L’agenda Smemo e il mondo ideale dei populisti e del Gatto e la Volpe

Non so quanti italiani hanno finora capito il motivo per il quale la Rai fece nascere Carosello. E’ semplice, siccome allora la pubblicità dai cattocomunisti era considerata Belzebù, cioè manipolatoria, si volle relegarla in una zona protetta. Quel che oggi a noi pare normale e anche necessario, l’invadenza degli spot pubblicitari, una volta il moralismo la combatteva. Della serie “fermate il mondo voglio scendere”. L’Italia antimoderna non soltanto non ha mai capito l’importanza della pubblicità ma neppure l’importanza del mercato. Che poi è un luogo dove le imprese nascono e muoiono senza che nessuno ci possa fare niente. I maghi ci sono nelle favole, nella realtà il futuro è difficile prevederlo. Questa verità elementare in Italia non si è affermata dal momento che ci sono tanti i quali ritengono che i padroni, essendo brutti e cattivi, si divertono a far fallire le proprie imprese per mandare sul lastrico i poveri lavoratori.

In Finlandia esisteva anni fa una grande impresa che faceva telefonini che tutti abbiamo comprato, la Nokia. Oggi magari esiste ancora ma quelli che possiedono quei cellulari nel mondo sono davvero pochi. Cosa è successo? Un gomplotto, una congiura internazionale delle multinazionali e dei poteri forti? No, semplicemente nel mondo tecnologico non si vive di rendita (come succede in Italia a tassisti, notai, balneari, festival di Sanremo) ma i prodotti si evolvono di continuo per cui Nokia, Motorola o Blackberry dopo anni di grande successi commerciali hanno perso il treno dello sviluppo perdendo quote crescenti di mercato. Molti lavoratori hanno perso il lavoro e la colpa dell’insuccesso non è di uno solo ma del sistema della concorrenza. Quelli che producevano porte blindate, per fare un secondo esempio, hanno sofferto dell’affermarsi dei sistemi di allarme che hanno consentito di conservare le porte tradizionali rendendo inutili le porte blindate.

Ciò detto, vorrei illustrare con un ultimo esempio quel che avviene nel mondo economico dove le previsioni di medio e lungo periodo non sempre possono farsi con raziocinio. Per significare come i posti di lavoro si creano e si distruggono rendendo ridicoli e patetici tutti coloro i quali da una vita gridano “il posto di lavoro non si tocca”. A me pare che nel terzo secolo il populismo, che ama ricette sempliciotte per affrontare tutti i problemi che non capisce, abbia escogitato un nuovo uovo di Colombo per debellare la povertà. Appena un bimbo nasce lo Stato Buono dovrebbe dargli una pensione mensile permanente sino alla morte e così avremmo risolto, secondo questi nuovi scienziati politici che si sono impratichiti con il gioco del Monopoli, il problema dell’ingiustizia nella distribuzione della ricchezza nel mondo.

L’ultimo esempio che faccio riguarda un’agenda che io, come tanti altri consumatori, ho comprato ogni anno da quando ero giovane tanto che un’intera porzione della mia libreria conserva i miei acquisti dal primo all’ultimo. L’agenda, Smemoranda, è stata ideata da due umoristi, Gino e Michele, insieme con il loro amico Nico Colonna. Il brand Smemoranda, simbolo dei circoli di sinistra a Milano, dopo decenni di successi si è trovato in una situazione critica, addirittura al punto di non riuscire a pagare i facchini di una cooperativa. La società è stata costretta a presentarsi al tribunale fallimentare per far valere un modesto credito di 260 euro. Questo è solo uno dei numerosi creditori ammessi nel corso della liquidazione di Gut Distribution, una delle aziende legate alla celebre agenda scolastica. L’intera operazione ha portato alla luce un debito di almeno 40 milioni di euro per il gruppo Smemoranda, che vantava un fatturato di quasi 50 milioni di euro e impiegava 180 dipendenti.

Che cosa è successo a questa impresa che ciascuno di noi consumatori ha reso un brand sentimentale e comunitario? E’ successo che con la pandemia le vendite si sono azzerate e la crisi imprevista e imprevedibile non è stata più arginata anche perchè nel frattempo la concorrenza si era fatta più agguerrita e numerosa. Una crisi così grave e acuta tanto che non sono riusciti a vendere a qualcuno neppure il marchio storico.

Concludo quindi il ragionamento per suggerire, a chi ancora riflette e non si fa guidare dall’ideologia anticapitalista, una semplice verità. Fin quando stai in una società economica dove prevale la concorrenza il fallimento è un evento che devi mettere nel conto. Non ci possono essere “posti” intoccabili altrimenti non parliamo più di impresa ma di assistenzialismo. Volete che vi faccia per finire un esempio di assistenzialismo? Lo faccio subito, è la Fondazione Terina di Lamezia dove il capitale di macchinari presenti nei laboratori, secondo una relazione ormai del 2019 del presidente avv. Masi, è inutilizzabile perchè nel personale ci sono più guardie che tecnici in grado di far funzionare i laboratori. Ecco il caso di una impresa che non produce niente e che serve per erogare stipendi a chi ci sta dentro. Se uno è convinto che “il posto di lavoro non si tocca” dovrebbe essere conseguente e volere che tutte le imprese fossero così: perchè ricevere uno stipendio in cambio di lavoro? Non è meglio ricevere lo stipendio senza lavorare? Bipopulisti, estrema destra, estrema sinistra, democristiani non pentiti, sono tutti d’accordo che questo sia il migliore dei mondi possibili. In fondo è il mondo prefigurato dal Gatto e la Volpe all’ingenuo Pinocchio.