Non sopporto le chiacchiere immutabili della politica italiana e perciò da oggi non ne scriverò più. (La più consistente scoperta che ho fatto pochi giorni dopo aver compiuto sessantacinque anni è che non posso più perdere tempo a fare cose che non mi va di fare, cit. Paolo Sorrentino).
A Zingaretti dovrebbero far vedere il film L’odio (1995). Mentre Hubert sta cadendo da un palazzo dice : “Fin qui tutto bene”. E continua a dirlo fino a quando non si sfracella al suolo.
La politica è quello che resta dopo aver scartato le chiacchiere (v. talk show). Da qualche anno il populismo (o antipolitica) è arrivato al potere e la sinistra come al solito si è messa a ruota. Non è stata la prima volta, basti ricordare cosa hanno combinato per inseguire la Lega modificando il titolo V della Costituzione nel 2001 o per inseguire Berlusconi.
La premessa di fondo, portata avanti nel 2013 dallo smacchiatore di giaguari Bersani (mortificato in streaming e ora vittima della sindrome di Stoccolma) e oggi dai Travaglini è che i grillini siano progressisti e che vengano votati per lo più da elettori di sinistra delusi.
Per cui devi recuperare i loro elettori, piccole pecorelle sperdute da riportare nell’ovile (sic!), come sta cercando di fare Zingaretti stando al governo con “Souplesse” Conte e Di Maio, subendone tutti i ricatti e i diktat (al contrario di Salvini che considerando Conte un segnaposto, di fatto li comandava a bacchetta). In altre parole se tu parti dal presupposto che chi vota M5S sia di sinistra, il loro recupero avviene cercando di compiacere il M5S, evitando di fare le cose che Di Maio non vuole, come togliere quota cento, adottare il Mes, annullare i decreti Salvini, riformare reddito di cittadinanza, ecc…
Il punto essenziale è proprio questo: ma i voti ai grillini siamo sicuri che provengano da elettori delusi della sinistra? Scrive Aldo Cazzullo: “I Cinque Stelle hanno ottenuto due clamorosi exploit elettorali, entrambi alle politiche (anche per questo aspetterei a darli per finiti). Dietro le vittorie di Grillo nel 2013 e di Di Maio nel 2018 c’erano due componenti. La prima: il voto di protesta, spesso in arrivo da destra, contro i vecchi partiti, considerati non a torto corrotti e inefficienti, e in genere contro l’establishment, le élite, la finanza, le banche. La seconda: un voto che chiedeva protezione sociale in anni di crisi, soprattutto al Sud… i voti di chi chiede il reddito di cittadinanza e altre forme di assistenza (che diventano facilmente assistenzialismo, in un Paese dove la pubblica amministrazione non funziona e il lavoro nero dilaga)”.
Travaglio addirittura si augura un M5S unito con il “Che Guevara di Roma Nord” Di Battista (del pd dice che è la morte nera!) che media al governo. L’imbecillità non ha confini e lo dico nonostante gli inglesi abbiano una espressione, wishful thinking, che potrebbe denotare il fenomeno. Si traduce pensiero speranzoso ma anche illusorio. In realtà è un pensiero imbecille quanto quello del bollito Bersani il quale, da quando aveva i calzoncini corti, desiderebbe due campi politici contrapposti (destra vs sinistra), solo che nel 2020 in quello progressista mette il pd e i grillini-casaleggi. Zinga & Bettini lo affiancano pensando da qui all’eternità ad un’alleanza strategica con i grillini.
La scusa è sempre apparentemente realista. Accontentiamoci dei grillini altrimenti arriva Salvini. Nello storytelling è l’orco delle favole che si raccontano ai bimbi per farli mangiare. Il fatto è che Salvini arriverà di sicuro se tu giochi sul suo terreno, se rispondi alle sue issues e non imponi le tue (il Mes per la sanità, innanzitutto). Lui parla alla «pancia» e alimenta le paure. Alla sinistra serve invece la testa, così da individuare soluzioni giuste e realistiche. Questo discorso l’ho già sviluppato su questo blog citando un famoso cartone animato dei Simpson “Spazzatura tra i titani” (1998), che va visto per capire, almeno tramite i fumetti, il problema . Lo ho ricordato ad Aldo Grasso che vi scrisse un “A fil di rete” il 30/12/2018.
Ora dopo aver vinto il referendum, i populisti sventolano altre bandierine chiedendo diminuzioni degli stipendi parlamentari e fornendo idee per il nuovo mondo. Come quelle proposte da Beppe Grillo: «Non credo più assolutamente nella rappresentanza parlamentare ma credo nella democrazia diretta attraverso il referendum». E, per essere ancora più chiaro, il comico ha tessuto l’elogio della piattaforma Rousseau, il grottesco software del webmaster Casaleggio, dove, ha detto Grillo estasiato, «un cittadino può votare, dire sì o no, ma può anche consigliare. Si può fare un referendum alla settimana». Di Maio dal canto suo vuole imporre il vincolo di obbedire al partito, cioè adesso promette che arriveranno anche «strumenti» per non fare cambiare casacca ai deputati e ai senatori, in spregio all’art. 67 Cost. che non vuole il vincolo di mandato.
Per molto meno i costituzionalisti “de sinistra pura” quella volta se la presero con Renzi ma anche dinnanzi alla prova provata che Grillo and friends sono populisti e come Trump sono la destra moderna, la cd sinistra non lo ammette.
Dovrebbe dire: ci siamo sbagliati, la democrazia rappresentativa non si tocca, perciò i grillini vanno combattuti quanto e come Salvini. Come si vede, c’è da intendersi sempre sui concetti novecenteschi di destra e sinistra. Se fosse ancora vivo Bobbio è facile pensare che i Bersani, Zingaretti, Orlando e Bettini sarebbero stati insolentiti: vi hanno fatto fessi, la campagna eversiva dei grillini per superare la democrazia rappresentativa, cioè la democrazia senza aggettivi, ha acquisito un grande slancio col plebiscito punitivo nei confronti della politica e dei parlamentari.
Quelli del No lo sapevamo ma Zinga continua come se niente fosse a portarci verso la catastrofe, che non è l’avvento di Salvini come usa dire, ma la distruzione della nostra economia a causa di quello che va urgentemente fatto e che i populisti non ti fanno fare. E meno male che sono progressisti (Bibbiano bastava ed avanzava).
La verità è che sono più affini a Salvini e la stessa avversione al Mes ( e ad altre migliaia di cose, i parlamenti, l’industria, il mercato, i vaccini, la terra rotonda,ecc…) dimostra che sono europeisti quanto lo è Salvini, e moderni quanto la comunità Amish.. L’unico dei grillini coerente, infatti intende preservarne l’identità, è Di Battista, uno che si vuole alleare solo con Salvini. Ma non ditelo a Bersani Zinga e Travaglio, da quell’orecchio non ci sentono.