PATUELLI, COME UN NERD DIVENTO’ CAPO DEI BANCHIERI

Dal 2013 l’attuale presidente dell’ABI, l’associazione bancaria, è Antonio Patuelli. E’ succeduto al catanzarese Mussari, coinvolto nel crack del Monte dei Paschi. Patuelli l’ho conosciuto a Firenze, dove ci siamo laureati in giurisprudenza io nel 1973 e lui nel 1975. Lui è nato a Bologna, il padre era titolare di un’impresa agricola nelle campagne ravennati e insegnava Economia agraria alla Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna. Antonio però decise di studiare legge in un’altra università. Ci siamo conosciuti nel 1969 per il semplice fatto che noi matricole a Firenze passammo il primo semestre con la facoltà occupata. Lui era l’unico liberale “dichiarato” (l’altro era il mio amico Torquato Ciriaco) ed era molto riconoscibile. Era alto, allampanato, gli occhiali, un nasone e con una faccia sconvolta dall’acne. Brutticello anzichenò, faceva tenerezza, ma lui non se ne curava. Ad ogni assemblea, dove la maggioranza dei presenti faceva capo a Potere Operaio e Lotta Continua (da noi il capo indiscusso di LC si chiamava Catanese), chiedeva di parlare. In realtà non era un intervento ma una semplice domanda: Quand’è che cominciamo a studiare? Bene, Patuelli non riuscì mai, non esagero, è la verità, ad andare oltre quella fatidica domanda. 10 secondi non di più. Subissato dai fischi e dagli improperi, non riusciva a continuare e doveva lasciare il microfono. Dopo le prime volte, era preso di forza da due energumeni e abbandonato fuori aula come un rifiuto. Tale ripetitività aumentava la mia tenerezza nei suoi confronti, tant’è che conosciutolo durante una lezione non fui il solo che tentai di dissuaderlo ad intervenire. Ma non sapevo nè immaginavo che stava costruendo il suo futuro. Iniziò come giornalista e già nel 1976 lo vidi in tv a “Tribuna elettorale”, poi divenne un fedele di Altissimo segretario del Pli e divenne deputato nel 1983, fu rieletto nel 1992. Un anno prima era già diventato vice presidente della Cassa di Ravenna S.p.A e nel 1995 presidente. Proprio oggi in un articolo parla di Dante ricordando di essere stato studente a Firenze. Su di lui e sul suo successo politico, devo dire la verità, non avrei nel 1969 scommesso una lira. Questo dimostra come io di politica non abbia mai capito nulla e perchè mi sia sempre rifiutato di farla. La politica italiana l’incarna Patuelli e su di lui potrei scrivere un film. Oggi li chiamano nerd, ecco come un nerd italiano schifato da tutti diventa, non Jeff Bezos, ma il capo dei bancari italiani. Chapeau