. (21/9/21)
LA RISPOSTA ALDO GRASSO Come faccia ad aver tollerato per tanto tempo la sua televisione, siamo sinceri.

L’AUTORE DI FABIO FAZIO HA SCRITTO UN LIBRO Pietro Galeotti, per molti anni autore con Fabio Fazio, ha scritto un libro “La riunione”. In esso descrive il suo lavoro, «in cui uomini adulti e di buone letture parlano seriamente per ore di come risolvere il problema di mandare in onda un programma condotto da Mina e Celentano partendo dalla premessa che Mina e Celentano non intendono apparire».
Lo comprerò per vedere se trovo la risposta ad una domanda che mi faccio da decenni. Fazio venne mandato dalla Rai a Londra per intervistare Paul McCartney. L’intervista cominciò con Fazio che diceva: “Chi-chi-chi- me-me-me- lo-lo-lo-do-do-veva di-di-re che un giorno a-a-vre-i-i-incontraaato Leiiii…”
Chissà se Galeotti spiegherà quante riunioni sono occorse per ottenere questi risultati e se confesserà i suoi pensieri mentre ascoltava il solito Fazio, il quale si prostra, senza mai intervistare nessuno. (17/9/21) (di frascop) LA RISPOSTA ALDO GRASSO Ci faccia sapere, per favore.

LO STEREOTIPO ASSOLUTAMENTE SI’ (13/9/21) Umberto Eco (Il secondo diario minimo) propose delle alternative allo risposta stereotipata “Esatto” che si dava dopo una domanda. Era il 1990. Dal momento che su Sky Sport ad ogni domanda dallo studio ciascun corrispondente dalle città risponde inesorabilmente “Assolutamente sì”, vorrei proporre delle alternative.
La Juventus senza Ronaldo ha perso almeno 30 goal all’anno? R- Potrei scommetterci il posto.
Il prof. Grasso sarà contento del nuovo allenatore Juric? R-Esageroma nen.
Ugolini, è l’anno del Napoli? R- Mi avvalgo della facoltà di non rispondere (tocca amuleto)
Mourinho sta facendo sognare i tifosi della Roma? R- Ve famo li bozzi
di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSOOttime alternative.

IL CALCIO SECONDO TED LASSO (2/9/21) Il calcio è il nostro sport nazionale ma cinema e tv in settanta anni sono riusciti a produrre nientepopodimenoche Oronzo Canà. La serie su Totti è l’ultimo esempio sprecato del vorrei ma non posso. Non stupisce pertanto che venga dagli Usa (ora su Apple tv) una serie tv intelligente e ironica ambientata in una immaginaria squadra della Premier. Un allenatore statunitense di football americano, Ted Lasso (Jason Sudeikis), si trasferisce in Inghilterra ad allenare una squadra di calcio britannica. E’ il piano crudele della nuova presidentessa del club calcistico per far fallire il club. Imperdibile per chi ama il football. Il calcio che gli italiani non riescono a raccontare, e solo il Prof ci può spiegare perchè. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO cercherò di vederla quanto prima

MCCARTNEY 321 COME NASCE LA MUSICA DI UN GENIO (1/9/21) E’ curioso comparare “33giri-Artisti italiani” su Sky Arte con le sei puntate del documentario su Disney+ dove il produttore Rick Rubin sviscera con Paul in una sala di registrazione  le sue invenzioni musicali. Ero uno dei Beatles, adesso sono un fan dei Beatles, dice ad un certo punto Paul. Come nasce l’idea di una canzonetta, come si arricchisce con il contributo creativo di tanti (qui George Martin e gli altri amici) e con incessanti sperimentazioni ed innovazioni tecnologiche? Si sviscerano “Something”, “Here there and everywhere”, “A day in the life”, “Live and let die”, canzoni da tutti noi osservate dall’esterno come tanti orologi senza mai aprirli per capire come funzionano. Ma Paul è grande non perchè “regala emozioni” come si usa dire con una frase fatta a chiunque strimpelli in tv. Per quanto mi riguarda la mia vita l’ha fatta più bella, allegra, intensa. Insomma, l’ha cambiata, perchè l’arte cambia il mondo e la realtà come soltanto le invenzioni geniali possono fare LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO: Concordo

MA NON DIMENTICHIAMOCI DI “POPI” IL REGISTA DI CALCIOMERCATO (19/7/21) Caro prof. mi faccia aggiungere una sola postilla al Suo impeccabile “Fil di rete” di sabato. Da qualche anno il programma merita il Telegatto dei Montati. Agli ospiti, alla sigla iniziale e pure finale, alla location (terrazza, cabina telefonica e sala da the) si aggiunge altra panna montata per quella che Sky definisce “regia creativa” di Roberto “Popi” Montoli. Non so chi sia ma da anni, forse influenzato male dal compianto Paolo Beldì, ogni sera (allo stesso modo) circumnaviga lo studio inquadrando oggetti e particolari inutili senza che il povero spettatore a casa capisca chi stia parlando. Il pretenzioso cioè da anni intende darci un segno insistente della sua presenza che ormai travalica (e nasconde) i personaggi del talk. Ogni sera il clou sono dei lumini inquadrati con compiacimento, forse la simbologia di fuochi fatui. Magari ha fatto videoclip o pubblicità, forse in futuro farà film d’Autore, ma se tutti i talk televisivi avessero un regista come lui sarebbe l’inizio della fine, per cui il mio auspicio è: uno cento mille “Popi”. LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Verissimo

Canzonette con dedica 1 M. SANTORO Te ne sei accorto, sì? Che parti per scalare le montagne/ E poi ti fermi al primo ristorante/ E non ci pensi più (Brunori & Sas)

G. SCOTTI Ho capito in un secondo che tu da me/ volevi solo soldi, soldi (Mahmood)

SIGNORINI Io vendo desideri e speranze/ in confezione spray… (R. Zero)

MAIONCHI Che bella sei/ sembri più giovane/ o forse sei solo più simpatica (Mogol)

GALLAVOTTI Finalmente io/ Finalmente io, ah/ Finalmente io, uh (Irene Grandi)

TOMASO MONTANARI la gente vive senza più testa,/la specie è in mutazione (Battiato)

CRUCIANI ancora tu, l’incorreggibile (Mogol)

M. MANNONI mi metti a parte di una confidenza/ senza vocali e senza consonanti (Panella Battisti)

PARENZO Preferisco una mezza bugia/ diluita in un litro di vino (S. Bersani)

CONCITA DE GREGORIO Mi sento una farfalla
che sui fiori non vola più/ che non vola più (Nada)

DEL DEBBIO C’é un’infelice ovunque vai,
voglio allargare il giro dei clienti miei (Zero)
B. D’URSO e puntami negli occhi come un tram/ a fari spenti/ investimi di luce se non mi vedi (Negramaro)

FLAVIO INSINNA Avrai, avrai, avrai il tuo tempo/ per andar lontano (Baglioni)

ADANI E’ IL PIERO ANGELA DEL CALCIO ? (13/7/21) Caro prof., scusi se aggiungo una cosa su un argomento davvero marginale. Adani (su Twitter):  “Non negozierò mai su Valori e Libertà, Mai… Credo in quello che Faccio e nel suo Scopo: raccontare la Complessità e la Magia del Calcio con Rispetto e Pensando che la vera Differenza si faccia nel Contenuto, particella fondamentale della Comunicazione” (maiuscole mie). Pertanto  si è convinto (e non è il solo) di star facendo in tv “Divulgazione scientifica e culturale”, ecco il vero dramma. Non sa, però, che in medicina è ormai consolidato il concetto che ciò che io sostengo deve dimostrarsi migliore in modo statisticamente significativo.  Lui, come Bergomi con Caressa, fa parte di una coppia di tifosi che vanno allo stadio e lasciano il microfono aperto per far diventare pubblica una semplice conversazione privata. Ci sono migliaia di altri professionisti di calcio agonistico con vari ruoli operativi in grandi club che quella di Adani la definiscono (cit. Grasso) “agnotologia” («lo studio dell’ignoranza o dubbio indotti culturalmente, in particolare con la pubblicazione di dati scientifici inaccurati o fuorvianti» Proctor). LA RISPOSTA ALDO GRASSO Io non sopporto neppure Piero Angela (battuta)


Canzoni per i 20 anni de La7 ANDREA SALERNO Ci vuole un fisico bestiale/ per fare quello che ti pare (L. Carboni)

C. DE GREGORIO Dolce signora che bruci, per che cosa stai bruciando?
I gerani al tuo balcone si stanno consumando (De Gregori)

M. MERLINO Le tue paure assidue, le gioie solitarie,
i drammi che commuovon te soltanto (Guccini)

M. GILETTI Cos’hai nella testa?
C’è sempre qualcuno che parla
e non pensa (Cremonini)

C. FORMIGLI la parola “si” e la parola “no”
le solite parole quelle che ci annoiano
le parole scritte con la tua calligrafia
(L. Carboni)

G. FLORIS Hai risolto un bel problema
E va bene così
Ma poi me ne restano mille
Poi me ne restano mille (Fedez, Lauro, Berti)

E. MENTANA se c’è qualcosa da dire ancora, ce lo dirà
se c’è qualcosa da capire ancora, ce lo dirà
se c’è qualcosa da chiarire ancora, ce lo dirà
se c’è qualcosa da cantare ancora, ce lo dirà. (Fossati)

ZORO Oh avanti o popolo
Con la chitarra rossa
Che intanto il tempo passa
E lei non torna più (Zucchero) U. CAIRO Pensiero stupendo
Nasce un poco strisciando (Patty Pravo)

Aforismi adatti ai peggiori della stagione televisiva 20/21

TRAVAGLIO Il cinismo si traveste da saggezza, ma è la cosa più lontana dalla saggezza. Perché i cinici non imparano nulla. Perché il cinismo è una cecità auto-imposta, un rifiuto del mondo, la paura che esso ci farà male o ci deluderà (Stephen Colbert)

MASSIMO GILETTI “È sbagliato giudicare un uomo dalle persone che frequenta. Giuda, per esempio, aveva degli amici irreprensibili.” (Marcello Marchesi)

FABIO FAZIO “Ammirazione: il nostro cortese riconoscimento che qualcun altro ci somiglia.” (Ambrose Gwinnett Bierce)

CACCIARI “Quando si è parlato molto, si è detto sempre qualche cosa che sarebbe stato meglio tacere.” (Confucio)

VIROLOGI «La scienza è libertà, è soprattutto la possibilità di liberarci dei nostri pregiudizi» (Giovanni Amelino-Camelia)

Il calcio Sky- Dazn parlato

GIORGIA ROSSI (34) la tipica bella presenza Mediaset si è tuffata in mare aperto, se non ora quando? GIULIA MIZZONI (31) ha fatto la gavetta, ha fatto un figlio, dallo studio è passata agli stadi, nell’ultimo anno si è veduta una certa ricerca del look
DILETTA LEOTTA (30) un giorno magari capirà che aver puntato tutto sul fisico mette in ombra una pur discreta scioltezza di linguaggio
MATTEO MARANI (51) è come quegli studenti in grado di esporre bene solo gli argomenti amati mentre sugli altri improvvisa.
PAOLO CONDO’ (63) i suoi pensieri sono meditati e la pacatezza è il vero must DI CANIO (53) profluvio di parole dove esperienze e conoscenze pregresse sono governate dall’amigdala, umori inimicizie e antipatie
CAPELLO (75) fissato con “leadership”, anche in tv “pretende” come da allenatore pretendeva grandi acquisti
DEL PIERO (47)  è più a suo agio quando vuol fare il simpatico alla Celentano, che nelle analisi dove il periodare gli costa fatica
PICCININI (63) una certa eleganza nel commento si smorsa in ovvietà talvolta assertive BUCCIANTINI (47) tante fumisterie e forzati rimandi a buone letture dove si sprecano  “morale”, “etica” e “princìpi”. Il calcio è più semplice di come lo fa apparire MAROCCHI (56) l’uomo dei troppi “perchèèèè…”ANNA BILLO’ (45) presenza discreta e non debordante, e senza amici di famiglia da omaggiare

Domande che tendono a suggerire la risposta

Sono vietate ai testi esaminati nei processi americani. Se le vietassimo ai nostri giornalisti in tv, dovrebbero cambiare mestiere, fanno solo questo tipo di domande. E se non ricevono la risposta che si attendono restano interdetti (3 nomi: Gruber, Mannoni, Bonan a Calciomercato). Ogni domanda dovrebbe servire ai curiosi per capire la realtà, ma se hai in testa già una tesi serve invece solo a ricevere conferme  (domanda tipica: “Mi risponda veloce, si o no?”). Un esempio: D “La tragedia della funivia del Mottarone è dovuta alla avidità?” R “No, alla stupidità” D “Beh, siamo d’accordo, l’avidità è stupida”.

 Tabellino dei commentatori di calcio (17/6/21)

MARIANELLA theking, voto 10 ROGGERO superlativo, voto 10 MARCHEGIANI sereno, 10 MARINOZZI elegante, 9 NICOLODI qualifiziert, voto 9 NUCERA iberico, 8 MINOTTI distinto, 8 PELLEGRINI tempista, 8 COMPAGNONI apoteosidellarete, 8 AMBROSINI onestlavoratorecentrocampo, 8 CALLEGARI (Dazn) tranquillo, 8 PARDO  playstationista, 7 BIZZOTTO (Rai) hockeysulghiaccio, 5 RIMEDIO (Rai) raideroma, 4 CRAVERO prolissiissimo, 3 CARESSA sbrodolato, 3 TREVISANI smisurato, 3 ADANI presuntuosaccente, 1 BERGOMI odi et amo (juve&lippi/pioli) 1 CARESSA & BERGOMI  (Eravamo due amici al bar) Senti, Beppe…Vedi, Fabio RIMEDIO & DI GENNARO siamolacoppiapiùbanaledelmondo

POETICA DI ALTRI CONDUTTORI DI TALK (10/6/21)

L. ANNUNZIATA
La città di domenica/sul tardi/quando c’è pace/ma una radio geme/
tra le sue moli cieche (Mario Luzi)
B. BERLINGUER
Se domani ti arrivano dei fiori/sbagli se pensi a me (Elio Pagliarani)
A. BONAN
Sui gradini un manipolo sparuto/si riscaldava di se stesso (Umberto Saba)
P. DEL DEBBIO
Il grillo disse un giorno alla formica:/”il pane per l’inverno tu ce l’hai,
perché protesti sempre per il vino/aspetta la vendemmia e ce l’avrai” (Orietta Berti)
M. DE FILIPPI
E a me germoglia in cuore/Di spine un bel boschetto;/Tre vipere ho nel petto/
E un gufo entro il cervel (Giosuè Carducci)
B. D’URSO
Lo spirito/della fioritura/s’è abbattuto su di te./
Puoi rimanere/ancora bocciolo? (Rabindranath Tagore)
Paola FERRARI
Andèm sensa savè, cantand i gloria,/e a nüm de quèl che serum resta nient (Franco Loi)
M. GILETTI
Per questo ho imparato/a piantare chiodi/nelle mani./
Ora sono/una persona ferma (Laura Accerboni)
Mario GIORDANO
Mi occorre l’urlo d’uno sguardo/ed oltre la violenza del tuo esistere/
io esigo il gesto d’un tuo riso (Giorgio Manganelli)
B. PALOMBELLI
Stringimi forte che nessuna notte è infinita
i migliori anni della nostra vita. (Renato Zero)
N. PORRO
Giuste membra, vestir semplice eletto;/Ratti i passi, i pensier, gli atti, gli accenti,/
Sobrio, umano, leal, prodigo, schietto;/
Avverso al mondo, avversi a me gli eventi (Ugo Foscolo)
(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO “Scendono i complimenti vivaci degli stradini che riparano” Campana

TUTTE LE FORME DEI TALK ( 31/5/21) CHE TEMPO FA (stendibiancheria verticale estensibile) il conduttore in piedi curva il busto a 90° allargando le braccia, per consentire di esporre al sole con apposite mollette opere dell’ingegno o quasi
DI MARTEDI’ (campo scout) ogni lupetto prima di parlare è costretto ad ascoltare chi lo precede, mentre il capo scout, occhiali calzettoni e pantaloncini, incita: “Alè”
PORTA A PORTA (cerimoniale) la messa officiata da don Bruno che ha accolto (assolto) sempre tutti, compresi lestofanti nani e ballerine smarrite
PIAZZA PULITA (tango argentino) è caratterizzato da tre ritmi musicali diversi ai quali corrispondono altrettante distinte tipologie di ballo. Ad un certo punto irrompe il ballerino Massini emulo di Ovidio Bianquet detto “El Cachafaz”
REPORT (poesia, Giorgio Caproni)
Ora che più forte sento
stridere il freno, vi lascio
davvero, amici. Addio.
Di questo, sono certo: io
son giunto alla disperazione
calma, senza sgomento
OTTO E MEZZO (minuetto, Mia Martini)
È un’incognita ogni sera mia
Un’attesa, pari a un’agonia
Troppe volte vorrei dirti “no”
E poi ti vedo e tanta forza non ce l’ho
(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Radiografia dell’anima dei talk

CARESSA, DAZN, INTANTO BONAN RICANTA (24/5/21) Imperdibile l’ ultimo Club di Caressa per scrutare l’effetto della perdita del prossimo campionato ad opera di Dazn. Comincerà il mercato di trasferimento di tanti logorroici Sky che finora facevano i fenomeni perché competevano con le mummie Rai? Vedremo, prima di spegnere la TV è passato lo spot di Calciomercato col solito Bonan. Che tristezza questi gigioni del calcio parlato sempre intenti ad inventare macchiette -di frascop- LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Invece del calciomercato il telemercato dei gigioni

ACCADEMIA DELLA CRUSCA/NUOVI NEOLOGISMI TELEVISIVI (12/5/21)

FAZIESCO “Stasera sei davvero faziesco!”. Intervistatori con effetto labrador, occhi dolci e coda scodinzolante (cit. AngelaBo)
ADANIENTEDIMENO Commento alle partite di calcio pieno di sessestismo fatto da “uno che quando giocava non sapeva fare tre palleggi con le mani” (cit. Roberto Baggio). Emittente sta per fare un’offerta pazzesca per Calcio senza parabola e seconde voci.
MARIATITUDINE Eterna gratitudine verso chi è riuscita a lanciare nel mondo dello spettacolo gente senza nè arte nè parte. Versione 3.0 del merito col tubo catodico: io ci provo, se mi prende a ben volere, svolto.
SANDRELLITE Il lasciarsi andare o rompere gli ormeggi. Il mistero di attrici che esordiscono a 15 anni, fanno 100 film con i più grandi autori del cinema italiano e a soli 37 anni decidono di denudarsi in un filmetto. Ancora in corso il dibattito degli psicanalisti sulla ragione per la quale lo abbiano dovuto fare.
SILERISMI Pirandellismi in radio e tv di un medico che se riceve domande di medicina risponde come un politico e se gli fanno domande di politica non risponde perchè lui è un chirurgo.
SANTOREDUCISMO L’ostinazione di quelli che vogliono fare tv perchè hanno il diritto di dire quello che pensano. E quando sono senza pensieri vogliono fare tv perchè ai reduci non piacciono i pensieri degli altri.
COSTANZISTI Per fatal combinazione quelli che hanno sempre saputo cosa ci fosse dietro l’angolo

LA BEATA MARIA, DE FILIPPI E LE ALTRE (11/5/21) Ciò che contraddistingue MDF dalle altre conduttrici è la “devozione” e “gratitudine per grazia ricevuta” che tutti i partecipanti alle sue trasmissioni manifestano in eterno nei suoi confronti. Ieri una l’ha definita “distributore di felicità”. Vorrei 1 euro per ogni “grazie” che riceve. Però nei suoi vari ruoli (mamma in Amici; consolatrice-negoziatore in  C’è posta per te; psicologa in Uomini e Donne) lei sa mantenere la giusta distanza dal “prodotto” creato anche se tutti le danno del tu invocandola per nome. Quel suo “star” accovacciata sulla scaletta a Uomini e Donne è il segno distintivo del suo distacco dal campo di gioco e dalle sue miserie. Lei osserva e commenta, non si rotola come una d’Urso qualsiasi nelle storie presentate, il trash/cringe tenta di tenerlo a distanza mentre altre ci sguazzano dentro. Con questo voglio dire che il confronto con le colleghe evidenzia un’evidente differenza di classe e intelligenza  anche se questo incessante generale processo di innalzamento sugli altari può disturbare ogni laico ironico. Comunque, beata lei, chapeau.   

