Ha scritto sul Corriere l’economista Francesco Giavazzi: Per scrivere una buona legge di Bilancio bisogna innanzitutto saper leggere correttamente i dati che giungono dall’economia. Sicuro che è così, ma per esempio come può operare un sindaco a Lamezia se i dati non li possiede? Provate a porre una domanda del genere a Google o all’AI: qual è la percentuale di evasione della Tari a Lamezia Terme? Ecco la risposta:
Non è disponibile una stima precisa della percentuale di evasione della TARI a Lamezia Terme da parte di Lamezia Multiservizi. I dati sull’evasione fiscale sono spesso confidenziali e non vengono pubblicamente diffusi.
Per ottenere informazioni più specifiche sulla TARI a Lamezia Terme, è consigliabile consultare il sito web del Comune di Lamezia Terme o contattare direttamente Lamezia Multiservizi.
Eppure si conoscono i costi da affrontare nel 2025 (da Lamezia informa):
Il totale complessivo da coprire tramite Tari sarà così di 12.077.444,52 euro, salendo rispetto ai 11.657.559,32 euro dello scorso anno, con quindi la prossima amministrazione che avrà tra i primi incarichi quello di rivedere al rialzo quanto pagheranno i lametini (su 68.767 residenti sono 40.237 le utenze Tari, divise tra 36.148 domestiche e 4.089 non domestiche). Il costo comprende oltre al ritiro porta a porta e smaltimento dei rifiuti anche altri servizi connessi.
Se a Lamezia Terme la TARI per il 2025 prevede un totale da incassare di 12.077.444,52 euro, e non si conosce quale sia la percentuale di evasione della Tari tra le 40mila utenze Tari, come si fa?
Ecco spiegata quindi la differenza tra politica e amministrazione in un comune. La politica fa questo: ogni anno il Comune notifica alle 40mila utenze che devono pagare la Tari l’obbligo di pagare, in genere in tre rate. E poi succeda quel che deve succedere. Sappiamo che “la Calabria è una regione con una percentuale di evasione fiscale elevata, con l’IMU in particolare che si posiziona al 40% di evasione. Ciò significa che a fronte di 100 euro di IMU dovuti, 40 rimangono indebitamente nelle tasche degli evasori. La percentuale di evasione fiscale complessiva in Calabria è del 18,4%, indicando che 18,4 euro ogni 100 incassati dall’erario vengono sottratti”. Pertanto ipotizziamo che la Tari, quasi come l’Imu, a Lamezia sia pagata dalla metà.
Mettiamo quindi che su 40 mila utenze la paghino in 20mila, come si fa a far pagare gli altri 20 mila? Non si sa, perchè a Lamezia, così come dappertutto, passano gli anni ma sono sempre 20 a pagare la Tari e 20 non la pagano. Ecco spiegato dunque cosa significa far politica e non amministrare. Amministrare significa risolvere problemi (“Prima conoscere, poi discutere, poi deliberare” è la lezione di Einaudi, un pericoloso neoliberista), far politica significa far chiacchiere, ripetere sempre le stesse cose in maniera automatica ottenendo sempre gli stessi risultati. E’ come se uno volesse svuotare il mare con un secchiello, operazione inutile che chi la compie sa che è solo una perdita di tempo e di fatica. Oppure non se ne rende conto, che è lo stesso.
Quando poi si leggono notizie del genere (Diminuisce del 3,1% rispetto al 2023 la spesa sostenuta da una famiglia calabrese per la tariffa dei rifiuti: in media nel 2024 è di 348€ rispetto ai 360€ dello scorso anno. Spiccano le differenze fra i singoli capoluoghi: 478€ a Reggio Calabria, 265€ a Catanzaro, mentre a Vibo Valentia la diminuzione è stata pari al 11,3%. A livello nazionale la spesa si attesta sui 329€, con un aumento del 2,6% rispetto all’anno precedente) si capisce come l’argomento concerne quelli che pagano la Tari, mentre quelli che non la pagano continuano a non pagarla perchè in Italia si è stabilito che incrementare il numero di quelli che la pagano è come voler svuotare il mare con un secchiello.
Un ultimo dato infine, il più inquietante di tutti. Nella “Relazione sull’economia non osservata e sull’evasione fiscale e contributiva” pubblicata ad ottobre 2023 dal ministero dell’Economia e delle Finanze, la Calabria risulta essere la regione in Italia in cui il peso dell’economia non osservata (che comprende anche l’economia sommersa) è massimo. Gli analisti del Mef stimano sia pari al 18,8% del valore aggiunto prodotto. Un dato record più alto della media nazionale che si ferma all’11,6% e dello stesso Mezzogiorno (16,8%).