Visto che sei tu, dammi 5euro…

Quanto costa? Non si sa. Un elemento costitutivo della Calabria instabile perchè tellurica (segnalatelo a Vito Teti) mi appare l’incertezza del prezzo praticato nel commercio.  Nessuno di noi se va in un ristorante o in un bar, dal fruttivendolo o dal carrozziere sa “prima” quale sarà il prezzo per la prestazione o l’oggetto acquistato. Il prezzo è una sorpresa. Che c’entra? Anche in Italia tutto è incerto, dalle effettive tariffe telefoniche agli interessi bancari, così come un’automobile ha un prezzo molto più alto rispetto a quello pubblicizzato. Proprio per venire incontro al consumatore, sono sorti vari siti che confrontano i costi degli alberghi, delle assicurazioni e così via. Ma solo in Calabria può succedere che a distanza di una settimana io vado nella stessa pizzeria a mangiare la stessa pizza con la stessa birra e mi praticano due prezzi diversi. Per me resta un mistero. Dipende da chi ti fa il conto. Il prezzo è soggettivo, mai oggettivo.

Ecco il punto. Per non avere sorprese quello che ti fa il conto deve essere tuo amico. Senza un amico è meglio non comprare. Ma lo stesso amico non è che si può ricordare sempre il prezzo che ti ha fatto l’altra volta. Dice, ma non ci sono i prezzi esposti, o i preventivi? Certo che ci sono, ma le carte in Italia sono carta straccia. Con gli anni ti abitui alle oscillazioni di tutti i prezzi fosse pure quello di un semplice cappuccino e brioche nello stesso bar. Una sola eccezione, le edicole. Benemerite.

Una sola volta mi stufai, mi capitò in una piscina calabrese. Il cartello era ben visibile, ingresso 8 euro. La cuffia costava 2 euro. Con 10 euro puoi fare il bagno e restare sino alla chiusura. Benissimo. Sopporti tutto, la cuffia la paghi ma poi c’è chi non la mette, fuori della piscina giocano a pallone e tu resti impertubabile. Col tempo però mi accorgo che un addetto faceva pagare 5 euro a chi entrava senza fare il bagno. La trovai una cosa ragionevole. Se vuoi stare un’oretta solo a prendere il sole, 5 euro per l’ingresso vanno bene. Feci pure l’osservazione, dovreste mettere il cartello “SOL-tanto 5 euro”. Un giorno arriva una famiglia. Il padre si trova a dover pagare 24 euro per tre persone e specifica –mia moglie non paga perché non fa il bagno-. L’addetto gli dice, no paga 5 euro, non è che possiamo far entrare gratis tutti quelli che non fanno il bagno, riempiremo la piscina senza incassare nulla. La famiglia, calabresi residenti al Nord, capita vicino il mio ombrellone, e parliamo dell’accaduto. Il signore commentava acido: – Siamo in tre, ti dò per due ingressi e due cuffie 20 euro, no anche mia moglie deve pagare altri cinque euro. Per stare due ore in piscina spendi, bevande escluse, 25 euro per tre persone. Neppure fossimo a Milano Marittima!- Prendo le parti dell’addetto e cerco di far ragionare il signore dicendogli che se l’ingresso fosse gratis, molti verrebbero a prendere il sole a bordo piscina, come in una piazza pubblica. Cinque euro vanno bene. Appena qualche giorno dopo questo episodio, torno in compagnia e una ragazza mi chiede 16 euro. No, dico io, uno solo fa il bagno, sono 13 euro. La ragazza insiste e io allora non ne posso più, dico che il prezzo non lo può fare chi c’è alla cassa. Chiedo di chiarire la cosa con il direttore e dopo un po’ arriva uno che mi fa:

“Qui facciamo come vogliamo noi. Se ci volete venire ci venite. Non siete voi che dovete impararci a fare il mestiere. Andatevene e non tornate più”.

Sopravviveremo. Ecco descritta la Calabria, il turismo, la professionalità degli operatori.

Lorenzo dè Medici nella canzona di Bacco ci ricordava

Chi vuole esser lieto, sia,
di doman non c’è certezza.

Aggiungo: e neppure del prezzo/che tristezza