(Corsera) Abituato a ben altre trattative quando stava a Francoforte, Draghi prendeva nota del doppio gioco del Pd mentre misurava l’inaffidabilità dei cinquestelle. Come racconta uno dei testimoni, il premier «ha avuto la pazienza di non mandarli a quel paese», derubricando quanto stava accadendo a «rumore di fondo». Non si contano gli aggiustamenti chiesti ieri dal Movimento (con l’appoggio dei democratici) che il presidente del Consiglio ha rispedito al mittente. E dopo aver mostrato di accogliere certi suggerimenti provenienti dal Colle, al dunque ha ribadito che quanto c’era da cambiare era stato di fatto cambiato.