Andrea Minuz spettatore di cinema

intervista al prof. Andrea Minuz

Andrea Minuz è professore all’Università di Roma La Sapienza, dove insegna Storia del cinema e Teoria e analisi della sceneggiatura. Negli ultimi anni ha studiato in particolare il cinema italiano del dopoguerra e le politiche d’intervento pubblico nell’industria audiovisiva. È autore di varie monografie e curatele, tra cui, Dell’incantamento. Hitchcock, Bergman, Fellini e il motivo dello sguardo (Iperemedium, 2009), La Shoah e la cultura visuale. Cinema, memoria, spazio pubblico (Bulzoni, 2010), Political Fellini. Journey to the end of Italy (Berghahn, 2015), Steven Spielberg (Marsilio, 2019) nonché di saggi e articoli pubblicati su riviste scientifiche italiane e internazionali.
È membro della commissione esperti per il settore cinematografico e audiovisivo del Ministero della Cultura, e del comitato scientifico della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro.
Oltre a vari articoli su riviste italiane e internazionali è autore dei volumi: Dell’incantamento. Hitchcock, Bergman, Fellini e il «motivo dello sguardo» (Ipermedium, 2009); La Shoah e la cultura visuale. Cinema, memoria, spazio pubblico (Bulzoni – Premio Limina miglior libro italiano di cinema 2010); Murnau. L’arte di evocare fantasmi (EdS, 2010); L’invenzione del Luogo. Spazi dell’immaginario cinematografico (ETS, 2011); Viaggio al termine dell’Italia. Fellini politico (Rubbettino, 2012), tradotto in inglese per Berghahn Books (Oxford). Il suo ultimo libro è Fellini, Roma (Rubbettino, 2020).
Scrive di media e televisione per il quotidiano “Il Foglio”.

Insomma fare quattro chiacchiere sul cinema contemporaneo con lui è stato illuminante, basti guardare gli occhi di Malgeri per tutta la puntata per comprendere da dove arriva la sua strana fissa per il cinema italiano.