SeNonStoConIlDoppiaggioNonsonoIntelligente? (10/5/21) Caro prof., in Italia c’è un solo argomento impossibile da trattare (non ci provi mai, per carità) sui media e non riguarda politica, religione sesso o diritti. Riguarda i doppiatori italiani, che poi sono 5 famiglie. “Sono i più bravi del mondo” è l’unico pensiero ammesso. Sono come le concessioni balneari, intoccabili anche se l’Europa ci tartassa. Vorrei fare qualche esempio non per confutare il mainstream ma giusto per. Possibile che solo a me non sia mai piaciuta la voce italiana di Woody Allen, il quale nel nostro immaginario è ormai  un imbranato balbuziente invece che ( realmente) un raffinato intellettuale ebreo newyorkese? Tempo fa mi è capitato di ascoltare un bimbetto doppiato a “Beautiful”: roba da ammazzarlo sul posto, così come sono odiosi tutti i  bimbi delle pubblicità e dei cartoni, in genere doppiati da adulti che imitano le voci dei piccoli. Infine due Celebrità: Pino Insegno, apparso spesso in tv (Voice Anatomy): per rendere la voce cavernosa di Jamie Foxx in Django di Tarantino ha fatto una voce grossa e bassa tipo scherzo telefonico! O Roberto Chevalier (1952) con la sua immutabile voce fresca da sedicenne che ancora oggi doppia Tom Cruise (1962) nei vari Mission Impossible. Stanley Kubrick gli mise il veto in Eyes Wide Shut dicendo: “Ma scusate, questo ragazzino non va bene, e andiamo
LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Da noi non esiste la cultura dei sottotitoli. E adesso c’è persino una certa tendenza a rivalutare il doppiaggio ”.

CONTRO LA TV DELL’IMPEGNO
Caro prof., secondo Walter Siti (in “Contro l’impegno”) si sarebbe diffusa l’idea che la letteratura debba promuovere il bene, guarire le persone e riparare il mondo. Forse questa è anche una idea che in tv accomuna molti conduttori di talk televisivi, dai Santoro e Lerner a Gruber, Formigli e Fazio. Essendo loro i buoni ci individuano il cattivo di turno nelle varie stagioni della nostra vita (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO L’analogia è molto interessante, va approfondita. (29/4/21)

LA SUPER LEGA SPIEGATA CON “4 RISTORANTI” (26/4/21) Caro prof., in nome della Sua riserva di follia, non faccia del calcio la comfort zone dove semplifichiamo la complessità perchè viene facile dividere il mondo tra Buoni e Cattivi. Lei conosce “Quattro ristoranti”, ora immagini Alessandro Borghese come se fosse Ceferin dell’Uefa. Intorno allo stesso tavolo quattro imprenditori che si scontrano. Meritocrazia, suvvia. Solo che c’è chi ha investito 100 e chi 1, chi occupa 20 camerieri e chi 2, ma ognuno conta un voto. L’ultima parola ce l’ha Borghese, tranquillo e pagato per fare il regolatore-giudice, che dà pure un incentivo al vincitore. In questa contesa, chi rischia di più? Ora, se un giorno i ricchi escludessero Borghese e facessero una trasmissione tra di loro su un altro network, non sarebbe meritocratico lasciar giudicare gli spettatori invece di scatenare i tifosi? O i “Buoni” sono sempre e necessariamente quelli che investono di meno?
Lo schema ideologico del conservatorismo (oggi demagogico-populista) è costruito su una opposizione. Il Cattivo è sempre il grande, perchè il piccolo è Buono; è Cattiva la multinazionale opposta al locale, sono Cattivi gli interessi economici opposti agli interessi politici. Cambia l’oggetto ma lo schema è sempre lo stesso. (frascop)
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
Penso che il calcio sia sull’orlo del burrone, e non perchè ci sia una divisione fra buoni e cattivi. Ma perchè non ci sono più regole: il fair play finanziario è naufragato, non ci sono tetti agli ingaggi, il ruolo dei procuratori è esorbitante. Così è solo capitalismo selvaggio. Il calcio che ho conosciuto e praticato era altra cosa e penso non sia demagogia.

OSSIMORO: ENRICO VARRIALE MERITOCRATICO (23/4/21) Sulla Super Lega ho sentito su Rai2 il giornalista Enrico Varriale, davanti a Paola Ferrari, invocare la meritocrazia. Molti cronisti e opinionisti di calcio hanno da poche ore scoperto tale principio ordinatorio e pertanto i liberisti aumentano di numero, o sbaglio? Comunque, ha esaltato il “modello Atalanta”. Qualcuno, con il gessetto e la lavagna, dovrebbe spiegargli che l’Atalanta ha venduto negli anni a Milan-Inter-Juve 12 giocatori (200 milioni complessivi) e al Manchester United un diciottenne con 4 presenze (un’operazione da 40 milioni) finanziando così un modello assai virtuoso ma che richiede un mercato di sbocco. Se tutte le squadre fossero l’Atalanta e non ci fossero i ricchi, a chi vendi?

di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO A proposito di meritocrazia, credevo che lei si riferisse a Enrico Varriale. Poi ho capito

LA TV DELLA DOCUMANITA’ (20/4/21) “Anch’io vorrei fare per lavoro il tronista o il corteggiatore dalla De Filippi!” sento dire in giro. Che bello andare in tv per trovare l’anima gemella, pagato (per anni) per poter frequentare in contemporanea due o tre partner. Noi che abbiamo lavorato spesso facendo attività che non ci piacevano, guardiamo con stupore a questi nuovi “impieghi” che il web e la tv diffondono. Diminuiscono i produttori di beni, adesso abbiamo gente il cui lavoro coincide con quello che definivamo tempo libero. L’otium è diventato negotium. Il filosofo Maurizio Ferraris è ottimista, l’ha definita “documanità”. Una umanità nella quale la produzione di documenti (cioè di dati sulle nostre abitudini e consumi e comportamenti) prenderà il posto della umanità produttrice di beni che abbiamo conosciuto. Contadini e operai da catena di montaggio adesso guardano tutti questi umani che non lavorano più e sono solo destinati (o condannati) a consumare e vivere ripresi dalla tv. Spero di aver spiegato perchè Tod’s ha puntato sulla Ferragni. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Perfettamente

TUTTI NOI CATAPULTATI NEL MONDO DELLA TV Nei “Simpson” è apparso una sola volta in un episodio Frank Grimes, un pedante collega di Homer alla centrale nucleare.
E’ un perfetto “self made man”, dopo grandi sventure e una infanzia infelice. Assunto come semplice impiegato pur essendo ingegnere nucleare, Grimes resta sconvolto dalla totale disorganizzazione della centrale e, soprattutto, dalla pericolosa incompetenza di Homer. Egli si rende conto che il suo collega per quanto sfaticato ha una vita soddisfacente del tutto immeritata (bella moglie, tre figli, casa enorme…). L’invidia e la gelosia finiscono presto per roderlo poiché lui ha ottenuto ben poco nonostante i continui sacrifici fatti. Alla fine della puntata Grimes impazzisce completamente e addirittura, per fatale combinazione, muore toccando dei cavi elettrici senza protezione.
Al suo funerale Homer dorme mentre la bara viene calata nella fossa e nel sonno borbotta: “Cambia canale Marge!” (suscitando l’ilarità di tutti).
Matt Groening disse che Frank Grimes rappresenta un uomo del mondo reale catapultato nel mondo dei Simpson, dove non può far altro che impazzire. di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Grandiosa metafora, i Simpson sono il mondo reale in cui viviamo (13 apr 21)

PORTFOLIO VIROLOGI E SIMILI (in ordine alfabetico) MATTEO BASSETTI (1970) Aspetto truce per barba e sopracciglia, ha privilegiato trasmissioni Mediaset, imbarcandosi, come costume della casa, in qualche polemica
ILARIA CAPUA (1966) Il binomio by Florida/Floris ha reso le sue apparizioni in luce, perchè il retropensiero, per noi informati, va sempre all’esilio a cui stampa e giudici l’hanno costretta senza che nessuno si sia ancora scusato.
ANDREA CRISANTI (1954) La sua bonomia gli ha consentito di fronteggiare le offese ricevute (è un zanzarologo!) risultando sempre chiaro e con l’understetement assunto nell’ambiente di lavoro anglosassone
MASSIMO GALLI (1951) L’eccessivo presenzialismo non ha diminuito le doti di assertività e la capacità di argomentare il suo pensiero in ogni occasione
FABRIZIO PREGLIASCO (1959) Per un anno imperterrito con una felpa con il logo di una associazione benefica. Adesso si limita ad un distintivo. Rivedibile per ingenua pubblicità occulta, gesticola troppo sino a nascondere bocca e viso
ALESSANDRO VESPIGNANI (1965) Da Boston il meglio, il fisico italo-americano, noto soprattutto per il suo lavoro su reti complesse, e in particolare per il lavoro sulle applicazioni della teoria delle reti alla diffusione della malattia.
ANTONELLA VIOLA (1969) Da presenza discreta a trucco, parrucco e mise, con padronanza del mezzo. Ancora non gruberizzata

di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO I più bravi sono quelli che non appaiono (8/4/21)

IL PROBLEMA E’ ORSATO O IL TIFOSO VARRIALE? (2/3/21) Caro prof., parlando dell’arbitro Orsato a «90° minuto» lei ha commentato “se gli arbitri non hanno niente da dire è meglio che stiano zitti, come in passato. Ne va della loro autorevolezza”.
Ma una buona intervista non deriva dalle buone domande?
Il tifoso napoletano Varriale ha chiesto di Pjanic, un tifoso juventino avrebbe chiesto del mancato rigore su Higuain a fine primo tempo e così via. Insopportabili questi tifosi da curva pagati per fare televisione, che vadano fuori a sparare fuochi d’artificio vicino agli stadi. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Il problema è Varriale, a prescindere, ma anche Orsato ci ha messo del suo.

IL GIORNALISTA IN TV LO VUOLE IL SUO GIORNALE? (15/2/21) Una domanda alla quale solo il prof può rispondere è la seguente: il giornalista della carta stampata molto presente in tv apporta un vantaggio pubblicitario alla sua testata o solo a se stesso in termini di popolarità?
Se io fossi un direttore di un giornale proibirei ad un mio redattore una presenza molto intensa in tv. Perchè? Per lo stesso motivo per il quale alcune testate non fanno vedere a mezzanotte le intere prime pagine dei giornali in edicola. Ma forse non ho capito nulla di come stanno le cose
(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Solo a sé stesso

LA TV DEL VEDRETE COSE MAI VISTE (27/1/21) Caro prof., lo scrivevo tempo fa, i “percorsi” nei sentimenti di Maria De Filippi attraverso “Uomini & Donne” e “Temptation Islands” avrebbero portato, in questo piano inclinato su cui ci troviamo, a “Naked Attraction (su Discovery) con la jena Nina Palmieri. La De Filippi pensa che i “contatti fisici” vanno immaginati e non visti, che gli ascolti si fanno parlando di cose intime che una volta chiamavamo private (“si può dire?”). Anche i politici italiani pensano che parlare sia meglio di fare. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Dire, fare, lettera, testamento…

ARIDATECE CAROSIO E MARTELLINI, GIA’ PIZZUL PARLAVA TROPPO (12/1/21) Ascoltare le telecronache è diventato un vero tormento, non bastano i 4 attori, telecronista, commentatore tecnico e 2 bordocampisti.
Il fatto è la ripetizione ridondante in ogni telecronaca delle stesse ossessive informazioni. Non c’è nessuno che, per fare 2 soli esempi, appena nomina Verdi del Torino non ripeta che sa giocare col destro e col sinistro, Se uno nomina Vidal deve aggiungere altrimenti muore che Conte lo conosce per averlo già allenato alla Juve. Sarebbe come se in ogni articolo in cui si cita Manzoni si usasse precisare “l’autore dei Promessi Sposi”.
Martellini si fermava ai nomi dei giocatori, oggi siamo passati alla declamazione di Trasfermarkt, alle tesi a dispense dei corsi di Coverciano e a menar il can per l’aia. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Telecronaca con riflessi condizionati

2 EPISODI DEI SIMPSON CHE CI SPIEGANO L’ITALIAN REALPOLITIK (11-1-21) Caro prof. il Suo articolo sulle “profezie” ha reso felici noi simpsoniani per cui Lei sarà d’accordo  di raccomandare agli italiani (si dovrebbero far vedere nelle scuole) due episodi che spiegano bene la realpolitik. “Margie contro la monorotaia” (IV stagione, 1992) ci spiega come e perchè facciamo le opere pubbliche; “Spazzatura fra i titani” (IX stagione, 1997) è attualissima, spiega come e perchè il popolo ha deciso di affidarsi ad incompetenti con tutti i danni conseguenziali (consiglierei di studiarselo a Goffredo Bettini e a tutti quelli che danno sempre ragione al popolo).

LE 2 STORICHE CATEGORIE DEL CALCIO IN TV (7/1/21) Le categorie sono due: personaggi da tv nazionali e personaggi locali. Per capirci subito, Alfredo Pigna e Tonino Carino. Oggi da una parte Buffa, dall’altra Bonan, Orrico e l’intera Rai.
RAI I Bulbarelli, Gentili, Civoli, Scarnati, Volpi sono personaggi da tv locali ma tutto cominciò con Curzi, Biscardi e “Paese sera”. Secondo il prof. sono i frutti della lottizzazione. Aggiungo, forse anche del generone romano.
MEDIASET Si misura con Rai & tv locali pertanto schiera i locali Chiambretti, Monica Bertini e Sandro Sabatini.
SKY GLOCAL. Il problema bipolare di Sky nasce con Massimo Corcione (Torre Annunziata, 1957), 12 anni al vertice Sky sport, il quale cercava i Tonino Carino e Luigi Necco del terzo millennio. Dopo Corcione il nuovo direttore Federico Ferri (Torino, 39 anni) ha delegato a CARESSA ( ex TeleRoma56) tutto il mondo non bianconero. Gasperini e il cognato Giorgio Gori sono capitati a fagiolo. Il mondo del suo sodale Bergomi si ferma alla pianura padana. BONAN cominciò alla fiorentina Rete37 e là rimase, pur rinnovando l’intero guardaroba. Chi ricorda Raimondo Vianello alla Domenica Sportiva sa cosa sia la leggerezza. Ogni gigione che si rispetti in tv fa parlare poco gli altri.
In ogni caso se FERRI scinde le coppie di fatto Caressa-Bergomi e Trevisani-Adani conferma la credibilità acquisita con Buffa.
Sky ha due fuoriclasse nazionali, PORRA’ e BUFFA. Lo sono perchè non sono ipocriti. Secondo Oscar Wilde lo è un uomo che moraleggia, per esempio Matteo Marani (accademico, Bologna, 1970)
Sky ha molti NAZIONALI Marchegiani, Di Marzio, Compagnoni, De Grandis, Marinozzi, Zancan, Nucera, Pellegrini, Minotti, Condò, Anna Billò, Federica Lodi, Roggero, Marianella: sempre misurati, competenti, la virtù della modestia.
Il direttore di Dazn MARCO FORONI per me è l’eccellenza per distacco, quando Sky e Andrea Zappia lo capiranno?
DONNE Il rischio è sempre quello di esagerare con trucco, ritocchi, abiti, luci. Ferrari o Billò? Giorgia Rossi ancora non ha deciso. (di frascop)

LE DOMANDE DI CARAMBOLA DI BONAN (4/1/21) Continua il gioco narcisistico di Bonan a Sky calcio show che ormai le sue domande le fa carambolare su Marocchi o Bucciantini prima di mandarle a buca sull’allenatore in studio. Nella storia della televisione (da Barendson a Tortora, Pigna, Vianello, De Laurentiis) ci sarà un posto per il Granduca di Toscana? Aspettando la sigla nuova di Calciomercato, quando uno se ne va di testa ci vanno di sotto gli spettatori che pagano e soffrono ghirigori e lungaggini (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Un po’ di involuzione c’è.

GIORDANO E TRAVAGLIO RAGIONE E SENTIMENTO (4/11/20) Ieri sera verso le 21 a Otto e mezzo è andato in onda il dibattito più importante del 2020 sulla pandemia. Paolo Giordano contro Marco Travaglio, avvocato d’ufficio del prof. Conte, il temporeggiatore che naviga a vista. Il tema erano i dati su contagi e decessi che da 9 mesi ogni giorno alle 17,30 compulsiamo. Questi dati sono precisi, possiamo renderli più precisi e spiegarli agli italiani? Se sono validi aumenterà la “prevedibilità dei dati futuri”, se sono a casaccio (per es., quanti italiani sono entrati ieri in un ospedale?) non puoi pre-vedere il futuro. Caro prof., questo dibattito tra la razionalità di un fisico abituato al metodo scientifico e il politico Travaglio abituato ad esaltare gli amici e attaccare i nemici, andrebbe salvato e trasmesso ai posteri. Già il prossimo anno ma poi negli anni a venire, riascoltando le due tesi contrapposte, capiremo molto meglio il tempo che stiamo vivendo. Magari scopriremo che Travaglio ha capito tutto oppure nulla (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Ho seguito anch’io la disputa ed ero esterefatto; la tracotanza di Travaglio non ha limiti.

LA MANIA DELLE STORIE (29/10/20) Leggete questa dichiarazione della cantante Emma, una dei 4 giurati di X Factor di quest’anno su Sky : «Blind, Blue Phelix e Santi hanno tutti e tre delle storie da raccontare, ed è questo che mi ha spinto a scegliere loro piuttosto che altri perché hanno personalità artistiche ben delineate e solide». Ormai è una manìa, non si tratta più di capire uno cosa sa fare, ma quale storia può raccontare. Ormai anche un idraulico lo scegliamo sulla base delle storie. Abbiamo cominciato con i politici (“sono l’avvocato del popolo”) e ormai anche ai concorsi pubblici si sceglie sulla base della storia di ciascuno. LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO E’ la grande epoca della narrazione

COSTANZO E DE FILIPPI PER I POSTERI (21/10/20) Caro prof., per la Sua materia annoti per cosa in futuro la coppia verrà ricordata. Francesco Totti ha dichiarato formalmente che su loro consiglio è diventato quello delle barzellette. Chiunque avrebbe raccomandato a Totti di non prendersela per gli sfottò ma non è questo il punto. Il punto è che Costanzo si trova sempre al posto giusto. Per fare la sigla di testa di “Aria condizionata” nel 1966, un certo Morricone gli portò la musica e lui con Ghigo Di Chiara dovette metterci il testo (“Se telefonando”, il “se” lo prese da E se domani). Però resta ancora misterioso quanto il metodo di costruzione di Stonehenge il motivo per cui i grandissimi Scola e Maccari si siano affiancati Costanzo per scrivere Una giornata particolare. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Mistero

IL PERCORSO TEMPTATION (15/10/20) Ho guardato mezzora di Temptation Island. La Marcuzzi lo ha definito Viaggio nei sentimenti. La parola più ripetuta in modo maniacale è ” percorso”. Mi sfugge il significato del termine, in quel contesto, ma perché mi mancano approfonditi studi psicanalitici. Se al posto della Ale ( tutti la chiamano così) ci fosse Recalcati, sarebbe meglio? L’ altra domanda che mi faccio su questo programma e su “Uomini e donne ” è: che lavoro fanno nella vita i protagonisti desiderosi di questo percorso? (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Esattamente dieci anni fa ho scritto per IO Donna la voce Percorso
“Oggi tutto è un percorso. Uno sconosciuto che partecipa a un reality sostiene di aver fatto un percorso. Un delinquente che viene rinchiuso in galera è assoggettato a un “percorso di recupero”. Anche il tossico che cerca di scrollarsi di dosso la scimmia è invitato a un percorso. La vita di coppia è un percorso, di guerra e di pace. Due genitori che intendono adottare un figlio devono compiere un percorso affettivo. Leggere un libro non è più un passatempo ma un percorso di lettura. E ogni aspirante intellettuale deve, ovviamente, aver compiuto il suo bravo percorso culturale. Simona Ventura, nel tentativo di convincere Aldo Busi a restare sull’Isola dei famosi, gli ha parlato di percorso. Di solito, chi si riempie la bocca della parola “percorso” non si smuove mai dalle sue convinzioni”.

BASSETTI O ALTEZZOSETTI? (8/10/20) Ho assistito in diretta al repertorio di smorfie che a “Cartabianca” il prof. Bassetti ha fatto mentre parlava il suo collega Crisanti. Addirittura uno sbadiglio ma, come se non bastasse, si è rifiutato di intervenire quando la Berlinguer gli ha dato la parola. “Ha già detto tutto Crisanti”, reo, ai suoi occhi, di aver parlato troppo. Subito dopo ho cambiato canale perchè mi sono vergognato di assistere a queste sceneggiate di uno scienziato (scienziaggiate?).
Ora vorrei chiedere: se Bassetti alla tv tratta così un collega (magari secondo lui somaro o non so che altro), ve lo immaginate in privato come tratta i poveri malati o gli infermieri o i suoi collaboratori se soltanto osano dire una parola in più? (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSOVogliamo dirlo? Ma che delusione questi virologi, campioni soprattutto di egolatria. Salvo rare eccezioni.

