Stefano Pioli la Befana del 2021 se la ricorderà per tutta la vita. Arrivato a 55 anni, guida la squadra più forte, a suo dire, che abbia mai avuto e si dichiara felice. Battendo la Juve avrebbe ipotecato il campionato approfittando dello scivolone dell’Inter. Una serata che aspettava da venti anni, da quando aveva cominciato ad allenare. C’è qualcosa nel suo rapporto con la Juve che nessun giornalista ha voluto mai spiegare, eppure probabilmente nell’ambiente molti conosceranno il motivo preciso, la causa scatenante che sta alla base del suo odio viscerale per i colori bianconeri.
Forse tutto nasce nel 1984 quando fu calciatore alla Juve per 3 anni. Oppure tutto ebbe inizio dal 2011 al 2016, prima al Bologna, dove è stato tre anni, e poi alla Lazio (2014-16). Deve essere successo qualcosa che spiega il suo risentimento. In quelle due squadre Pioli riuscì finalmente a farsi conoscere, però la sua parabola ebbe lo stesso andamento. Costruì squadre toste con un gioco ben delineato ma ad un certo punto le due compagini si sfarinarono. In ogni caso queste esperienze gli dettero un bonus di credibilità che gli consentì di essere chiamato dall’Inter nel 2016. Come fa sempre, ribadì che il suo sogno si era realizzato: era giunto nella squadra del suo cuore. Dopo Frank de Boer e prima di Spalletti, nove vittorie di fila sembravano che l’Inter, come giurava da Sky il suo amico Bergomi, avesse trovato il nuovo Mourinho. Poi il crollo e l’esonero. Quando, ottobre 2019, arrivò al Milan, la squadra era a terra a causa del giampaolismo voluto da Maldini. Grazie all’innesto di Ibra, tutto andò a posto tanto che il tecnico emiliano si è meritato pure la riconferma per la stagione successiva, convincendo Gazidis a rinunciare a Ralf Rangnick. Sembrava interista, invece questo allenatore di secondo piano osannato solo da Bergomi giurò di aver sempre amato il Milan. In tutta la sua carriera da allenatore Pioli il suo scudetto se lo è giocato sempre e solo nelle partite con la Juve, bastava sentire la sua acredine prima e dopo quelle partite, bastava guardarlo in campo. Nelle altre partite è misurato sino alla freddezza, quando gioca contro la Juve diventa collerico, recriminante, polemico, indisponente, iracondo. Niente lo gasa come affrontare la Juve ed io non ho mai saputo cosa gli abbiano fatto per fargli covare tanto odio e accanimento. Sino alla Befana del 2021, quando la sua squadra in testa alla classifica poteva cancellare la Juve dalla lotta allo scudetto. Invece no, lui e Bergomi ancora non si capacitano di cosa sia successo. Il mitico terzino sinistro del Milan, T. Hernandez, che sembrava la stella più fulgida dei giovani rossoneri, è stato beffato due volte da Chiesa, un’ala che Pioli conosce bene per averlo allenato a Firenze. Glieli aveva spiegati a Theo i segreti di Federico, ma non è bastato. Povero Pioli, le discese ardite e le risalite, come sempre. E l’odio per la Juve che lo consuma, sino alla fine.