Fornisco testo per comizi di aspiranti politici

FAR AMARE L’EUROPA AGLI ITALIANI HA LA STESSA DIFFICOLTA’ DI FAR ACCETTARE AGLI INTERISTI LE VITTORIE DELLA JUVENTUS Pensiamo di far cosa gradita fornendo un testo da declamare nei comizi degli aspiranti candidati politici per ogni ogni tipo di elezione, dalle comunali al parlamento italiano ed europeo.  «La situazione è particolarmente delicata e necessita di una seria riflessione. Occorre un cambio di passo che trasformi il paese in «crocevia di cultura e sviluppo». Sostenere i servizi, risanare i quartieri più difficili, investire nelle periferie. Se facciamo una battaglia concreta e ideale alla fine la gente ci capirà. Dobbiamo stare nelle strade e nei luoghi della vita, insieme finalmente ad una presenza autonoma e forte nella Rete, dove non abbiamo mai investito. Per riacquistare il popolo e i sogni occorre marcare una nostra autonomia politica e culturale: ci vuole una nuova agenda che tenga finalmente insieme crescita ed equità. L’Italia per tanti aspetti è degradata. L’Europa anche. Sono stati sconquassati i tessuti sociali, divelte radici, resi più soli i cittadini. Il caos porta al disastro anche i ceti medi e quelli imprenditoriali e questo conduce inevitabilmente all’autoritarismo. La società è segnata da una sensazione di precarietà che la domina, che ne mina la fiducia sociale nel futuro. Non si può pensare che un tempo in cui le famiglie italiane hanno perso undici punti di reddito rispetto alla fase precrisi, in cui la differenza tra ricchi e poveri è aumentata, non sia carico di un drammatico disagio. Un disagio che fa sì che prevalga la paura sulla speranza. La società, come un corpo contratto, si ritrae in una posizione orizzontale. Dobbiamo coltivare la scuola, la ricerca, la cultura, l’identità profonda di un Paese che è sempre stato aperto al mondo. Non dobbiamo aver paura di unire anche quando la diffusione dell’odio sembra prevalere. Dobbiamo innovare la nostra identità e avere rispetto della sua storia. Ma non è giusto cancellare la storia collettiva, le battaglie, i sacrifici, il senso di quella cosa enorme che nella storia italiana è stato il pensiero democratico. Ha scritto, sul tema della memoria, il priore di Bose Enzo Bianchi: «Per ogni cultura, la memoria dei momenti e delle forze che l’hanno generata è essenziale; è proprio nella memoria degli eventi fondatori che la democrazia si afferma e si manifesta come valore. Un essere umano e le sue idee non sono mai da cancellare, se espresse per e con la libertà. Tiriamo giù i muri e riscopriamo l’amore per la propria comunità e per il proprio Paese. Tutto qui.» (il testo è fornito gratis; per riconoscenza alla fine del discorso fare un occhiolino)