Report, Renzi, Mancini, Gratteri, Motta (sto leggendo)

Ieri sera ho visto su Report l’incredibile servizio (v. articolo su questo blog) sull’incontro Renzi/Mancini confezionato da Ranucci, successore indegno della grande Gabanelli. Poi leggo su iacchitè-blog una disamina dei rapporti Mancini-Gratteri e mi ricordo che Renzi aveva proposto Gratteri come ministro della Giustizia. “Mancini in Calabria aveva un avversario, il procuratore generale Otello Lupacchini mentre l’alleato era Nicola Gratteri”.
“La vicinanza tra Gratteri e Mancini è supportata da più episodi” scrive il blog cosentino.  Sarà vero, sarà falso? Non lo so.

L’incontro Renzi-Mancini è stato confezionato ieri sera 3 maggio da Report per avvalorare ciò che il deus ex machina Bettini e altri democrat nemici di Draghi hanno sostenuto senza prove: che Conte è il nuovo Allende ed è stato fatto cadere da un gomplotto internazionale. Mancini sta per servizi segreti e quindi se Renzi ha fatto cadere Conte, i Travaglio di giornata possono alludere che una parte dei servizi erano contro Conte. Ma se tanto mi dà tanto (Renzi= Mancini) allora bisogna essere conseguenti (Renzi= Mancini= Gratteri). Vedete cosa succede ad accostare cognomi?
Fermiamoci adesso a Gratteri. C’è un’altra anomalia che i semplici lettori osservano facilmente. Riguarda la Calabria e la sua informazione.

“Il 9 dicembre 2019, appena dieci giorni prima del blitz “Rinascita Scott” grazie al quale sono stati arrestati, tra gli altri, l’avvocato Pittelli, il sindaco di Pizzo Gianluca Callipo, l’ex consigliere regionale Pietro Giamborino e il commissario della Sorical Luigi Incarnato, insieme a boss e gregari del clan Mancuso, il procuratore Gratteri aveva lanciato messaggi molto preoccupanti al sempre più penoso “sistema” dell’informazione calabrese. E mai come adesso, alla luce del coinvolgimento del direttore di LaC Pasquale Motta per concorso esterno in associazione mafiosa nell’operazione “Alibante” è venuto il momento di tirarli fuori, specie dopo aver ricordato, sull’onda degli stralci del libro-inchiesta “Porto Franco” di Francesco Forgione, i fasti dell’avvento delle tivù di Berlusconi in Calabria tra morti e attentati nell’era del plenipotenziario Toni Boemi e del coraggioso (perché non protetto dalla ‘ndrangheta) Elio Riga.
Che cosa è avvenuto ieri? E’ successo che un giornalista, il direttore del network “LaC”, Pasquale Motta, per la Dda di Catanzaro sarebbe (uso il condizionale) un «concorrente “esterno”» della cosca Bagalà. Pasquale Motta, ex sindaco di Nocera Terinese, «pur non potendosi ritenere inserito stabilmente nella struttura organizzativa» del clan, «di fatto svolgeva in maniera preponderante la funzione di referente politico del boss Carmelo Bagalà». Assieme a Bagalà, Motta, che risulta indagato nell’operazione Alibante, avrebbe «condiviso e programmato la predisposizione della lista “Unità popolare nocerese”, sfruttando sia il bagaglio relazionale legato al fatto di essere stato ex sindaco di Nocera Terinese, sia il legame particolarmente forte con Luigi Ferlaino». Con Ferlaino (altro ex primo cittadino di Nocera) e Bagalà, il giornalista «risultava essere lo stratega occulto delle trame della politica di Nocera Terinese, leader politico sostanziale della lista civica “Unità popolare nocerese”». Per lui l’accusa aveva chiesto l’arresto, misura negata dal gip.

Insomma, quel giornalista che fino ad ieri proclamava Gratteri “paladino della legalità” diventa nemico di Gratteri che lo accusa di essere in combutta con la mafia.

Ma per un lettore quale sono io, non è finita. Leggo qualcosa che ci riguarda da vicino visto che Lamezia conta ben 3 scioglimenti per mafia. Riporto questa dichiarazione dell’ex sindaco di Nocera, Fernanda Gigliotti: “Sulla comunità nocerese già depredata da un dissesto finanziario monstre, incombe da oggi la spada di Damocle di uno scioglimento per infiltrazioni mafiose, uno stigma ed un’onta insopportabile. Una ipotesi da scongiurare”.

Così alla fine un lametino non può fare a meno di chiedersi come mai solo Lamezia è stata sciolta per ben tre volte. Se fossi Report, Travaglio e compagnia cantando  ci farei un altro bel servizio per dimostrare che c’è un altro complotto, stavolta contro Lamezia. Anzi, Ranucci, da quel che ho registrato attraverso una semplice consultazione del web potrebbe farci una trasmissione intera.

NB: ho soltanto affiancato nomi, così come Report ha fatto confezionando il servizio Renzi-Mancini. Ricordate che tutto nasce perchè un ignoto vede vicino un autogrill un tizio che “appare” losco. Poi arriva Renzi che parla con il losco, e l’ignoto lo filma. Così è se vi pare