Matteo Ricci, nelle Marche, non è bastato. Ma anche Pasquale Tridico punterà sull’effetto Gaza nel rush finale della sua campagna elettorale. “Riconosceremo lo stato di Palestina”, annuncia al Foglio il candidato del campo largo in Calabria. Sarà, in caso di vittoria lunedì prossimo, uno dei primi provvedimenti. “Sappiamo che non è competenza regionale”, spiega l’europarlamentare dem ed ex presidente dell’Inps. “Ma conosciamo anche l’alto valore simbolico di una mozione di questo tipo da parte della Calabria e di altre regioni”. E magari, si spera dalle parti dell’aspirante governatore, l’annuncio potrà dare anche una spinta in questi ultimi giorni prima di un voto che vede Tridico partire sfavorito contro il governatore dimissionario Roberto Occhiuto – il presidente uscente in quota Forza Italia, che oggi sarà a Lamezia Terme con la premier Giorgia Meloni e gli altri leader del centrodestra.
Nelle ultime battute prima dell’apertura delle urne, il centrosinistra si era quasi convinto della possibile rimonta nelle Marche, proprio sulla spinta della cronaca internazionale, della tragedia di Gaza e della flotilla. Ricci ci aveva puntato molto, pronto a riconoscere lo stato di Palestina nel primo consiglio regionale, dedicando alla causa gli ultimi appuntamenti elettorali. All’ex sindaco di Pesaro è andata male: “Ma rifarei tutto”, ha commentato Ricci dopo la sconfitta. Mentre una settimana prima Eugenio Giani, la cui conferma in Toscana è assai probabile, aveva dato notizia del riconoscimento della Palestina da parte della regione che amministra.
Adesso tocca a Tridico, che finora ha spinto sul tema della sanità, sui giovani e sul lavoro, rilanciando il cavallo di battaglia grillino del reddito di cittadinanza a livello regionale. Nelle prossime ore spiegherà il senso della sua iniziativa su Gaza con un’intervista e con un evento – sebbene più di un sondaggista ritenga poco probabile che su una contesa locale lo scenario internazionale possa risultare decisivo. Resta il valore simbolico e quello politico, identitario in questa fase per la sinistra. E domani all’Università della Calabria arriverà anche il leader del M5s Giuseppe Conte per un appuntamento dedicato alla Palestina. Mentre oggi toccherà agli altri alleati: sarà in Calabria Nicola Fratoianni per presentare le liste di Avs e soprattutto Elly Schlein, accompagnata da Pierluigi Bersani a Crotone per sostenere il candidato del centrosinistra. Che ieri ha dovuto parare i colpi dei suoi avversari: “Tridico non potrà votarsi nemmeno da solo”, fanno ironia dalla maggioranza in quanto l’ex presidente Inps è residente a Roma. E sempre oggi dalla capitale si trasferiranno per un pomeriggio tutti i leader del centrodestra, secondo il format ormai rodato prima di ogni elezione regionale e che ha portato bene anche a Francesco Acquaroli. Ecco quindi Meloni, i due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, oltre al leader di Noi moderati Maurizio Lupi e Antonio De Poli, segretario dell’Unione di centro. Ma ci sarà anche, da volantino, Laura Castelli che attualmente ricopre la carica di presidente di Sud chiama nord – la creatura fondata dal sindaco di Taormina Cateno De Luca.
Una sorta di nemesi per Castelli, che è stata infatti sottosegretaria e vice ministra all’Economia nei due governi Conte (e poi con Mario Draghi), mentre veniva varato il reddito di cittadinanza che oggi Tridico vorrebbe riproporre in salsa regionale. Castelli, comunque è in buona compagnia. L’economista Marcello Minenna, assessore tecnico con Occhiuto e un tempo vicinissimo all’orbita 5 stelle – ha lavorato con Virginia Raggi, di cui fu assessore a Roma, prima di finire a dirigere l’Agenzia delle dogane – da giorni cannoneggia il reddito di dignità con cui la coalizione progressista spera di fare il colpaccio. Una settimana fa ha firmato pure un articolo sul Blog di Beppe Grillo. E infine Dalila Nesci. Anche lei, come Castelli, aveva seguito Luigi Di Maio nella sua scissione ma prima era stata indicata in quota M5s come sottosegretaria al Sud. Dopo qualche giro è finita addirittura in Fratelli d’Italia, che l’ha candidata in Calabria.
Guido Vitiello Davvero il grande tema della campagna elettorale del campo largo nelle Marche era Gaza, e il primo impegno del candidato Matteo Ricci era riconoscere, come regione, lo Stato di Palestina? Mi confermate che ha detto di sognare “una regione con i piedi piantati a terra e la testa nel mondo”? E ditemi, se ne è discusso come se fosse una cosa seria?
Penso che non esista contraffazione più caricaturale di un vecchio slogan caro agli ambientalisti: think globally, act locally. Slogan condivisibile in linea di principio, da tenere senz’altro in conto per una filosofia della prassi politica, al quale si perdona volentieri la colpa di avere ispirato l’orrido neologismo “glocale”. Tutto sta ad applicarlo con giudizio. Questo equivoco mi riporta in mente una celebre pagina dello Scrittoio del presidente in cui Luigi Einaudi, dopo avere elogiato il sistema britannico di “non agire logicamente ma a pezzi e bocconi per la spinta delle circostanze, adattandovisi alla meglio senza badare ai principi”, aggiungeva che “per fortuna la parola caratteristica italiana in materia sta nel verbo arrangiarsi e quindi noi possiamo credere di trovarci su buona via”. Ecco, il pragmatismo anglosassone sta all’italica arte di arrangiarsi più o meno come il “glocalismo” intelligente sta alla proposta marchigiana, che del resto si assomma a iniziative analoghe di mille altri enti locali, dalle giunte regionali alle assemblee di condominio. Il loro slogan potrebbe essere: pensa localmente, lancia proclami retorici globali. Che è poi la formula del provincialismo.
