Caro Sindaco
l’ho vista sorridere compiaciuto, troppe volte, durante la riunione di venerdì con l’amministratore della società Stretto di Messina nella stanza che lei occupa per essere il sindaco di tutte e tutti, anche di coloro che non sorridono affatto e temono, ogni giorno e ogni notte, di perdere la loro casa e con essa quel microcosmo, unico ed irripetibile, denso di tradizione e di affetti, quel luogo sacro in cui vivono e del quale sarebbero espropriati, perché destinato alla distruzione totale per realizzare (forse) un ponte che faccia guadagnare qualche minuto di tempo a chi transita e, soprattutto, che possa attrarre tanto, tanto denaro pubblico.
E l’ho vista sorridere di fronte alla promessa di realizzare opere di compensazioni che servono alla città ma che non sono funzionali al ponte, che, in futuro, potrebbero non essere approvate e che lei avrebbe già dovuto progettare e realizzare nella sua qualità istituzionale, con i suoi dipartimenti e con i nostri fondi, anche quelli europei di coesione, destinati alle amministrazioni locali e che, invece, così sono dirottati nelle casse di una società pubblica destinata a gestire, con un unico maxi appalto, le opere infrastrutturali in 29 comuni tra Calabria e Sicilia.
E’ consapevole del rischio di svendere la città delegando a terzi la sistemazione dei torrenti, gli impianti di depurazione e le reti fognarie, tra le tante opere che sono necessarie, dovute ed urgenti e che, comunque, mai potranno compensare la perdita di un bene dal valore inestimabile?
Qual è il senso di sorridere perché una società pubblica si impegna a riparare le strade per tornare a distruggerle e forse, un giorno lontano, a restituirle quando non sarà rimasto nessuno, forse neppure lei ed il suo ospite che un tempo agitava altre bandiere e adesso è soddisfatto della visita dell’amministratore delegato invece di difendere la città per difendere il suo porto storico, lo sviluppo ed il gradimento internazionale che, negli ultimi anni, ha conquistato.
Tutti, Lei compreso, conosciamo i pareri negativi della Commissione del Ministero Ambiente, di altri enti e istituzioni pubbliche siciliane e persino dei suoi stessi uffici.
Tutti, Lei compreso, siamo consapevoli che quei pareri denunziano e dimostrano “impatti non mitigabili” ossia che le zone protette dell’area dello Stretto andrebbero irrimediabilmente distrutte dalla costruzione del ponte.
Le chiedo, allora, qual è l’interesse di Messina nel baratto con false opere compensative, come la boutade del terzo lago, della Riserva naturale di Capo Peloro, dei Monti Peloritani e dell’area marina dello Stretto?
Qual è il senso di aver progettato una “città giardino” con la piantumazione di nuovi alberi, la cura della ville e del verde se poi consegna, senza opporre alcuna resistenza, le aree più pregiate e autentiche perché vengano devastate per realizzare un ponte dalla durata stimata di 200 anni, 200 anni soltanto a fronte di storia millenaria?
Sarà come alienare un gioiello prezioso per riceverne uno falso e mostrarlo alla Città pure con una certa soddisfazione.
Qual è il senso del risanamento con la demolizione delle baracche e di aver dato una casa a chi non l’aveva se poi, senza neppure un vero terremoto, migliaia di famiglie saranno private della propria abitazione a fronte di una indennità che, in molti casi, non sarà sufficiente all’acquisto di un’altra ?
Ma davvero vuole consegnare Messina ad un futuro di polvere, rumore e devastazione, a chi intende farla a pezzi e passare alla storia come colui che ha lasciato deportare migliaia di persone dal luogo in cui vivono e consentito che l’ecosistema più pregiato venga sottratto al godimento di ogni essere vivente umano, animale e vegetale?
Ma come è possibile per Lei, signor Sindaco, ignorare gli ultimi eventi che avrebbero imposto una seria riflessione non solo sulla città ma sul futuro della Sicilia e del paese?
La delibera del Consiglio dei Ministri che approva gli “imperativi motivi di rilevante interesse pubblico” afferma che il ponte sullo stretto di Messina è necessario per la sicurezza militare interna e internazionale e per la salute dei cittadini.
Questa dichiarazione, tanto apparentemente ridicola quanto insidiosa, serve a superare la valutazione di incidenza ambientale negativa sulle aree protette e neutralizzare il più che probabile veto della Commissione europea, che così potrà solo riavviare la procedura di infrazione archiviata nel 2011 e sanzionare con una multa lo Stato italiano, ma non potrà fermare l’opera.
La distruzione delle zone e degli habitat protetti sarà giustificata dalla ragion di stato per il riarmo e la difesa e, anche, per poterci tutti curare meglio tra un ospedale e l’altro, a Reggio Calabria o a Messina, in quei luoghi di cura in cui si attendono mesi anche per gli esami clinici più semplici.
Lei crede davvero che il ponte realizzi interessi militari di difesa nazionale e internazionale? Provi ad immaginare, anche solo per un momento, camionette, autoblindo e carro armati che transitano sul ponte per raggiungere territori in cui la guerra si combatte per aria e per mare, con missili e droni oppure autobotti con l’acqua per la popolazione assetata o per domare i prossimi incendi.
Ma ci crede davvero, signor Sindaco, non si sente offeso?
E crede davvero che non esistono alternative al progetto del ponte a campata unica?
Sulle alternative non è solo il Governo che rinnega se stesso e la precedente relazione nel 2021 ma Lei rinnega se stesso e il suo progetto della metromare per rafforzare il sistema di attraversamento marittimo dello stretto.
Lascio ai lettori più curiosi il gusto di apprezzare la delibera del Consiglio dei Ministri per giudicare quanto sia divertente e quanto allarmante e di scoprire quale sia il prezzo della città e, a fronte di quali promesse, Lei sta agevolando l’alienazione di vita, di terra, aria e mare.
C’è un ultimo aspetto che dovrebbe farla riflettere, sig. Sindaco, ed è l’avviso di garanzia al procuratore della DNAA per aver rivelato segreti d’ufficio riguardo alle indagini in corso “sull’affaire ponte” a due ex poliziotti, il presidente di Eurolink, società che dovrà sottoscrivere il contratto dal valore miliardario, e il consulente di WeBuild, socio di maggioranza.
Quali sono le indagini in corso se non quelle relative alle denunzie già note che ipotizzano i reati di truffa ai danni dello Stato, falso in atto pubblico e frode comunitaria e chi sarà mai la vittima?
Qualche dubbio dovrebbe averlo, sig. Sindaco, e forse dovrebbe scegliere una condotta improntata a prudenza, nel rispetto di tutti e tutte, una condotta responsabile e coerente con i principi di precauzione e prevenzione fondamento della tutela dell’ambiente e della salute pubblica proprio quella che Lei per primo ha l’obbligo di proteggere.
Di fronte a tanta arroganza e opacità è davvero convinto che sia sufficiente sorridere ed attendere?
Quando il Cipess avrà approvato quest’opera, sig. Sindaco, avrà inizio un gioco sporco a danno del Sud, della Sicilia e di Messina prima di tutto.
Torneranno vecchi fantasmi tra interessi militari e affari criminali nel disprezzo assoluto dei luoghi sacrificati, della salute, della libertà e della pace e noi …. tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra. © MessinaToday
AURORA NOTARIANNI, attivista e avvocato delle associazioni ambientaliste Wwf, Legambiente e Lipu. Notarianni è di Lamezia, infatti i suoi genitori sono Peppino Notarianni e Costanza Falvo d’Urso.