Di Maio/Whirpool, giudicate voi

Gli americani della Whirpool, multinazionale degli elettrodomestici, hanno deciso di abbandonare Napoli e le lavatrici che là vengono prodotte. E’ cambiata la dirigenza che gestisce l’intera aria europea e i conti vanno male. Lo ha spiegato Fabio Bogo su “Affari & Finanza” di Repubblica (23/9/2019, pag. 12). Perciò vogliono disattendere gli accordi presi con il sindacato: una soluzione che comporti meno costi oppure andare a cercare un nuovo acquirente che dovrà farsi carico del problema con riflessi sull’occupazione. Ecco l’alternativa. Tra le due parti: il padrone straniero che porta efficienza ma anche regole quasi sconosciute nel mercato italiano e  il sindacato che tutela la parte sociale, occorre instaurare quindi una mediazione politica che tuteli esigenze contrastanti per un’equa composizione della vicenda. Vediamo allora il ministro dello Sviluppo economico Di Maio cosa ha fatto. Dopo aver dimenticato per mesi l’intera vicenda, il ministro si è svegliato e ha fatto un ricatto agli americani: revoca degli otto milioni di incentivi a suo tempo concessi. Gli americani non aspettavano altro e hanno accelerato l’uscita. Si deve sapere che il loro gruppo in Europa ha fatturato 4,5 miliardi nel 2018 con una perdita operativa di 106 milioni. Come si dice in questi casi, il ricatto a Whirpool ha ottenuto il risultato di farli scappare e in Campania è il momento degli scioperi. Il Di Maio dilettante però è stato promosso e mandato a tutelare il made in Italy nel mondo intero come ministro degli Esteri.