Pd e M5S hanno con il Conte Bis formato una coalizione senza nessun punto di accordo. In compenso il pd ha fatto diventare Conte “un punto di riferimento e di equilibrio imprescindibile delle forze progressiste”.
1) Il deputato neo-rieletto Luigi Di Maio nel 2018 preannunciò l’impeachment nei confronti di Mattarella. Reo, secondo la giurisprudenza costituzionale grillina, di applicare la Carta e di esercitare le sue prerogative senza però volere conferire l’incarico a uno di loro. Il bibitaro non ha mai chiesto scusa neppure in inglese.
2) I grillini (di cui Conte è espressione e ispirazione) hanno dichiarato che tutto sommato Trump e Hillary Clinton pari sono, per cui non presero posizione tra i due.
3) L’intero programma (o minaccia) del Movimento 5 stelle è in fondo basato su un atto eversivo, celato come metafora di rinnovamento purificatore: aprire il Parlamento come una scatoletta.
4) Il M5S coccola il popolo delle scie chimiche e i terrapiattisti;
quelli che credono nei microchip sotto pelle infilati dalla Cia; i tifosi del morbillo contro vaccino e i sostenitori degli infusi di polenta macrobiotica e dei massaggi con i chicchi di grano non Ogm a millimetro zero.
5) Il M5s non ha mai nascosto le simpatie per il regime di Maduro. Nel 2017, il sottosegretario agli Esteri del M5s, Manlio Di Stefano, ha guidato una delegazione del movimento per partecipare agli eventi commemorativi del quarto anniversario della morte di Hugo Chavez.
6) Il M5S è il partito cinese. L’Italia è stato l’unico paese dell’Unione Europea a firmare, nel marzo 2019, un memorandum d’intesa con Pechino per aderire alla Nuova via della seta, il mastodontico progetto neocolonialista della Cina. Anche in questo caso, i grillini hanno fatto andare su tutte le furie gli Usa. Nel suo ultimo discorso sulla fiducia Conte aveva di fatto equiparato il rapporto dell’Italia con Washington a quello con Pechino. Il ministro Guerini è dovuto intervenire per riconfermare il nostro atlantismo.
7) Di Maio nel febbraio 2019 incontrò i gilet gialli, che stavano mettendo a ferro e fuoco la Francia, scatenando una delle più gravi crisi diplomatiche con Parigi, dichiarando: «È l’incontro legittimo con una forza che si vuole candidare alle Europee. Mi dispiace che Macron l’abbia vissuta come lesa maestà».
8) Ogni gruppo o componente parlamentare alla Camera e al Senato conta almeno un ex pentastellato, che in genere sono trasformisti.
9) Per i Navigator del reddito di cittadinanza il fallimento ci costa 180 milioni (M.Gabanelli)
10) Pd e M5s si scontrano ancora sulle grandi opere. Su un emendamento della Lega al Parlamento europeo per accelerare i lavori sulla Tav Torino-Lione il centrodestra ha votato compatto a favore, così come il Pd. Il M5s invece ancora una volta ha votato ‘No’.
11) I decreti sicurezza votati con Salvini il M5S non li ha mai ripudiati.
12) Sono contro il Mes anche adesso che gli attacchi all’UE, di concerto con Salvini e i no-euro, li hanno diminuiti.
13) Il Conte bis non è un caso che sia caduto sulla proposta Bonafede e sul giustizialismo dei grillini. Secondo Stefano Cappellini (Repubblica) Bonafede è il punto di approdo finale di una degenerazione giustizialista il cui presupposto è la teoria politica che divide il mondo in sole due categorie. I Retti e i Disonesti. Due universi paralleli in cui ai primi spetta il compito di perseguire e incarcerare i secondi, che naturalmente usano ogni mezzo per sfuggire alla condanna che meritano. I Retti restano sempre tali, qualunque cosa dicano o facciano. La loro dirittura morale è un teorema antropologico che legittima ogni mezzo, anche estraneo allo Stato di diritto: chi persegue il Bene ne ha facoltà. «Non esistono innocenti, solo colpevoli che l’hanno fatta franca», recita un altro famigerato motto di Pier Camillo Davigo, pm filosofo della teoria e guru dell’abbecedario M5S, tanto che in una trasmissione tv di poco tempo fa, nella foga di difendere le sue posizioni, a Bonafede scappò detta una versione ancor più brutale del concetto: «Non ci sono innocenti in galera». Il M5S ha già da tempo cambiato linea sul tema degli avvisi di garanzia, lettera scarlatta sul petto degli avversari finché non hanno cominciato a riceverli anche gli esponenti del Movimento, evento che ha fatto imbattere i vertici grillini nella conoscenza del principio costituzionale della presunzione di innocenza. Principio che gli aedi del Bene spacciano da anni come lo scudo dei colpevoli, convinti di condurre battaglie anti casta mentre invece minano le uniche armi in mano a chi è debole e senza i mezzi per ricche battaglie legali: le garanzie del giusto processo, il rispetto dei codici di procedura penale, la terzietà del giudice, lo stop all’abuso delle misure preventive e ai tribunali mediatici. Principi liberali, in sé. Principi che dovrebbero essere più cari alla sinistra, perché unica forma possibile di tutela per chi non li può surrogare con mezzi economici o sociali.