Una sentenza della Corte Costituzionale depositata oggi 23 luglio (scritta dal giudice Luca Antonini) afferma che “lo Stato non può limitarsi a un mero avvicendamento del vertice senza considerare l’inefficienza dell’intera struttura sulla quale tale vertice è chiamato ad operare, nella situazione dell’ultradecennale commisariamento della sanità della regione Calabria.
Occorre “un intervento che comporti una prevalente sostituzione della struttura inefficiente con personale esterno altamente qualificato e fornito direttamente dallo Stato, in modo da evitare anche ogni possibile condizionamento ambientale…
Altrimenti si rischia di produrre, a causa dell‘impotenza a cui si destina il commissario, un effetto moltiplicatore di diseguaglianza e privazioni in una Regione che già sconta condizioni di sanità diseguale.”
Ciò che la politica non intende fare la Consulta lo spiega in modo semplice (avranno letto articoli miei e di altri calabresi?). Infatti i politici cosa chiedono da sempre al Governo? Una cosa sola: di ripianare i debiti per ripartire da zero. Solo che i debiti non si sa a quanto ammontino (2 miliardi?) e non si saprà mai fino a quando ai vertici si nominano superpoliziotti o prefetti con la scusa di tener lontana la mafia. Solo che la mafia non sta fuori ma dentro gli ospedali e una sola pretesa ha, quella che non vi sia contabilità formale, non si redigano bilanci, non vi siano bilanci certificati. In questo modo chiunque, anche un semplice travet, ha il potere enorme di fare quello che vuole e favorire gli Amici.
E’ necessaria invece in Calabria una maxistruttura di manager, esperti di bilancio e gestione di grandi aziende (ricordate l’Enrico Bondi commissario straordinario e liquidatore della Parmalat, per capirci?). Ma gli amici del ministro Speranza (un altro che non ha fatto nulla di nulla per intervenire in modo pragmatico) diranno che sono un tecnocrate. Loro prediligono i Pezzi, Scura, Cotticelli, Longo. Non amano i manager, uomini che hanno affinato le loro capacità (tra cui il rischio d’impresa) nel mercato privato, magari pure internazionale. Preferiscono funzionari pubblici, che hanno fatto carriera nel pubblico, con la tutela del pubblico, al riparo da ogni verifica di merito.
In ogni Asl vanno impostati i bilanci e la contabilità prima di sganciare un euro perchè è troppo facile da più di dieci anni farle gestire da vari Piripicchi senza tenere uno straccio o parvenza di contabilità (neppure un salumiere con un negozietto può più farlo) con la scusa che i bilanci pregressi non ci sono, per cui si va avanti con pezzi di carta e pagamenti reiterati senza controllo. I bilanci delle Asl vanno poi certificati come ha fatto, per fare un solo esempio, il governatore Rossi in Toscana dal 2009 che è così riuscito a riportare i bilanci in pareggio.