LA TV HA FAVORITO IL POPULISMO? (2/10/20) Secondo Pietro Folena siamo diventati la patria del populismo anche a causa della comunicazione degli ultimi 20 anni. I canali televisivi, pubblici e privati, hanno alimentato «una cultura popolare basata sulla contrapposizione ideologica tra “Piazza” e “Palazzo”, “popolo” e “casta”».  In altri Paesi democratici europei ci sono al massimo un paio di trasmissioni politiche alla settimana, in Italia ce ne sono tantissime ad ogni ora del giorno, su tutti i canali. Lo schema è sempre quello. I progenitori sono stati Funari con “Aboccaperta” (1981-1987) e Giuliano Ferrara con “Linea Rovente” (1987) e la TV spazzatura, “Striscia la notizia di Antonio Ricci”. Secondo me “Striscia” non c’entra nulla e Folena si è dimenticato colpevolmente Santoro il quale non a caso nel suo ultimo atto ha tirato la volata a Travaglio. LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO
Striscia c’entra, eccome. Credo  invece c’entri poco  Giuliano Ferrara

CHE LAVORO FAI? IL TIFOSO (1/10/20) Alcuni albanesi sbarcati in Italia tanti anni fa dissero di essere stati colpiti dalla ricchezza del nostro paese dopo aver visto la pubblicità in tv del cibo per gatti e cani. Ma la cosa più incredibile di noi italiani è la possibilità di far diventare un lavoro remunerato il semplice tifo. Ci sono tifosi espliciti (Mughini, Auriemma o Chiambretti per il calcio) e quelli impliciti (Capezzone, Paola Tommasi per la politica o interi programmi branded content) ma in ogni caso la nostra tv dimostra che per trovare un’ occupazione  in Italia occorre esser tifosi. Non c’è bisogno di salire sul carro dei vincitori, il proporzionale insegna il valore dell’utilità marginale. L’affiliazione mafiosa o pidduista rientra in questa nostra cultura (di cui il familismo amorale è solo un settore) semplicemente idiota. LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Per i greci, il “typhos” era il vapore, il fumo, la febbre con torpore. Non monetizzabile.


IL CALCIO COME NON S’ERA MAI VISTO (10/9/20) Per gli appassionati di calcio è disponibile su Amazon la serie “Totthenham all or nothing” che documenta la stagione appena conclusa della squadra in Premier League. Nessuna voce fuori campo, solo montaggio. Per la prima volta una telecamera mostra l’altra faccia della luna, il lavoro dietro le quinte di un allenatore, Mourinho, e del suo team. Massaggiatori, medici, magazzinieri, riunioni tecniche, allenamenti, presidente, c’è tutto visto da vicino e ripreso in diretta nel racconto di un campionato intero. Un vero documentario dove la realtà supera l’immaginazione e non sempre è più bella. Certo, quando uno vede i campi, le attrezzature e gli ambienti inglesi (siamo a Londra) capisce che quel football è un modello ancora ben lontano dalle nostre gestioni artigianali.(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO E prima ancora ci fu “All or Nothing: Manchester City”. Il racconto dello sport da parte delle piattaforme streaming è un fenomeno interessante degli ultimi anni.

UNA COMUNITA’ VIRTUALE E GENTILE (7/9/20) Caro prof., questo Forum Le assomiglia perchè è la sua casa e noi siamo i suoi ospiti. Bussiamo e quasi sempre ci viene aperto. Dobbiamo avere rispetto per il padrone di casa che ci accoglie e quindi, per dire, non possiamo mettere i piedi sui divani e cose del genere. La vorrei ringraziare per il tempo che ci dedica, per la sua ospitalità, per i suoi insegnamenti, per la sua misura e per la possibilità che ci dà di esprimere i nostri pareri. Siamo una comunità virtuale e, grazie a Lei, gentile. Di questi tempi non è poco.(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Grazie a tutti voi

(14/8/20) ALDO GRASSO/ UNA COMUNITA’ VIRTUALE CHE MISURA IL SENTIMENTO VERSO LA TV Ne parlo ora, perché il Forum è in vacanza e non c’è possibilità di parlarsi addosso. Il Forum è quello di TeleVisioni, è nato quando è nato il Corriere online, quando non c’erano i social, e conserva ancora alcune regole di buon comportamento: non ci si insulta, non è tollerato il linguaggio da trivio, ogni giudizio, nel limite del possibile, va motivato. Ma ognuno è libero di esprimere il proprio parere: non ci sono pregiudizi, non ci sono campagne a favore di quel programma o di quell’altro, o contro quel conduttore o quell’altro.

Ci sono alcuni lettori del Corriere che scrivono sul Forum da una quindicina d’anni. La nostra è una comunità virtuale e tale resterà.

Perché parlo del Forum? Per una ragione semplice: costituisce un’occasione giornaliera di confronto, un’occorrenza da cui trarre nuovi pretesti e spunti, un termometro per misurare ciò che Auditel non può misurare: un sentimento nei confronti della tv. «Restiamo umili», secondo il prezioso consiglio di Checco Zalone. Anche nei Promessi sposi l’autore rivolge di frequente la parola al suo lettore, o meglio, ai suoi «venticinque lettori» come li definisce nel primo capitolo: «Pensino ora i miei venticinque lettori che impressione dovesse fare sull’animo del poveretto, quello che s’è raccontato». Parla da pari al lettore e gli chiede di ricompensare la sua «fatica» di scrivere impegnandosi nella lettura, partecipando cioè all’interpretazione degli eventi.

Tutti sono in grado di parlare di tv: è come parlare del tempo, di calcio, di Covid. Per dire qualcosa di intelligente bisogna fare uno sforzo e questa è la cosa più gratificante per chi governa il Forum, per chi lo legge. Provare ogni mattina lo stupore di una lettura diversa in un luogo di confronto dove è difficile impancarsi a giudice supremo (tutti qualche volta sbagliamo). Non sempre la tv è sensata, ma è più facile cercare di capirla insieme.

LAMENTOSI  RECRIMINANTI (22/7/20) L’allenatore Conte, dopo tutte le squadre che ha girato, è facilmente inquadrabile nell’italiano medio.Quando vince si presenta davanti alle telecamere rilassato e sorridente, quando non vince deve prendersela con qualcuno (dopo il pareggio contro la Roma: “calendario folle contro di noi, se devono tirare uno schiaffo lo tirano all’Inter”). Il “re-criminare” (il prefisso “re” in Italia invece che “indietro” significa ormai “ripetizione costante”) è lo sport nazionale e riguarda  tutti, qualsiasi lavoro uno faccia. Sto aspettando da decenni un ponderoso libro serio su LA RECRIMINAZIONE (lamentarsi di ingiustizie subite o di un fatto accaduto) attraverso il quale un acuto intellettuale ci illumini su cosa fare per poter mandare a quel paese tutti quelli che sono sereni solo quando vincono e tutti gli battono le mani.Tutti salgono sul carro dei vincitori per non ascoltare le lamentele  dei perdenti LA RISPOSTA DI ALDO GRASSO Temo che la recriminazione sia lo sport nazionale. La colpa è sempre di qualcun altro

(16/7/2020) LA TV CHE ABBASSA IL TIRO L’excursus storico del forumista Luigi Rancati propone che forse Bernabei era un grande davanti alla tv di oggi. Sicuramente lo erano Falqui, Sacerdote, Zavoli, Bongiorno ecc…Magari in futuro anche Baudo e la De Filippi saranno rivalutati, è probabile, il progresso fa spesso inversioni ad u. Però, pur lasciando ai posteri l’ardua sentenza, ogni autore esprime quel che ha in testa. Fabio Volo ha successo perchè intercetta tanti lettori che gli assomigliano, così Veronesi. Zalone esprime se stesso per intercettare i gusti del pubblico, piace a quelli come lui, che magari disdegnano un film di Moretti. Pertanto, per fare un esempio attuale, la De Filippi (mettiamola così per non usare iperboli) non è una intelligente o furba che dà allo spettatore medio quello che vuole (abbassare il tiro è la maledizione della tv…), non sposta i confini del sopportabile, ma è in sintonia con i gusti, il cervello, l’immaginario del suo pubblico. Se la tv è uno specchio, MDF rispecchia il suo pubblico, che si ri-conosce in lei. E’ la domanda che crea l’offerta. In Rai invece è chiaro che un dirigente di rete, messo lì da un deficiente, affida i programmi accuratamente ai suoi simili, tanto poi anche se ha successo lo cambiano. Siccome l’intera Italia politica non ama il libero mercato, qualche consumatore si mangia questa minestra e al massimo dialoga con Grasso.(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Neanche più il dialogo, oggi. Solo insulti.

IL MARCO BUCCIANTINI (14/7/20) Bucciantini, il toscano sodale di Bonan, è onesto, cortese, con buone letture alle spalle. Come al solito il problema non è “cosa” si dice ma “come” lo si dice. La categoria di dispositivi retorici che egli utilizza parlando con allenatori e calciatori che gli piacciono è il “pathos”, per fare appello alle emozioni. Enfatizza ogni dettaglio elevandolo a simbolo di valori, etica, princìpi. E poi costruisce santini. Bucciantini insomma come critico è l’esatto contrario del nostro professore, sempre essenziale, secco, tagliente. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Aspettiamo ancora che Bucciantini ci spieghi perché Sky Sport parla solo di alcune squadre e non di altre.

LA POLITICA AZIENDALE DEL CLUB CARESSA (6/7/20) Il Club di Caressa è un utile esercizio di comprensione del confronto di idee italico. Caressa assegna i ruoli identificandosi nella politica aziendale alle prese con un difficile rinnovo contrattuale con la Lega. Di tanto in tanto ricorda che essendo cognato di Gori non può che ammirare l’Atalanta di Gasperini. In realtà è romanista ma adesso fa la parte del napoletano e ama l’amico di tutti, Gattuso. Costacurta fa la parte dello juventino, lo slabbrato Bergomi dell’interista, Di Canio e De Grandis dei laziali. Fino a due anni fa Bergomi & Caressa erano “Maurizio qui, Maurizio lì”, adoravano Sarri, ma il maestro oggi è come il ricordo di un amore giovanile. In questo teatrino di personaggi che recitano parti assegnate a tavolino, restano se stessi Marchegiani, Condò e Cambiasso. Con la partecipazione straordinaria di Capello, dall’alto della sua prosopopea e Del Piero dalla città degli angeli, Sky, che in Germania in 10 giorni si è accordata con i club tedeschi per ora e il prossimo campionato, è un concentrato delle furbizie italiche. Intendiamoci, il Club è solo un teatrino, in realtà una disamina dei presidenti di calcio di serie A sarebbe la vera dimostrazione scientifica di cosa sia diventato questo nostro paese dove i veti impediscono ogni decisione (cit. Panebianco) di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Il club, come tutti i club, è fatto solo per chi vi partecipa.

I 2 PARTITI DEI SANITARI (1/7/20) Dopo 4 mesi i medici italiani hanno rotto gli indugi arruolandosi nei due storici partiti già enunciati da Umberto Eco nel 1964. Da una parte Galli, dall’altra Zangrillo. Tutti gli italiani con mascherine al braccio che si godono spensierati movida e assembramenti si fidano di Zangrillo, sempre al fianco di Berlusconi e quindi più comprensivo per i “festaiuoli”. Crisanti non a caso dice a Zangrillo: troppa euforia.(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Apocalittici e integrati.

L’AVVELENATA DI BONAN AGLI ALLENATORI (25/6/20) So quanto Bonan piaccia al professore, ma per me resta un “gigione”, come nel linguaggio teatrale chiamavano l’attore che tende a “strafare”. Adesso ha modificato l’intervista post-partita all’allenatore, il quale una volta rispondeva alle domande dei giornalisti. Con lui ora è costretto, prima di aprir bocca, ad ascoltare un dibattito in studio tra i sapientoni. Arriva il malcapitato, magari arrabbiato per la sconfitta (ieri Inzaghi della Lazio). Bonan lo saluta e fa una domanda a Condò, poi interviene Costacurta, Bonan fa la sintesi e chiede al mister se sia d’accordo. Per 5 minuti l’allenatore rimane in silenzio ad ascoltare. Il gigione è sadico, è necessario che per l’incremento della cultura calcistica nazionale questi allenatori vengano sottoposti a tale prova? Consiglierei loro una risposta-tipo secca ma all’altezza: Così è se vi pare. Oppure, siccome Bonan tra l’altro è anche cantautore, forse sarebbe meglio un: Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Devo dire mi piaceva? Sì, il teatrino non funziona nel dopopartita.

BORDOCAMPISTI E CORRISPONDENTI (24/6/20) In tema di smart working qualcuno mi dovrà spiegare che senso ha mettere due giornalisti accanto alle panchine di calcio per riferirci le cose che hanno letto sui giornali e l’idea che si fanno captando alcune voci. Non parliamo poi di quelli da anni stanziati nelle sedi estere per dirci quello che ormai possiamo leggere sulle edizioni on line dei giornali esteri.(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Il bordocampista sarà studiato alla Bocconi come esempio di creazione di un posto di lavoro.Non si sa quanto utile.

PIVETTI PERSONAGGI IN CERCA DI AUTORE (8/6/2020) La Pivetti dalla versione “mistica” di presidente della Camera a quella “fetish” a quella del “know how” ci ricorda una grande verità: chi cambia spesso e velocemente o è Brachetti oppure un impostore. Alla prima rappresentazione dei “6 personaggi” di Pirandello furono molti gli spettatori a contestare la rappresentazione al grido “Manicomio! Manicomio!”.

CRITICI IMPRESSIONISTI QUINDI INDULGENTI  (8/6/2020) Un critico culinario mangia una volta sola in un ristorante e lo proclama stellato (e se vi tornasse ogni giorno?). I critici letterari e cinematografici sono accurati con gli autori prediletti. Con la tv (Lei è la nostra felice Eccezione) succede lo stesso. Le serie tv ne sono un esempio. Sono recenti i numerosi commenti (uno per tutti, Natalia Aspesi) sui 30 anni di Beautiful. Presumo che molti abbiano visto le puntate del primo anno (della serie: eravamo giovani) e non degli ultimi cinque. La soap è via via diventata  una terribile puttanata forse per economie di scala: magari gli sceneggiatori ora li pagano con cestini da viaggio. E’ credibile essersi sciroppati  per intero e parlare a ragion veduta dei Montalbano, del tenente Colombo o dello stupendo Homeland, ma sulle serie tv i critici si arrangiano, così come fanno con i programmi della d’Urso, De Filippi, Venier: giudizi basati su visioni di mezzora. Prendiamo il caso dell’ape regina. L’inconsistenza della De Filippi si rivela seguendo per intero il suo “Amici speciali” sino alle 0,50, sorbendosi gli imbarazzanti siparietti “comici” con Ferilli, Zerbi, Scotti, Panariello; e tutte le canzoni di Giordana Angi con il “recitato” incorporato (da cantautorato pesante). Naturalmente parlo come fece Giulio Cesare davanti agli asparagi serviti con il burro e senza curarmi degli indici di ascolto.

PALOMBELLI (21/5/20) Barbara Palombelli rappresenta davvero una tipologia del giornalista italiano. Prima incendiario poi pompiere infine attendato in comfort zone. Da instancabile cronista a caccia di notizie a titolare di rubriche infine visibile in tv. Scrivere è molto più faticoso e impopolare che parlare in tv, la Palombelli, una che ha lavorato nei migliori giornali e periodici italiani, lo ha capito. Si mise in luce per qualche parola che riuscì a strappare all’allora potente Ciriaco De Mita, rintracciato a bordo piscina, dove la giovane cronista si presentò in bikini. Non sottovalutatela mai. (di frascop) RISPOSTA DI ALDO GRASSO Mai


GLI INCOMPRESI E I LORO AEDI (11/5/2020) Il fatto che molti famigerati detenuti, incarcerati per i peggiori crimini, ricevano spesso lettere da loro ammiratori contenenti apprezzamenti amorosi o sessuali, va sotto il nome di ibristofilia (o complesso di Bonny e Clayde). Gli psichiatri invece ancora non hanno dato il nome ad un fenomeno italiano che riguarda specificamente stampa e tv. Questi due medium ospitano volentieri gli aedi di alcuni personaggi deteriori che essi intendono far passare per “incompresi”. Faccio tre soli nomi (di una schiera numerosa): Balotelli, Corona, Morgan. Se non ricordo male era Flaiano che ai confessori preferiva gli psicanalisti. Per il confessore è sempre colpa tua, per uno psicanalista è sempre colpa degli altri.(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Fabrizio o Mauro Corona? O entrambi?

PERDONALI, TOM YORKE (11/5/2020) Che il nostro sia un paese ridicolo e senza speranza lo dimostrano i David di Donatello 2020. Per la migliore canzone originale ha vinto Diodato con la canzone Che vita meravigliosa, tratta dal film La dea fortuna di Ferzan Ozpetek (!). Ha perso una leggenda della musica internazionale, il leader dei Radiohead, in gara per “Suspiria” il remake di Guadagnino. E’ come se per un premio letterario Fabio Volo fosse stato preferito a Philip Roth. Gaber diceva, io non mi sento italiano. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Ma lei crede ancora ai David?

I 120 OSPITI INCALZATI DA FLORIS (6/5/2020) A me il Floris ossessionato da ritmo e velocità procura tensione perchè mi immedesimo in ogni ospite costretto a dire una frasetta prima di essere interrotto. Floris è come quel giocoliere che fa girare dieci piatti in contemporanea sulle aste, è la gatta presciarola della nostra tv. Da qualche settimana l’unica che ha licenza di parola è la dott.ssa Gallavotti, una sorta di intervallo a cui hanno costretto Floris il tagliacorto. Non capirò mai i 120 ospiti costretti alla brevità, se ne invitasse la metà non dovrebbe umiliare ogni volta il Gattinoni di turno. Alè (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Gatta presciarola, non male.

POLITICA E TV CON LA VISTA CORTA (20/4/2020) Citando il prof., la televisione “è insieme specchio e ànfora di un paese”. L’ànfora forse è finita con il maestro Manzi? Sgarbi, ieri sera da Giletti, ma tempo fa è stato pure da Formigli, va in tv per esibirsi nel suo cavallo di battaglia, ad un certo punto sclerare. Così come Massimo Ranieri appena appare in tv canta “Rose rosse” (l’avrebbe dovuto fare anche in versione Eduardo). Solo che le prime liti di Sgarbi con D’Agostino e Bongiorno sono del 1991, e dunque sono 29 anni che la tv e la politica italiana sono ormai schiave dell’indice di ascolto (e dei voti).(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Purtroppo è così.

PERCHE’ NON SI STUDIANO THE CROWN ? (26/3/2020) Il medaglione agiografico su Alberto Sordi, di cui il professore ha parlato, forse era costruito su episodi realmente accaduti. Solo che non basta sommare episodi veri per raccontare un personaggio pubblico famoso. L’ho scritto più volte, ma ogni volta mi sorprendo di come sceneggiatori esperti dimostrino di non aver visto neppure un solo episodio di una serie tv come “The crown” sulla famiglia reale inglese (ben 4 stagioni). Non si può raccontare la vita di uno famoso e popolare se non hai trovato prima il suo tarlo interiore segreto. E’ il mestiere di un drammaturgo. Il mestiere di Peter Morgan (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Elementare, Watson!

LA FUTILITA’ CHE MASSINI HA SALTATO (16/3/2020) Stefano Massini spiegando le dieci cose che cambieranno dopo il virus ne ha saltata una (la sesta). Allora inserisco la mia: il calcio. Non si può vivere senza. Quando tornerà lo ameremo di più. Ma sapete perchè? Perchè tra tutte queste cose importanti ce ne vuole una futile. Senza una dose di futilità non si può vivere, ognuno deve impiegare il cervello talvolta (non sempre) in cose futili così il cervello si distrae. Ti puoi addormentare pensando al coronavirus e alla paura? No, pensi a cose stupide e ognuno coltiva le sue. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Giusto.

IL FORMAT JOHN OLIVER (3/3/2020) Mi chiedo sempre perchè i nostri grandi quotidiani ormai consapevoli di dover muoversi oltre il cartaceo non si studiano bene il format di un comico come il britannico John Oliver (guardate “Last week Tonight” sul Coronavirus). Un late-show che lui definisce: “spettacolo, non giornalismo”. Però ogni settimana in un programma di 30 minuti un segmento di circa 15-20 minuti lo dedica all’approfondimento rigoroso di uno specifico argomento. Diego Bianchi “Zoro” fa il contrario, un lungo viaggio autarchico per incontrare persone. L’unico che potrebbe tentare è Crozza se, invece di commentare a posteriori titoli di giornali, mettesse la Gabanelli a capo di una squadra di autori per produrre venti minuti di approfondimento originale insieme con le sue imitazioni. “Le jene” vorrebbero praticare il genere ma mentre Oliver va alla ricerca della verità attraverso confronto tra tesi e antitesi, loro amano il sensazionalismo perciò si scelgono la tesi e la propongono oscurando le critiche (si veda il caso Brizzi). di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO John Oliver è un gigante  e quel tipo di “comicità seria” non ci appartiene.

