Come sapevamo, la Calabria “sanitaria” intende svolgere la vaccinazione privilegiando gli amici. I sindacati medici sono lo snodo necessario, infatti firmano un accordo con la Regione per privilegiare non i medici di famiglia ma le associazioni mediche. A Lamezia i vaccini per gli over 80 si fanno solo al Centro Michelangelo, perchè c’è una infermiera che ha fatto il corso. L’infermiera da una boccetta deve ricavare le 11 dosi. Evito di descrivere (ma l’ho fatto in un altro articolo) le montagne russe che hanno dovuto percorrere i medici di famiglia non associati per vaccinare i propri assistiti, giustamente esigenti se era il loro turno vedendo che solo i medici sindacalisti e michelangioleschi vaccinavano. Basterebbe solo questa disparità tra i medici di famiglia di una stessa città a far gridare alla vergogna. Ma c’è di più. Questa scelta politico-sindacale è non solo assurda, ma furba, perchè lo scopo che intende ottenere è l’assoluta “discrezionalità” calabrese. Da noi non c’è una tempistica da seguire sulla base dell’età dei pazienti, non c’è una organizzazione che segue i criteri nazionali del Ministero. No, ci deve essere l’amico che ti fa il vaccino come ti facesse un favore personale. All’uopo a Lamezia si privilegia il Centro Michelangelo, ma poi si fanno punti vaccinali alla Progetto Sud e alla Malgrado Tutto. Poi, con le fiale che rimangono, si chiamano gli amici, i parenti, così giovani e atletici bellimbusti hanno già fatto il vaccino, così come lo hanno fatto in Toscana gli avvocati, e in altre regioni i notai o altre categorie con peso politico. I magistrati non possono neppure intervenire su questo inghippo perchè devono vedere come possono farsi vaccinare come categoria senza seguire l’età.