Riforme/ Quando capiremo che l’instabilità non la crea il proporzionale?

In Europa hanno idee non male su come salvare la democrazia.
In Germania centrosinistra (o per meglio dire la coalizione «semaforo», formata da socialisti, liberali e verdi) e centrodestra (la Cdu-Csu) si interrogano su come mettere la Corte costituzionale al riparo da un’eventuale vittoria dei nazional-populisti di Afd, per evitare quello che è successo negli Stati Uniti con Donald Trump (e prima, e peggio, in Ungheria con Viktor Orbán). «In molti paesi del mondo, le corti costituzionali sono sotto forte pressione», scrive Die Zeit nel suo nuovo numero. «Ovunque arrivino al governo, autocrati e populisti cercano di limitare il ruolo delle corti costituzionali e di abolire la separazione dei poteri». Per questo motivo in Germania centrosinistra e centrodestra stanno studiando una riforma costituzionale che vada nella direzione esattamente opposta a quella su cui ci siamo incamminati in Italia. È lo stesso problema che ieri poneva su Le Monde un gruppo di studiosi, con un appello in favore di una legge elettorale proporzionale per salvare la democrazia.
Solo da noi, popolo sfortunato, fior di liberali e riformisti insistono nel voler dare man forte al governo di Giorgia Meloni nel suo progetto maggioritario-presidenzialista (molti di loro li ha radunati oggi il Foglio in una paginata dal titolo «Premierato? Parliamone», dove si definisce il progetto una «ghiotta occasione»).
Mentre il resto dell’occidente cerca di alzare argini contro il populismo, qui li abbassiamo.
E così, mentre nel resto dell’occidente le forze democratiche e liberali ragionano su come alzare gli argini costituzionali di fronte alla minaccia populista, da noi si continua a ripetere il trentennale ritornello sui guasti del proporzionale (abolito trent’anni fa) come causa prima della frammentazione e dell’instabilità dei governi (e si è visto infatti in questi trent’anni, su entrambi i fronti, che bei risultati).
Siccome il modello portato a esempio, e di cui si torna a parlare in questi giorni, è proprio quello francese, mi sembra giusto trascrivere qui la testimonianza dei diretti interessati: «Spesso si paventa che la rappresentanza proporzionale incoraggi l’instabilità del governo, ma numerosi esempi, in particolare provenienti dai nostri vicini tedeschi, ai quali ci piace tanto paragonarci, dimostrano che non è necessariamente così. Dal 1980, la Francia ha infatti avuto venti diversi capi di governo con il sistema maggioritario, mentre la Germania con rappresentanza completamente proporzionale ne ha avuti solo cinque». E nessuno di loro si chiamava Silvio Berlusconi, aggiungo io, e nemmeno Giuseppe Conte.