Quando leggo (Corriere, 14/5/21, pag. 35) una frase come questa pronunciata da Landini (Cgil), sorrido sempre: Noi non difendiamo quello che c’è, siamo coscienti dell’esigenza di cambiare e riformare il Paese.
Ora io vorrei umilmente chiedere a Landini senza essere tacciato di fascista se, a proposito di quel che c’è, nel 2021 questo nostro Paese possa ancora tollerare che gli insegnanti non facciano lezione con la scusa di seguire da casa un’assemblea sindacale on-line. Questo “diritto” a seguire un’assemblea sindacale per quale motivo, logico, politico, esistenziale, valoriale, deve essere esercitato interrompendo il lavoro? Gli alunni quindi non hanno diritti? E’ come se chiamassimo a casa un idraulico, egli viene e dopo due ore ti dice: ho finito, pagami. Ma scusi, ha fatto il lavoro? No, ho partecipato ad un’assemblea sindacale. Ma se era qui a casa mia! Sì, ma l’assemblea era on line.
Io non l’ho mai capito per le assemblee in presenza, tanto più non lo capisco per le assemblee a distanza. Quale possa essere il motivo che obbliga di tenere un’assemblea sindacale (in tutti i luoghi di lavoro non solo nella scuola) sostituendo il lavoro con l’assemblea, o meglio equiparando “adesione” all’assemblea (neppure la presenza effettiva) con il lavoro, non lo capirò mai. Ma credo che neppure un cibernetico o il grande filosofo Emanuele Severino o Sherlock Holmes sarebbero stati in grado di spiegare tale uguaglianza. E’ possibile che nel 2021 lavorare sia equiparato alla partecipazione ad una assemblea sindacale? Quante volte siamo andati in banca, per dire un ufficio qualsiasi, e ci è stato detto: l’impiegato che cerca non c’è, è in assemblea. Quante volte ce ne siamo fatti una ragione, ma quanto siamo stupidi noi italiani. E però quell’impiegato in effetti era presente all’assemblea sindacale, mentre gli insegnanti no, essi possono non essere presenti ma risultarlo solo sulla carta. A me questo minuscolo dettaglio che apporta un danno solo ai giovani appare la cartina di tornasole dell’Italia dei furbi, riconosciuti ma impuniti. Landini sono sicuro che mi risponderebbe: a me me rimbalza. Ne sono convinto, infatti se fosse stato una persona seria avrebbe tartassato i politici di tutti i colori da marzo 2020 dicendo loro: potete chiudere tutto ma non le scuole, capito? I danni che stiamo facendo ai giovani li capiremo davvero fra qualche anno. Chiedo scusa se torno spesso su tale argomento, ma i concetti che capiscono in pochi (sulla scuola) sono due: la democrazia s’impara a scuola; i bambini ci guardano.