Renzo Arbore in una Rai dove (Grasso dixit) Vespa si crede un papa, è stato l’unico artista capace di lasciare il segno sia in radio che in tv.
Dal momento che in Italia la tv (malgrado Eco, Placido e Grasso) resta figlia illegittima di letteratura e cinema e il genere comico per i critici severi non sia una cosa seria, Arbore resterà un semplice collega di Mike, Baudo, Corrado, nel migliore dei casi un cultore di amichevoli cazzeggi.
Il suo ingegno prima si è manifestato nella musica (nasce disc jockey) e in radio, dove contribuì al passaggio rivoluzionario da Claudio Villa a Lucio Battisti, e poi ha rivoluzionato la tv nazional popolare (L’altra domenica). Dalla radio (Alto gradimento) ha trasferito il suo metodo alla tv (i suoi film sono stati solo passatempi).
Il metodo si basa nel mettere assieme la compagnia giusta e sintonizzarla su una satira jam session. Insomma, per me è rimasto sempre un geniale direttore d’orchestra, lo ammiro perchè non è avido ed è umile. Chi appare in tv infatti, sia pure per il tempo di una sola reclame, non la smette più di darsi delle arie. (frascop)
La risposta a cura Aldo Grasso
Viva il genere comico.