Tra venditori e compratori i passadenari. Ci conviene?

La scena raffigurata nelle pagine iniziali di un manuale di economia standard ricorda Romeo e Giulietta. Due famiglie – i signori Compratori e i signori Venditori – si contrappongono: i primi possiedono denaro, mentre i secondi possiedono beni o servizi. La situazione è tesa: i Compratori pattugliano attentamente la Curva della Domanda, presentando le condizioni a cui sono disposti ad acquistare, mentre i Venditori presidiano la Curva dell’Offerta, presentando le condizioni a cui sono disposti a vendere. Quando queste curve si incrociano, i Compratori incontrano i Venditori e gli cedono un certo quantitativo di denaro in cambio di un certo quantitativo di beni.

Questo punto di pacificazione segna il Prezzo di Mercato. Seduto su un volo della British Airways con denaro contante nel mio portafogli, io rappresento i Compratori, mentre l’equipaggio di cabina interpreta la parte dei Venditori, con un catalogo di beni in offerta. La scena è pronta per lo scambio. Io faccio la mia mossa chiedendo un caffè espresso. L’assistente di volo se ne va per prepararmi la bevanda e ritorna tenendola su un vassoio. Tocca di nuovo a me: tiro fuori una banconota da 5 sterline.

«Mi dispiace, signore: accettiamo solo carte.» La storia d’amore si blocca di colpo.

Con uno sguardo sorpreso, replico: «Non ho una carta».

L’assistente di volo appare scioccata, poi imbarazzata.

«Temo che dovrà riportarlo indietro» dico lentamente. Lei fa un’espressione addolorata, poi si scusa e va via con il caffè. Anche i passeggeri intorno a me sembrano a disagio. È proprio un poveraccio, pensano: non ha una carta di credito, non può nemmeno comprarsi una bevanda calda. In realtà ce l’ho una carta di debito, ma credo nel processo descritto dai manuali di economia. Io sono un compratore che ha del denaro e tu sei un venditore che ha dei beni, allora stringiamo un accordo. Perché questa relazione deve passare per forza attraverso Visa e il settore bancario? Quando torno dal bagno scopro che l’uomo accanto a me si è offerto di comprarmi il caffè usando la sua carta. L’assistente di volo è raggiante per la sua gentilezza e l’uomo mi mostra il pollice in su.

Gli altri passeggeri sorridono felici. Io mi mostro cortese e riconoscente, ma dentro di me penso: «E dai, stavo cercando di affermare un principio!». Non è la prima volta che le mie pedanti proteste contro la politica anticontante della British Airways vengono vanificate da un filantropo armato di carta di credito.

La morale della storia, tuttavia, è che anche se gli economisti tradizionalmente immaginano i mercati come un contesto transattivo che coinvolge due gruppi, il mondo verso cui stiamo andando introduce in ogni transazione un terzo gruppo: i Passadenaro, una conglomerazione di banche e intermediari di pagamento come Visa e Mastercard. In questo mondo, Romeo e Giulietta non possono baciarsi finché un prete non si mette in mezzo a loro congiungendogli le mani per benedire l’unione. A differenza dei preti veri, però, questi lo fanno da lontano, operando attraverso un sistema di centri dati remoti (il «cloud» o «nuvola informatica») con cui interagiamo a distanza. Le loro nuvole finanziarie digitali si stanno diffondendo sopra tutti noi come una nebbia invadente.

La nebbia
La «nebbia» è un corrispettivo appropriato della metafora della nuvola, perché richiama alla mente l’esperienza comune di ritrovarsi avvolti dagli strati più bassi di una nuvola. Così come una nebbia leggera è quasi invisibile, allo stesso modo le persone non vedono gli intermediari digitali che si frappongono fra loro e il resto della gente: l’intermediazione avviene in modo così rapido e sottile che sembra una magia.

Ma è una magia che a volte fa cilecca. Nel 2016 fui invitato a parlare a una tavola rotonda nell’ambito di un convegno intitolato «Reinventare la moneta», all’università olandese di Delft. Non avevo ancora smaltito il fuso orario e mi sentivo stanchissimo; non volendo salire sul palco in quello stato, quindici minuti prima del mio intervento andai a cercare una Coca‐Cola. Trovai una macchinetta, ma non accettava i contanti ed era corredata di una piccola interfaccia digitale realizzata dall’azienda olandese Payter che diceva: «Solo pagamenti contactless». Irritato, tirai fuori la mia carta e la passai sul lettore, ma il congegno Payter continuava con i suoi bip indignati, anche se i soldi sul mio conto c’erano. «Carta non valida», era scritto sul display. Guardai la data di scadenza: era ancora in corso di validità, senza alcun dubbio.

