La spiegazione del successo di Fiorita: Nicolè tutt’a post

Queste Amministrative in Calabria hanno dato risultati che i politologi o i commentatori stentano a poter spiegare con argomenti scientifici. Ci prova Paolo Bellantoni (laCnews) secondo il quale “il trasversalismo, nelle urne, non sempre paga. Così come non pagano le giravolte repentine, nonché politicamente ingiustificate. Tipo quella di Roberto Perrotta, sindaco uscente di Paola, che da politico di centrosinistra ha spinto i suoi elettori a votare per Emira Ciodaro, a sua volta supportata da Fi e, a suo dire, perfino dal presidente della Regione Roberto Occhiuto, che a onor del vero ha partecipato a queste Comunali nelle semplici vesti di spettatore silenzioso”. Fin qui uno che non sa niente delle vicende paolane, ci arriva. Poi però Bellantoni continua:

“Ai paolani, in definitiva, è apparso più coerente il cammino politico di Giovanni Politano, che pure non è stato il massimo della linearità, dal momento che la sua vittoria è stata propiziata dalle liste vicine a un big del Pd come Graziano Di Natale e all’assessore regionale di Fdi Fausto Orsomarso”. Avete capito? Io no, ma forse perchè questo voto a Catanzaro, Acri e Paola ” è stato dappertutto il voto della confusione, della intraducibilità politica”. Cosa hanno premiato i (pochi) elettori al ballottaggio: “hanno premiato i racconti più omogenei, quelli meno contraddittori”.

Ma veniamo a Catanzaro, dove “l’apporto dei grillini alla causa di Fiorita è stato minimo (2,7%) già prima della scissione di Di Maio e ha dimostrato una volta di più che i pentastellati, in Calabria, nonostante il boom elettorale del 2018, non hanno messo radici”. La sardina Jasmine Cristallo avrà apportato, si pensa, solo il suo voto, a Fiorita, ma come tutti è già salita sul carro del vincitore.
Il Nicola leader di Cambiavento, intanto, avrebbe potuto essere sindaco già 5 anni fa se solo il Pd locale non avesse insistito sul medico Enzo Ciconte. Se Fiorita da solo arrivò quasi al 24% nel 2017, è stato chiaro in tutti questi anni, lo ha capito finanche Boccia, che Fiorita è circondato da fedelissimi, per cui la dissoluzione della politica (con Lega e Fi che non espongono i simboli ma si nascondono dietro liste civiche) rende la competizione incerta per quanto è confusa.

Per cui la spiegazione che fornisce Danilo Colacino (la C news) non sarà scientifica ma è la più simpatica. Secondo Colacino, Fiorita ha vinto perchè per strada il nuovo sindaco potrà essere chiamato amichevolmente Nicolè da chiunque, mentre se avesse vinto Donato, avremmo ascoltato queste parole:
«Buongiorno signor sindaco, se non addirittura professore mi ascolta un attimo per favore?». Insomma, la spiegazione politologica di Colacino è che ha vinto Nicolè a Catanzaro, dopo 25 anni di… «Sergiarè, tutt’appost, taiu e parrara e na cosa importante e si no aj tempu mò, aiu ma vegnu ma ti trovu alu Comuna (Sergio caro, tutto ok? Devo parlarti di una cosa importante e se non hai tempo ora, devo venire a trovarti in Municipio, ndr)».

Letta mentre scrivo sta festeggiando il trionfo del centrosinistra nelle città, ma è abbastanza chiaro come il successo sia dovuto alla personalità dei candidati civici (Tommasi o Fiorita). Il partito a vocazione maggioritaria rimane un’utopia e per le politiche del 2023 bisognerà scegliere con saggezza gli alleati e il nome da proporre per Palazzo Chigi. Nella dissoluzione dei partiti la politica si incarna oggi nei personaggi.