Una seduta a gennaio «silenzioso e lieve», per dirla con Francesco Guccini e la sua «Canzone di dodici mesi». E pausa. Una seconda seduta febbraio, col «mondo a capo chino». E pausa. Una terza seduta a marzo, che «porta le sue piogge / la nebbia squarcia il velo / porta la neve sciolta nelle rogge / il riso del disgelo». E pausa. Va da sé che quando «con giorni lunghi al sonno dedicati / il dolce Aprile» è venuto, il Consiglio regionale della Calabria non se l’è proprio sentita di accelerare. Le accelerazioni, è noto, possono causare strappi. Così, fatta una quarta seduta d’aula l’8 aprile (Sant’Ammonio di Nitria, «particolarmente venerato nelle tradizioni orientali») hanno fissata una nuova riunione per la fine di maggio. Purché, sia detto col massimo rispetto, trovino il tempo…
Fatto sta che questi tempi un po’ «levantini», diciamo così, sono apparsi alla Gazzetta del Sud francamente eccessivi. Al punto di dedicare alla «febbrile» attività parlamentare dell’assemblea un titolone scandalizzato: «Consiglio regionale della Calabria a marce ridotte. Nel 2025 soltanto quattro riunioni». In quasi cinque mesi. C’è chi dirà: alla larga dal populismo! Non è mica solo in aula che si svolge il gran lavoro dei consiglieri regionali! È così che si diffonde la sfiducia nella politica e si allontanano gli elettori dalle urne! Antonio Ricchio, autore dell’inchiesta giornalistica, ha però fornito tutti i numeri per un confronto con il resto del Mezzogiorno. Nello stesso periodo le aule di altre regioni si sono riunite sei volte in Puglia, nove in Campania, undici in Basilicata, trentuno in Sicilia. Insomma, scrive Ricchio, «i freddi numeri fin qui proposti, semmai, confermano la progressiva perdita di centralità del Consiglio regionale a tutto vantaggio della Giunta.
Vi chiederete: ma quanto guadagna al mese un consigliere regionale calabrese? Risponde la tabella ufficiale: 11.100 euro lordi il consigliere semplice senza manco uno straccio di incarico supplementare, 12.600 un presidente di commissione o segretario questore, 13.100 gli assessori, 13.800 il presidente. In una Regione che risulta avere (dati Istat) il reddito annuo pro capite più basso d’Italia: 16.173 euro. Contro i 37.978 dei veneti che sale a Vicenza a 40.017. Quasi il triplo. Chissà, magari al palazzo regionale di Catanzaro, detto la Cittadella, che coi suoi 190.000 metri quadri progettati da Paolo Portoghesi è costato oltre 160 milioni hanno intenzione di sgobbare tutta l’estate…