IRPEF/CHI SONO I RICCHI?

Un contribuente che guadagna 55mila annui lorde è tassato al 41%, come se fosse un ricco. Ma un italiano che si mette in tasca meno di 2500 euro nette al mese non è un ricco. (Aldo Cazzullo, Corsera, 9/2/2020).  I conti sono evidenti: il regime fiscale attualmente in vigore schiaccia soprattutto coloro che hanno un reddito compreso tra i 28 e i 55 mila euro l’anno. «Si tratta di una pressione iniqua e quasi insostenibile — accusa Massimo Miani, presidente dei commercialisti italiani —. Per chi dichiara tra 28 e 55 mila euro l’aliquota marginale Irpef è al 38% e aggiungendo le addizionali si va ben sopra il 40% di pressione fiscale. A questi livelli siamo in presenza di una attività espropriativa del ceto medio. La riforma fiscale di cui si parla non può non tener conto di questa iniquità. Bisognerà cercare di intervenire sulle priorità che si chiamano semplificazione ed equità fiscale.” Il problema fiscale italiano è che 36 milioni di italiani dichiarano il falso, vale a dire dichiarano di vivere con 1000 euro al mese. La metà degli italiani poi non dichiara redditi e quindi ecco spiegato in due parole il dramma economico che nessuna forza politica intende affrontare. I sociologi adesso lo chiamano “impoverimento del ceto medio”. Io preferirei definirlo “italico arricchimento dei furbi”. Ma può “crescere” un paese così dove pochi pagano i tributi e tutti gli altri fanno i furbi?