Un trionfo da 20 seggi per il centrodestra e 9 per il centrosinistra (più quelli dei candidati presidente Roberto Occhiuto e Pasquale Tridico). Le Regionali chiuse con un’ampia affermazione del governatore uscente consegnano alla Calabria una maggioranza nettissima e all’area forzista un successo debordante con 11 consiglieri regionali complessivi (tra i 7 di Forza Italia e i 4 di Occhiuto Presidente). Bene Fratelli d’Italia con 4 seggi mentre perde qualcosa la Lega con 3 postazioni a Palazzo Campanella. Si difende bene Noi Moderati con due scranni. Nell’opposizione il Pd ottiene 4 consiglieri, Tridico presidente due, uno a testa Movimento 5 Stelle e Democratici Progressisti.
Debacle della provincia vibonese che passa da 4 consiglieri a uno solo (Pitaro di Noi moderati). Esclusi i consiglieri regionali uscenti: Katya Gentile, l’assessore Caterina Capponi, Pietro Raso di Gizzeria, Giuseppe Gelardi (Lega); Sabrina Mannarino,Pietro Molinaro e l’assessore Pietropaolo (FdI); Michele Comito e Francesco Talerico (Forza Italia); Bruni, Iacucci, Muraca e Mammoliti (Pd); Tavernise (M5S); Lo Schiavo (Avs); De Nisi e Graziano (Azione). Fa scalpore il mancato ingresso del sottosegretario Wanda Ferro (FdI) con 10mila voti e della ex parlamentare cosentina Enza Bruno Bossio (pd).
I consiglieri regionali di centrodestra
Forza Italia
Gianluca Gallo 30165
Pasqualina Straface 13363
Elisabetta Santoianni 10661
Sergio Ferrari 12134
Marco Polimeni 8831
Salvatore Cirillo 19225
Domenico Giannetta 10452
Occhiuto presidente
Pierluigi Caputo 14791
Rosaria Succurro 12201
Emanuele Ionà 6833
Giacomo Pietro Crinò 9036
Fratelli d’Italia
Angelo Brutto 8702
Luciana De Francesco 6542
Antonio Montuoro 11920
Giovanni Calabrese 11351
Lega
Orlandino Greco 5154
Filippo Mancuso 12130
Giuseppe Mattiani 12619
Noi Moderati
Riccardo Rosa 1195
Vito Pitaro 11995
I consiglieri regionali di centrosinistra
Partito democratico
Rosellina Madeo 6719
Ernesto Alecci 12591
Giuseppe Ranuccio 10638
Giuseppe Falcomatà 10341
Tridico presidente
Ferdinando Laghi 5194
Vincenzo Bruno 2728
Movimento 5 Stelle
Elisa Scutellà 7164
Democratici Progressisti
Francesco De Cicco 6076
Casa Riformista
Filomena Greco 6670
****Per Gianluca Gallo il dato finale dice 30165 preferenze: roba che neanche durante la Prima Repubblica, quando alle urne si andava in massa. Per capirci: la sua candidatura vale il 4% dell’elettorato, ha raccolto pochi voti in meno rispetto a Noi Moderati (tutta la lista su base regionale) e ne ha presi più di Avs (sempre in tutta la Calabria).
Un trionfo nel trionfo del centrodestra: su queste basi Gallo si propone come l’alter ego di Roberto Occhiuto, un vice in pectore che rischia addirittura di fare ombra politicamente al governatore, per quanto tra i due i complimenti reciprochi si siano sprecati nei giorni della breve campagna elettorale. I 30mila voti di Gallo trainano anche una delle new entry di questa tornata, Elisabetta Santoianni, consigliere comunale di Lungro e presidente di Aic (Associazione italiana coltivatori) Calabria.
Prima notazione politica: se qualcuno dei competitor interni di Occhiuto aveva intenzione di chiedere più spazio alla luce dei risultati elettorali, dovrà fare un passo indietro. Perché Forza Italia non arretra affatto: ha 11 consiglieri regionali d’area, più di tutta l’opposizione. Il buon risultato di Fratelli d’Italia, che ne ottiene quattro, non vale a lanciare un’Opa sul centrodestra.
Tanto più che Wanda Ferro, sottosegretario all’Interno candidata secondo i commentatori più maligni proprio per limitare il governatore uscente, non arriva in posizione utile per entrare a Palazzo Campanella (o declinare l’invito).
Antonio Montuoro la supera di circa 1500 voti e il secondo consigliere per Fdi scatta a Nord con Luciana De Francesco (dietro Angelo Brutto, dirigente del partito e riferimento sul territorio del senatore Fausto Orsomarso che incassa la vittoria interna).
Bene ma non benissimo anche la Lega. Salvini puntava a un risultato a doppia cifra: lo ha sfiorato (al Carroccio è andato il 9,4%) ma il numero dei consiglieri non è sufficiente a fare la voce grossa. Della campagna acquisti pre-elettorale beneficia Orlandino Greco, che supera Katya Gentile (che aveva abbandonato Fi per la Lega): il cognome resta al momento fuori dal Consiglio regionale e anche questo, a modo suo, è un risultato storico.
