(vincenzo visco, 2021) Il contrasto all’evasione fiscale è uno dei temi meno trattati nell’attuale fase politica. La cosa non sorprende in un Paese con un’evasione di massa valutabile in 8 punti di Pil, il 20% delle entrate fiscali e il 30% di quelle tributarie. Eppure, al di là degli ovvi richiami alla legalità e all’eguaglianza dei cittadini, esistono studi che dimostrano come una riduzione dell’evasione fiscale che si traducesse in una riduzione di pari ammontare delle imposte, avrebbe effetti positivi su crescita, occupazione, investimenti, ricerca e sviluppo… Ed esistono proposte praticabili ed efficaci per risolvere il problema in un tempo limitato, frutto di anni di ricerca e descritte in numerosi rapporti, articoli, libri, che hanno dimostrato che un uso consapevole di nuove tecnologie e conoscenza analitica dei meccanismi che i contribuenti utilizzano per evadere, possono produrre risultati notevoli. Per un Paese caratterizzato da seri problemi di finanza e debito pubblico l’argomento dovrebbe essere al centro dell’attenzione dei partiti che aspirano al governo.
In estrema sintesi, si tratterebbe di:
a) Introdurre la trasmissione obbligatoria per via telematica delle informazioni utili a fini fiscali contenute in ciascuna fattura emessa dai contribuenti Iva come precondizione per la sua successiva detrazione da parte del cliente che la riceve.
b) Sostituire gli attuali registratori di cassa con mini terminali collegati con l’Agenzia delle Entrate, cui dovrebbero affluire i dati in tempo reale.
c) Prevedere un analogo sistema per i lavoratori autonomi e i contribuenti non tenuti all’emissione di fattura, ma dello scontrino o ricevuta fiscale (professionisti, ristoranti, ecc.).
d) Integrare nel sistema la raccolta per via telematica dei dati delle vendite effettuate mediante distributori automatici o attraverso la rete.
e) Riorganizzare le aliquote Iva in modo da impedire (con un’aliquota unica), o limitare l’evasione da arbitraggio sulle aliquote.
f) Introdurre un meccanismo generalizzato di ritenute da parte di “terzi” per le imposte sui redditi, approfittando del meccanismo frazionato di funzionamento dell’Iva: ogni contribuente dovrebbe operare una ritenuta su ogni pagamento fatto a fornitori in corrispondenza di ogni fattura ricevuta, e detrarre le ritenute subite dai suoi clienti.
g) Prevedere l’accertamento automatico per i contribuenti le cui dichiarazioni non corrispondessero ai dati ottenuti dall’Amministrazione, e l’accertamento automatico induttivo per tutti i contribuenti che riducessero il mark up (margine) rispetto a quello dichiarato in precedenza.
h) Utilizzare sistematicamente per tutti i contribuenti le informazioni sui saldi e i movimenti dei conti correnti, da tempo disponibile presso l’Agenzia delle Entrate, e mai utilizzati.
Queste misure, più altre che pure potrebbero essere introdotte previo accordo con la Commissione Europea, determinerebbero un’imponente emersione di base imponibile e di gettito (per un ammontare non inferiore ai 50 miliardi l’anno), in quanto si eliminerebbe tutta l’evasione che oggi si verifica lungo la catena produttiva, ed anche una quota rilevante di quella nei rapporti coi consumatori finali. L’adozione di queste misure consentirebbe inoltre di eliminare il redditometro, lo spesometro, gran parte degli studi di settore, e la stessa contabilità Iva, semplificando notevolmente gli adempimenti e l’intero sistema. Se si vuole, la questione potrebbe essere risolta in pochi anni.