TI PIACCIONO I CANTANTI TRISTI?

Nel cartone animato “Inside out” la tristezza era rappresentata come una creatura dagli occhiali grandi, la pelle e i capelli blu. Continuo a chiedermi dopo tanti anni quale sia il motivo psicanalitico che faccia amare, a tanti, soltanto i cantanti con gli occhiali grandi e i capelli blu, cioè i cantanti tristi. Forse perchè di solito i tristi amano presentarsi come Poeti. La cosa m’è tornata in mente ascoltando  uno dei più malinconici cantautori italiani, Luca Carboni, il quale ha tentato, in una botta di vita,  di scrivere una hit estiva 2018, “Una grande festa”. «Il mondo aspetta una grande festa/ Una bomba nucleare/E noi che ce ne andiamo al mare/ Ce ne andiamo al mare/ Ce ne andiamo al mare/ Sogno una grande festa/». Una rimasticatura della sua “Mare, mare” «Olè questa notte mi porta via/ Alè questa vita mi porta via/ Mi porta al mare/ Mare, mare, mare/ Ma che voglia di arrivare lì da te, da te». Il fatto è che Carboni (che è quello di “Voglio un fisico bestiale”) qualsiasi cosa canti, per quanto si sforzi di fare il disimpegnato allegro e lo spensierato gioioso, risulta sempre al fondo triste quanto le scenografie di “Una vita”. Forse ne è convinto anche  lui se canta: « Gli esseri umani sono tristi per natura/ Ma il pop è qui per dimostrarci che non è poi così dura». Ancora più tristi di Carboni sono (nel mio ordine): Lolli, purtroppo scomparso da poco, Tenco, Mannoia, De Andrè, Vecchioni, Ruggeri, Paoli, Guccini, Milva, Vanoni, Dalla, De Gregori. Tra gli stranieri restano insuperabili Edith Piaf, Jacques Brel, e il Grammy della Tristezza Assoluta, Aznavour (“Ed io tra di voi…”). Ecco, ho fatto un elenco di cantanti sempre tristi, qualsiasi canzone cantino, i quali  sono amatissimi per i testi poetici.  A me interessa solo la musica e piacciono invece i cantanti non mono-toni, ad esempio la grande Mina. Ha cantato i classici “E se domani”,”E’ l’uomo per me”, “Se telefonando”,”Insieme”, oppure la disperata “Canzone di Marinella”, la brasiliana “La banda”, le spensierate “Mille bolle blu” e  “Una zebra a pois”, le ironiche “Brava”,”Che taggià dì” e “Parole parole”. Nella colonna sonora dei depressi e aspiranti suicidi, Mina non ci può stare. Così come i Beatles (da Yesterday a Obladì), Presley (da Jailhouse rock a Are you lonesome tonight), Frank Sinatra. Infine ci sono gli allegri camuffati, come Al Bano. La sua “Felicità” resta l’invocazione più triste e squallida che sia mai stata scritta, ma la presenza di Romina accanto gli regalava un pizzico di allegria, una cosa che Al Bano non sa che sia.