Mancano le riforme necessarie a rendere effettivi e produttivi gli investimenti immaginati dalla bozza del piano. Non ci sono cifre, dati o pezze d’appoggio scientifiche che giustifichino la congruità degli interventi. Non basta elencare i progetti: bisogna esporre i risultati previsti, in quantità e qualità.
Il Recovery Plan italiano appena approvato non ha alcuna possibilità di essere finanziato dalla Commissione europea, perché non rispetta nemmeno alla lontana le linee metodologiche e gli obiettivi che l’Unione impone per accedere al fondo. (articolo completo su Linkiesta)