Francesco Bevilacqua ha raccontato (sul Corriere della Calabria) come la candidatura di Florindo Rubbettino alle elezioni regionali calabresi sia stata bruciata da una fuga di notizie. Zingaretti voleva mettere tutti dinnanzi il fatto compiuto e invece “nessuno ha inteso voler fare un passo indietro”. Nello stesso momento l’imprenditore delle cravatte Maurizio Talarico annuncia un’alleanza civica per una rivoluzione culturale. Cosa sta succedendo quindi in Calabria e in Italia, se neppure personalità di grande qualità riescono a pro-porsi, bruciati dal vecchio ceto politico presente nei vecchi partiti o intorno ad essi? Si arricchisce con nuovi capitoli la riflessione che da anni ho cominciato sui ” capitani della via Pal” (perchè nella sinistra italiana non ci sono più soldati semplici ma sono tutti capitani), con la conseguenza che l’ unica e incontrastata leadership nella Lega diventa il valore aggiunto del successo politico elettorale. Una volta c’erano i congressi per scegliere il capo e poi il centralismo democratico evitava confusioni sulla linea. Oggi tana liberi tutti, cacofonia di voci, anche se già Shumpeter, come Weber, insisteva nel dire che la democrazia deve essere organizzata in modo da assicurare leader forti, in quanto “le collettività agiscono quasi esclusivamente accettando una leadership”. Purtroppo tutti i mediocri che ambiscono a scalare posizioni di potere definiscono teorie come queste di “destra”, se la prendono con “l’uomo solo al comando” e col decisionismo, si trastullano con ipotetici programmi costruiti dal basso e dai soviet, perdendo di vista il modo di funzionamento della democrazia 3.0. Molto semplicemente, come sanno tutti quelli che si occupano di queste cose seriamente, il pd nazionale dovrebbe oggi avere per leader (invece di Zinga) una donna sui trentanni ambientalista e dotata di grande comunicativa. Con una leader del genere scalerebbe gli indici di gradimento e soltanto dopo, chiamando a raccolta esperti veri sui tanti dossier, si costruirebbe una proposta riformista. Invece i mediocri ribaltano, pro domo sua, il percorso e dopo estenuanti raccolte dal basso di punti programmatici, in zona Cesarini tirano fuori il proprio nome o quello di un compare. Ecco perchè un Rubbettino che questa nostra regione potrebbe cambiare da cima a fondo è, con la scusa che è calato dall’alto, bruciato. Il meccanismo democratico si costruisce appunto dall’alto, non dal basso, ecco l’idea shumpeteriana che deve affermarsi e, nonostante quello che pensano alcuni rivoluzionari immaginari, è quello che è sempre successo in ogni comunità umana: da Mosè a Lenin, trova un leader e poi lui pensa al resto. Basta guardarsi, lo ribadisco ancora, la serie americana “Lost”, per quelli che per capire il concetto hanno bisogno delle figurine e dei disegnini.