Nicola Fiorita e il risucchio di Lamezia

Se qualcuno nel 2022 volesse capire lo stato dei rapporti Lamezia-Catanzaro dovrebbe leggersi una dichiarazione del prof. di diritto canonico Nicola Fiorita (1969) che si presenterà un’altra volta alle elezioni per sindaco di Catanzaro. Non lo conosco ma l’ho sentito parlare e mi auguro, per il bene della sua città e della Calabria, che diventi sindaco e poi parlamentare, tanto essendo il suo ingegno. Insomma, lo stimo e per la sinistra e i riformisti mi sembra il calabrese sul quale puntare.

Adesso leggete quello che ha scritto (adopera il “però” e il “ma anche“, ormai una costante della sintassi politica, per cui solo quello che viene dopo la congiunzione avversativa è vero)  : “Comprendo le ragioni e le preoccupazioni del presidente della Corte d’Appello, Introcaso, che ha spostato, per il secondo anno consecutivo, nell’aula bunker di Lamezia Terme la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. I motivi di ordine sanitario, legati all’emergenza Covid, non cancellano però i dubbi e le perplessità che tale decisione suscita. I valori simbolici sono molto importanti e superano spesso anche le esigenze contingenti”.

“Catanzaro subisce un notevole colpo alla sua immagine di ‘capitale’ calabrese della Giustizia, praticamente la sua funzione giurisdizionale più antica e radicata, la sua principale “fabbrica” anche per il notevole indotto che ha sempre creato – prosegue – …L’asse della Giustizia, complice il Covid e la purtroppo evidente insufficienza logistica del Capoluogo, si è spostato lentamente ma inesorabilmente verso Lamezia Terme, dove si celebra il più importante processo di mafia che si ricordi in Calabria. Non solo la grande aula bunker nell’area ex Sir, ma anche l’archivio distrettuale si sposta nella Città della Piana, con oltre 3.600 metri quadrati messi a disposizione dalla Regione. … Catanzaro paga, anche in questo caso, la sua fragilità e la sua marginalità. Ancora si aspetta l’entrata in funzione della nuova ala del Palazzo di giustizia “Ferlaino” …ma sono passati più di 12 anni dall’appalto dell’opera, un tempo biblico. Il Capoluogo ha invece bisogno di risposte rapide, di nuovi e grandi spazi, di un nuovo assetto infrastrutturale, altrimenti sarà risucchiato da altre realtà, come la vicina Lamezia Terme, che legittimamente si è aggiudicata funzioni molto importanti come il centro di ricerca “Dulbecco Institute” e gli studios cinematografici della Film Commission. Una lenta parabola che va assolutamente fermata”.

Che cosa capite da questo accorato grido di dolore? Capite che finanche una persona seria come Fiorita, il meglio, secondo me, che la politica calabrese possa annoverare, è preoccupato che il capoluogo “venga risucchiato da Lamezia”. E basta, sembra dirci – l’aula bunker, il Dulbecco, gli Studios cinematografici- tutto si sposta verso Lamezia, tale parabola va fermata. A parte che quando ci saranno gli Studios e il Dulbecco in funzione Fiorita sarà un vecchio come me (Lamezia sulla carta dalla Sir in poi ha avuto tutto), gli vorrei suggerire una mossa elettorale ben più decisiva di questo campanilismo da quattro voti: chiedere che il Palazzo di Giustizia di Catanzaro non sia più intitolato al lametino Ferlaino, che in realtà era di Conflenti, ma ad un insigne catanzarese.

La realtà storica è da sempre sotto gli occhi di tutti. I catanzaresi guardano verso la statale 106 e avvertono la piana di S. Eufemia non come una opportunità per l’area vasta Catanzaro-Lamezia ma come una sciagura da evitare (il risucchio). Il loro unico progetto politico è governare l’aeroporto e visto che l’intera economia catanzarese (così come le competenze regionali) si fonda sulla sanità, accaparrarsi qualsiasi centro sanitario. Lamezia per ogni catanzarese di qualsiasi colore politico deve essere una città non terziaria ( gli uffici devono stare solo a Catanzaro), ma “commerciale”. Questo discorso poteva avere una sua logica fin quando esistevano i negozi, ora soppiantati dai centri commerciali, basta chiederlo  al catanzarese Noto. Con cosa dovrebbero vivere i lametini a Fiorita o ad altri progressisti come lui non importa, per loro Lamezia ha lo stesso destino di Tiriolo o Marcellinara, l’aeroporto infatti per diritto ereditario appartiene alla Confindustria catanzarese e gli unici propositi che hanno sono quelli di poterlo raggiungere con la metro in 15 minuti da Catanzaro e di prendere l’autostrada da Altilia. Insomma, caro Fiorita, voi del Capoluogo vivete con la sanità e le grandi Opere, noi lametini viviamo d’aria. Non mi fare rimpiangere i Pujia o lo stesso Loiero che alla fine del suo mandato regionale -dopo averci cancellato l’Asl- si era reso conto che sviluppare l’area centrale di S. Eufemia non è un favore fatto ai lametini ma ai calabresi. Si chiamava “Patto per lo Sviluppo dell’Area di Lamezia Terme”, da attuarsi nell’ambito della programmazione Unitaria 2007-2013. “Lo sviluppo e la competitività della Calabria – aveva detto il presidente Loiero – passano per Lamezia Terme e per il consolidamento di un funzionamento metropolitano dell’Area vasta dell’Istmo Catanzaro-Lamezia. La Regione ne è consapevole e sostiene questo processo.”