MA L’AMICO NON CI FA PIU’ RIDERE (10/2/2020) Caro prof., l’unica cosa che non condivido con Lei è il “divertimento” che Fiorello ci donerebbe. Cominciamo dalla fine, dall’incredibile ultimo segmento di sabato del Festival (dall’una in poi mentre Sky annunciava già chi aveva vinto) in cui Fiore è stato lasciato solo ad improvvisare ed è stato imbarazzante come quando lo guidava Maurizio Costanzo.  Capisco il suo fedele apprezzamento del fuoriclasse Fiorello ma ormai non fa più ridere da quando 11 anni fa fece il tormentone di La Russa, Quasimodo e Califano (con gruppo creativo Giampiero Solari e Rubino, Bozzi, Cassini, Di Risio, Taddia…). Senza autori validi resta solo un animatore da villaggio vacanze e quest’anno l’unica battuta che ha fatto è stata: si entra Papa e si esce Papete.Anche Benigni si è intristito dietro le meraviglie del mondo

LA POLITICA DEL CRITICO ADANI (4/2/2020) Caro prof., ma Adani è un critico? Come Mereghetti, Cordelli, D’Orrico o Lei? Oppure è un ex salito in cattedra solo perchè un signore di Sky lo ha pescato dal mazzo? La baruffa con Allegri non è, come si legge, la diatriba tra bel gioco vs risultatismo (apocalittici e integrati). Chiama in causa, per questo ci interessa, non la predica ma il pulpito, la tv, dove il personaggio televisivo, così come sui social, parla ormai non a tutti ma solo al “suo” pubblico. Nell’”isola degli ex famosi” presuntuosi come Orrico e Adani (il precursore fu Agroppi) hanno capito che la popolarità cresce se affrontano bersagli grossi ( devi criticare Allegri o Mourinho, non Maran o Iachini). Sky ad Adani non lo può più mandare via perchè i fans protesterebbero (per Mauro e Vialli non ha protestato nessuno). E’ politica anche questa. La cosa più difficile di tutte: saper prendere in giro il tifoso che è in ciascuno di noi (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Adani è un critico, molto preparato. Spesso si attorciglia su sé stesso e deve ancora a capire i tempi televisivi.

I DEMENZIALI TITOLI ITALIANI DI FILM STRANIERI (31/1/2020) Caro prof., si dovrebbe fare una campagna seria (una volta per tutte) su un argomento che Lei di certo conosce bene. Esistono da molti anni decine di siti che hanno sollevato il problema ma i distributori italiani di film stranieri persistono con la loro demenziale pretesa di non rispettare il titolo straniero (spesso di veri capolavori e di grandi Autori). Per dire, in Italia lo stupendo “Eternal sunshine of a spotless mind” (verso tratto da “Eloisa to Abelard” di Alexander Pope) fu ucciso dal frivolo titolo “Se mi lasci ti cancello”; “The sound of music” (difficile tradurlo?) diventò “Tutti insieme appassionatamente” e via così. In questi giorni “21 bridges (21 ponti)” è diventato “City of crimes”; “Just mercy (Solo pietà)” è diventato “Il diritto di opporsi”. I distributori intendono spiegare ai potenziali spettatori il contenuto del film straniero. Però per gli italiani la regola del “contenuto” invece non vale, per fare un unico esempio “Come un gatto in tangenziale”.(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Dal 1970 porto ancora la ferita per lo scempio fatto a uno dei miei registi preferiti: Truffaut. Il suo “Domicile Conjugal divenne Non drammatizziamo… è solo questione di corna

IL SORRENTINO FELLINIANO CHE PENSA AGLI AMERICANI (28/1/2020) Nel 2001 ho visto il primo film di Paolo Sorrentino, “ L’uomo in più”. Per me fu una rivelazione anche se aveva incastrato due storie in un solo film per paura che fosse il primo e ultimo. Raccontava la storia intrecciata di Antonio Pisapia, un calciatore come Di Bartolomei (della Roma) e Tony Pisapia, un cantante caduto in disgrazia. Dal 2011 Sorrentino pensa invece a contenuti internazionali che possano interessare gli americani. La vita, il peccato, la morte, il sesso, la religione. La bellezza, Roma, Venezia. Poi li racconta in maniera felliniana (animali, mostri, ballerine, sesso) ma senza Rota. Sorrentino è un rocker (guardate le sue basette). Secondo me ha pensato al Vaticano perchè a Fellini tutti avrebbero voluto chiedere (lo ha anche detto Bellocchio) “Ma tu ci credi in Dio?”. Vorrebbe inoltre che le frasi dei suoi personaggi diventassero aforismi come quelli di Karl Kraus. Esempio: “E’ raro che mi serva di minacce. La minaccia è uno strumento volgare del crimine organizzato e noi non siamo criminali. Questa è la nostra percezione e la percezione, mio caro Feisall, quella è tutto mentre il resto è una prerogativa di quella monotonia che i sempliciotti si ostinano a chiamare realtà”.
Con le grandi serie tv (da Lost a Breaking bad) il Fellini redivivo c’entra poco. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Che non ci sia Rota, secondo me, è un vantaggio.

LA SANTA PAZIENZA DI SEVERINO Una intervista da non perdere è quella che il filosofo Emanuele Severino rilasciò (maggio 2019) su TV2000 (sul web). La giornalista cattolica Monica Mondo non faceva domande (così fan tutti) ma voleva commenti alle sue affermazioni ( incurante del secolare confronto tra religione e filosofia). Tipo: Lei ha nostalgia della sua educazione cattolica. Per tutta l’intervista Severino spiegava, l’allieva non capiva nulla e il filosofo rispiegava con santa pazienza. “Quando lei mi chiede che cosa mi piace dell’uomo, le ho risposto già prima…”. Ad un certo punto Severino le spiega che il Cristo che siede alla destra del padre si è “addossato” i peccati del mondo e questo significa che è stato davvero un peccatore (senza l’errore non ci sarebbe la verità). Allora si vede la Mondo che sta per svenire. Che pazienza, Severino, che umiltà. Una lezione per tutti, per capire la sua ricerca della verità, una mente con cui nemmeno una laureata in lettere classiche poteva dialogare alla pari (frascop 22/1/2020) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Da rivedere subito!

PERSONAGGI TV SPIEGATI DAI FILM Diego Bianchi Zoro: Corvo rosso non avrai il mio scalpo (Pollack, 1972)
Bianca Berlinguer: La lettrice ( Deville, 1988)
Lilli Gruber: La finestra sul cortile (Hitchcock, 1954)
Sgarbi: Aguirre, furore di Dio (Herzog, 1972)
Maurizio Costanzo: Da qui all’eternità (Zinnemann, 1953)
Renzo Arbore: L’oro di Napoli (De Sica, 1954)
Marzullo: Il grande sonno (Hawks, 1946)
Vespa: Non aprite quella porta (Hooper, 1974)
Michele Santoro: Deserto rosso (Antonioni, 1964)
Barbara d’Urso: Quel gran pezzo dell’Ubalda (Laurenti, 1972)
Federica Sciarelli: Una vita difficile (Risi, 1961)
Mara Venier: La venexiana (Bolognini, 1986)
Alfonso Signorini: I soliti idioti (Mandelli, Biggio, 2009)
Mario Giordano: Tre passi nel delirio (Vadim, Malle, Fellini, 1968)
Maria De Filippi: L’ape regina (Ferreri, 1963)
Fabio Caressa: Il tè nel deserto (Bertolucci, 1990)
Silvia Toffanin: Io la conoscevo bene (Pietrangeli, 1965)
Carlo Conti: Faccia da Picasso (Ceccherini, 2000)
di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Dissento solo da Gruber. La finestra sul cortile è un capolavoro assoluto. (20/1/20)

DISCORSO ” SI E’ SEMPRE FATTO COSI'” Dovremmo dare un nome al format “discorso di fine anno del Presidente della Repubblica”. E’ registrato, montato, ma si continua ancora a far credere (con la locuzione “a reti unificate”) che sia in diretta. Poi c’è questo obbligo politico di dover parlare di tutto, senza tralasciare niente in 15 minuti e questo rituale costringe lo staff della comunicazione a cercare snodi, agganci, rimandi. Tutto perfetto, l’operazione riesce ma resta un rituale senza anima che diventerà “umano” quando un capo dello Stato, pur registrando il messaggio, avrà il coraggio di dirci: cari italiani, in quindici minuti non posso parlarvi di tutto, perciò stasera ho pensato che dedicherò qualche breve pensiero solo a….(giovani; donne; forze armate; Europa; ambiente…). Ma anche questo in Italia (si è sempre fatto così…)  non si può fare, passano gli anni e dal messaggio di fine anno si passa direttamente a Malgioglio. Malgioglio sempre presente su Rai 1 è il vero messaggio ai giovani: se nella vita non sapete fare nulla di nulla, neppure parlare, potete lo stesso avere una carriera televisiva

MES QUE EN CLUB The pretenders. E noi, niente?
Noi continueremo a fare quel che facciamo da anni, leggere il Corriere cominciando dall’ultima pagina. Tanti cari Auguri al prof e al suo club. Més que en club
di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Grazie.

MEGLIO MINA CON LA CEDRATA ( 20/12/2019) Per decenni Mina disdegnò le “reclame” e prestò la sua voce solo per una cedrata. Oggi, non ne conosco i motivi, imperversa con una ditta che noi calciofili siamo costretti da anni a subìre come se non bastasse il Sanremo. Il fatto è che di una canzone di Mina si prende un pezzettino che per noi diventa un jingle ossessivo. A ciò si aggiunga infine che Mina in versione Mida ritiene di poter cantare tutto, da Tozzi a “La la land” a “That’s life”. Per me è l’Unica Cantante italiana ma si sta impegnando a far diventare l’assenza ingombrante.  LA RISPOSTA ALDO GRASSO L’unica cantante Italiana Svizzera

THE PRETENDERS (18/12/2019) 1- Con libere elezioni si scelga un governo che governi per 5 anni e un’opposizione che si opponga;
2- Ogni questione politica controversa venga decisa per radio da Enrico Mentana nei suoi 100 secondi;
3- L’intera sessione di bilancio venga definita durante una puntata di Porta a Porta;
4- I grandi misteri italiani vengano svelati da Paolo Mieli in La grande Storia;
5- Rai 1 venga affidata al governo, Rai 3 all’opposizione, Rai 2 a Freccero.
“Scusate la volgarità” (cit. Non ci resta che piangere) di frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO E noi, niente?

SUI MONTI DI PIETRA PUO’ NASCER UN FIOR (9/12/2019) Guardiamo la tv e seguiamo il prof con grande interesse perchè Egli, per non diventare un Saviane, si impegna a scovare qua e là Camurri, Fiorello, Fiamma Satta, i Medici, Stumptown, qualcosa che possa indicarci come meritevole, mentre noi siamo sommersi da talk, soliti noti, trash, biopic e programmi pensati per gente che vuol soltanto vivere nel passato. Mi torna in mente una canzone di Morandi, proprio quando ieri su Netflix ho goduto il miglior film (per me) del 2019: “Storia di un matrimonio” di Noah Baumbach. So che piacerà anche al prof… meno male che tanto buon cinema lo produce adesso la tv. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Dai diamanti non nasce niente, dal letame…

I NOSTRI ARBITRI TORVI E RESPINGENTI (3/12/19) Caro prof, Lei che segue il calcio avrà notato che si parla molto di Var e poco della fisiognomica dei nostri arbitri. E’ una antica questione culturale che comincia sin dall’arruolamento degli stessi nei campionati minori (diventa arbitro, avrai una tessera gratis per tutti gli stadi). Nessuno spiega mai ai giovani cosa significa “saper dirigere” un gruppo (non puoi ammonire al primo fallo veniale e dopo un minuto!), l’autorità e la credibilità del “ruolo” (in campo così come in azienda) l’ottieni se non sei respingente ma dialogante, sorridente e non torvo. Basta guardare gli arbitri inglesi per capire che i nostri sono convinti che devono comandare, urlare e mai spiegare nulla. Ecco perchè pretendono che il Var non tolga loro potere. L’associazione arbitri dovrebbe essere guidata da manager esperti di gestione delle risorse umane e leadership, non crede? (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Sì, mi sembra un’osservazione da condividere pienamente.

THE CROWN 3 STREPITOSA La mia curiosità è: per esempio Umberto Marino, i suoi autori Roberto Jannone, Francesco Massaro e Franco Bernini, prima di scrivere “Piaggio, un sogno italiano” si sono mai visti “The crown” del britannico Peter Morgan (1963)? Adesso che è appena uscita su Netflix la terza stagione, consiglio loro per fare in fretta magari solo la seconda puntata, che parla della principessa Margaret. Anche di un personaggio sul quale il pubblico italiano anziano sa tutto si possono approfondire le contraddizioni, i drammi, le ambizioni, i vizi, le rivalità. Sino a trasformare una fotografia in un oggetto tridimensionale. In altri termini il drammaturgo vero racconta personaggi e li approfondisce nei suoi drammi interiori, gli italiani accumulano episodi e fanno santini. Gli anni passano ma la tv italiana continua così nei suoi ritratti edificanti di santi eroi imprenditori, con gli stucchevoli Alessio Boni, Beppe Fiorello, Favino. Non voglio fare l’esterofilo a tutti i costi ma le strepitose Olivia Colman e Helena Bonham Carter sono la ciliegina sulla torta di una sceneggiatura magnifica e devono ringraziare Morgan per l’occasione che ha dato loro.(di frascop)LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Un po’ di umiltà farebbe loro tanto bene.

ECCELLENTI TIFOSI Bologna– G. Morandi; Torino– Grasso, Baricco, Gramellini; Juve– P.L. Battista, Christian Rocca, Mughini, Dario di Vico, Sandro Veronesi; Roma– D’Alema, C. Amendola, Zoro, Ferilli; Lazio– F. Roncone, C. Mimun, Cruciani; Fiorentina– Alessandro Bonan, Sandro Sabatini; Inter– Severgnini, Mentana, Bonolis, Fiorello; Milan– Abatantuono, Teocoli, Salvini;
Dipende– Veltroni. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Fantastico quel “dipende”.

IL FRATELLO DI VERONESI Vedo che la trasmissione di Veronesi ha attirato le attenzioni. A me solo la presenza di Haber Papaleo e Rubini ha sconsigliato la visione e poi su Giovanni Veronesi ho da sempre una teoria: ha un fratello più grande ’59 (lui è del 62), Sandro, che è laureato in architettura ed è uno scrittore famoso oltre che riconosciuto ( D’Orrico ieri lo ha definito un “Tolstoj da vecchio, un visionario”). Ora immaginate il fratello più giovane che ha cominciato il cinema scrivendo per Pieraccioni, Nuti e Ceccherini come si deve sentire quando al fratello intelligente D’Orrico scrive “tu andrai con il Colibrì per bocca di tanti, come dicono a Firenze”.Il complesso del fratello troppo intelligente lo hanno avuto Villaggio e Moretti, aggiungete che Sandro è nato a Firenze ed è juventino, insomma Giovanni fa quel che può.

TEMPTATION ISLAND VIP Ho visto l’ultima puntata di “Temptation Island Vip” e mi sono convinto che anche questo è un programma scritto. Non è interamente falso come “Forum” o “Scherzi a parte” ma ipotizzo che le coppie (e le comparse) vengano contrattualizzate per interpretare dei ruoli. Poi ognuno fa del suo meglio, ma ogni attore è previsto con quale tentatore/tentatrice debba “interagire” e il finale “concordato”. Al contrario del “Grande fratello” ci sono anche telecamere mobili o riprese in subacquea, per cui i movimenti debbono essere concordati. I concorrenti sono lì per guadagnarsi un compenso ma soprattutto per usufruire nei mesi futuri di ospitate e pubblicità: il cantante Pago, il figlio di Pippo Franco o la Caldonazzo hanno interpretato, più o meno bene, dei personaggi di una fiction ed è un modo come un altro per guadagnarsi la pagnotta, sempre meglio che lavorare… Prof, ci può spiegare come realizzano questi programmi o è un segreto professionale visto che la stampa sta al gioco e ne parla come se fosse tutto vero? Glielo chiedo perchè l’unica che mi ha dato fastidio è stata la Marcuzzi in versione monaca di Monza . Chissà dopo le riprese quante risate si sarà fatte con i figuranti, appena tolto l’abito talare. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Si realizzano anche con un copione, come lei giustamente ha notato. La parte più importante però la gioca il montaggio: trarre le scene più significative e dare loro un nuovo senso con il montaggio è la vera cifra espressiva dei reality.

1994- QUANDO ACCORSI SUSSURRA Anche in questa prima puntata della terza stagione la serie mostra i suoi limiti: l’uso dei sosia per  raffigurare i personaggi, espediente che sa tanto di Bagaglino o, nel migliore dei casi, di  Giuseppe Ferrara; ma soprattutto una fotografia con luce scarsa. Eppure tutta l’ambientazione della puntata era negli studi televisivi di Canale 5, così bui e tristi da apparire quelli di una scalcagnata tv locale. Insomma, pur avendo in Italia adesso sceneggiatori (come Fabbri, Rampoldi e Sardo) che hanno imparato tanto dalla serialità internazionale, registi, scenografi e direttori della fotografia sembrano non curarsi della “confezione”, cioè appaiono addirittura non aver visto neppure l’acceso “Gomorra” o il solare Montalbano di Sironi. La recitazione di Accorsi poi è sempre la stessa, tra reclame della Peugeot e voce sussurrata quando deve fare il viscido.  

LE NOSTRE FLOSCE RETI DELLE PORTE DI CALCIO (27/9/2019) E’ una mia fissazione da “Padiglione Italia”, ma chi segue molto il calcio in tv può capirmi. Basta osservare le reti delle porte di calcio e capire che la globalizzazione non ci uniformerà. Oggigiorno le porte sono ormai parallelepipedi rettangoli e in tutta Europa le reti, spesso bianche, sono ben tese in alto e ai lati attraverso elastici fissati a due pali laterali (inglesi e tedeschi sono perfezionisti). Non ci vuole una laurea o uno stage al Mit, basta un muratore. Bene, all’Olimpico di Roma (ma anche in altri stadi italiani) le porte hanno ancora reti flosce e i top manager non indirizzano un inserviente per fargli fare quello che fanno chessò a Milano o Torino, a Newcastle Francoforte o Rio. Una piccola metafora che riguarda noi italiani: il mondo visto in tv non ci interessa, noi continuiamo a fare sempre quello che abbiamo sempre fatto. Vecchie care abitudini. Dagli altri non abbiamo mai nulla da imparare, a noi lasciateci pure le reti cadenti anni cinquanta della tv in bianco e nero. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Il mondo visto da una porta di calcio offre prospettive inusitate.

TRASH E CRINGE Caro prof., la lingua inglese ci fornisce il termine giusto per distinguere. Il “trash” è un prodotto volgare, di cattivo gusto, con temi e soggetti scelti volutamente e con compiacimento per attirare il pubblico con quanto è scadente, di bassa lega, di infimo livello culturale. Vedi alla voce D’Urso o Bonolis. Altra cosa è il “cringe”, sinonimo di “sentirsi in imbarazzo per…” Ci sono diversi video su youtube, i cosiddetti “try not to cringe challenge “, che spiegano il concetto. La De Filippi ormai produce roba “cringe”, mi pare. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Distinzione importante, fondamentale. (17/9/2019)

IL PIATTO FORTE DI FLORIS Martedì è’ tornato Floris e la sua logica “giornalistica” continua a restare un mistero. Liquidati nell’ordine Di Maio e Zingaretti nell’antipasto, per primo si sono assaggiati due tecnici, Cottarelli e Fornero. Infine ben quattro giornalisti, due di destra e due di sinistra, hanno intervistato a lungo Bersani nella sua versione di “Peppone” del terzo secolo.(di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO…e si arriva alla frutta e al dessert! (11/9/2019)

TELECRONACHE A 2 VOCI La seconda voce nella telecronaca nasce per aggiungere il “commento” alla “cronaca”. Il commento oggi è diventato debordante e molesto perchè raggiunge due tipologie di spettatori. A quelli “competenti” la seconda voce ripete cose che essi già sanno; agli incompetenti parla arabo, perchè a loro non interessa nulla del quinto, del pressing, della diagonale…Tale molestia percepita e reiterata potrebbe facilmente essere accertata attraverso sondaggi agli utenti. Il fatto poi che alle 2 voci si aggiungano bordocampisti “orecchianti” (nel basket c’è la presa diretta) ci induce a credere che: i sondaggi siano favorevoli ai commenti; oppure che “si fa così” perchè “tutti fan così” e del pubblico interessa nulla. Solo Lei, caro prof., con un articolo al mese, può indurre Sky ad una seria riflessione (Sky risparmierebbe pure il costo di tutti questi preti spretati, allenatori mancati o falliti). In ogni caso, se i commenti fossero ineliminabili, che ci liberino almeno dai venerabili maestri della tattica: ormai chi non sa fare l’allenatore, insegna (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Una volta lo si diceva dei critici. Comunque, sì devono imparare a parlare di meno. (8/9/2019)

VELTRONI UOMO MEDIO E UMBERTO ECO MEDIOCRITA’ Ho visto per qualche minuto l’omaggio di Costanzo a Mike Bongiorno. Mi ha colpito l’analisi dell’unico che poteva offrire un contributo “alto”, Walter Veltroni. Invece ha detto che Mike non era, come qualcuno ha scritto, l'”uomo medio”, ed ha elencato le sue qualità. Umberto Eco non ha tirato in ballo l’uomo medio che forse solo Veltroni sa cosa sia. Mike Bongiorno ”non provoca complessi di inferiorità, pur offrendosi come idolo, e il pubblico lo ripaga, grato, amandolo. Egli rappresenta un ideale che nessuno deve sforzarsi di raggiungere perche’ chiunque si trova già al suo livello”, scriveva infatti Eco all’inizio degli anni ’60. Mike convinceva dunque il pubblico, con un esempio vivente e trionfante, del valore della mediocrità. In tv tutti i personaggi che hanno ottenuto popolarità sono dei mediocri, compresi Costanzo e Scotti. Qualcuno lo spieghi a Veltroni. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Costanzo? Peccato che Eco non abbia mai scritto una Fenomenologia di Costanzo.

