La diversità grillina il bluff è durato poco

Si chiude un cerchio, dunque: ed è bastata una sola legislatura per chiuderlo. La “diversità” grillina ha retto pochi anni, a differenza dei decenni occorsi, per auto-sopprimersi, alla “diversità” comunista, più sostanziosa perché più sudata, studiata, istruita.

È puro cinismo compiacersi del fallimento dei tentativi di moralizzazione. Ma è pura stupidità non leggere, nel disfacimento strutturale del grillismo, la meritata sconfitta dell’improvvisazione e della presunzione. Che alla politica non fanno meno danni dell’immoralità.

In un articolo su Repubblica Michele Serra (Grillo e l’inchiesta Moby, la “diversità” dei 5S ha retto pochi anni. È la disfatta meritata della presunzione) esprime parole chiare, semplici ma definitive. I puri (e duri) prima o poi scolorano come certi maglioni sgargianti indossati più volte, si ammorbidiscono come i capi trattati con Lenor o Mon Amour, “quando si va alla guerra, è difficile conservarsi innocenti” aggiunge Serra. Quando si finisce nel tritacarne mediatico che esalta le inchieste giudiziarie appena abbozzate ( “traffico di influenze illecite”, è questa la zona d’ombra sulla quale la Procura di Milano indaga, la stessa accusa mossa a Renzi con l’inchiesta Open) ogni carriera politica è ad una svolta. E’ stato fermato Tonino Di Pietro, un altro moralizzatore che la politica ha demoralizzato, è stato fermato Ingroia, l’elenco di quelli bloccati con le inchieste (poi magari evaporate con assoluzioni) è lungo. Tutto nasce nel 1992 con Mani Pulite, un fenomeno che ancora la nostra pubblicistica non ha messo a fuoco e chiarito in tutti i suoi aspetti controversi. Mani Pulite è stato un fenomeno complesso cavalcato, per ragioni opportunistiche, prima da Berlusconi (che voleva Di Pietro come ministro), poi dai D’Alema e Travaglio. Da lì nasce e arriva sino ad oggi l’onda lunga del giustizialismo, che è il metodo per aumentare il potere delle toghe a scapito dei diritti individuali. Come diceva il mio professore di procedura penale, la coperta è troppo corta, o copre i giudici o gli imputati. Io da liberal preferisco i secondi. Da lì nasce l’antipolitica, sulla base della lotta alla corruzione della politica (onestà! onestà!) e la virtuosa selezione “dal basso” di una nuova classe dirigente immacolata e di vigorosi ideali. Di questi due elementi a me interessa soltanto il secondo, essendo il primo (l’esser onesti) una qualità prettamente individuale, non collettiva o di parte. Ogni gruppo, tribù, categoria, partito, movimento, professione, è composto da farabutti e onesti. Nessuno può pensare che ci siano tribù composte soltanto da gente onesta. E’ un trucco, prima usato dal pci e poi dal M5S. L’onestà riguarda il singolo e non gli schieramenti politici. E’ invece il secondo elemento che ci dovrebbe interessare, la selezione dal basso di una nuova classe dirigente. Ecco dov’è il misero fallimento del grillismo alla prova dei fatti, in politica ha portato gente senza nè arte nè parte, talvolta semplici intrallazzatori, o mediocri. Il grillismo ha fallito perchè la politica italiana non è stata rinnovata con personale efficiente e preparato. I disonesti ci sono nel M5S come dappertutto, ma il fronte progressista avrebbe bisogno di politici competenti e non improvvisati. Lo slogan che a me piacerebbe non è “Onestà Onestà” ma “Saggezza Saggezza”. Per tener lontano i fanatici, gli estremisti, i tifosi, gli incompetenti, gli ignoranti.