Il ritorno di Allegri/ Adanisti contro risultatisti?

A Cardiff (3/6/2017) la Juve perse la finale di Champions con il Real per 4-1. Da quel momento si ripropose l’antica questione della Juve forte in Italia ma incapace di fare il salto di qualità in Europa. Nell’ultimo anno di Allegri (2018/19) nonostante Ronaldo venne eliminata nei quarti  dall’Aiax. Alla fine  Allegri, ormai cotto e anche provato dalla polemica con gli adanisti  che gli rimproverano la mancanza di gioco, venne sostituito con Sarri. Si optò per il cambiamento.

Probabilmente Sarri arriva dopo aver provato a prendere Guardiola, Andrea Agnelli non ne è convinto quanto Paratici e Nedved, ma in ogni caso si punta su un allenatore conosciuto per il suo “gioco”. Il gioco si vede a sprazzi ma la Juve, pur con la pandemia, vince lo scudetto ed esce agli ottavi con il Lione dalla Champions. Sarri viene sostituito da Agnelli con l’esordiente Pirlo, il quale anche lui esce agli ottavi con il Porto.

Il ritorno a maggio 2021 di Allegri, dopo essersi privato di Paratici, sembra a molti juventini la sconfessione del “gioco” e del cambiamento a favore del “risultato”, come se il Dna della Juve fosse, come ha detto una volta Chiellini, saper difendere l’1 a 0, la difesa impenetrabile. Sembra un tornare sui propri passi, una inversione ad u, la sconfessione del cambiamento. Allegri comunque andrà valutato non più sulla base dei 5 scudetti consecutivi dal 2014 al 2019 ma resettando tutto. Sono passati due anni, è cambiata la squadra, sarà cambiato lui, non ci sono più Marotta e Paratici, l’Inter è campione d’Italia.

Insomma, hai fatto fare un anno di esperienza a Pirlo (che a novembre dopo il pareggio a Benevento poteva essere avvicendato, talvolta il cambio riesce, vedi il Chelsea con Tuchel dal 26 gennaio), e adesso del suo staff perdi il preparatore Bertelli e il match analist Gagliardi (due fuoriclasse). Senza Paratici promuovi Cherubini  e magari confermi Chiellini e Bonucci (Buffon ha tolto le tende da solo). Per quello che capisco io Agnelli quest’ anno era magari troppo preso dalla SuperLega, altrimenti le sue scelte mi appaiono isteriche, quasi improvvisate. Ma il calcio è questo, che dire di Leonardo del Psg che si priva di Tuchel e Thiago Silva e li vede a fine anno alzare la coppa delle grandi orecchie davanti ad un maestro come Guardiola?

Come valutare il calcio? Il principio di efficacia non fa giudicare un allenatore sulla base dei suoi princìpi di gioco, ma sulla base dell’efficacia di un mix, dato dai desiderata dell’allenatore, dalle caratteristiche dei giocatori e della capacità della squadra di recepire le indicazioni tattiche.
Il principio del risultatismo fa esaminare i risultati ottenuti per giudicare se un modo di giocare dell’allenatore e della squadra sia efficace o meno.
Sulla base di questi due parametri la Juve ha ottenuto nove scudetti consecutivi in Italia ma in Europa non riesce a vincere la Champions dal 22/5/1996 con Gianluca Vialli e Lippi in panchina a Roma.
Alla Juve di Allegri è mancato solo il trionfo in Champions League, sfiorato in un paio di occasioni (contro Barcellona e Real Madrid) e fermatosi agli ottavi o quarti nelle altre occasioni.