MASCETTI, UN’IDEA PER IL PADIGLIONE E’ indicato come l’uomo della Lega “nel Consiglio di Amministrazione (di Banca Intesa) a Mosca”. Potrebbe essere lui, ragionano Savoini e i suoi interlocutori all’hotel Metropol, la chiave per far arrivare i fondi neri russi nelle casse della Lega. Si tratta di Andrea Mascetti. Un cognome mitico per il cinema italiano.
Nel film “Amici miei” di Monicelli del 1975 Tognazzi infatti interpretava il Conte Mascetti. Mascetti aveva effettivamente origini nobili, ma aveva scialacquato le ricchezze sue e della moglie Alice. L’uomo era costretto a vivere vendendo enciclopedie e aveva mandato moglie e figlia a vivere lontano, sulle spalle di un conoscente, e veniva ospitato dagli amici. Era un uomo orgoglioso delle sue origini nobili, che accettava sempre i favori ma mai la carità, e solo i suoi amici sapevano come trattare questa differenza. Il Mascetti aveva da tempo una relazione con Titti, giovane studentessa figlia di un colonnello in pensione, della quale era pazzo di gelosia, poiché spesso si rendeva irrintracciabile: lui la scoprirà infine a letto con un’altra donna.
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Bell’idea, grazie.

QUANDO LA TV DECRETO’ INNOCENTE LA FRANZONI Circa il rapporto tra Tribunale e Televisione, di cui Nuzzi è l’ultimo apprendista stregone per ottenere audience, vorrei chiedere al prof. se egli ritiene credibile quanto lessi anni fa sul caso del delito di Cogne (2002-2008). In quel frangente lessi che Mediaset aveva provato sul campo la potenza del mezzo televisivo sposando, con Costanzo e l’avvocato Taormina (che assunse la difesa di Anna Maria Franzoni), come oggi fa Nuzzi, la tesi innocentista e sperimentando quanto e in che modo l’opinione pubblica potesse essere “condizionata” dal mezzo televisivo LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Costanzo aveva giurato sull’innocenza della Franzoni: se la condannano me ne vado. E’ ancora lì.

POVERE SPIAGGE DI JOVANOTTI (9/7/2019) Caro prof., sono curioso di conoscere la sua opinione sui concerti di Jovanotti sulle spiagge. A me inquieta il fatto che l’operazione sia sponsorizzata dal Wwf (e stamane abbia ricevuto l’avallo anche di uno serio come Cazzullo). Ma possibile che 2 + 2 in Italia dipenda da un’opinione? Che male hanno fatto le nostre spiagge per dover soccombere alla sporcizia, alle gru, ai mezzi pesanti, alla folla, se finanche l’ambientalismo si accoda ad un cantante qualsiasi, uno dei tanti? LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Quattro prestigiose università italiane seguono questo tour. Chi siamo noi per giudicare?

QUELLI CHE “NON SONO STATO IO” Caro prof., ad Antonella Clerici così come a tanti politici attuali potremmo consigliare di studiarsi attentamente un vecchio episodio dei Simpson? E’ del 1994 (V stagione n. 12) e si intitola “BART DIVENTA FAMOSO”. Bart, 10 anni, annoiato per via dell’ennesima gita alla fabbrica di scatole, decide di scappare e si intrufola negli studi televisivi del comico Krusty. Bart viene assunto come assistente del pagliaccio; all’inizio è molto eccitato all’idea di lavorare nello show business, ma scopre presto che questo è un lavoro molto difficile per via dei tanti vizi e capricci che ha il personaggio tv. Ad un certo punto Bart deve fare una breve comparsa in diretta, ma accidentalmente distrugge tutto il set dello spettacolo e, in mezzo alle macerie, riesce a dire solo: “Non sono stato io!”. In breve egli diventa celebre per questa frase, partecipando anche al Conan O’Brien show, ma in altrettanto poco tempo egli perderà la sua fama, capendo che i fenomeni televisivi hanno una durata davvero minima. 25 anni fa i Simpson spiegavano già il concetto come meglio non si può.. LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Magnifico, grande Bart!

LA STAGIONE DEI TALK Myrta Merlino (50 anni). Essendo una delle poche con studi e competenze economiche (sono tre, lei, Sarah Varetto e Annalisa Bruchi) riesce a capire meglio di altri l’inadeguatezza politica rispetto alle emergenze italiane. Aver lasciato la Rai già nel 2009 dimostra come la sua carriera l’abbia voluta costruire in modo diverso dalla Bruchi..
Lilly Gruber (62 anni).Dietlinde non riesce a capire che la presenza ossessiva (va in onda anche il sabato) di alcuni ospiti (dal Fatto quotidiano a Telese, Sallusti e Carofiglio) danno ai suoi spettatori laureati un tipico sapore déjàvu. 
Corrado Formigli (51 anni). A suo agio nel racconto delle grandi migrazioni e pur attento nello scegliere gli ospiti (la riproposizione della Fornero dimostra il suo coraggio), non riesce spesso a governare la miscela che innesca. Per esempio, per le questioni economiche lui ricorre al meglio, Fubini e Cottarelli, ma il governo gli impone Francesco Borgonovo e simili, e quindi si sa prima che non finirà bene.
Giovanni Floris (52 anni), Ha tentato di spezzettare la lunga trasmissione in molteplici spazi che moltiplicando interpreti, temi e modalità di confronto, a due, tre, o più ospiti, dovrebbero dare maggior ritmo. La stessa sua conduzione (con il famoso alè) interrompe ogni ospite dopo una decina di parole, per cui il risultato è: una ruota panoramica delle stesse facce, discorsi appena abbozzati e l’ossessivo suo sforzo di sintetizzare quello che ciascuno ha appena detto. Ha tentato anche l’incursione nell’arte italiana, ma talvolta sembra un viaggiatore che cerca di far entrare in valigia quanta più roba possibile comprimendo e sgualcendo tutto. 
Bruno Vespa (75 anni). Con gli anni Vespa si è scisso in due. Quello curiale che tratta della politica e quello gioviale che ospita cantanti e ballerini. Essendo evidente che solo il secondo si diverte e partecipa mentre l’altro deve pur fare uno sporco lavoro, a 75 anni perchè non ne prende atto?
di frascop (17/6/2019)
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO La stagione dei talk viene e va,/ le parole non invecchiano quasi mai con l’età
Se penso a come ho speso male il mio tempo / che non tornerà, non ritornerà più… (semicit.)

QUANDO UN POETA DICE UNA CAZZATA E’ POESIA? “Maurizio, parlo a te: eri il mio condottiero, depositario di Valori che forse ancora ti appartengono, ma non sei più Simbolico. Ma se togli la Favola muore la Passione, e muore il Calcio, i ventidue Guerrieri in campo diventano ventidue Ragionieri in mutande che rincorrono un pallone, il Prestigiatore svela il Trucco”. Lo scrive su Facebook il cantante Marco Anastasio, commentando il passaggio di Maurizio Sarri alla Juventus. Il giovane rapper ha vinto l’ultima edizione di X Factor. Alla luce di questa sua esternazione in perfetto stile da tifoso, gli esegeti rivaluteranno i suoi versi di successo (cit. La fine del mondo)” Sogno il giudizio universale sgretolarsi e cadere in coriandoli/Sopra una folla danzante di vandali, li vedo a rallenty/ Miliardi di vite, mentre guido il meteorite sto puntando lì.”
di frascop 18/6/2019 LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Si consolerà con i film del presidente Aurelio De Laurentis.

QUANDO C’E’ DA DISPERARSI I MEDIA SI DISTRAGGONO Mi scuso con tutti se insisto su “Ieri e oggi” di Carlo Conti con Panariello e Pieraccioni. Abituati come siamo a discutere dei compensi di Fazio e sulle bufale della d’Urso ci sfugge ormai completamente la vergogna di una trasmissione “marchetta”, uno spot pubblicitario ai prossimi vicini appuntamenti teatrali dei tre amici e sodali. Incredibile in chiusura di trasmissione la ripresa del cartellone pubblicitario con le date, illustrato da Conti e richiamato al regista Beldì perchè si era visto poco. Una prassi ignobile in una tv pubblica e gli esperti di queste cose dovrebbero fare il conto, a prezzi correnti, di quanto hanno risparmiato i 3 amigos con questo spot di 2 ore gratis. Se poi ci aggiungiamo i loro compensi, non credo che siamo alla “medietà” dell’avidità del presentatore italiano. Siamo al ladrocinio dei furbi (Mieli ricorda oggi che il trojan a Palamara l’hanno messo per aver ricevuto un anello di 2000 euro!), ma, chissà perchè, non viene coperto dai giornali, non indigna i politici, scivola via nell’indifferenza generale. Però i siti dei grandi quotidiani ci rimandano le immagini di Zoro che piange salutando i genitori o Mastrandrea e Zingaretti che fanno monologhi strappacuore. frascop LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Chissà, forse Conti piace a Conte (stessa pasta?).


AL PIU’ ESPERTO CONTADINO CHE CONOSCA Il nostro professore, “contadino di un terreno incolto”, ha saputo condurre su questo terreno migliaia di appassionati spettatori per farli lavorare alacremente, nel tempo libero, senza sentire la fatica. L’esperienza di questo Forum da anni testimonia come anche in Italia sia possibile dibattere sul mezzo televisivo senza fraintenderlo (cercarvi quello che non può dare) e senza eccessi ideologici. Il merito va al nostro Contadino che non perde mai la calma e tempera gli eccessi. Che tv sarebbe senza la possibilità di parlarne con il prof. e i suoi allievi? Grazie

di frascop
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
Grazie, ma così mi commuovo.

GLI SPETTATORI INQUADRATI DURANTE LE PARTITE DI CALCIO Caro prof., oltre le lezioni covercianesi che noi spettatori scolaretti siamo costretti a sorbirci da gruppi di 4 logorroici (ha capito lei chi è il “quinto” di cui tanto si ciancia adesso?), si vanno accentuando durante le partite di calcio le inquadrature degli spettatori. Lo ha fatto notare anche Caressa, ci sono negli stadi due telecamere dedicate solo a questo. La tv nel tennis e nel basket non fa perdere un secondo dell’evento sportivo, la partita di calcio sta invece diventando un videoclip dove le facce degli spettatori si alternano con le azioni. Ma, dico io, un abbonato ha il diritto di vedere quello che succede sul terreno di gioco per gli interi 95 minuti o per circa dieci minuti ogni volta è costretto ad osservare facce che registi ignoranti del gioco e delle sue dinamiche alternano durante il gioco, nella costruzione del loro documentario personale? Quando un giocatore è a terra vittima di un infortunio cosa interessa vedere chi c’è nella tribuna vip, fatemi vedere cosa si è fatto…

di frascop
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
Sì, un brutto vizio. Così allo stadio gli spettatori si possono vedere sul maxi-schermo e salutano i parenti a casa. 

RAGIONANDO SUL VALORE COMMERCIALE DI FABIO FAZIO Premesso che la Rai non dovrebbe tenere il piede in tre scarpe, ma dovrebbe avere al massimo 2 reti (una finanziata dal canone, servizio pubblico, e l’altra dalla pubblicità), Fabio Fazio ha un compenso spropositato perchè non nasce dal mercato. Infatti il suo format è: fare domande. Ora, in Italia, se li cerchiamo, troveremo almeno un milione di professionisti in grado di porre domande in italiano e la metà pure in inglese. Invece, per dire, se cerchiamo giornalisti che sappiano fare giornalismo investigativo la ricerca è molto più difficile. Trovare un comico come Zalone è poi come cercare un ago nel pagliaio. In economia quella di Fazio, Vespa & C. la chiamano “rendita di posizione”. E’ altrettanto chiaro che la politica non toglierà mai le mani dalla Rai e che le mie sono appunto considerazioni da Forum


MA ADANI (MODEO?) DEVE FARE DOMANDE O IMPARTIRE LEZIONI? Caro prof. non facciamo confusione, per la grande pressione tutti i grandi allenatori prima o poi sbroccano: Lippi, Mourinho, Conte, Guardiola, Sarri, Sacchi… Adani è intervenuto in uno spazio che si chiama “interviste del dopo-partita” e nel momento più “emotivo” per un mister pretende di fare le analisi che Sandro Modeo (da studioso vero) scrive sui giornali. Invece di parlare di Inter-Juve, ha tirato in ballo l’Aiax. Al contrario di Modeo, Adani è solo un missionario di quello che Lei ha definito “covercianesimo”. Gioco contro risultatismo? Le propongo allora di ascoltare il Maestro del Gioco, Guardiola, il quale non parla affatto come Adani (la docu-serie è su Amazon Prime: All or nothing). Adani è lievitato, è cioè il suo esatto contrario, caro prof., un telecronista (che ogni minuto sciorina due termini inflazionati, “idee” e “valori”) ormai trasformatosi in “critico” altezzoso e pretenzioso. Se ne avesse modo oggi impartirebbe lezioni (come fa sempre con noi abbonati) anche a Guardiola, visto che per l’ennesima volta è uscito pure lui dalla Champions. Uno come quelli di cui si parla nel film “Ratatouille” di Brad Bird, 2007: “(Anton Ego) Per molti versi la professione del critico è facile: rischiamo molto poco pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il loro lavoro al nostro giudizio; prosperiamo grazie alle recensioni negative che sono uno spasso da scrivere, e da leggere. Ma la triste realtà a cui ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose anche l’opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale. ..”

di frascop 

DIETRO E OLTRE LA COMPAGNIA DI GIRO DELLA TV Caro prof., solo Lei può spiegarci meglio cosa ci sia dietro questa compagnia di giro che appare in tv. Come facciano, pagati o meno, a resistere da anni anni i Meluzzi, Malgioglio, Parietti, Luxuria, contrabbandati per “esperti” di non si sa cosa. Per quale motivo, per esempio, Nuzzi a “Quarto grado” ieri sera deve interloquire con Meluzzi, perchè ci va gratis? Perchè è imposto da qualcuno o da un comitato? Per esempio, Mughini, che pur ha un suo dignitoso curriculum, una volta spiegò di aver cominciato a fare, dietro compenso, il tifoso juventino sulle reti berlusconiane grazie all’amicizia personale con il direttore dello Sport del tempo. L’amicizia sembra quindi, spesso, la causa di tante imbarazzanti presenze. Alla Rai, ormai la più grande televisione locale italiana, il generone romano è una buona spiegazione, eppure solo Lei può informarci meglio, dentro la mediocrità che la tv rappresenta, sull’ossessiva presenza di gente senza nè arte nè parte che si mostra senza poter apportare nessun contributo.

di frascop
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
È una vita che ci provo, ma con scarsi risultati. 

SE MARX POTESSE VEDERE IL LAVORO DELLE CHIACCHIERE INUTILI Chissà cosa direbbe Marx oggi vedendo che il danaro si è polverizzato nella finanza e che il valore non s’incorpora più solo nelle merci ma addirittura nelle chiacchiere. L’unica merce che ha insieme valore d’uso e capacità di valorizzazione (valore di scambio) è la forza lavoro,spiegava, solo che adesso ci sono lavori, in radio e tv (vedi d’Urso Costanzo e Fazio) dove uno viene pagato solo per parlare. Allora chi ha dovuto duramente studiare e specializzarsi per acquisire una professionalità e un lavoro utile si ritrova davanti personaggi remunerati per fare un po’ di chiacchiere, come succede al bar o sulle panchine. Essi si occupano, si dice, del tempo libero del pubblico. Gli ipocriti tirano in ballo sempre il valore dell’istruzione quando i media dimostrano che oggi basta solo aprir bocca, anzi basta e avanza: non devi esser neppure bello, divertente o arguto, forbito o dotato di un minimo di lessico.No, giammai e attenzione: evitate come la peste le lingue straniere. Sennò un Carlo Conti qualsiasi ti supera alla grande.

QUANDO E’ TROPPO Caro prof., come Lei non amo le Jene ma quando è troppo è troppo. Per puro caso mi ritrovo a vedere la loro inchiesta sulla morte di David Rossi e la lunga intervista con l’ex presidente dello Ior Gotti Tedeschi. Il giorno dopo mi aspetto che tutti i grandi quotidiani riprendano le sconvolgenti sue parole. Niente. Solo Dagospia  ne fa il titolo principale. Non so cosa pensare

DEFINIZIONE DI CRITICO TELEVISIVO Caro prof., non credo sia nuova la seguente definizione di critico televisivo: uno che ha una scusa pronta per non uscire di casa . Le piace?
di frascop

LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Non male.


SUBURRA 2 DELUDE (28/2/19) Caro prof., Suburra 2 comincia bene con Molaioli regista e Barbara Petronio alla scrittura, ma poi via via si affloscia come un atleta non ben allenato. I protagonisti alla lunga si rivelano poca cosa, nonostante Borghi alterni la rabbia con esercizi zen, Spadino muova le mani come se le avesse di forbice, e Lele sia sempre ingrugnito. Non c’è azione, bensì uno schemino che dovrebbe dimostrare come la politica sia subalterna, il Vaticano una potenza che talvolta ha paura e altre volte no, e Samurai uno che si sposta tra cavalli e ronzini. Non c’è sesso, tranne una scena gay, le figure femminili sono sbiadite, anche perchè la Francesca Immacolata Chaouqui (Claudia Gerini) ancora non s’è capito bene cosa facesse di preciso. Due sole cose abbiamo capito: che il consenso deriva dalla paura; e che è facilissimo in Vaticano incontrare altissimi prelati da soli, senza commessi, camerieri, segretari intorno. Gomorra al momento è inavvicinabile

di frascop
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
Concordo, la delusione è palese.

IL REGISTA ARTISTA DI MARZULLO (28/2/19) 1,30 di notte, Marzullo sta intervistando un’attrice di teatro. Il regista, a quell’ora, è in vena di sperimentazione. Inquadra in primissimo piano il volto dell’attrice, ma così da vicino da far vedere solo bocca e naso, come se fosse un dentista al lavoro. Da quando Paolo Beldì si mise ad inquadrare dettagli, piedi, calzini, mani, cravatte, degli ospiti di Fazio, è stato un “tana liberi tutti”. Inutile dire che era impossibile seguire ciò che dicesse l’attrice, e forse il regista in mente aveva questa unica idea

di frascop
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
Marzullo è uno sperimentatore! 

IL CLUB DI CARESSA IERI SERA

BERGOMI la sua presenza è anche tv del dolore, i suoi due traumi sono Lippi e la Juve. Da otto anni dice che è l’anno giusto per l’Inter. Prima o poi avrà ragione. Certo, essere pagato lautamente per rappresentare la categoria dei tifosi disperati, non gli basta.

CARESSA in tv si controlla, solo in radio si capisce quanto sia un ultras. Il Var non lo capisce anche se glielo hanno spiegato decine di volte. La sua politica aziendale è voler coprire il centro sud. Nella sua Roma gli direbbero: Arènnite.

CAMBIASSO come lui in tv solo Boban, è un fuoriclasse che fa solo osservazioni sensate

COSTACURTA Da quando si costruì una carriera accanto a Baresi, ha capito che bisogna  stare sempre stare all’ombra di qualcuno

DE GRANDIS è laziale, quindi nel club sta con i non allineati. E’ bravo ma fa un po’ il vagoncino dell’amico Caressa.

