Sondaggi e paradossi: il governo Draghi piace più all’elettorato della Meloni che non a quello dei compagneros bersaniani

Una risorsa di cui la Repubblica sbaglierebbe in ogni caso a privarsi. Questo il profilo che emerge dal sondaggio commissionato in modo congiunto a Sociometrica e Format Research dall’associazione Libertà Eguale. L’oggetto della ricerca riguarda il fattore di novità introdotto da Mario Draghi all’interno del contesto politico italiano. Gli istituti hanno sottoposto il proprio questionario a un campione di 1.000 intervistati, in grado quindi di rappresentare a campione la popolazione italiana adulta secondo criteri di residenza geografica, sesso, età e attività lavorativa.

La ricerca conferma : oltre il 70 per cento preferirebbe che restasse a Palazzo Chigi, solo il 12 per cento vorrebbe che continuasse la sua esperienza politica dal Quirinale, mentre circa il 18 per cento non lo ritiene adatto ad alcuna delle due vesti istituzionali.

Nel complesso, il premier è considerato un leader autorevole, intelligente e competente, anche se è considerato un po’ freddo e poco empatico.

Ma il gradimento dell’operato del governo si conferma solido: tra pareri molto positivi e abbastanza positivi, supera la soglia del 55 per cento. Al contrario, i giudizi critici ammontano al 19 per cento, mentre quelli apertamente contrari ai aggirano intorno al 24 per cento.

Da qui in poi comincia comparire qualche sorpresa. Perché, se i più entusiasti sostenitori del capo del governo sono gli elettori di Pd, Forza Italia e Azione, i più scettici all’interno dello spettro politico non corrispondono all’opposizione vera a propria, ossia agli elettori di Fratelli d’Italia. Per paradosso, i più scontenti verso il governo sono i sostenitori di un partito che proprio della maggioranza fa parte, esprimendo un ministro, per di più di rilievo come il titolare della Salute Roberto Speranza, e ricoprendo anche alcune caselle in ruoli di sottogoverno: si parla di Articolo 1 – Sinistra italiana.