STESSO STIPENDIO DUE VITE TRA NORD E SUD

Nel 1993 vinsi il concorso a preside e mi mandarono a Bordighera (SV). Per ragioni amministrative che non potevo immaginare lavorai un anno intero con lo stipendio di insegnante, pagando 800 euro per un’abitazione. Per farla breve, la famiglia rimase a Lamezia e per un anno vissi di stenti in una località turistica dove il costo della vita è dieci volte superiore a quello di Lamezia. Dal 1993 compresi quindi concretamente come l’impossibilità di muoversi all’interno dell’Italia per lavoro deriva da 2 Italie con costo della vita troppo differente. Un insegnante al Sud ha uno stipendio che consente di vivere dignitosamente, al Nord fa la fame. L’ideologia egualitaria di sindacati oscurantisti appoggiati da politici non entrati ancora neppure nel ventesimo secolo rende impossibile far prevalere i contratti aziendali sui contratti nazionali, che dovrebbero soltanto fungere da cornice e stabilire uno stipendio minimo. Mentre negli Usa è possibile in due giorni vendere casa e comprarla in altra città a mille chilometri di distanza cambiando residenza e lavoro, in Italia con lo stesso stipendio al Nord si vive da proletari, al sud da ceto medio. Marito e moglie,  insegnante e bancario, d’estate al sud partono 15 giorni in vacanza, al Nord restano a casa. I fruttivendoli di Bordighera sono gioiellieri, un cappuccino e cornetto in un bar costano 5 euro, se ti siedi 10, per una pizza e birra spendi dai 25 ai 30 euro, i proletari fanno la spesa nei supermercati e il sabato sera nei locali trovi soltanto milanesi con Porsche e Ferrari. Questo elementare confronto sul tenore di vita fa capire meglio tanti fenomeni, le buste paga farlocche del sud, il lavoro nero, e la strenua resistenza di chi non intende affrontare il problema fondamentale di un’Italia spaccata in due, unita per finzione. Non so se avete capito, ma al Nord le buste paga dovrebbero essere più consistenti. Il M5S avendo preso i voti al sud, non vorrà affrontare tale frattura, anzi intende dare il reddito di cittadinanza, 780 euro ai disoccupati. Qualsiasi impiegato di un centro commerciale pertanto si licenzierà e con tale reddito avrà risolto i suoi problemi. Gli insegnanti e tutti coloro che potrebbero ottenere un lavoro al Nord invece continueranno a definirsi deportati.