La differenza tra Draghi e Conte: 40 pagine invece di una paginetta sulle riforme

(corriere della sera- marco galluzzo) Dopo 48 ore filate di videoconferenze e telefonate fra il governo italiano e gli uffici della Commissione, la trattativa si conclude con l’accettazione delle garanzie che Draghi offre in prima persona. Nel Piano predisposto dal precedente governo c’era una sola pagina dedicata alle riforme di attuazione del Recovery, «oggi ce ne sono 40», mettono nero su bianco a Palazzo Chigi. Come dire: la Commissione apprezzi lo sforzo di riscrittura del Piano fatto dal governo Draghi, che «è stato molto profondo» rispetto a quello che si è ritrovato in mano quando si è insediato. È stata anche una corsa contro il tempo: domani il Recovery sarà presentato al Parlamento, poi spedito a Bruxelles nella sua ultima versione.

(federico fubini) Le prime novità sono nel linguaggio. Sparisce una certa retorica («Costruire l’Unione europea delle prossime generazioni è il compito storico a cui siamo chiamati per essere protagonisti» esordiva il Pnrr di Conte). Subentra un’analisi realista, come a far capire agli italiani la posta in gioco. Scrive Draghi nella prefazione: «Tra il 1999 e il 2019, il prodotto interno lordo in Italia è cresciuto in totale del 7,9%. Nello stesso periodo in Germania, Francia e Spagna l’aumento è stato del 30,2%, del 32,4% e del 43,6%». E ancora, per mostrare che il problema di fondo è la produttività del sistema: «Negli ultimi vent’anni, dal 1999 al 2019, il Pil per ora lavorata in Italia è cresciuto del 4,2%, mentre in Francia e Germania è aumentato del 21%» Senza dirlo, il Pnrr viene dunque presentato come l’ultima occasione per correggere mali che hanno origine ben prima della pandemia. Conte non era stato così trasparente.