Il calcio dimostra che esistono più vie per raggiungere lo stesso risultato ed è quindi accettabile che ogni tecnico abbia una propria idea su come arrivarci. Allo stesso tempo però a volte c’è la volontà di voler piegare la realtà per portare acqua al proprio mulino. La stessa cosa succede agli economisti, agli scienziati, ai politici, tutti spesso in lotta con la realtà per adattarla alle proprie idee che così verrebbero confermate. Gli integralisti allora in questo schema chi sono? Sono quelli che non hanno capito tutto questo e sono convinti che c’è una sola strada per raggiungere un risultato. Se qualcuno ci arriva il loro compito è screditare l’altrui successo, dimostrare che non è tutto oro quel che luccica, insomma si tratta di squalificare o denigrare l’idea del concorrente. Per fare un esempio semplice, ci sono molti mezzi per raggiungere Milano da Lamezia. C’è chi vuol usare l’aereo, chi l’auto, chi la bicicletta, chi il treno. Ognuno esalta il proprio mezzo: i ciclisti dicono che così non si inquina, gli aviatori che si arriva prima, i ferroviari vantano tariffe per le famiglie, gli automobilisti dicono che nel viaggio uno fa tutte le soste che vuole. Ognuno porta avanti la sua idea e anche la meta viene messa in discussione. Tu non sei arrivato proprio a Milano ma a Malpensa, tu sei arrivato in periferia ma non in centro, e così via. Il meccanismo di innamorarsi delle proprie idee senza più riuscire a ri-conoscere che le strade o i mezzi per ottenere lo stesso risultato sono molteplici è pienamente operante in politica (si veda la vecchia lotta tra ideologie diverse) ma anche nella scienza (eppur si muove, disse Galileo) e in qualsivoglia campo dell’attività umana. Avete mai visto uno convinto che l’ambiente si difende soltanto attraverso la teoria dei “rifiuti-zero” accettare un termovalorizzatore? O un cinefilo che ama Godard accettare un film neorealista? O un artista che ama l’arte astratta apprezzare anche l’arte figurativa? Un ammiratore della grazia e della bellezza di una Madonna di Raffaello è davvero infastidito dalla “Donna con mandolino” (Fanny Tellier) del 1910 di Picasso. Insomma, mai innamorarsi delle proprie idee sino al punto di negare tutte le altre. E’ la lezione profonda del mito di Narciso, incapace di guardare al di là di se stesso.