MARCHEGIANI l’esatto contrario di Bergomi, sereno, distaccato, in buona fede. RISPOSTA DI ALDO GRASSO Marchegiani è scuola Toro


Venerdì scorso Freccero è comparso a “Calcio & Mercato” di Rai 2, che dirige. Atmosfera di ghiaccio, come un preside in aula  che voglia assistere alla lezione di un suo prof. Dopo qualche minuto di fatto ha silurato il conduttore Paganini e all’imbarazzato Pierpaolo Marino, ex direttore sportivo dell’Atalanta, ha imposto di dare i voti ai suoi colleghi “per rendere la trasmissione più incisiva”. Freccero dagli anni ottanta è il mio sondaggista preferito, pre-vede dove spira il vento del potere e si posiziona, nascosto dietro la sua maschera da situazionista “stundaiu” (un altro è Antonio Ricci). Poche ore prima aveva dichiarato che la Juventus vince perché ha occupato tutto il Var, pochi minuti fa si è scusato. Si capisce perchè Freccero abbia abbracciato lo Zeit-geist dei cospirazionisti Castelli & Toninelli. Su qualsiasi argomento, dai vaccini alla terra piatta, dallo sbarco sulla luna al Var, oggi basta esclamare: “È la mia opinione!”. Che poi è l’essenza dello stundaio: “Quantu fa dui ciù dui?” “Quattru, ma u l’è sbagliolu.” “E perchè u l’è sbagliou?” “O belìn! Perchè sci!”». Invidio quelli che conoscono sempre la Verità, compresa quella della moviola. RISPOSTA DI ALDO GRASSO Una volta non era così stundaio


E’ già stato ben segnalato ma vorrei riprendere il fatto che viene ora consentito su tutti i canali e ogni giorno, a Mario Giordano, di parlare e poi di ascoltare esibendo fogli con numeri e frasi. Registi, conduttori, direttori che subiscono questo modo di dibattere, invece di stroncarlo sul nascere, appaiono come quei tg che hanno fatto negli anni la fortuna, anche economica, dei disturbatori, di Paolini, Nicki Giusino e Mauro Fortini. Solo che Giordano non è un disturbatore, è un giornalista formatosi alla scuola comunicativa di Berlusconi, la quale insegnava che in faccia al parlante si dovevano fare le boccacce di dissenso. Da quella scuola è derivato il far cagnara, l’interruzione, il sovrapporre la voce, e adesso l’arma di distrazione dei cartelli. Per chi si occupa di linguaggi televisivi è facile concludere, forse, che il talk show è morto anche per colpa di conduttori che invitano sempre gli stessi (lo scontro D’Agostino-Sgarbi è del 1991) e consentono forme di semplice maleducazione. Ciò che succede in tutte le assemblee elettive, d’altra parte. Se il parlamento e la tv sono ormai stadi, in quali luoghi si apprende il dialogo, a saper ascoltare le ragioni degli altri? In Italia, forse nei cimiteri. (frascop)
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Giordano come Paolini è fantastico! Sottoscrivo.

FRECCERO, INFINE Caro prof, lo so che Freccero è di Savona ed è suo amico, ma insomma… Avrà notato che, subito dopo le elezioni, egli compariva spesso in tv parlando solo di economia, che era diventata, diceva, una sua fissa. Poi è stato sostituito da “Mi manda Savona” Rinaldi. Nel risvolto di copertina del suo libro “Televisione” (Bollati Boringhieri 2013) è scritto: “…nel corso della sua esperienza professionale ha attraversato tutte le fasi della televisione: dalla tv commerciale, al servizio pubblico, alla tv satellitare, per approdare infine alla tv digitale.”. Basterà aggiungere: …e, infine, fu folgorato sulla via di Laura Castelli. PS= Ieri sera a Night Tabloid ho visto Brumaio, ancor più scatenato, tanto che Varoufakis è sembrato un moderato. Secondo me, si vuol presentare alle Europee.

di frascop
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO
Che tristezza, chiudere una carriera rientrando in Rai in quota Laura Castelli.

INTENDIAMOCI SUL VOLGARE (23/11/2018)  Caro Prof., qualcosa non mi torna. Lei scrive: Oggi la produzione televisiva è culturalmente bassa perché è basso e periferico il suo pubblico. La volgarità sta anche nell’occhio di chi guarda.
Scusi, in tv c’è Laura Castelli che parla di economia e il volgare sarei io? O tutto si risolve in quell'”anche”?                  di frascop

LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Ha ragione! Non avevo previsto Laura Castelli.


L’UOMO DI LUCA TELESE Caro Prof.,la metafora del calcio aiuta a comprendere il nostro mondo della post verità, con la verità e la verità giudiziaria, arbitri giudici e sentenze. Una volta nel calcio si discuteva di fatti oggettivi, er gol de Turone, quello di Muntari, la palla è entrata o no? Adesso dopo il Var si perde tempo a discutere di stupidate (ma valla a rivedere, s’infervora Caressa), ammonizioni, braccia semi aperte, spalla, contatti, calci d’angolo. E anche se in uno studio televisivo 10 persone si ritrovano d’amore e d’accordo su una interpretazione, ci può essere il Telese di turno che non si arrende e grida la Sua verità: io ho ragione e tutti voi torto. A casa i tifosi di Telese si rafforzano nella convinzione che solo loro conoscono la Verità e gli altri sono puttane e pennivendoli. Dunque, la tecnologia e la tecnica non possono eliminare i negazionisti, l’uomo di Neanderthal non è mai scomparso e convive con l’homo sapiens. Eco e Ferraris ci avevano avvertito in tempo.

di frascop
LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO

L’uomo di Telese. Un esemplare tutto da studiare.


(RENZI/RANCORE/FRANCO/GIANNINI) (17/10/2018) L’intervista (diMartedì) di Franco e Giannini a Renzi per me resterà “significativa”. C’era una tensione politica inespressa che è stata intollerabile. Personalmente preferisco la sincerità del duello Mussolini-Friedman (Povero str…/cafona). Rivedendola alla moviola, e senza voler prender parte alla singolar tenzone, forse ci si può render conto che il giornalismo italiano (anche il migliore) non è più abituato a far domande, ma ad esprimere opinioni. Dentro le nostre opinioni ci sono desideri, del tutto legittimi e magari bellissimi. Ma il desiderio di Franco e di Giannini che Renzi si faccia frate trappista e non lo si veda mai più in giro per l’Italia, resta un desiderio, che nasce chissà dalle migliori analisi politologiche, dal buon senso, dal raziocinio. Il fatto (fatti, non opinioni) è che l’odioso Renzi ha ancora un seguito e tutto ciò che è reale è razionale anche in questa epoca del rancore (non della paura)

di frascop
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Per questo io non farei mai domande a Giannini, avei il suo stesso impulso.


(16/10/2018 RINALDI LESLIE NIELSEN) Ieri sera l’economista prof Rinaldi ci ha fatti prigionieri. Prima da Porro (rete 4) poi dalla Bruchi (Rai 2), il nostro “Mi manda Savona” ha recitato con voce nasale la sua parte che consiste nel ripetere che a noi l’Europa ci fa un baffo e che le microimprese italiane sono una soluzione e non un problema. Guardandolo bene assomiglia al poliziotto Frank Drebin, interpretato da Leslie Nielsen. Potrebbe interpretare un remake, “Una pallottola spuntata 2,4 (deficit)”

di frascop
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È vero, grazie del suggerimento.


(NIGHT TABLOID) Annalisa Bruchi tenta l’impossibile, affiancata da Aldo Cazzullo, Alessandro Giuli e Claudio Sabelli Fioretti: ripetere in politica quello che la Gialappa’s fece con “Mai dire gol”: lanciare il nuovo, tipo Albanese, Aldo Giovanni e Giacomo ecc.  Ovvero, lanciare in tv nuove facce gialloverdi per farci l’abitudine. Abbiamo già da tempo conosciuto (Non so) Laura Castelli, Sottosegretario all’Economia, e l’economista romanesco Rinaldi (Mi manda Savona). Ieri sera la bionda costituzionalista Ginevra Cerrina Feroni si è contrapposta all’ex ministro Minniti con lo slogan inedito “la legge va rispettata sempre”. I giornalisti erano quattro, sono giovani belli e accreditati, ma è mancato loro il coraggio di dirle che anche il nuovo inquilino del Viminale la deve rispettare, non solo Lucano e gli immigrati. In tv è troppo vecchio oggi cucinare una caciara Minniti-Cerrina Ferroni stando a guardare super partes. A meno che i giornalisti gialappi non abbiano in mente di lanciare nuovi comici. Allora non è tabloid, è varietà.

(RINALDI, INAFFONDABILE) Avanza in tv, direttamente dalla Link Campus University, un nuovo personaggio onnipresente: Antonio Maria Rinaldi, economista. Si è pure autocandidato a dirigere la Consob. Diventato noto come braccio destro del ministro Paolo Savona (quello del cigno nero), guru della sfida all’Unione, definisce il «partito dello spread» come «disgustoso» e a «Formiche» spiega: «Proviamo a cambiare i paradigmi, vista la catastrofe a cui abbiamo assistito in passato». Questo soldato della trincea del 2,4%, convinto che se affondiamo noi, affondano anche loro, in tv appare come comunicatore molto modesto. Romano, parla in romanesco come uno che la sa lunga, ma lunga lunga. Uno di quelli che restano in piedi dopo qualsiasi crollo. Chissà se anche lui ha una Lancia Aurelia B24 come il Bruno Cortona de “Il sorpasso”. Era il 1962 e mezzo secolo fa Gassman ha dato un volto ai tanti italiani che ostentano sicumera (magari con gli occhiali calati sul naso). In seguito ad un incidente sopravvivono solo loro.


(Al direttore di DAZN) 26/9/2018 Caro Marco Foroni, coraggio, rompa con la sua vecchia vita a Sky, e quindi ai suoi telecronisti spieghi chi è lo Spettatore:1) Non va istruito, sa già tutto. Perciò si eviti di dire (per es.), ogni volta che Verdi del Napoli tocca il pallone: sa giocare di destro e sinistro. Lo sappiamo dalla prima volta che l’abbiamo visto; 2) Non va annoiato, con le statistiche (manìa da scommettitori) e le banalità che dicono gli allenatori in panchina; 3) Non ha comprato il dialogo (o gli strepiti) di cronisti che come 2 amici sugli spalti parlano tra loro ; 4) Non va torturato col covercianese e con incessanti Spiegazioni (alla Di Canio e Adani), non è che vedi un film per diventare regista; 5) Non va caricato a molla, facendo della partita ormai una somma di episodi da vivisezionare alla moviola (“La voglio rivedere, Fabio), per apparecchiare i tavoli polemici del dopo-partita (in cauda venenum). Grazie 

di frascop
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Il termine è brutto, ma trattasi di “televisionizzazione del calcio”. Allo stadio c’è un liturgia, in tv un’altra.


Caro prof, quando ad agosto i media ci ripropongono l’ angosciante quesito di dove giocheranno Balotelli e Cassano e l’indicazione che il cocomero migliore pesa di più, è il momento di andare in vacanza. Lei e tutti noi ce le siamo meritate, per far riposare il cervello. (di frascop) LA RISPOSTA A CURA ALDO GRASSO Ha ragione. Allora grazie a tutti, buone vacanze, ci riscriviamo a settembre!


di frascop
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Il vento che soffia, l’aria che tira…
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GRUBER QUANDO CORDIALE DIVENTA UNTUOSO Qualche spunto sul genere televisivo “intervista” con giornalisti (niente D’Urso). Ammettiamo che il modello ideale sia l’anchorman Will McAvoy di “Newsroom” (per cui andremmo dal livello zero della Berlinguer al livello otto di Mentana). Dove situiamo l’intervista di lunedì del duo Gruber-Franco al Dibba 5 stelle? I contenuti non interessano, tutte le domande e le risposte, compresa la messa in stato di accusa di Mattarella, sono state liberamente date. La riflessione concerne la “forma”. Nella realtà il dialogo è stato untuoso, nel senso che il Dibba usando il tu, e chiamando gli interlocutori Lilli e Massimo, lo ha voluto così. E quindi è diventato una sorta di “saluto” prima della partenza dall’Italia per una vacanza (beato lui). “Appena torni ci vieni a trovare, promesso?” ha concluso la Gruber. Una semplice intervista in un momento topico della vita politica è diventata una cena tra vecchi amici, in disaccordo su tante cose, ma in stretta familiarità.
di frascop

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Dibba ha detto che torna subito.
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FUBINI FINALMENTE Abbiamo dovuto, noi spettatori assidui, aspettare quasi tre mesi dalle elezioni per vedere un dibattito tv (Presa diretta, ore 23,30) dove Federico Fubini e Alessandro De Angelis, contrapposti a Peter Gomez (area Travaglio) e Mario Giordano (ormai molto nervoso antisistema dopo la defenestrazione dal TG4), ci hanno spiegato, con cifre, informazioni, ragionamenti, cosa accadrebbe con un ministro dell’Economia che, costretto ogni giorno a vendere agli investitori 2 miliardi di titoli, intendesse allungare il rimborso del debito. In questa compagnia di giro che vaga per i canali portando l’acqua al proprio mulino senza approfondire le questioni concrete, senti Fubini e capisci che finora hai ascoltato solo persone che parlano per sentito dire, prive di competenze economiche elementari. Il 2 per cento di opinionisti con competenze economiche che parlano in tv è una fondamentale scelta politica?
di frascop
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Penso proprio di sì. O forse gli ospiti sono solo al livello di molti conduttori.
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I RUOLI NEL TEATRO DELLA GRUBER Lilli Gruber è paragonabile alla “prima attrice” ottocentesca, seducente verso il pubblico con ogni mezzo tecnico (mimica, dizione, portamento) e fisico (avvenenza, toilettes). Paolo Mieli è il primo attore, per l’indiscusso carisma del leader. Andrea Scanzi è  “il primo attore giovane”, per i requisiti fisici dell’avvenenza e eleganza. Anche se nella gerarchia interna era considerato un ruolo da tirocinante in attesa di promozione al rango superiore, molti interpreti preferivano restare primi attori giovani a vita. Luca Telese è invece il caratterista, l’attore incaricato di recitare i “caratteri” e i tipi popolari. Il caratterista non doveva essere né bello né elegante, ma pingue e paffuto, e con lineamenti marcati. Le sue note erano prevalentemente comiche, ma non gli era interdetto il repertorio drammatico. Severgnini svolge il ruolo del “brillante” (inseriva una nota più leggera nei testi seri), mentre infine Antonio Padellaro è un attore preso dalla strada, in tv ha quell’espressione un po’ così che abbiamo noi quando uno ci ha sfondato la fiancata dell’auto dieci minuti prima. E Travaglio? Riprende l’attore patriota alla Gustavo Modena, per la promozione di una comune educazione morale civile e politica.
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IL CONTRATTO DI SHELDON DI MAIO (14/5/2018) Caro prof., sa da dove i grillini hanno preso l’idea del “contratto” di governo? Dalla imperdibile serie “The big bang theory” di Chuch Lorre, dove è famoso il contratto con molte clausole che Sheldon ha fatto sottoscrivere al suo coinquilino Leonard  prima di condividere con lui l’appartamento. Leonard è subentrato ad un altro inquilino che aveva lasciato la sua stanza dopo aver scritto sulla parete “Die Sheldon die”
di frascop
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Bisogna subito farlo sapere al presidente Mattarella.

Piccole frasi e applausi continui (10/5/2018)

“Solo in Italia, ad esempio, tra i maggiori Paesi del continente, la comunicazione politica e la discussione pubblica che si svolgono in tv hanno come regola interventi non più lunghi di 45 secondi in uno studio con anche cinque o sei persone che parlano contemporaneamente tra gli incongrui battimani di un pubblico che applaude qualsiasi cosa.”. Lo ha scritto il prof. Galli della Loggia. E’ assolutamente necessario per lo specifico televisivo?

di frascop
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No.

Il beato Travaglio (21/3/2018)

Marco Travaglio ascolta in silenzio, labbra serrate il cui lembo sinistro si alza sino a congiungersi con la piega arcuata che congiunge naso e mento. E’ il sarcastico, muto ghigno di commiserazione, per citare Pirandello, di Travaglio, il sorrisetto sardonico del vero vincitore, televisivamente parlando, delle elezioni. Egli osserva col muto ghigno, le braccia conserte, gli occhi vispi e giulivi. Beato chi sa sempre il torto da che parte sta. “Non sto dando un giudizio di valore…”, dice di tanto in tanto. Nel suo gemello diverso Padellaro invece, l’euforia ribolle sotto la solita postura del dolente risentito.

di frascop
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Ritratto perfetto!
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Il vuoto di Bonolis pieno di ospiti e musica

Anche in tv ogni vuoto viene riempito e così quel furbacchione di Bonolis pensò che lui potesse prendere il posto dell’ Arbore di D.O.C. (1987). Convinto da sempre di essere spiritoso e anche acculturato (soluzione del cruciverba: se è icastico, è efficace) ha pensato a Music, un “programma dove vengono proposte famose canzoni nell’interpretazione di artisti diversi da quelli originali, accompagnati da una band e da un’orchestra di 64 musicisti”. Insomma un lungo karaoke celebrativo, con ospiti, chiacchiere, e dove tutti cantano (riprendendo Mario Riva, lei è qui al Musichiere e quindi deve cantare). Tutto questo ha già portato al disastro del commento bonolisiano al concerto di Vasco Rossi, insuccesso dal quale il bravo presentatore di “Non è la Rai” non si potrà più riprendere. Perché gli manca l’autoironia, la più grande qualità di Renzo Arbore. I grandi non si prendono mai sul serio. Il gigione Bonolis tutto ciò che dice lo mette sempre tra virgolette. Nei testi ciò che gli ha scritto Federico Moccia, uno dei 7 autori, addirittura lo declama, se tanto mi dà tanto.

di frascop
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È vero, mi ero dimenticato del concerto di Vasco! Niente da aggiungere.

L’agenda annuale dei film in tv

Caro prof, il matrimonio tra cinema e tv è reso indissolubile dal calendario. Il mestiere più noioso del mondo è quello di chi fa il palinsesto dei film in tv, tramite l’Agenda Annuale Eterna, che si trasferisce di padre in figlio (sarà costosa come una licenza per taxi?). Ogni giorno ti dice quali film programmare e il numero di spettatori che otterrai. Le mattine d’estate qualche vecchio western, e a Natale proponi “Mamma ho perso l’aereo”, “Una poltrona per due”, “Nightmare before Christmas”, “Il Grinch”, tutti i film basati sul “Canto di Natale”. Poi, ogni volta che c’è una partita di calcio o un Sanremo o un lutto nel mondo del cinema, sai quale film specifico devi proporre. Insomma, con questa agenda puoi fare a meno degli algoritmi. Non si comprende perché i giornali invece di pagine quotidiane non si decidano a pubblicare una volta per tutte la “programmazione decennale dei film”. Per sapere subito quale film vedremo la sera del 24 dicembre dei prossimi anni e il giorno delle repliche di “Bambi”, “Rambo 2”, “Una notte al museo”,”Jumanij”e “Msr Doubtfire” con Robin Williams.

di frascop
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Il palinsesto dei film è basato sul principio dell’occasione e del calendario.

(9/11/17 ANDREA SCANZI, ARTISTA)  Andrea Scanzi è di Arezzo, dove è nato nel 1974, quindi è coetaneo di Renzi (1975). Si è laureato in lettere moderne all’Università di Siena nel 2000 con una tesi sui cantautori. Su Il Fatto Quotidiano si occupa di diversi argomenti, principalmente politica, musica e sport. Ha una dizione e postura teatrale, infatti è stato autore e interprete di diversi spettacoli tra i quali “Gaber se fosse Gaber”. Insomma è un artista-giornalista, con barba, maglione nero a collo alto, anello e piercing all’orecchio destro. Su La3 ha condotto il programma di interviste Reputescion, dove l’ospite era sistemato su una sedia da dentista. Con Varriale partecipò a Il processo del lunedì, ha condotto Futbol su La 7, da Lilli Gruber è presente negli spazi lasciati liberi da Travaglio e Padellaro. Non si capisce se dice cose serie scherzando, oppure scherza e sembra che voglia esser preso sul serio. Insomma, Gaber se fosse Gaber, ci rimarrebbe male per certi devoti.

di frascop
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Ha anche un buona dose di narcisismo.

(26/9/17) Perchè Germano se la tira

Caro prof., Lei ha scritto che “Germano se la tira”. Vediamo. Elio Germano (1980) si intravide nella sit-com Mediaset Via Zanardi 33. Spontaneo, genuino, aveva 21 anni, ricordo anche Dino Abbrescia e Antonia Liskova. Diciamo la verità, nessuno avrebbe scommesso che quel piccoletto scavato avrebbe vinto 3 David di Donatello e poi premi a Cannes e Venezia. Ma avendo poi recitato con fior di Autori, vuol dire che la stoffa c’è. Poi però ci fu la svolta, nel 2014 scoppiò l’amore con la Critica, quando fece il Leopardi di Martone. Da allora è diventato il Monumento all’Attore, alla Michele Placido. Per tre anni sino a “La tenerezza” di Amelio, ha fatto sempre e solo il Leopardi. Adesso Luca Manfredi gli ha chiesto di fare Nino Manfredi giovane, gli ha fatto vedere i film dove il padre corre sulle punte e agita le mani. Non ti sembra un Pinocchio? Sì, farò Manfredi come Pinocchio, basta Leopardi. E così abbiamo scoperto che Manfredi prima è stato Pinocchio e poi Geppetto. Germano se la tira? L’Attore Impegnato, baciato dalla Critica, cos’altro deve fare? E’ un lavoro duro e qualcuno lo deve pur fare, l’Artista.

di frascop

Risposta: Certo

(18/9/2017) Siamo cosi’…Mannoia e non Mina

Fiorella Mannoia canta come parla, ha un timbro vocale monocorde. Poi si descrive combattente (per un’idea, un amore, un’ingiustizia, un traguardo)…per cui è convinta che il testo di una canzonetta debba contenere un messaggio, per innalzarci. “E se domani” non varrebbe nulla perché è dis-impegnata? Ecco allora la ricerca spasmodica di Autori Tristi (Ruggeri, Fossati) per la sua voce aulica. Tutto in buona fede, ci mancherebbe, però non capisco perché abbia dichiarato: “Varietà tv. Ho un solo modello, Mina”. Magari una sola puntata di Studio Uno, il top del disimpegno, potevano fargliela vedere. Gli ospiti andavano lì per inchinarsi a Mina, non era Mina a ringraziare accorata tutti gli ospiti, o a prodursi in cori da stadio “Liga, Liga”, e poi chiedere a Ligabue, come se fosse Roberto Saviano: qual è il sentimento che tiene unito questo paese? Quanto al canoro poi, Mina con le sue mille voci è riuscita ad interpretare qualsiasi brano, dal rock al melodico, mentre la Mannoia canta tutte le canzoni allo stesso modo, “epico”. PS: Nel cinema italiano sta succedendo la stessa cosa alla Micaela Ramazzotti, qualsiasi ruolo le danno, lei fa sempre la sballata.

di frascop

Risposta

Condivido ogni parola. Fiorella m’annoia.