I manuali di economia immaginano il libero mercato come un contesto in cui individui razionali effettuano scambi monetari fra di loro per reciproca convenienza. E invece eccomi lì, un individuo stanco razionalmente alla ricerca di un apporto di zuccheri di fronte a numerose bibite analcoliche accatastate nei ripiani di un distributore automatico che fa le veci di un venditore. Il «mercato» è qui e questa macchina è programmata per rispettare un semplice contratto che dice: «Se tu dai soldi al mio capo, io do una Coca‐Cola a te».

E io ho i soldi per onorare questo contratto, quindi siamo di fronte a un fallimento del mercato. Mi è stato impedito di praticare un libero scambio. Le vecchie macchinette avevano una fessurina per le monete che consentiva a chiunque di trasformare il proprio reddito in nutrimento, anche se era un senzatetto e non aveva un conto in banca. La mia macchinetta olandese invece erano due macchine in realtà: il suo corpo principale appartiene al venditore, ma per farmi dare una Coca‐Cola devo prima inviare una richiesta a una rete di guardiani dei pagamenti (che include Visa e una serie di banche) attraverso il lettore di carte della Payter distaccato lì per lavorare per loro. Se uno di questi guardiani dei pagamenti non vuole fare affari con me, io non posso fare affari con il venditore. I guardiani dei pagamenti possono scompaginare il rituale fondamentale del capitalismo, il trasferimento di denaro in cambio del trasferimento di beni.

Come se non bastasse, il dispositivo Payter non mi consentiva di sporgere nessun reclamo diretto: traboccante di meccanica indifferenza, rendeva conto solo ai suoi capi lontani. Così, una transazione di mercato fra un compratore e un venditore era ostruita da un passadenaro che non doveva render conto a nessuno, incompetente e indifferente. Nella mia analogia con Romeo e Giulietta, è come se frate Lorenzo non si presentasse alla cerimonia.

Oppure immaginatevi che frate Lorenzo svenga nel corso della cerimonia. È simile a quello che succede quando si guastano i sistemi: nel 2018, durante un’interruzione di dieci ore del funzionamento dei sistemi europei di Visa, provocata da un guasto nel suo centro dati primario, 5,2 milioni di tentativi di pagamento furono bloccati, lasciando alla deriva e alla ricerca di sportelli bancomat (che come vedremo più avanti sono sempre di meno e stanno diventando sempre più difficili da trovare) persone che erano diventate dipendenti dai pagamenti elettronici.

Lo stesso succederebbe se invece della rete Visa fosse la rete elettrica a bloccarsi. Oppure immaginatevi che frate Lorenzo venga aggredito mentre si reca alla cerimonia. I pagamenti digitali espongono le persone ad attacchi informatici personali da parte di criminali ubicati chissà dove che usano malware come Dridex (che sfrutta documenti Word per infiltrarsi nei computer e rubare le credenziali bancarie) e anche ad attacchi informatici generali a danno dei sistemi centrali, e violazioni di dati su larga scala. Nel febbraio del 2016 degli hacker usarono la rete mondiale di pagamenti swift per prelevare dal conto della Banca centrale del Bangladesh presso la Federal Reserve, una delle istituzioni finanziarie più sicure del mondo, circa 1 miliardo di dollari.

Immaginate che cosa potrebbero fare con un normale conto corrente. Quando parlano di un mercato mosso dall’offerta (venditori) e dalla domanda (compratori), gli economisti non menzionano i guardiani dei pagamenti, il che significa che immaginano che i loro protagonisti usino denaro contante, una forma di moneta che viene emessa inizialmente dagli stati e poi si diffonde in modo organico fra la gente facendo da catalizzatore di mercati. Ma la nuova famiglia di passadenaro digitali è composta da operatori privati che ricercano il profitto e per usare i loro servizi il venditore e il compratore devono comprarli dal passadenaro che glieli vende in cambio di… denaro.

È un meccanismo che introduce una strana circolarità nell’equazione economica, perché oltre alla domanda e all’offerta originarie dobbiamo aggiungere la domanda e l’offerta per il regolamento della domanda e dell’offerta. Se i passadenaro, nel loro insieme, riescono a piantare saldamente le tende nel nostro sistema di pagamenti, una fetta di ogni singola interazione che avviene in un sistema di mercato andrà nelle loro tasche e questa nuova era di passadenaro che svolgono la funzione di intermediari sarà uno dei cambiamenti più cruciali che si siano visti da secoli nei sistemi di mercato.