Trame 11 e il bagno di folla

Dopo due anni giocoforza passati in apnea, questa edizione di Trame, la undicesima, consente ancora una volta di riflettere su un progetto che a Lamezia ha messo radici per la forza dell’idea e quella del gruppo che la sta realizzando, i cui nomi ricorderò alla fine. Infatti non basta avere una buona idea – nel nostro caso partire da libri che trattano delle mafie nazionali e internazionali per presentarli al pubblico con i loro autori- se poi non hai un gruppo coeso in grado di metterla a terra. A cominciare da Cristina Porcelli che, ogni anno, con Maria Francesca Gentile e Claudia Caruso, sorprende con quale cura e passione sappia scegliere i libri migliori sui quali richiamare l’attenzione.

In tutta la penisola vi sono migliaia di festival, di cinema, di tv, di canzoni, di libri, ma partire dai libri per arrivare a fare educazione civica in un territorio difficile è l’operazione culturale finora più riuscita a Lamezia.
“Trame è più che un festival – ha detto la direttrice della Fondazione Cristina Porcelli – è un’esperienza catalizzatrice di partecipazione civica, un’onda lunga di impegno civile che vive non solo a giugno, ma anche attraverso il presidio culturale del Civico Trame di Lamezia Terme e attraverso i progetti educativi sul territorio insieme con tutti coloro i quali credono nella democrazia come il più bell’esempio di convivenza tra esseri umani”.

La Fondazione Trame, che promuove il festival, a mio parere, insieme alla Progetto Sud di Marina Galati e di don Giacomo Panizza, sono due realtà che hanno dimostrato come a Lamezia, vale a dire in una delle città più economicamente controllate della Calabria, si possa far cultura e impresa, anzi i due termini non sono (come spesso con faciloneria si crede) antitetici ma complementari. Il nostro guaio storico di meridionali è sempre stata l’iniziativa personale, che è altro rispetto all’individualismo. E’ quello che aveva capito Falcone pensando al pool ed è quello che a Trame 11 ha spiegato benissimo il procuratore Giuseppe Lombardo dell’antimafia di Reggio Calabria. La mafia la contrasti se fai massa critica, se dai continuità all’iniziativa personale, se fai squadra. Quante iniziative culturali al Sud si esauriscono con il venir meno dell’impegno personale del promotore iniziale? La stessa politica dimostra come sindaci illuminati poi non lasciano successori, per cui se la squadra non l’hai costruita si ricomincia da zero. Nella Fondazione Trame quest’anno una successione c’è stata, da Armando Caputo, storico leader antiracket (ALA), a Nuccio Iovene. Ma Nuccio si inserisce naturalmente in un gruppo affiatato che lavora insieme da anni, così come il passaggio del testimone del direttore artistico da Lirio Abbate a Gaetano Zavatteri a Giovanni Tizian è stato non solo indolore ma fluido ed efficace. Trame come festival e Fondazione sono riusciti in qualcosa che a Lamezia ha del miracoloso, costituire un punto fermo qualsiasi sia il colore dell’amministrazione comunale.

Parlando di antimafia forse è sempre il caso di ricordare che Paolo Borsellino era uomo limpidamente di destra e Falcone forse era socialista o comunista o semplice battitore libero, non si è mai capito bene o non l’ho capito io. Nella storia d’Italia, grazie al cielo, anche se l’antifascismo ha vinto, tanti uomini coraggiosi che si sono battuti per la democrazia la libertà e la giustizia non lo hanno fatto in nome e per conto di una ideologia. “Certo il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare” scriveva nel capitolo XXV dei Promessi sposi Alessandro Manzoni.

Proprio in quest’ultima edizione (Trame.11) si è cercato di comprendere quanto il 1992 abbia cambiato le sorti del nostro paese. Quel passato che ha cambiato il paese e allo stesso tempo ha lasciato tutto immutato, come ha detto Giovanni Tizian. Mani pulite è stata una speranza, ma per come la vedo io anche l’inizio di un fenomeno negativo che si chiama giustizialismo. 31 anni fa Lamezia Terme è stata profondamente segnata dall’omicidio di Pasquale Cristiano e Francesco Tramonte, i due netturbini in servizio per il comune barbaramente uccisi all’alba del 24 maggio del 1991, alla Miraglia, mentre svolgevano il proprio turno di lavoro. Ho scritto nel 2018 un romanzo di fantasia intitolato “Azzurro” per dimostrare un assunto. A pag. 111 c’è questa frase: ” In un posto così bello si può morire senza sapere perché”. E’ stato il destino dei due netturbini, ancora senza giustizia, vittime sacrificali di una guerra di ‘ndrangheta, con gli appalti dell’amministrazione comunale che hanno innescato le armi micidiali. Da quella strage Lamezia è sprofondata piano piano senza che neppure ce ne accorgessimo, perdendo per sempre la libertà economica, rendendo la famosa zona grigia una semplice finzione perchè ormai “o di qua, o di là”, tutti, nessuno escluso, siamo chiamati a scegliere con chi stare.

Come è successo a Gratteri, dal 2016 arrivato a Catanzaro, ma da sempre invitato a Trame, gli incontri più affollati a piazzetta San Domenico sono quelli con “personaggi” pubblici che appaiono in tv. Mentre nella incantevole location di palazzo Nicotera si svolgono incontri con pubblici specialistici, ricordo qualche anno fa lo scrittore Emanuele Trevi che in cuor mio avrei desiderato venisse ascoltato dalla moltitudine. Poco male, nelle grandi città le presentazioni di libri seri avvengono alla presenza di pochi intimi, quelle con buffet e personaggi invece finiscono su Dagospia, per cui uno che arriva a Lamezia e parla davanti a 20 persone è contento.

Diversi anni fa un intraprendente appassionato di cinema, Gianvito Casadonte, cominciò a fare un festival a Soverato e poi fu accolto a Catanzaro. La sua idea mirabile fu quella di invitare maestri indiscussi ormai pensionati, Ettore Scola e Mario Monicelli. Solo per questo, per aver dato ospitalità a “nomi” che hanno reso il cinema italiano conosciuto in tutto il mondo, ho apprezzato Casadonte. Concludo così perchè dimmi con chi vai e ti dirò chi sei, a me continua a sembrare in generale una lezione di vita. Mia madre mi diceva, fattela sempre con persone migliori di te.

Lo staff di Trame
Antonio Iovene, Armando Caputo, Maria Teresa Morano, Gioacchino Tavella, Giovanni Tizian, Cristina Porcelli, Tommaso De Pace, Claudia Caruso, Maria Immacolata Scimone, Maria Francesca Gentile, Daniela Caprino, Valeria Bonacci, Guido Scarabottolo,Mario Spada, Chiara Di Mauro, Salvatore De Pace, Luigi Notarianni, Maria Elena Saporito, Giuseppe Vecchi, Veronica Palmieri, Alberto Falvo, Alberto, Antonio Lanzo, Antonio Ruberto