Todde/ Nel comizio di chiusura non ha voluto nè Conte nè Schlein

Alle 20.57 di ieri sera, quando la vittoria della candidata Alessandra Todde appariva ormai certa, puntualissimo come sempre all’appuntamento con le vittorie, Dario Franceschini ha pronunciato la dichiarazione che tutti attendevano: «La Sardegna indica che la strada imboccata tra mille difficoltà nel settembre 2019 era quella giusta. Ora va percorsa con convinzione e generosità». L’allusione al 2019 si riferisce ovviamente al secondo governo Conte, quello di cui Franceschini fu ardente promotore, nonché ministro. Inutile aggiungere che se invece avesse vinto Paolo Truzzu, la Sardegna avrebbe indicato che la strada giusta era quella imboccata tra mille difficoltà nel febbraio 2021, con il governo Draghi, di cui Franceschini fu non meno convinto sostenitore, oltre che ministro. E anche nell’improbabile caso in cui a vincere fosse stato Renato Soru, la Sardegna avrebbe certamente indicato che la strada giusta era quella imboccata tra mille difficoltà nel febbraio 2014, con il governo Renzi, di cui Franceschini fu vibrante fautore, nonché ministro, pur essendolo stato con non minore convinzione – sia fautore, sia ministro – anche del precedente governo Letta, defenestrato proprio da Renzi, come pure del successivo governo Gentiloni, da Renzi assai mal digerito. Sempre con la stessa convinzione, ma soprattutto con la stessa generosità.

Bipolarismi
La ricreazione è infinita
La vittoria dell’alleanza giallorossa a guida grillina (come del resto è sempre stata l’alleanza giallorossa) e il fallimento del non ricostituito Terzo Polo hanno dato nuovo impulso al dibattito preferito dalla stampa progressista: l’unità della sinistra. Inutile illudersi, questo ritornello, per quanto anacronistico, specialmente se riferito a personaggi come Giuseppe Conte e Rocco Casalino, continuerà a riempire giornali e talk show come se fossimo ancora negli anni novanta. E proprio come allora, un minuto dopo che la tanto sospirata unità sarà stata raggiunta, e magari, prima o poi, la coalizione di centrosinistra avrà anche vinto le elezioni e sarà tornata al governo, si passerà subito alla seconda fase del dibattito. Quella in cui si comincerà a lamentare l’eterogeneità dell’alleanza e l’impossibilità di governare in questo modo.