Per mantenere il reddito di cittadinanza Conte ha dichiarato “siamo disposti a tutto”. In democrazia il “disposti a tutto” dovrebbe essere accompagnato sempre dall’aggiunta “nelle forme pacifiche che consente l’ordinamento”. Invece il “disposti a tutto” senza l’aggiunta è in pratica la minaccia di una insurrezione. Una cosa è preannunciare “siamo disposti a tutto”, un’altra “scenderemo in piazza”. Nel primo caso significa voler fare le barricate, nel secondo fare una manifestazione che si aggiunge alla opposizione in parlamento. Siamo disposti a tutto può significare assimilare l’Italia all’Iran.
Conte-Masaniello è capace di questo ma anche di altro, e c’è solo da chiedersi cosa succederebbe se tutti facessero come lui, se tutti fossero disposti a tutto per difendere sino alla fine le proprie bandierine identitarie. La Meloni per la famiglia di papà e mammà, Salvini per respingere i migranti, i pacifisti per fottere l’Ucraina, Ely Schlein contro il jobs act, e via di questo passo.
In effetti uno che prima è stato governato da Salvini, poi da Di Maio, infine da Draghi, uno che non è nè di destra nè di sinistra ma solo per i fatti suoi, uno che si sta svincolando dall’abbraccio mortale del comico triste, volete che non sia disposto a tutto? Primum vivere. Se non era disposto a tutto rimaneva a Firenze ad adocchiare le studentesse che facevano diritto privato con lui.