(17/7/2017) PREMI AL CALCIO IN TV Buongiorno professore. Per i premi di quest’anno, da assegnare a suo insindacabile giudizio, ecco le mie nominations

Grand Prix Eugenio Fascetti. A Massimo Mauro, il quale per evitare che ogni sua affermazione venga contraddetta, si contraddice da solo. Il “casino organizzato” di Fascetti.
Premio Paradiso (Tommaso). A Paola Ferrari, perché è come i testi delle canzoni dei “Thegiornalisti” (Pamplona, Riccione)
Palma “De vulgari eloquentia”. A Marco Bucciantini, perché in sostanza dice ciò che il tifoso di ogni squadra vuol sentirsi dire, ma lo dice nel fiorentino letterario trecentesco indicato dal Bembo. Coerente con la sua storia politica, crede di vedere rivoluzionari dappertutto.
Coppa “Volpi”. A Caressa e Zazzaroni, perché solo in radio, non potendoli vedere, ti concentri sul loro flusso continuo di parole che prende il nome di cazzeggio
Premio del Granducato di Toscana A Sandro Sabatini di Premium, scissionista del giglio magico, che ha lasciato Bonan a Sky perché è meglio procedere divisi per colpire uniti.
Coppa amaranto “Pulici & Graziani ” A Pier Luigi Pardo, perchè un giornalista definito “simpaticone” equivale al “generoso” che davano a Graziani a fine carriera
Leone d’argento “Mendeleev. Ad Alessandro Antinelli (Rai), incolore, inodore, non irritante. Tipo il monossido di carbonio
Gran Premio della Giuria “Eric Forrester”. A Bergomi perché scambia la realtà per i suoi desideri. Ancora nessuno ha avuto il coraggio di dirgli che Pioli, da lui subito paragonato a Mourinho, è il nuovo allenatore della Fiorentina.
Premio speciale “Trasparenza”. A Giancarlo Marocchi perché ti avverte prima, introduce ogni banalità con un “perrrrchèèè”.
Premio “Un certain regard”. A Giorgia Rossi (Premium), perché nessuno l’ha mai vista estendere uno solo dei due avambracci.
Premio alla Carriera. Ad Alessandro Bonan, il n. 1 per il professore. Cassazione.

di frascop

Risposta

Toglierei Pulici dalla titolazione del premio. Per il resto ottimo, aspettiamo altri riscontri.

(17/7/2017) EDITTO PISTOCCHI. SI DICE  Caro professore, ma nel nostro paese è possibile volere un’informazione indipendente? Sembra che ormai vogliamo leggere solo quello che conferma le nostre convinzioni, politiche, religiose, calcistiche. Una notizia di questi giorni ci interessa perché riguarda uno specifico televisivo. “Il giornalista Maurizio Pistocchi non è più opinionista Mediaset. Sgradito alla Juventus? Si dice che i suoi interventi non piacessero alla Juve”. Questa notizia, costruita sui “si dice”, è stata riportata non su un giornale sportivo ma su questo importante giornale a firma del suo collega Renato Franco (su Mediaset.it ha scritto: “milanese e milanista, a Kierkegaard ho sempre preferito Rijkaard). Pertanto non la possiamo declassare come una bomba di Maurizio Mosca, sennò Cairo e il direttore Fontana si arrabbiano. Ecco, mi interessa il suo parere come storico della televisione. Ha scritto ieri Maurizio Ferraris che “la verità alternativa, al contrario della bugia classica, non tende ad ingannare ma ad emancipare, in primis il mitomane, poi tutti gli altri”. Lei aggiungerà nei suoi archivi 2017 “il caso del martire Pistocchi” dopo l’editto bulgaro del 2002?

R Non conosco i motivi per cui Pistocchi è stato allontanato. Come storico della tv ho imparato una regola fondamentale: in tv tutti diventano martiri quando escono, ma non ci dicono mai come sono entrati.

(6/7 ALLA RICERCA DI CHI CI INFORMA SERIAMENTE) Dopo alcuni anni di osservazione del fenomeno della produzione italiana su grande scala di “notizie di calcio mercato” H24 attraverso tutti i media esistenti sul mercato, sono arrivato all’amara constatazione che solo il giornalista Gianluca Di Marzio (con la sua squadra) sia affidabile. Un minimo di verifiche le fa prima di sparare annunci. Che tristezza, un po’ meglio va nel format “notizie politiche”, dove i giornalisti affidabili sono forse 2 o 3. Come si fa a dirlo? E’ semplice, tranne due o tre, tutti gli altri, opinionisti o cronisti, ci avevano preannunciato che avremmo votato a settembre e con il sistema tedesco. Caro professore, come siamo arrivati a questo punto?

 Grasso, giovedì, 06 luglio 2017Diciamo, non a difesa, che la situazione italiana è molto, molto difficile da interpretare.

(3/7 NOTTE (DI VASCO) PRIMA DEGLI ESAMI) Caro professore, per Vasco la Rai solleva la “questione dei diritti” però solo il giorno prima, al premio Agnes, il nuovo direttore di Rai 1 Montanari ci aveva minacciati: “Voglio raccontare delle storie”. Un altro, come Romagnoli allo Sport, che ha scoperto l’acqua calda dello storytelling senza sapere che  una storia non si racconta da sé. Prima devi esser capace di scegliere il narratore. Bonolis, come un ragazzino che tenta un esame, non sapeva nulla di Rossi se non quello che ha “letto” in fretta e furia. Era uno sbirciare continuo su fogli sparsi, lo studente Vaporidis in “Notte prima degli esami” alle prese col prof. “Carogna” Giorgio Faletti. La prosopopea del più logorroico di tutti che citando palindromo, Carver e Simenon voleva stupirci.  Montanari, cerchi un narratore che prima abbia letto davvero Carver e Simenon. Un Federico Buffa per esempio, conosce?, non la saccenza della vita di Bonolis by Presta che ci legge la letterina di Materazzi invece di dargli una testata.

(30/6 FORMIGLI E IL TALK CON I TAPPETI ROSSI)  Corrado Formigli su 7 risponde alle domande di Paolo Conti. “Bersani: viene visto come un politico in buona fede con una sua credibilità e una notevole carica di simpatia umana. Lo invitiamo 2 o 3 volte all’anno perché è uno dei padri della sinistra italiana di oggi, è un protagonista”.
“Renzi non ha mai accettato gli inviti di Piazza Pulita, ma si umanizzerebbe se accettasse i veri confronti; quell’elemento di simpatia guascona che lo contraddistingueva in passato è scomparso, ripete ossessivamente gli stessi slogan, appare assai poco spontaneo e sincero. Un bagno nella realtà, lontano da certi tappeti rossi stesi al suo arrivo gli farebbe bene”. In sintesi, un invito di Formigli a Renzi, ma senza tappeti rossi, destinati solo a Bersani.”A Porta a Porta un politico si sente sicuramente più comodo” dice Formigli. Ma i tappeti sono blu.

(28/6 I COMPLESSI DEL SERVIZIO PUBBLICO)  Caro professore, di tutta la polemica sui compensi di Fazio, mi ha colpito l’osservazione di Cazzullo, che considero sempre in buona fede, secondo il quale solo la partenza di Floris per la 7 ha fatto fallire due trasmissioni Rai. Dunque, ci sono conduttori infungibili. Ecco, solo Lei è in grado di spiegarci il contesto in cui vive la Rai: in questi giorni sembra che operi nel libero mercato, in concorrenza con le altre emittenti. Al contempo si tramanda il mito del “servizio pubblico” con tanto di caccia al tesoro (il canone), al solo scopo di giustificare la possibilità di variopinti politici della commissione Vigilanza di continuare ad avere le mani in pasta. Siamo ancora fermi al 1965, al mondo di Alberto Sordi nel film “I complessi”

 Grasso, mercoledì, 28 giugno 2017

No, l’ha spiegato meglio lei con la citazione di Sordi.

(12/6 “1993” e THE CROWN) Caro professore, la mia domanda su “1993” è: questa serie tv italiana  dopo  2 stagioni si avvicina in qualche modo alle grandi serie inglesi o americane? Prendiamo “The Crown” di Peter Morgan, anche lì la Storia funge da fondale ed i personaggi li conosciamo altrettanto bene. Però i rapporti di Elisabetta con la regina Mary, con Margaret, con Filippo, con il duca di Windsor, sono approfonditi e resi avvincenti. In “1993” invece si fa il santino del furbo Di Pietro, e poi, per non aver grane, si disegnano figurine che alludono (forse) al capitano Zuliani, a Dell’Utri, a Giuliano Ferrara, a Cusani, all’olgettina, a D’Alema, al leghista. Personaggi che fanno o dicono qualcosa senza svelarci il loro animo. “Io credo che si debbano smontare, non alimentare, i pensieri consolidati. Se no a che serve il teatro?” ha detto una volta Stefano Massini. Ecco, le nostre serie tv restano carenti di capacità drammaturgica, il mezzo per ottenere dialoghi significativi e personaggi tridimensionali. Manca il teatro, qualcosa che racconti il contrario del comune sentire. Sorrentino in realtà lo ha capito, ma (non essendo Massini) la sua ambizione di far diventare ogni frase una “citazione letteraria” lo espone al rischio di accumulare mediocri aforismi.

Risposta

L’unica consolazione è che in questi anni la fiction italiana qualche passa in avanti l’ha fatto. Persino in Rai si muove quacosa. Quanto a “1993”, rispetto a ?1992?, che funzionava per tessere di mosaico (e di montaggio), c?è più lavoro di scrittura e maggiore consapevolezza, con il dichiarato tentativo di ispirarsi a ?American Tabloid? di James Ellroy. Una passo alla volta…

(5/6 NON PUO’ FARLO QUALCUN ALTRO?)  Caro professore, ha letto l’affermazione di David Silverman, animatore e regista dei Simpson? “Noi non siamo profetici, traiamo beneficio dalla stupidità umana”. Eppure il mitico episodio 200 della nona stagione (1997) “Spazzatura tra i titani” andrebbe visto e studiato nelle scuole e università. Per ridere e capire davvero il concetto universale di demagogia, oggi rinominata populismo. Si racconta di come Homer viene eletto al posto di Ray Patterson, il “competente” commissario all’igiene pubblica della città di Springfield. Homer, che per chi non lo sapesse è un cretino come tanti, vince perché promette ai suoi concittadini la raccolta della spazzatura a casa H24 con lo slogan vincente: “Non può farlo qualcun altro?”. La demagogia italiana e dei Trump si racchiude tutta in queste cinque parole. Tagliare la spesa pubblica, o le emissioni inquinanti, far pagare le tasse, non può farlo qualcun altro? L’episodio si chiude con la battuta finale di Patterson, richiamato come Cincinnato dopo il disastro ecologico provocato da Homer: “Avete voluto questo svitato? E adesso pagatene le conseguenze”. L’episodio venne dedicato alla moglie di Paul Mc Cartney, Linda, scomparsa nel 1998. Noi potremmo dedicarlo a Carlo Azeglio Ciampi.

di frascop

Risposta

Springfield è il centro dell’universo, l’ombelico del mondo mediatico, il luogo dove tutto viene contaminato, dove l’universo è ridotto alle articolazioni del cartone animato. Homer è l’uomo medio americano, così medio da vivere con una sorta di eroicità il suo stato: il ventre deformato dal più allegro dei consumismi, la testa sensibile a ogni programma spazzatura. Ha raccontato Donald Trump prima che DT apparisse sulla scena politica.

(1/6 D’ALIMONTE E GLI AVVOCATI TRAVAGLIO) Il prof. D’Alimonte, per chi non lo sapesse, è un professore universitario esperto di sistemi elettorali. Uno specialista di elezioni cioè, non un docente di diritto costituzionale, un sociologo, un politologo, un giornalista, o un tuttologo. Nel dibattito con Travaglio e Sallusti a Otto e mezzo, si è limitato a dire: Travaglio, lei non ha letto la sentenza della Corte Costituzionale. Travaglio stando sempre in tv non aveva neppure letto il sunto di quella sentenza che D’Alimonte sul Sole24 ore ha fatto illustrando i “principi” generali stabiliti dalla Corte Costituzionale italiana a proposito di una qualsiasi legge elettorale. Gli slogan di un Travaglio faccia da tv riescono meglio di un ragionamento. E’ quello che capita a ciascuno di noi quando parliamo con il nostro avvocato. Se siamo presuntuosi noi abbiamo sempre ragione e l’avvocato non capisce niente a meno che non ci dia ragione. Se poi l’avvocato, per ragioni personali, parla con una mentina in bocca, come fa sempre D’Alimonte, ci convinciamo pure che mastica una gomma. Non ci dà ragione ed è pure scostumato. Ecco perchè i tanti avvocati Travaglio proliferano in giro e la Gruber si affida a loro. Si chiama meritocrazia all’italiana.

(29/5 SKY GRAZIE TOTTI) Il compito impossibile di Caressa & Bergomi, pacchetto obbligatorio in Sky Calcio, era diventare poeti della domenica, per parlare di sentimenti, di un uomo che dava l’addio al calcio. Dopo la partita, lo stridore tra le immagini della cerimonia e il commento del Gatto e la Volpe è stato insopportabile. Come chiedere a Toto Cotugno di metter le parole ad una musica struggente di Morricone. Quando la retorica invece di un ponte diventa un muro. Momenti di vera commozione impiastricciati e mascarati con la ridondanza delle frasi fatte che hanno annegato un’emozione profonda nella vacuità della mitologia o dell’epica. Avremmo avuto bisogno del grande Sergio Leone, o di Gigi Magni, o se volete Corbucci, invece c’era Pingitore. Al posto della Magnani, la Ferilli. La inevitabile continuazione di “La grande bellezza”.

ALDO GRASSO Non saprei dire meglio

(22/5 FIORELLO E RAI INCOMPATIBILI) Caro professore, non crede che il cd servizio pubblico Rai ormai sia inquadrabile come Pubblica Amministrazione, dove, lo dice oggi l’economista Roberto Perotti, “i direttori generali, i capi di gabinetto dei ministeri non hanno alcun interesse a toccare lo status quo, si tratta di persone che sono lì a volte da 20-30 anni, spesso trascorsi a guardare il proprio ombelico e senza esperienze di fuori dall’ambiente romano e a volte senza nessuna competenza”?  Se questo è vero, uno come Fiorello sarebbe una  nota stonata, non potrebbe innovare l’intrattenimento coesistendo con Conti e Carlucci, in un contesto politico che va da Marzullo all’Annunziata passando per Berlinguer. Piuttosto mi preoccupa Veltroni prodotto da Sky.

RISPOSTA Penso che lei abbia ragione

(16/5 “1993”)  Il precursore fu Giuseppe Ferrara con i suoi film. Ogni serie tv amarcord sulla fine del XX secolo assomma auto da collezionisti, oggetti vintage, canzoni del tempo, furbe inquadrature delle comparse per non evidenziare la carenza di mezzi, attori somiglianti ai personaggi veri: siamo tra “Correva l’anno” e il Bagaglino. Solo Paolo Sorrentino (il Divo) con il suo grottesco felliniano ha sparigliato. In più “1993” sceglie Stefano Accorsi (con un sopracciglio sempre alzato) per impersonare un giovane-vecchio che dall’estrema sinistra finisce con Dell’Utri (da Paolo Liquori a Giuliano Ferrara). Accorsi o Pierfrancesco Favino, questo passa il convento. Nel 1993 vero ricordo due importanti film italiani,”Caro Diario” e “La corsa dell’innocente”. Nel primo in visita al vulcano, Moretti arriva a chiedere ai turisti statunitensi di svelargli in anteprima le vicende della soap opera Beautiful non ancora trasmesse in Italia. Correva l’anno. Nella corsa di Carlo Carlei si parla di un paese contiguo, il Sud Italia, estraneo sia a Lega che a Mani Pulite. Purtroppo ci toccherà “1994”, dopo Di Pietro ci vogliamo perdere la discesa in campo del Cavaliere?

(15/5 LUCIA L’ANNUNCIAZIONE) In tv ci sono giornalisti che fanno domande e giornalisti che manifestano il loro pensiero. Ricordavo Lucia Annunziata nei duetti d’amore-odio con il compaesano Santoro, nello zapping di fine serata la rinvengo alle prese con Franceschini. La terribile maestra d’asilo di sempre, arcigna, severa, accigliata e devota alla Causa, adesso commenta pure ogni risposta con occhiatacce. L’orologio non ci dà tregua. Le sue domande però sono quelle che porrebbe a Franceschini un Bersani qualsiasi, riassumibili in: ma come fai ad appoggiare un despota come Renzi? Copione scontato, quindi, ma a 5 minuti dalla fine sento una cosa che non avevo mai sentito. L’Annunziata ci spiega che che sta per porre un quesito sul quale la sua redazione si è scissa in due. Ma lei, pur messa in minoranza, ha deciso di insistere. Ecco, per osservare questi giornalisti che chiedono commenti alle loro Risposte, forniti pure di redazione (che fanno, qualche telefonata per invitare l’ospite), non basterebbero 5 minuti? Il tempo necessario per annunciarci la loro Realtà e Verità: dobbiamo conoscere i pericoli di un mostro chiamato “cabina di regìa”. E un lavoro duro ma qualcuno questa informazione deve pur dartela, prima che finisca la domenica: non è politica, è servizio pubblico.

(7/5 FAZIO E IL LIBERO MERCATO)  La storia della Rai, “la più grande azienda culturale del paese” specchio del paese, dimostra come il presentatore televisivo da prima serata debba essere un medio-cre, da Bongiorno a Conti passando per Baudo. Spiegatelo a Fazio. Il medio-cre è quello che piace ad alcuni e a tutti gli altri rimane indifferente senza indispettirli. E’ quello che scelgono per presentare Sanremo. L’anomalia italiana consiste nel fatto che prima il monopolio Rai e poi la concorrenza sul piano degli ascolti con Mediaset hanno diffuso la prevalenza del mediocre anche ai giornalisti, ai direttori, a tutti coloro che confezionano il prodotto; e che quindi è stato considerato normale andata e ritorno dei personaggi  (vedi Bonolis o Santoro e Floris) da un polo ad un altro. Solo così si capiscono i rigetti della Rai, dal prof. Grasso che intendeva riformare la radio a Verdelli poco tempo fa. I medio-cri prevalgono dovunque, in qualsiasi selezione compresa Miss Italia o X Factor, così avere appoggi politici e non farsi mai nemici è la vera lezione politica e culturale italiana che consegniamo ai giovani

(26/4) Non è un paese per vecchi

Qualcuno dirà che sparo sulla Croce Rossa ma segnalo alle scuole di giornalismo, a CdO e a Freccero una lunghissima intervista di Marzullo al grande Pietro Citati. E’ come se in uno scompartimento ferroviario il critico incontrasse un impertinente signore con i capelli lunghi. Questi, saputo che Citati è del 1930 ed è uno scrittore famoso, si mette a fare domande, e non la smette più. Comincia allora a voler sapere qualcosa, sulla vita, la morte, i sogni, l’amore, i figli, i genitori, il passato, il futuro, il lavoro. Il povero Citati condannato ad ascoltare senza poter fuggire via, risponde quando può, come sa, glissa, non spreca parole, sottoponendosi con bonomìa e gentilezza al bombardamento insolente, interminabile, sfacciato dello sconosciuto. Poi il saggista deve commentare le sue foto giovanili che si trovano sul web, e infine, pur amando la musica classica è costretto ad ascoltare una che canta al piano in suo onore De Andrè. Ecco, sia pure in fascia protetta, si mandano in onda trasmissioni di estrema crudeltà chiamandole sottovoce, ma allora se qualcuno tira in ballo il servizio pubblico lo sceriffo Ed Tom Bell e non Anzaldi dovrebbe tirare fuori la pistola.

di frascop

Risposta

Tutto vero, tutto giusto. Poi però uno si chiede perché Pietro Citati si debba far intervistare da Gigi Marzullo.

