LE SINISTRE DI LAMEZIA DIVISE E PERDENTI

Riflettevo su una presa di posizione (sul Lametino,7/5/2019) di Milena Liotta “Che si vuol fare del Pd di Lamezia? Si vuole che si inglobi e scompaia in una imprecisata assemblea che più che di centro-sinistra sembra di sinistra-sinistra? A queste assemblee, che si stanno tenendo in una sede non di partito, stanno partecipando esponenti di primo piano del Pd di Lamezia. L’obiettivo evidente è di proporsi come soggetto politico in vista della consultazione elettorale per il rinnovo dell’amministrazione comunale, prima ancora che si conosca la data nella quale possiamo tornare al voto”. La sinistra variegata e di mille colori a Lamezia continua a dividersi come fa da decenni a cominciare dalla metodologia del “come e dove discutere”. Io capisco che se il Pd vuol presentare un suo tesserato come sindaco ha tutto il diritto di prepararsi, chiamare a raccolta, coinvolgere quanta più gente possibile. Così come possono fare i singoli, Tizio, Caio…Capisco meno il prenderla alla lontana, discutiamo del programma e poi alla fine scegliamo il volto del candidato. Insomma, i candidati veri rimangono coperti per non bruciarsi e così non si ricomincia mai da tre ma sempre da zero. Succede pertanto che quando trovi uno deciso come Mascaro che prepara la sua candidatura anni prima, finisci per arrivare in fretta e furia a dover fronteggiarlo dopo un’estenuante e inutile consultazione. Smemorati come siamo, dimentichiamo che Lo Moro e Speranza hanno vinto quando la sinistra ha costruito un “contenitore” di esperienze diverse e rappresentato con il leader una vera novità, agli occhi di un elettorato cittadino che per i due terzi ha sempre avuto il cuore che batte a destra. Le minestrine riscaldate, le seconde linee che fanno un passo avanti, i candidati veri che aspettano di farsi avanti, nella battaglia per il trono dei Sette Regni non servono a nulla. E’ del tutto inutile mettere in campo sigle nuove se dentro si muovono i soliti, quelli che fanno politica a Lamezia dal secolo scorso. Nessuno beninteso deve essere escluso, non penso che facciano bene preclusioni e ostracismi, ma alla città occorre proporre volti nuovi, un candidato sindaco e il suo staff. Io ricordo sempre a tutti che solo in una città come la nostra poteva succedere quel che avvenne anni fa, una scissione della “maggioranza” dal Pd. Di solito gli scissionisti sono minoranze (alla Bersani), ma da noi il gruppo Speranza abbandonò il Pd e lo lasciò alla minoranza Lo Moro pur avendo la maggioranza. La mossa fece bene a Gianni Speranza, ma ancora nel 2019 non smaltiamo le scorie di quella divaricazione, da una parte il Pd, dall’altra gli altri, tra l’altro oggi “orfani”, senza un riferimento evidente a livello nazionale. Che fare? Discutere di programmi? A mio parere sarebbero necessarie prima alcune regole condivise, tra le quali le più importanti sono: 1) la sinistra in tutte le sue espressioni alle comunali deve presentarsi dentro un contenitore, una lista civica unitaria; 2) il candidato o la candidata sindaco deve essere una grande vera novità, giovane e non deve aver mai fatto il consigliere comunale; 3) la scelta del candidato sindaco si fa con primarie aperte ma i partecipanti perdenti devono garantire che saranno presenti in ordine alfabetico  in lista; 4) Futuri assessori e dirigenti, cioè lo staff del sindaco, devono essere stabiliti prima delle elezioni e portati a conoscenza dell’elettorato (unica garanzia che si sa cosa si vuol fare, altro che programmi cartacei col taglia-incolla). A tal proposito, anche dopo l’esperienza fatta con Tommaso Sonni (che se avesse perseverato, sarebbe succeduto a Mascaro), ripropongo quanto scrissi giusto un anno fa sul blog.

AUSPICI PER UN NUOVO SINDACO GIOVANE (24/4/2018) Meno male che non si parla più di politica in questa città, il 2019 è lontano ed è giusto così. Ne approfitto per dire in tempi non sospetti cosa mi augurerei per il bene di Lamezia. Innanzitutto che ci siano risparmiati Loro 1 e 2, un sindaco pentastellato (o leghista) che arrivi al potere perchè “E’ sempre colpa degli Altri”. Poi che ci siano risparmiati “Quelli che hanno già dato”, candidati vecchi di qualsiasi colore e ideologia, altrimenti Loro 1 e 2 avrebbero ragione. Ci vorrebbe un/una trentenne, un/una giovane pragmatico/a che sappia parlare alla città. Un vecchio aforisma oggi ripreso da Sebastiano Messina su Repubblica recitava: Un cammello è un cavallo disegnato da un comitato. Mi sembra l’idea più saggia sulla quale riflettere a lungo.