Il giornalista Travaglio e il suo metodo non si possono comprendere senza approfondire un concetto che è l’ideologia. Ideologia non è solo l’essere marxisti o fascisti, ma qualcosa di più profondo. Nel pensiero sociologico, l’ideologia è, anche, ogni dottrina non scientifica che proceda con la sola documentazione intellettuale e senza soverchie esigenze di puntuali riscontri materiali, sostenuta per lo più da atteggiamenti emotivi e fideistici, e tale da riuscire veicolo di persuasione e propaganda. Il metodo Travaglio (potrei definirlo anche come il giochetto dei Buoni e dei Cattivi) appare evidente già con l’antiberlusconismo, quegli anni (1994/2011) in cui il Male Assoluto per la sinistra italiana era rappresentata dal Cavaliere salito al potere grazie alle sue tv, ai suoi soldi, e alla inettitudine dei D’Alema & C.. Non esistono i fatti ma solo le interpretazioni. Travaglio con i suoi libri fece le pulci al Male Assoluto fino a quando si tolse la maschera nella storica trasmissione di Santoro Servizio Pubblico del 10 gennaio 2013 (guardate lo spezzone su Youtube) quando Berlusconi gli pulì la sedia. Travaglio quella sera deluse tutti, fece una figura della quale dovrebbe vergognarsi, non fu nè convincente nè caustico. A quelle elezioni Pierluigi Bersani vinse per un soffio alla Camera e al Senato, ci fu la grande rimonta di Silvio Berlusconi e il boom di Beppe Grillo
Molti sostennero che la rimonta Berlusconi la costruì con quella ospitata dove i due compari antagonisti fecero una magra figura. Il personaggio travaglino è questo, sproloquia da solo, per questo nei teatri riesce benissimo. Lui ha bisogno della platea dei fedeli (la messa cantata) e non tollera il contraddittorio. Dal 2013 voliamo a ieri sera, a Otto e mezzo della Gruber, secondo giorno delle elezioni quirinalizie. Il suo Male Assoluto adesso è Draghi, ha sostituito Berlusconi, mentre il Campione del suo Cuore è Giuseppi Conte, il quale odia Draghi quanto e più di lui. Sul presidente del Consiglio, sul quale non ci sono atti giudiziari processi o indagini della magistratura, Travaglio non può agire utilizzando documenti fornitigli da ambienti giudiziari, per cui combatte il suo nemico attraverso vari trucchetti.
1.Il primo è quello del “bicchiere mezzo vuoto”. La perfezione non è di questo mondo per cui qualsiasi nostra azione o decisione avrà un aspetto positivo e uno negativo. La lotta al nemico viene condotta sottolineando soltanto la parte negativa.
2.Il secondo trucchetto consiste nel non interpretare i fatti compiuti dal nemico ma nell’attribuirgli sempre e soltanto cattive intenzioni.
L’ideologia è un termine in filosofia coniato dal filosofo Destutt de Tracy (1754-1836) per indicare la scienza del pensiero in una prospettiva antimetafisica, cioè l’analisi dei fatti di coscienza (sensazioni, idee). Travaglio di Draghi interpreta (o meglio immagina) le sue intenzioni, i suoi propositi, o forse i suoi malefici desideri. Ciascuno di noi umani agisce, cioè compie atti, e tutti gli atti che compiamo sono motivati da idee, sentimenti, emozioni, disegni. Ma una cosa sono i fatti, che lasciano traccia, altra cosa il mondo interiore di chi li compie. Io posso fare un viaggio a Roma per le più svariate ragioni, per esempio vado a Roma per trovare un congiunto. Un mio nemico può raccontare, per farmi del male, che sono andato a Roma per compiere un furto o per incontrare una prostituta. I fatti vengono sostituiti da interpretazioni o maldicenze. Per concludere, ecco la interpretazione fornita da Travaglio in tv davanti alla lametina Giovanna Vitale e a Giannini direttore della Stampa:
Draghi a dicembre ha fatto capire che vuole fare il Capo dello Stato. Di solito è il Capo dello Stato che nomina il presidente del Consiglio, nel suo caso avviene il contrario. Il suo governo è un completo fallimento, proprio per questo Draghi intende rifugiarsi sul Colle, però pone condizioni, pretende anche di indicare chi dovrà sostituirlo come presidente del Consiglio, e senza cambiare nessun ministro. Da ciò si evince che non conosce la carta Costituzionale e che intende assommare un potere assoluto senza contrappesi. Il presidente degli Usa viene eletto dal popolo, ma poi deve fronteggiare il Congresso, in Italia il parlamento elegge il Presidente della Repubblica e poi approva a maggioranza il governo. Draghi invece intende espropriare il parlamento e i partiti del potere loro attribuito dalla Costituzione.
Insomma, qualsiasi cosa “faccia” Draghi, Travaglio la racconta per metterlo in cattiva luce, essendo egli il banchiere, il potente uomo della finanza mondiale, in poche parole il rappresentante dei “poteri forti”, impersonali, misteriosi, imperscrutabili. Tutto ciò che ha fatto Draghi in 8 anni alla Bce (ha difeso l’euro e costruito una Europa più salda) viene letto come l’esecuzione di misteriosi piani globali del liberismo che si è impadronito del mondo. In queste ore, avendo Draghi detto in tv “sono un nonno al servizio delle istituzioni”, lo dipinge come ambizioso e incurante delle necessità della nazione.
Come dicevo, le intenzioni di Draghi sono una cosa, quello che fa e dice un’altra. Ammettiamo che la sua intenzione sia quella di fare il Presidente della Repubblica, il fatto è che ancora non l’ha detto in realtà. Oppure al contrario ipotizziamo che le sue intenzioni siano quelle di continuare a fare il capo del Governo secondo lo schema di unità nazionale disegnato da Mattarella. Resta il fatto che neppure tale intenzione è desumibile dalle sue parole. Ecco infatti le testuali parole pronunciate nella conferenza di fine anno:
“Fondamentale per l’azione di Governo è stato il sostegno delle forze politiche, i miei destini personali non contano assolutamente niente. Io non ho particolari aspirazioni di un tipo o dell’altro, sono un uomo o, se volete, un nonno al servizio delle istituzioni. Quindi la responsabilità della decisione è interamente nelle mani delle forze politiche, quelle che hanno permesso a questo governo di agire, non è nelle mani di individui. Sarebbe veramente un fare offesa all’Italia, che è molto di più di persone individuali”.
Insomma si è dichiarato un civil servant, e sono i partiti, i leader (Letta, Salvini, Conte, Meloni) a dover scegliere. Lo vogliono spostare al Colle? Lasciare dov’è? Eliminarlo dalla vita politica? Possono farlo. Ma dinnanzi al silenzio di Draghi, i suoi nemici irriducibili, giurati, come Travaglio, leggono nel suo animo, scrutano le sue intenzioni e pensieri, per raccontare la storia che gli fa più comodo.
Tutto questo storytelling travagliesco, col ghigno ben visibile sul labbro sinistro, a cosa mira? E’ semplice, egli lo ha scritto (scripta manent): avevamo un grande governo, efficiente, efficace, il Conte 2; poi poteri occulti, Renzi, Mattarella, attraverso un complotto, lo hanno destituito per insediare il banchiere centrale.
Conte (così come Draghi) non è stato votato dal popolo, per Travaglio è un Bene per il nostro paese, mentre Draghi è il Male.
Ai posteri l’ardua sentenza.