In questo blog ho già inserito un articolo di Chicco Testa (Italia/Rifiuti una sola soluzione) che spiega bene il problema italiano dei rifiuti. Adesso vorrei di nuovo spiegare per quale motivo oggettivo un sindaco, un governatore, un amministratore italiano non deve per nulla preoccuparsi della situazione “spazzatura”. Anzi, come dimostrano la Raggi e tutti i sindaci da Roma in giù, è preferibile non far nulla per risolvere il bubbone, il quale, una volta scoppiato, costringerà lo Stato ad intervenire spendendo tanti soldi. Ho scritto un intero libro (La fabbrica dei voti finti) per spiegare in lungo e in largo su cosa sia basato il concetto del “me ne frego” dei dipendenti pubblici irresponsabili. La magistratura italiana rompe le scatole, interviene, solo quando c’è stato un morto (cade un ponte…) oppure per l’abuso di ufficio, ma nessun amministratore può mai essere perseguito per omissioni (non fare). Partiamo, per fare un paragone semplice, dalla scuola. Un dirigente che lascia fare e consente che la sua scuola venga imbrattata e deturpata, demolita, vandalizzata, privata di beni attraverso furti, in Italia invece di essere licenziato (e tu che hai fatto? sei stato a guardare?), viene accontentato, ci pensa lo Stato a rimettergli a posto la scuola. Così funziona la PA italiana: nessuno è responsabile di nulla. Allo stesso modo sindaci immobili o inetti, Raggi, De Magistris, incapaci di affrontare il problema “spazzatura”, vengono bypassati dallo Stato che trasferisce la spazzatura all’estero con incredibili costi giornalieri addebitati sulla intera popolazione italiana. Per cui, ecco le 2 cose che deve fare un sindaco: 1) non far pagare a nessuno la Tarsu 2) disinteressarsi della pulizia e raccolta della spazzatura. Tanto, alla fine, interviene lo Stato quando l’emergenza, parola magica, lo chiama in causa e dunque deve pagare imprenditori privati per la raccolta e poi a sue spese inviare la spazzatura in Olanda. Questo è quanto avviene in pratica in Italia, dove è possibile osservare città pulite nel centro-Nord, con la raccolta differenziata che funziona perchè a monte hanno creato le aziende del riciclo e termovalorizzatori, e una situazione fuori controllo al centro-Sud, dove l’economia è diretta da aziende mafiose che lucrano sulle emergenze di qualsiasi tipo. Gli amministratori inetti hanno appunto il ruolo di creare le emergenze. A livello teorico infine abbiamo i vari partiti parolai, quelli dei “rifiuti-zero” e quelli dei “termolavorizzatori”, che si accapigliano sul nulla, essendo chiaro a tutti, da decenni, che il problema non lo si risolve con una sola soluzione che prevalga ideologicamente sulle altre, ma mettendole tutte, nessuna esclusa, in pratica. Per capirci, la raccolta differenziata non deve escludere le discariche e i termovalizzatori e viceversa. Per restare alla Calabria, dove spero di aver spiegato per quale motivo noi siamo destinati a vivere costantemente sotto la spada di Damocle dell’emergenza rifiuti, il fatto che la provincia più popolosa, quella di Cosenza, non abbia ancora nel 2019 neppure una sola discarica, spiega quanto i cosentini, popolo intelligente, abbiano capito prima di tutti che il NIMBY (Non nel mio giardino) si sposa benissimo con il “Che colpa abbiamo noi? Ci pensi lo Stato”. In Italia i problemi, anche gravissimi, si “rimuovono” perchè sono considerati faccende di competenza di un Sovrano “estraneo e forestiero”. In pratica, se il 60 % degli italiani non paga un euro di tasse, compresa la Tarsu, a quali italiani volete che interessi come si risolve il problema “spazzatura”? Se viene risolto con un aumento della fiscalità generale, alla maggioranza dei cittadini non interessa. E se è così, per quale motivo dovrebbe interessare ad un sindaco?