Michele Serra/ L’Europa è una cosa l’America un’altra

Sul Venerdì di Repubblica una lettera propone a Michele Serra una importante questione internazionale. Lui risponde e anch’ io vorrei aggiungere qualcosa.

Caro Serra, la frase “né con Putin né con Zelensky” è oscena, ed è spaventoso che il Papa dichiari “non posso stare con una parte né con l’altra”. Non ho studiato etica o teologia morale, per me è istintivo prendere sempre le parti del più debole, senza condizioni e sofismi. Con chi stanno i pacifisti? Diversi anni fa contestavo la base militare statunitense Dal Molin, presso Vicenza. Un’amica di amici, cecoslovacca, mi chiese che cos’erano quelle bandiere bianche. Glielo spiegai: ricordo la sua furente indignazione: “Dovreste ringraziare gli americani, che vi risparmiano quello che è successo a noi”, ovviamente non potei replicare. La guerra in Ucraina ha spazzato via il mio residuo pacifismo. Non credo più che la negoziazione possa sempre risolvere i conflitti: la storia e l’evidenza ci insegnano che certi criminali capiscono solo le maniere forti. Prendo atto che il mondo come lo vorrei io (pacifico e senza eserciti) non esiste, perché ci sono uomini come Putin o Kim Jong-un. E allora dico, mi perdonino gli dèi: per fortuna che c’è la Nato, che ci ha risparmiato quello che è successo ai fratelli dell’Europa dell’Est. Per fortuna che c’è l’America, che critico aspramente da una vita: ma dall’altra parte è molto, molto peggio. (Guido Gonzato)0

(MICHELE SERRA) Caro Gonzato, stare dalla parte giusta è importante. Anzi: è indispensabile. Ma stare dalla parte giusta rischia di essere una pura dichiarazione di principio, e di avere lo stesso sapore nobilmente generico del pacifismo astratto. Proprio perché si è dalla parte giusta – la democrazia lo è – non è possibile accettare una divisione del mondo binaria, Occidente buono contro Resto del mondo cattivo. A partire dal concetto, discutibilissimo, di Occidente. Stati Uniti e Unione europea non sono la stessa cosa, i loro interessi politici ed economici, la loro posizione geografica, le loro culture, i loro popoli, non sono la stessa cosa. Se richiamare questa differenza significa “fare il gioco di Putin”, siamo nei guai.

Perché è vero il contrario, il gioco di Putin è proprio esasperare questa divisione binaria del mondo, rozzamente ideologica: purezza e innocenza della sua Grande Russia immaginaria contro Occidente corrotto e decadente. La Nato, come lei sottolinea, ha avuto ed ha ancora la sua necessità e i suoi meriti. Fu Berlinguer a dire molti anni fa, con il mondo ancora diviso in due blocchi, che si sentiva più garantito “stando di qua”. Ed era il capo dei comunisti italiani. Ma aggiunse, cosa che non tutti amano ricordare, che quell’alleanza militare aveva accettato senza fare una piega il fascismo greco e portoghese. A conferma del fatto che gli interessi della democrazia in Europa (per non dire dell’America Latina) e gli interessi americani no, non sono mai stati la stessa cosa.

La Nato è un’alleanza militare, ma ha finito per divorare ogni differenza politica. La Nato, agli occhi del mondo, è America, e tutti gli altri suoi membri sono solamente un corollario dell’America, con funzioni accessorie e senza una evidente autonomia politica (non avrebbe destato tanto scandalo, altrimenti, il Craxi di Sigonella). Mi ha commosso, giorni fa, vedere la manifestante georgiana che resisteva agli idranti sventolando una bandiera europea (la stessa bandiera poi bruciata dai fascisti filorussi). Bisogna fare in modo che quella bandiera sventoli per proprio conto, con il suo significato di autonomia e di libertà. L’Europa deve avere un esercito proprio e una propria politica estera. Fino a quel momento, stare dalla parte giusta sarà più difficile e meno limpido.

