Martin McDonagh deve vincere Venezia79

Nel 2018 ero a Venezia al Festival e vidi un film che mi piacque molto (ne parlo nel blog nel settore FILM): Tre manifesti a Ebbing, Missouri. Sapevo che l’autore Martin McDonagh era un drammaturgo londinese di origini irlandesi ed era nato nel 1970. Mentre stavo andando in trattoria, subito dopo la proiezione, lo incontrai per strada, lo riconobbi, e quindi mi avvicinai per dirgli l’unica parola che mi è venuta in mente “Wonderful!!”. Lui era con un altro, si fermò e mi fece guardandomi e sorridendo: “Thank you”, poi aggiunge in italiano “Grazie, Grazie”. Io avrei voluto dirgli tante cose sul film, su quanto mi era piaciuto, ma seppi solo controbattere “Grazie a te, wonderful film” e accompagnavo queste parole con le mani che gli mandavano baci.

Durante la pandemia ho avuto modo di vedere in tv un suo film del 2008, In Bruges-La coscienza dell’assassino, con Colin Farrell e Brendan Gleeson. E’ una meravigliosa commedia nera che parla di due sicari spediti dal capo (Ralph Fiennes) nella cittadina belga di Bruges, a seguito di un incarico andato male. Farrell vinse il Golden Globe e per la sceneggiatura il film ebbe una nomination all’Oscar. Bene, quest’anno Martin è tornato a Venezia con un altro film, The Banshees of Inisherin, girato con i due stessi attori di In Bruges.
Volevo questi due attori insieme, ho sempre desiderato fare di nuovo qualcosa con loro… mi piaceva l’idea, è da qui che è nato l’incipit per questo mio nuovo film”. Non sono a Venezia ma ho letto che è nata un’atmosfera ilare e scherzosa durante l’incontro con la stampa del Lido. Ma il vero centro della conferenza è stato il dibattere l’importanza della conversazione – che se applicata al cinema o alla scrittura di sceneggiature si maschera da dialoghi, come accade nelle opere di un cineasta come McDonagh. Ecco perchè quella piccola conversazione che ho avuto con lui mi è tornata in mente, e mi auguro, senza averlo ancora visto, che Venezia 79 sia vinto da lui, per l’entusiasmo che il suo nuovo film ha già provocato a chi ha avuto la fortuna di vederlo.