LUIGI GRILLO

Era andato in pensione qualche anno fa Luigi, assistente amministrativo al De Fazio di Lamezia, e vorrei, ora che è scomparso, descriverlo a chi non sa chi fosse. L’umanità io la divido in due categorie, alla prima appartengono tutti coloro i quali non si sognerebbero mai di far passare un pedone sulle strisce. Luigi in tanti anni non l’ho mai sentito una volta sola alzare la voce, non l’ho mai dovuto far cercare perchè era sempre lì al suo posto di lavoro. Andavo lì e lo trovavo o gli telefonavo. Faceva un lavoro particolare, era a contatto col pubblico ma come se non bastasse doveva anche sistemare i fascicoli. Un lavoro che un nevrastenico o un impaziente o un frettoloso non è in grado di provare, desiste dopo dieci minuti. Luigi da me voleva una cosa sola: le regole. Lo chiamavamo il tedesco, perchè era duro, rigido, quante volte l’ho intrattenuto sull’argomento “ogni regola ha la sua eccezione”. Ma era testone perchè amava la semplicità, questo si fa, questo non si fa, senza complicazioni. Ha lavorato tutta la vita, ha messo su famiglia, ha sistemato i figli e quando avrebbe potuto fare a tempo pieno il nonno è stato chiamato dall’Alto. In tutto ciò che ha fatto ha messo impegno, dedizione, amore.Nessuno di noi capisce queste ingiustizie, sappiamo soltanto che siamo tutti formichine in balìa degli eventi. Ma quando perdiamo qualche formichina, ci rendiamo conto che era grande, che aveva sembianze umane, che ci lascia un buco allo stomaco. Una volta con Luigi abbiamo passato una mattinata con la sua auto nuova che io volevo guidare. Eravamo finalmente diventati due amici  che passano il tempo libero allegramente. Lo resteremo per sempre