(9/2/24) Nel Pci un dirigente prendendo la parola nella sezione del più sperduto paesino seguiva una precisa scaletta: analisi della situazione internazionale, poi della situazione nazionale, infine della politica locale. Oggi non si usa più, i tre piani procedono separati, per cui succede quel che ora tento di spiegare. Con il voto della Camera di ieri è passato definitivamente il decreto che autorizza l’invio di armi in Ucraina che prolunga a tutto il 2024 le condizioni già in vigore l’anno passato. Hanno votato a favore 218 deputati, solo 42 i contrari. “Quanto al Partito democratico, si è registrata la sostanziale tenuta del gruppo che su questo tema in Aula ha sempre tenuto la barra, ma si è cristallizzato il dissenso di quattro deputati: Laura Boldrini, Nico Stumpo, Arturo Scotto e il solito Paolo Ciani, della Sant’ Egidio, che non fa parte del Partito democratico. Di Boldrini le posizioni di politica estera sono note, e particolarmente veementi sulla guerra tra Israele e Hamas; allo stesso modo del calabrese Stumpo e Scotto, ex Liberi e Uguali, e poi Articolo Uno, molto vicini a Pier Luigi Bersani. Un dissenso abbastanza circoscritto, dunque, che forse alla segretaria, non frontalmente ostile a queste posizioni, può fare comodo perché possono coprirla a sinistra, secondo un calcolo, che non stiamo attribuendo a lei, piuttosto cinico. Questa piccola sacca di resistenza alla linea ufficiale pro-Resistenza in fondo rappresenta un pezzo dell’elettorato del Partito democratico e della sinistra “pacifista” dal quale il Nazareno spera di attingere consensi” (Mario Lavia). Questo esempio cosa spiega? “Spiega che nel pd esiste un dissenso “abbastanza circoscritto”: in sostanza, Boldrini e gli altri sulle grandi crisi internazionali hanno la stessa posizione di Giuseppe Conte. Ma non solo su queste. Perché il segmento che chiamiamo per brevità “pacifista” è esattamente quello che più spinge per un’intesa politica generale con l’avvocato del popolo, ed è come se queste opzioni di politica estera – sull’Ucraina come su Gaza – fossero un lievito per far crescere la torta giallorossa. Il gruppo dirigente sta un po’ in mezzo: non rinnega le scelte pro-Kyjiv, ma già ha spostato molto la barra sulla guerra al terrorismo in Medio Oriente”.
Ora veniamo a parlare del locale, di Lamezia. Il dissenso circoscritto a livello nazionale dei pacifisti alla Boldrini, Scotto e Nico Stumpo, a Lamezia non è circoscritto perchè quelli che io chiamo i gruppettari di Lamezia (quelli che dal ’68 ancora non hanno tolto l’eskimo) nella sinistra (ovvero ben 11 sigle) sono in maggioranza. I gruppettari di Lamezia, in piena sintonia con l’assemblearismo studentesco di Schlein, per esempio l’avv. Piccioni (LBC), la pensano esattamente come i 4 dissidenti, e la pensano esattamente come Giuseppi (quello che per lui Biden e Trump sono uguali, come Macron e Le Pen). Considerano Renzi e Calenda traditori socialfascisti o rinnegati alla Karl Kautsky, uno dei leader intellettuali dei socialisti moderati quando c’era Lenin. Come possono le 11 sigle della sinistra lametina, dove i gruppettari sono in maggioranza, trovare un accordo elettorale per la scelta del candidato sindaco di Lamezia nel 2025? Ad impossibilia nemo tenetur.
Non sto parlando di un ipotetico futuro, sto solo ricordando il passato, il 2015, quando il presidente del Consiglio era Renzi e mentre noi a Lamezia discutevamo di chi presentare come Sindaco (venne scelto il dott. Tommaso Sonni) dovevamo rintuzzare i gruppettari che ce l’avevano con Renzi per la Buona scuola e sulla scuola avevano le stesse posizioni dei 5 Stelle. Adesso c’è la Meloni, ma quando c’era Renzi era lo stesso, i gruppettari la pensano esattamente come i 5 Stelle (che come si sa, si considerano nè di destra nè di sinistra).
Veniamo all’oggi dove si succedono le gag di una comica. Seguite Giorgio Curcio che riepiloga i fatti recenti.