Morgan è lo Zeman dei cantanti

L’ennesimo esempio di narrazione che prende il posto dei fatti. Il mistero Morgan continua ma insegna. Ecco lo Zeman della musica leggera leggera. Ma come sia possibile che un “artista” di cui nessuno in Italia ricorda un (1) solo disco di successo possa insegnare a dei giovani come diventare una rockstar (X Factor) oppure il mestiere di cantante? E’ come se a Masterchef i giudici fossero cuochi il cui ristorante non avesse mai preso una stella. C’è qualcuno che ricorda il titolo della canzone portata due mesi fa da Morgan a Sanremo? Ma tutta questa presupponenza (sua e di tutte le commoventi Arisa in giro) come fa la tv a spacciarla addirittura per Arte? Nel calcio, finito l’effetto Zeman, i commentatori alla Caressa stanno innalzando sugli altari Sarri senza che abbia ancora vinto nulla.
di frascop

Risposta: D’accordo su Morgan, ma non sul paragone con Zeman. Senza andare troppo indietro, ricordo il suo Pescara dare lezioni di calcio con tre giovani sconosciuti: Verratti, Insigne e Immobile.

Genova è un’idea come un’altra

Che cosa hanno in comune il club Tenco, Fabrizio De Andrè Gino Paoli e Paolo Villaggio, Antonio Ricci Crozza e Beppe Grillo? (In un girone a parte il mattatore Gassman e l’unico genio vero perché cosmopolita che si chiama Renzo Piano). Sono tutti di Genova, magari sono amici ed hanno lavorato insieme, spesso ci hanno anche emozionato. Riflettevo su queste cose vedendo lo spettacolo “Grillo vs Grillo” su Netflix e considerando come tutti abbiano ottenuto dopo vari tentativi il grande successo commerciale. Ma un filo rosso li lega, da integrati vogliono apparire apocalittici, tutti loro nel tempo ci tengono a presentare il successo come un ovetto kinder, con dentro una sorpresa nascosta. Un gioiello, una gemma regalata al fruitore di bocca buona. Così Ricci dentro Striscia e le veline ha nascosto l’ambientalismo e la difesa dei consumatori, De Andrè dentro le sue ballate i cantautori francesi e l’esistenzialismo, finanche Villaggio ha celebrato “Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers” come omaggio alla pastorella dei trovatori. Crozza non è un imitatore ma piuttosto il fustigatore della seconda Repubblica, Paoli è uno dei 4 amici al bar che volevano cambiare il mondo ed è finito alla Siae. Con quelle facce un po’ così come meravigliarsi se Grillo da un palco urla indicandoci la Via, che è la stessa del suo commercialista? Da quell’orecchio, non ci sento; da quell’altro, così così…(Gilberto Govi). Benvenuti nel futuro. Eppure parenti siamo un po’/ di quella gente che c’è lì.

di frascop

Risposta L’ultimo spettacolo di Grillo, quello trasmesso da Netflix, è di rara modestia, però…

Fratelli ed alunni di Crozza (8/3/2017)

Il prezzo che dobbiamo pagare per gustarci i personaggi di Crozza sono le sue lezioni. Mettendo alla berlina personaggi politici e non, il tentativo è fornire il ritratto del nostro Paese attraverso il castigat ridendo mores. Una vera e propria manìa nazionale, che ha visto il punto più alto in Dario Fo, così geniale come artista così velleitario come politico. Far ridere non deve essere lo scopo esclusivo del comico, lo scopo vero essendo quello di far riflettere, di lanciare un messaggio, di svegliare la società civile. Il comico civil servant? Ma questi inediti venerabili Maestri dovrebbero capire che ogni insegnante non insegna nulla se non sé stesso, tutto qui. Una volta nelle villette di ogni paese il verde (giardini, alberi, fiori) sembrava sprecato se al centro non veniva sistemato un pesante monumento dedicato ai caduti. Col tempo le nostre villette sono diventate i luoghi dove il futile e l’inutile verde fa da contorno alla memoria storica, il monumento agli eroi caduti in guerra, o all’insigne personaggio. Così la satira, oggi, sembra che debba preparare sermoni, in grado prima o poi di far arrivare al governo uno che da guitto televisivo si sia autoconvinto di poter essere un Salvatore.

di frascop

Risposta

La condizione essenziale per fare satira in televisione è la cattiveria. L’ironia è l’arsenale di luce di chi ha patito tutto il patibile: in Italia, invece, quelli che si vogliono ironici, dissacranti e alternativi hanno della cattiveria una concezione buonista, didascalica. Sembrano non sapere che, nella satira, la cattiveria è il solo risarcimento possibile per qualcosa di molto importante che ti viene strappato via.

Mentana e la formazione (6/3/2017)

Venerdì Mentana va in prima serata per un talk sulla vicenda Consip. Gli ospiti in studio devono essere 4, due giornalisti e due politici. Siccome siamo su La7, un gemellaggio tra le tifoserie prevede una compressa al giorno prima o dopo cena de Il Fatto Quotidiano, che manda Marco Lillo; la spirito dei tempi prevede una dose quotidiana di luoghi comuni del grillismo, che manda la Sarti; la difesa schiera un renziano, toscano doc, Ermini. Non c’è il solito Marco Damilano, ma è come se ci fosse perché arriva Emiliano Fittipaldi de l’Espresso. Una coazione a ripetere, quindi, per Mentana, oggi senza dubbio il miglior direttore di Tg, per esperienza, autorevolezza ed indipendenza. Uno che dopo la Rai e che dal 1992 al 2004 è stato sottoposto a Berlusconi, lo vedi che sta vivendo in pieno la stagione della libertà. Come l’allenatore Allegri, il quale alla Juve può finalmente fare la sua formazione in santa pace. Eppure, con tutta questa meritata libertà e professionalità, tra prime serate o maratone, lo spettatore da casa sente che anche Mentana è prigioniero, obbligato sulle rotaie di un format prevedibile come i girotondi di Beautiful con gli stessi personaggi. La crisi del talk show non sta tutta in questa unica domanda: vabbene il gioco, l’arbitro, le divise, i tifosi, ma la formazione in tv chi la fa? Alè (caro prof., un conduttore che si accomiata così lo consideriamo sbarazzino o un caso per lo psicologo Luca Mazzucchelli?)

di frascop

Risposta

Spesso la formazione la fa la disponibilità degli ospiti. E anche la loro voglia di apparire.

Fateci vedere Gigi Meroni calciatore (3/2/17)

Gian Antonio Stella mi ha richiamato dal cuore Gigi Meroni. Alla fine degli anni sessanta c’erano due soli giocatori riconoscibili da tutti sul televisore in bianco e nero, Sivori e Meroni, perché avevano la zazzera ed i calzettoni abbassati. Dopo mezzo secolo non sono ancora riuscito a capire per quale ragione tutti i servizi televisivi su Gigi siano basati esclusivamente sul suo privato. Il genio di Meroni sul campo è invisibile. Una sorta di embargo. In campo lo si vede sempre nell’unica partita concessagli da Fabbri ai mondiali inglesi contro l’Urrs e per la “beffa a Facchetti”, quella rete all’incrocio dei pali a Sarti dell’Inter. Fu il suo ultimo quadro, indimenticabile perché fu la pennellata di un visionario. Eppure ricordo che ogni lunedì verso le 17 sulla Rai c’era una trasmissione con tutti i servizi sulle partite (introdotti da una vignetta con il risultato) e fu lì, con la maglia del Genoa e del Torino, che lo scoprimmo, nelle sue scorribande o quando da fermo e in surplace difendeva la palla col corpo e nessuno riusciva a spostarla. Per questo, di Meroni la tv ci dovrebbe restituire ancora tante tante immagini (devono pur esserci da qualche parte) che illustrino ai giovani il suo genio calcistico. Che fosse un artista vero e abbia avuto un amore vero lo sappiamo, ma i giovani devono vederlo giocare.

di frascop

Risposta

Quella morte, in limine, lo ha fatto entrare nella leggenda e gli ha risparmiato, forse, una longevità pleonastica. Non me lo vedo Meroni in una delle tante trasmissioni televisive sul calcio alzare la voce per assenza di idee, non me lo vedo seduto al fianco di uno dei tanti opinionisti d’accatto e un po’ accattoni, non me lo vedo mendicare una comparsata seduto in mezzo a due sgallettate. Ne me lo vedo nemmeno nel «giro» (allenatore, osservatore, parassita, di professione reduce) in un calcio che non è più il suo calcio. A dirla tutta, se oggi Meroni avesse 24 anni faticherebbe a trovare un posto in un mondo più muscoli che cervello, più cinesi che sport: lui così atipico, talentoso, sognante. Immaginare le telecamere mentre lo inseguono in via Roma, a Torino, una gallina al guinzaglio!
Comunque speriamo che Toro Channel (canale 234 di Sky) dedichi più tempo a Meroni.

(24/1 Il dialogo Grasso-Ferri Sky Sport)

Gent.mo prof. Aldo Grasso, nella risposta di Federico Ferri alla sua lettera aperta ci sono gli inevitabili cliché che accompagnano l’attuale rapporto tra sport e giornalismo, vale a dire…storie da raccontare, narrazione, esaltazione del bello. Ormai tutti credono di aver capito che lo storytelling sia un passe-partout, per cui si chiacchiera su un calcio raccontato con meno moviola e più Signori del calcio o Mister Condò. Bugie, perché la moviola è ormai incorporata nelle telecronache, che seminano per la raccolta delle polemiche e dietrologie post-partita: la voglio rivedere, Fabio. Federico Ferri è intelligente, e pertanto sa che ogni narrazione presuppone un narratore. Lui si ritrova da una parte (avendo perso il migliore, Boban), Vialli, Adani e Marchegiani; dall’altra ex calciatori narcisi, i quali non hanno ancora accettato l’idea di non essere più protagonisti. C’è quello spot Sky interpretato dal malinconico Bergomi che è una grande involontaria metafora caricaturale su questi narratori che non accettano la realtà. Nel ghigno finale di Bergomi quando dice “quello che conta è crederci fino in fondo” c’è il solo valore che Sky Sport o la Rai dovrebbero garantire (e che è poi la sostanza dell’invito del prof. Grasso) a noi spettatori, la Credibilità. La differenza, per capirci, tra un Di Marzio e Bargiggia. Questo concetto, nel giornalismo, è inversamente proporzionale all’aumento di tutti quelli che devono regolare vecchi conti o farsi nuovi amici. Un tatuaggio lo puoi nascondere con le maniche lunghe ma la lingua batte sempre dove il dente duole.

di frascop

Risposta

Il mio cruccio è che tra il racconto del calcio e il mondo del calcio non ci sia più alcuna separatezza. E gli ex calciatori contribuiscono non poco a questa infausta saldatura.

(20/1 GRASSO-GIANNINI) Oggi ho scritto al forum “Televisioni” del prof. Aldo Grasso, critico televisivo del Corsera, dopo le proteste del giornalista Massimo Giannini:

Eg. Prof., Lei ha avuto il coraggio di toccare un nervo scoperto di questo nostro Paese che dalla fine degli anni novanta ha fatto dei media il terreno delle scorribande della tribù dei Denti Avvelenati. Un grande professionista come Massimo Giannini, questa è la verità, ha pensato che fosse giunto il momento di lasciare la malmessa nave dei giornali di carta. Capisce di economia e sa dov’è il futuro. Costretto a ritornare sui suoi passi dalla politica, non riesce a capacitarsi che ognuno fa il suo gioco. Professore, questa tribù sta occupando il territorio, mi permetta allora di fare un riferimento vicino a questo giornale che pur amiamo molto. Prenda gli ultimi due anni, non c’è stato giorno in cui il toscano Giannelli non ci abbia proposto una vignetta su Renzi con un metodo a dir poco ossessivo. Non tocca a me limitare la libertà di nessuno, ma quel diritto di critica che Giannini invoca, lo possiamo esercitare anche noi lettori o spettatori? Oppure ogni volta si tratta di lesa Maestà? Infine, circa i contenuti, non ci muoviamo mai da lì, dalle nostre bisnonne le quali si ricamavano sulla camicia da notte: “Non lo fò per piacer mio, ma per dare un figlio a Dio”.

Grasso venerdì, 20 gennaio 2017

Renziano si può dire, ma anti renziano è vissuto come un insulto.

21-12-2016 Marinozzi telecronista dell’anno

Dopo la dotta analisi del Professore sul covercianese dei telecronisti, alla fine del 2016 proporrei gli Oscar: il covercianese più allineato (Daniele Adani); il più logorroico (Claudio Onofri); miglior telecronista dell’anno (Andrea Marinozzi); migliore seconda voce (Lorenzo Minotti); premio speciale alla gigioneria scientifica (Fabio Caressa); premio della giuria per la tristezza (Beppe Bergomi); premio Sapientino (Riccardo Trevisani); premio Frase Fatta (Sandro Piccinini).

di frascop

Risposta

Bisognerebbe ogni anno istituire il premio “Telecronista dell’anno”. È una buona idea, grazie.

(31/12) Nella rubrica “A fil di rete” sull’ultima pagina del Corriere della sera, Aldo Grasso scrive “Da Caressa a Gentile, ecco i premi ai telecronisti dell’anno”: Su suggerimento di alcuni lettori del Corriere abbiamo istituito i premi dedicati ai telecronisti dell’anno. I suddetti premi sono assegnati ad insindacabile giudizio della giuria. Premio Logorrea: Claudio Onofri. Non sta mai zitto, anche quando non ha nulla da dire. Premio Covercianese: Daniele Adani. Quando è in atto la rotazione del tridente di centrocampo, il suo lessico attacca lo spazio e si perde nel vuoto cosmico. Premio Gaia Scienza: per fare il fenomeno, Fabio Caressa spiega la scienza del calcio toccando vertici ineguagliabili di gigioneria scientifica. Premio Bonjour Tristesse: Beppe Bergomi. Qualcosa non marcia nel rapporto di coppia con Caressa. E’ sempre più triste. La maledetta di Pirlo lo ha colpito? Premio Sapientino: Rccardo Gentile. Scienza infusa -sapevo tante cose ma per semplice passione. Come tanti ragazzini, quando giocavo a Subbuteo e al videogame mi divertivo a fare la telecronaca-. Premio Frase Fatta: Cosimo “Mino” Taveri. Ripete sempre le stesse cose, forse per riprendersi dal passaggio da Sky a Premium. Premio Sobrietà: Maurizio Compagnoni, detto “game over”. A parte le reiterazioni (rete, rete, rete) è accusato di mangiarsi le parole. Così parla di meno. Premio Incontinenza: Pierluigi Pardo. Il più simpatico zuzzurellone del giornalismo sportivo, lavora per Mediaset ma anche per la Lega Calcio (via Infront). Premio Senza Speranza: Alberto Rimedio, ex equo con Marco “Gino” Lollobrigida. La Rai gioca in Lega Pro. Premio Senza Arte nè Parte: Marco “Noso” Nosotti, specialista di incredibili mimiche facciali, specie quando va sul poetico. Premio speciale al bordocampista: Alessandro Alciato. Quanti prati calpestati pur di scrivere un libro!

frascop mercoledì, 14 dicembre 2016

Tendenze: dal panino alla mucca

Come era facile prevedere i talk politici del martedì hanno certificato i nuovi equilibri politici del paese, assecondando però una curiosa tendenza editoriale che conosciamo sin dai tempi dell’Ulivo. Una volta i telegiornali facevano il “panino”, la furbata di dare più spazio al Potente in carica attraverso lo schema governo-opposizione-maggioranza. Poi con la Rai conquistata da Mediaset dal panino si passò ad un hamburger a più strati dove Bertinotti o Mastella segavano l’albero sul quale era seduto il loro governo. Per non farla lunga, ieri sera la sovraesposizione di un certo Speranza (prima a Otto e mezzo, house organ del fatto che sta arrivando, e poi a Politics o diMartedì non ricordo) rigenera i fasti di indimenticabili Civati e Fassina. L’osservatorio di Pavia ci direbbe che un bersaniano dovrebbe comparire in tv ogni quattro renziani, per rispettare il relativo peso politico, ma intanto si è aperta una nuova stagione televisiva con Bersani nel remake di Bertinotti e così finanche noi anziani costretti a seguire la politica in tv abbiamo capito chi è la mucca che ci fa compagnia in salotto.Se i dissidenti una volta avessero avuto in tv lo spazio che ricevono oggi, quelli del Manifesto certo che non sarebbero stati espulsi.

RispostaGrasso mercoledì, 14 dicembre 2016
È vero.

 La tribù dei Denti avvelenati (14/10/2016)

Eg. Professore, perfetta la sua analisi video di Politics. Non crede che oltre all’elaborazione del lutto per perdite varie, tracima in tv la tribù dei Denti Avvelenati, che vagano per i talk a pretendere lo scalpo di questo o quello? La 7 è diventata territorio ospitale, il mitico capo è D’Alema il Migliore, ma quelli che se la sono legata al dito vanno dal basso in alto da Berlinguer a Massimo Giannini. Bianca Berlinguer sono decenni che straparla e non ha il senso dei suoi limiti.Se solo avesse visto qualche puntata di “The Newsroom” avrebbe appreso che chi fa la domanda non deve permettersi di criticare la risposta. Ma i Denti Avvelenati si sentono vittime, con l’ascia in mano non difendono la propria terra ma la propria posizione.

di frascop

Risposta

Seguendo gli insegnamenti di “Arancia meccanica” mi piacerebbe sottoporre Bianca Berlinguer alla “cura Ludovico, il famoso trattamento psicologico subliminale che consente di annientare gli istinti malvagi e di recuperare immediatamente la libertà. Come lei suggerisce, ore e ore di “The Newsroom”, così, tanto per imparare un po’ la professione.

Calciomercato dei giornalisti Eg. Prof., mi permetta un’opinione sul calciomercato dei giornalisti. Con il passaggio di Mario Sconcerti dalla Sky alla Rai chi si è rinforzato? Faccio un esempio. Andato in ferie Alessandro Bonan e con l’affidabile Gianluca Di Marzio che lavora dietro le quinte, Sky sta schierando tutti i giornalisti (una squadra di serie A che fa apparire sia Mediaset che Rai Sport squadre di serie B), da Giunta a Nicolini, da Sugoni a Marchetti, da Romano a Massara. Come spettatore mi sento soddisfatto, nessuno di loro si guarda troppo allo specchio, è consentito loro parlare più di due secondi, e non hanno voglia di cantare. Talvolta poi, dopo aver provato, vanno e ritornano, come Marco Foroni.
Grasso martedì, 26 luglio 2016
Bonan è il migliore, si fidi.
Guzzanti alla ricerca dell’Autore Il tentativo di Corrado Guzzanti di costruire una serie tv su due soli personaggi non è riuscito. Anche lui, come tutti quelli che hanno cominciato con una galleria di personaggi (da Verdone a Zalone), va alla ricerca dell’Autore, e finora l’unica eccezione sembra Crozza. Ma Guzzanti dovrebbe accettarsi per il suo dono, che è quello, non di fare imitazioni alla Noschese o Crozza, ma di fare ritratti più veri degli originali. Se uno, dopo tanti anni, guarda Guzzanti che fa Prodi, immobile mentre passano i treni e le stagioni, non sta vedendo un imitatore ma sta leggendo una biografia. E così Bertinotti, Tremonti, Venditti, Funari, Quelo, Rokko Smithersons… Guzzanti ha l’ossessione di restare prigioniero dentro lo sketch, l’imitazione, la caricatura. Non riesce ad accettare il suo genio, unico in tutto lo spettacolo italiano, di riuscire a cogliere l’anima dei personaggi svelandone l’autenticità. Molti storici futuri, prima di documentarsi sulle presunte qualità o sull’inconsistenza di un uomo politico, studieranno a fondo i quadri viventi di Guzzanti. Ma lui non lo sa.
Grasso venerdì, 17 giugno 2016
Condivido tutto.
frascop lunedì, 26 settembre 2016

Gazebo romano

Caro prof., Diego Bianchi e Andrea Salerno con “Gazebo”, nel lustro post-Serena Dandini, sono indecifrabili. Modernissimi o antichissimi? Stacchetto triste con tromba di Di Cosimo. Telecamerina in mano, sezioni pd, Alfano, circo mediatico, comizi e manifestazioni, acciaierie, immigrati, Lampedusa, satira sui social. Capisco Salerno che come direttore editoriale della Fandango spazia da Albanese a Gomorra e nei ritagli di tempo si rifugia nella mitica riserva indiana di Rai3. Ma Zoro a quale idea si ispira? Alla controinformazione di Pio Baldelli degli anni settanta o a quella canzone del 1991 di Gino Paoli “Eravamo quattro amici al bar/che volevano cambiare il mondo/destinati a qualche cosa in piu'”? Smessi i panni di Zoro, vedi Diego Bianchi in tribuna centrale con la sciarpa della Roma e ti viene il dubbio che anche Gazebo sia un altro prodotto del generone romano. L’indipendenza di Damilano e il lirismo di Makkox non bastano. Stacchetto triste con tromba di Di Cosimo.

Grasso lunedì, 26 settembre 2016
Non saprei dire meglio.

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