Non ai livelli di Gallo ma c’è un altro candidato che trascina il suo partito in Consiglio regionale. Senza Vito Pitaro, Noi Moderati sarebbe rimasto lontano dall’uscio di Palazzo Campanella: i suoi 11995 voti portano i centristi di Lupi nel Palazzo, addirittura con due seggi. Il secondo, per i dati riportati da Eligendo, andrà a Riccardo Rosa, già candidato alle Europee: in questa tornata ha preso un decimo delle preferenze di Pitaro.
Nella complessiva debacle del centrosinistra, il Pd propone due new entry: Rosellina Madeo, presidente del consiglio comunale di Corigliano Rossano, batte (e lascia fuori da Palazzo Campanella) l’ex deputata Enza Bruno Bossio; Giuseppe Ranuccio, sindaco di Palmi, vince la sfida interna con il primo cittadino di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.
Per il Pd, comunque, scatta il secondo seggio. Confermatissimo, invece, Ernesto Alecci, il più votato tra i dem con oltre 12mila preferenze. Egli conquista il primato assoluto delle preferenze nella coalizione guidata da Pasquale Tridico, distanziando anche altri due big della tornata: Giuseppe Ranuccio, sindaco di Palmi (quasi 10mila voti), e Giuseppe Falcomatà, primo cittadino di Reggio Calabria (9mila preferenze). 2mila voti in più di quelli presi nel 2021: allora Alecci aveva ottenuto 8.727 voti nella circoscrizione Centro.
Spunta la riconferma anche Ferdinando Laghi, rieletto dopo la prima esperienza (era tra i candidati a sostegno di Luigi de Magistris): assieme a lui, nella lista Tridico presidente, c’è Enzo Bruno, ex presidente della Provincia di Catanzaro.
Duello sul filo dei voti nel Movimento Cinquestelle: la spunta, per l’unico seggio, Elisa Scutellà, esclusa dal Parlamento dopo il ricorso elettorale di Andrea Gentile. Ne fa le spese Davide Tavernise che resta fuori dopo una legislatura regionale.
Altri due volti nuovi, per il Consiglio ma non per la provincia di Cosenza, arrivano da Democratici Progressisti e Casa Riformista. Sono Francesco De Cicco, assessore comunale a Cosenza, che tiene fuori dal Palazzo la collega Pina Incarnato. Vince la difficile sfida interna anche Filomena Greco, ex sindaca di Cariati che replica la buona performance delle elezioni europee e si piazza davanti a un peso massimo delle preferenze come Giuseppe Graziano. Italia Viva batte Azione ed entra in Consiglio. Ce ne sarebbe abbastanza per qualche punzecchiatura social tra Renzi e Calenda.
Non si è concretizzato con l’altra lista ‘Democratici e progressisti’ l’ingresso a Palazzo Campanella di Francesco Pitaro. Già consigliere regionale, costretto ad uno stop forzato nella tornata del 2021, praticamente ‘a mani nude’, come ha evidenziato in un post di ringraziamento scritto sui social, è stato il più votato in assoluto dell’intera coalizione di centrosinistra, presente con esponenti di punta dell’amministrazione cittadina, ottenendo ben 2345 voti dei 5484 complessivi incassati a livello di circoscrizione centro.
Nella Circoscrizione Centro per il Pd assurge a leader il cavalluccio di Soverato Ernesto Alecci. Una curiosità tra gli sconfitti. Non vanno bene Giusy Iemma, Amalia Bruni e Raffaele Mammoliti, mentre se la cava bene Elisabeth “Elisa” Sacco, benedetta da Jasmine Cristallo. Anche a Crotone si mette in luce il giovane dirigente Leo Barberio.
Qualcuno dovrebbe chiedersi come faccia un’ex candidata a governatore, appena 4 anni fa, una scienziata prestata alla politica, a prendere 4053 voti, finendo quinta su 8 aspiranti consiglieri in totale. Ma nel Pd sono domande che non si pone nessuno per la semplice ragione che nessuno si sorprende e si vergogna più di niente. Riecheggiano ma fanno un pò senso le parole scritte dai Giovani Democratici di Lamezia (…In questo percorso, Amalia Bruni ed Ernesto Alecci sono due voci forti dell’area centrale della Calabria. La prima ha messo la sua competenza scientifica al servizio della difesa della sanità pubblica, il secondo ha portato in Consiglio l’esperienza dei territori e la denuncia delle contraddizioni tra propaganda e realtà). Un altro perdente è stato l’ex consigliere regionale Raffaele Mammoliti, che ha preso soltanto 36 voti più della Sacco.
Fuori da palazzo Campanella rimane Avs-SI, che patisce l’esclusione di Mimmo Lucano e che con i Cinquestelle rappresenta la forza politica più attiva contro il Ponte sullo Stretto. Un brutto segnale politico in vista dell’imminente avvio del cronoprogramma della grande opera, ancora di più se si considera che non è stata eletta neanche Caterina Trecroci, presidente del consiglio comunale di Villa e fedelissima della sindaca Caminiti.