(F.SCOPPETTA) Dunque, per Serra, nessuna visione binaria e piuttosto che stare con l’America è meglio stare con L’Europa. E’ una buona cosa, purchè nella sinistra che piace a Serra e a tanti come lui non si ricomprendano quelli come Conte che amano la Cina o Putin, a cui permisero a marzo 2020 di scorazzare per l’Italia con 22 mezzi militari. La politica al di là delle chiacchiere è interesse pratico. Prendiamo l’espansionismo cinese in Asia, ha avuto un effetto simile a quello che Vladimir Putin ha ottenuto in Europa: ha compattato l’America e i suoi alleati. Così come in Europa la Nato è stata rafforzata dalla guerra in Ucraina, in Asia molti paesi stanno serrando i ranghi delle loro alleanze con gli Stati Uniti. Le Filippine hanno offerto all’America nuove basi militari per assicurarsi la difesa Usa in caso di aggressione. Giappone, Australia, India, stanno rafforzando la cooperazione militare con il Pentagono. Il caso più noto è l’accordo Aukus con cui americani inglesi e australiani costruiscono insieme una forza comune di sottomarini a propulsione nucleare.

La questione delle alleanze politiche non consente di avere la botte piena e la moglie ubriaca. Se devo fare un viaggio in auto in compagnia, e devo scegliere tra Tizio e Caio, non posso fare le pulci all’uno e all’altro con il rischio di rimanere solo.

Per tanti anni abbiamo cercato il “nè-nè “con Usa-Urss. La terza via o la via italiana al socialismo sono stati lodevoli tentativi di cercare una strada nuova per non diventare una colonia americana. Adesso viviamo nell’epoca di “battere i pugni sul tavolo” dell’alleanza europea in cui ci troviamo, con il rischio di ritrovarsi soli mentre i vicini distolgono lo sguardo. Ma oltre questi pugni sul tavolo vorrei dire a Serra che non bisogna mai confondere l’albero con la foresta. Mi spiego. Innanzitutto è chiaro, se guardiamo dall’alto la foresta, che noi italiani non siamo mai stati (nè mai lo saremo per evidenti ragioni) in condizione di discutere con gli americani su un piano di perfetta parità. Per Serra, che invece guarda troppo da vicino l’albero, gli americani hanno il difetto di accettare le dittature (greca o portoghese) quando gli conviene, Potrei aggiungere che è sempre sbagliato fare di tutta l’erba un fascio. Non si può parlare degli americani in generale. Una cosa è Kennedy, un’altra Nixon, Obama non ha niente a che vedere con Trump. Insomma, sottolineare tutte le atrocità che hanno fatto gli americani, dove vuol andare a parare? Che discorso è? Anche noi italiani potremmo essere giudicati nel mondo soltanto sulla base dei nostri lati negativi. Ci piacerebbe se gli altri paesi ci liquidassero in toto dicendoci che siamo mafiosi o inaffidabili, voltagabbana o furbi?  Il fatto è che nessuno è  perfetto. L’Italia è  stata Mussolini ma anche Pertini, Andreotti e Moro, Draghi e Meloni. 

Ma, tornando alle alleanze, uno può battersi per l’Europa unita (anche se l’esercito europeo ancora è una utopia) pur restando amico degli americani. L’importante nel 2023 è che anche a sinistra la si smetta con lo stesso antiamericanismo che si professava negli anni cinquanta. A quel che vedo oggi estrema destra fascista ed estrema sinistra comunista in Italia sono accomunati (ancora) da un odio viscerale verso gli Usa. Per cui, in un mondo dove la potenza cinese appoggia per propri interessi Putin, a noi realisticamente non rimane che rinsaldare l’amicizia con gli occidentali. E quindi andare d’accordo con Francia, Germania, Regno Unito,Usa.