Da oggi non scriverò più di politica italiana perchè è tempo perso, e mi sono scocciato di fare l’illuminista. Dopo 72 anni mi sono stancato di sentir ripetere lo stesso identico concetto: qualsiasi cosa succeda è tutta colpa del governo (pro-tempore). Poi ho una profonda convinzione che è questa. Ci sono non più di 10 persone in Italia, che però sono sempre in tv, le quali ritengono che Draghi abbia il torto di aver soffiato il posto ad uno scienziato/cervellone come Conte. Invece di trattarle da mentecatti queste persone imperversano e milioni di poveri cristi vanno dietro al suono del loro piffero.
Realtà o finzione? Dietro il racconto che i fratelli Grimm resero famoso nel 1816 si nasconde il “populismo”? O si tratta di una favola, frutto della tradizione popolare? Nel 1284 apparve a Hamelin, nella Bassa Sassonia, un uomo molto strano. Indossava un mantello variopinto […] e diceva che avrebbe liberato la città da topi e ratti in cambio di una certa somma di denaro. Comincia così la leggenda del pifferaio magico. La fine è nota a tutti: gli abitanti del villaggio non gli pagarono la cifra concordata e il suonatore si ripresentò il 26 giugno, giorno di san Giovanni e san Paolo, questa volta con un aspetto spaventoso e con uno strano cappello rossastro in testa (le sembianze che in molte leggende medievali assume il diavolo). Al suono di una certa melodia portò via con sé tutte le bambine e i bambini del villaggio (130 in totale) e, dopo essere uscito con loro attraverso la porta orientale della città, scomparve all’interno di una grotta. Si salvarono solo in tre: un bimbo molto piccolo, che era tornato a prendere la giacca, e due ragazzi, uno cieco e uno muto, che erano rimasti indietro ma in seguito non sarebbero stati in grado di raccontare nulla di quanto visto o sentito. Quanto agli altri, secondo la tradizione orale, riapparvero dall’altra parte della grotta, in Transilvania.
Ora è successo che finanche l’unico capo vero del pd, Franceschini, che stava tra quelle 10 persone, si sia rotto le palle. Egli ha detto: “Se il M5s rompe ci sarà uno stop all’alleanza per il 2023. Da qui alle elezioni, per andare insieme al M5s dobbiamo stare dalla stessa parte, se ci sarà una rottura o una distinzione, perché un appoggio esterno è una rottura, per noi porterà alla fine del governo e all’impossibilità di andare insieme alle elezioni. E si brucerà chiaramente ogni residuo possibilità di andare al proporzionale”, ha detto il leader dem chiudendo l’incontro nazionale di AreaDem, a Cortona (Arezzo).
“Penso che il tema del proporzionale e maggioritario non è solo di convenienze, ma di prospettive. Il maggioritario spinge a creare le barriere, blocca i processi evolutivi, mentre il proporzionale fa chiarezza, alleanze meno omogenee ma che possono costruire programmi. Sarà difficile cambiare la legge elettorale ma dobbiamo provarci fino in fondo”, ha spiegato Franceschini e lancia un appello ai vecchi compagni di partito: “È ora che Speranza e Bersani tornino nel partito democratico”. “Mi dispiace che un segretario se ne sia andato proprio dando la colpa alle correnti, in un grande partito ci deve essere il confronto”.