Quel che i proporzionalisti italiani non vogliono

Le discussioni sui sistemi elettorali investono due piani tra loro distinti, che si tendono invece a sovrapporre: da un lato le logiche proprie della rappresentanza politica, dall’altro quelle della stabilità dei Governi. Se tenessimo in considerazione i due piani (v. Gaetano Azzariti, Legge proporzionale e stabilità) la stessa divisione tra fautori dl maggioritario e del proporzionale verrebbe meno.
Al contrario i devoti della legge elettorale proporzionale della I Repubblica non amano affatto le tre tipiche misure che in Germania hanno garantito la stabilità affiancando – ma non sovrapponendosi – ad un sistema elettorale di stampo proporzionalista.
Vediamo. 1) L’elezione del Presidente del Consiglio – e non dell’intero Governo – in Parlamento; 2) il potere di revoca dei singoli Ministri attribuito al Presidente del Consiglio al fine di sostenere l’unitarietà di indirizzo politico del Governo: 3) l’obbligo di eleggere un successore nel caso di voto di sfiducia del Governo in carica (c.d. sfiducia costruttiva) al fine di impedire crisi al buio o solo strumentali. “Tre misure che potrebbero garantire al Presidente del Consiglio dei Ministri di far valere pienamente la propria responsabilità costituzionale di direzione della politica generale del Governo, mantenendo l’unità di indirizzo politico e amministrativo, promovendo e coordinando l’attività dei Ministri, così come recita l’articolo 95 della nostra Costituzione. La sfiducia costruttiva, in particolare, renderebbe ardua la sostituzione del Governo in carica, costringendo i parlamentari ad abbandonare l’uso della crisi di governo per aprire la discussione sul “futuro” ovvero usare della crisi di governo per ridefinire gli equilibri interni alla maggioranza, fornendo un forte ausilio alla stabilità. Tutto ciò non varrebbe ancora a risolvere l’assenza di politiche condivise e incisive, che rappresenterebbero la più efficace misura di stabilizzazione, ma non spetta alle regole istituzionali sostituire la politica. Tutte le misure da ultimo richiamate (l’elezione parlamentare del Presidente del Consiglio, la revoca dei Ministri, la sfiducia costruttiva), richiedono una revisione della Costituzione. ”
Tre misure che i proporzionalisti, di qualsiasi colore, non vogliono in Italia. La scusa è sempre la stessa: l’uomo solo al comando. In Italia non si vuole maggioranza che governi e opposizione, ma concertazione. Insomma, fatte le elezioni, i vincitori devono essere zoppi e dimezzati, così gli sconfitti con i loro “poteri di veto” possono essere in grado di vendere cara la pelle dell’orso. E’ la “quasità” italiana.