Conte è l’italiano tipico, la maggior parte degli italiani non fanno nulla e sanno solo dare la colpa agli altri. Non sono soltanto gli umarell che guardano e dicono cosa si debba fare, sono tutti coloro i quali non riuscirebbero a individuare un ubriaco alla Oktoberfest e passano la loro vita a recriminare: contro il destino cinico e baro, il capoufficio, la moglie, la suocera, Dio, la Juve, gli arbitri, il sindaco e via dicendo. In politica non fare nulla di nulla è sempre stata la nostra pratica corrente, da Andreotti (il tempo aggiusta tutto) a Conte, perchè ogni scelta e decisione comporta degli scontenti e lasciare le cose come stanno significa non scontentare nessuno. Ricordate il Prodi immobile alla stazione di Corrado Guzzanti?
“E io sto fermo, aspetto, non mi muovo. Perché verrà anche il suo bel momento che dovran tornare qui, da me, proprio qui alla stasione dove mi han mandato“.
“Fin che la barca va” è l’inno nazionale e il primo articolo della Costituzione materiale, la quale ha costruito un sistema dove il potere viene sbriciolato per la paura del troppo potere ad un uomo solo. Il nostro capo dello Stato ha poteri simbolici, il presidente del Consiglio è un primus inter pares, che non può neppure revocare i ministri.
Le tre tipiche misure che in Germania hanno garantito la stabilità affiancando – ma non sovrapponendosi – ad un sistema elettorale di stampo proporzionalista sono stati: l’elezione del Presidente del Consiglio – e non dell’intero Governo – in Parlamento; il potere di revoca dei singoli Ministri attribuito al Presidente del Consiglio al fine di sostenere l’unitarietà di indirizzo politico del Governo; l’obbligo di eleggere un successore nel caso di voto di sfiducia del Governo in carica (c.d. sfiducia costruttiva) al fine di impedire crisi al buio o solo strumentali.
In Italia amano tutti il sistema proporzionale senza questi correttivi tedeschi perchè così ognuno fa il Ghino di Tacco, ha il suo potere di ricatto, uno strapuntino e l’utilità marginale. Così un perfetto sconosciuto di Volturara Appula che non è passato per nessuna elezione può trattare dall’alto in basso esperti come Colao o Draghi, esibirsi in inutili Stati Generali e preparare una governance esterna al governo per il Recovery dove lui si prende il potere di comando e il ministro dell’Economia viene escluso (il contrario di quello che fanno gli altri paesi).
Quindi, abbiamo un fannullone che ha tentato il colpo della vita provando da solo a gestirsi il Recovery scaricando su Renzi, l’unico che ha avuto il coraggio di opporsi, la colpa della crisi. In cambio ha ricevuto l’appoggio incondizionato di Zinga, che gli ha giurato eterno amore e lo considera il punto di equilibrio di un accordo pd-5Stelle che non hanno un solo (1) punto sul quale siano d’accordo. Pd e 5 Stelle sono come l’acqua e l’olio e Conte li tiene insieme per far fuori Renzi. Cosa ci guadagni l’Italia lo vedremo fra poco. Mi correggo, c’è un punto che unisce Zinga e Di Maio: la statalizzazione dell’economia e l’abiura del mercato e della concorrenza. Con la benedizione di una deficiente come la Mazzuccato e la vecchia pratica dei boiardi di Stato è tornata l’Italia con l’industria corrotta di Stato che produceva panettoni, che aveva banche e aerei, senza badare a bilanci e ai debiti. Uno come Draghi che parla di debito buono o cattivo occorre tenerlo alla larga e dipingerlo come l’espressione del liberismo. Tenetevi pure questi deficienti, ma poi senza piangere