La lettera riservata“Tutto nasce da una lettera – riservata – inviata da Lamezia Bene Comune al segretario del Pd lametino, Gennarino Masi, al referente del Movimento 5 Stelle di Lamezia, Pietro Maria Barberio e al coordinatore di Italia Viva Antonino Costantino. Lettera con la quale Rosario Piccioni, ricordando un primo incontro risalente a settembre 2023, invitava tutti a «riprendere il dialogo» e di «avviare un percorso condiviso» e, soprattutto, ad «aprire una nuova pagina di buona politica e di buona amministrazione per la città». Piccioni, nella missiva, sollecitava le parti a fissare una data per un prossimo incontro.
Masi rende noto la riservata
Alla missiva “riservata” però, Gennarino Masi ha risposto pochi giorni dopo inviando una lettera a tutte le forze progressiste, parlando di «una nota stonata» (quella di Lbc) e poi di «attacchi personali» che secondo Masi celerebbero «l’ennesima volontà di rompere l’intesa tra partiti e società civile». «Di certo il PD – scrive Masi nella lettera – non può seguire il ristretto ed elitario percorso per giungere alla creazione di una coalizione progressista vincente, che parte da una incomprensibile (salvo che non sia finalizzata a qualcosa) selezione tra i partiti e i movimenti che dovrebbero prioritariamente sedersi al Tavolo programmatico (e, sembra di intuire, anche selettivo della figura del candidato a Sindaco)» e ancora: «Non trovo quindi comprensibile la selezione eseguita da LBC tra i partiti (perché escludere aprioristicamente Azione, Rifondazione Comunista, e la stessa Sinistra Italiana?) e tra i movimenti (quale sarebbe il motivo per escludere Nuova Era ed Amolamezia, Associazione 4 Gennaio ed Italia Nostra, peraltro tutti presenti fattivamente alla riunione di Settembre?)». «Si tratta di atti importanti al fine di definire i temi programmatici del Tavolo Progressista ed è chiaro che all’esito dovremo di nuovo incontrarci, fermo restando, però, il principio che per parte nostra non accetteremo alcuna esclusione di tutte quelle forze che hanno già dimostrato di volersi o si vorranno proporre».
Tra i gruppettari di Lamezia non si capisce niente perchè Piccioni, che nella sua peregrinazione è stato con De Magistris e Articolo 1, viene accusato dall’avv. Masi di non voler parlare con altri gruppettari con i quali al contrario Piccioni condivide tutto. Per capirci Masi intende essere più gruppettaro di Piccioni! Gianni Speranza che come si sa è gruppettaro ecumenico e senza partito (solo che Nico Stumpo lo ha fregato per bene alle elezioni), mentre i suoi amici sono tornati nel pd, per una presentazione del suo libro è stato accusato da Rosa Tavella di aver escluso i gruppettari.
Insomma, concludendo, a Lamezia gli amici di Renzi e Calenda dovrebbero sedersi intorno ad un tavolo con i gruppettari con l’eskimo, gli amici dei 5Stelle, quelli che non vogliono mandare armi all’Ucraina, quelli che considerano Renzi e Calenda dei rinnegati, e sapete per fare cosa? Un programma.
Eh sì, perchè il rituale dei gruppettari a qualsiasi latitudine prevede: prima di fare un programma (cioè partorire parole che lasciano il tempo che trovano) e poi di scegliere il candidato sindaco. Già a Lamezia nell’area gruppettara candidati sindaci ce ne sono a bizzeffe (per fare un esempio, Italo Reale sponsorizza Lidia Vescio), per adesso però non se ne deve parlare, e dunque occorre discutere (mozione d’ordine) di chi si può sedere intorno ad un tavolo per partorire parole. Non è ancora la comica finale ma hanno tutti, sia quelli che siederanno intorno al tavolo, sia quelli che non vi prenderanno posto, già deciso (mozione d’ordine) che nella prossima tornata deve tornare a vincere Mascaro o un leghista o un fratellino. Quindi non ci provano nemmeno a vincere, per i gruppettari si tratta solo di seguire il solito rituale che prevede tanto fumo (il tavolo, il programma, magari le primarie) e poi alla fine, pochi giorni prima del voto, la sostanza, scegliere i candidati. Cosa voglio dire dopo tutta questa ricostruzione?
Come sarebbe bello se a Lamezia oggi febbraio 2024 si presentasse Pincopallo (uno, due, quanti ne volete) e annunciasse: mi presenterò come sindaco di Lamezia e nei prossimi giorni annuncierò la squadra che porterò con me in questa nuova avventura per voltare pagina e mandare Mascaro a fare l’avvocato. Volete conoscere il mio programma? Farò tutto il possibile per difendere Lamezia, pertanto non sarò un politico ma un bravo amministratore.